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ISIS. Ordo ab Chaos

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Attraverso titoli terrificanti e video scioccanti, l’ISIS viene utilizzata come strumento per giustificare la guerra in Medio Oriente e per provocare paura e panico in tutto il mondo. No, questa non è una “teoria della cospirazione”, è semplicemente il più vecchio trucco utilizzato dall’elite. L’ISIS è stata creata dalle forze che la combattono.

Fin dalla creazione delle nazioni democratiche – quando ancora l’opinione pubblica contava – la classe politica era posta di fronte ad un dilemma: La guerra è necessaria per ottenere il potere, la ricchezza, e il controllo, ma il pubblico ha la tendenza ad essere contrario ad essa. Cosa fare? La risposta è stata trovata decenni fa ed è ancora utilizzata con successo oggi: Creare un nemico così terrificante che le masse implorino il governo di andare in guerra.

Questo è il motivo dell’esistenza dell’ISIS. Questo è il motivo per cui i video delle decapitazioni sono così “ben prodotti” e pubblicizzati in tutto il mondo attraverso i media mainstream. Questo è il motivo per cui le fonti di notizie riportano regolarmente titoli allarmistici circa l’ISIS. Essi sono utilizzati per servire al meglio gli interessi delle élite mondo. Gli obiettivi sono: influenzare l’opinione pubblica per favorire l’invasione dei paesi del Medio Oriente, fornire un pretesto per l’intervento di una “coalizione” internazionale e produrre una minaccia nazionale che verrà utilizzata per togliere i diritti e aumentare la sorveglianza. In breve, l’ISIS è un altro esempio della tattica secolare utilizzata per creare un nemico terribile in modo spaventare le masse.

“Inoltre, mentre l’America diventa una società sempre più multi-culturale, potrebbe essere più difficile costruire un consenso su questioni di politica estera, tranne in circostanze di una minaccia esterna diretta.” Zbigniew Brzezinski, La Grande Scacchiera

Circa un decennio dopo l’invasione dell’Iraq (che è ancora una zona pericolosamente caotica), la maggior parte concorda sul fatto che la guerra si basò su false premesse. Il pubblico alla fine riconobbe che le “armi di distruzione di massa” abbondantemente propagandate da George W. Bush e Donald Rumsfeld erano una totale invenzione. Nonostante questo fatto, gli Stati Uniti ed i suoi alleati (insieme con il Consiglio delle Relazioni Estere e ad altri gruppi di opinione internazionali elitari) stanno ancora cercando di spingere la guerra in Medio Oriente, con la Siria come uno degli obiettivi primari. Mentre il pubblico in tutto il mondo occidentale fosse decisamente contro l’invasione non provocata della Siria, un unico evento mediatico ha cambiato completamente le carte in gioco: un breve video in cui un jihadista mascherato decapita un giornalista americano.

La protesta è stata immediata. Come potrebbe non esserlo stato? Girato in alta definizione, con una perfetta illuminazione cinematografica, i video delle decapitazioni sono messi a punto per generare una sensazione viscerale di orrore e terrore. Vestito con un abito arancione che ricorda quelli utilizzati nelle prigioni di Guantanamo Bay, un giornalista occidentale indifeso viene giustiziato da un fanatico barbaro vestito di nero, mentre agita in aria un coltello. Non esiste idea migliore per manipolare l’opinione pubblica al fine di scatenare una guerra. Come effetto “bonus”, il video suscita isteria anti-islamica in tutto il mondo, un sentimento che viene costantemente sfruttato dall’élite mondiale.

Poco dopo, viene dichiarata guerra all’ISIS, quasi come se fosse stato pianificato da mesi. In un’intervista con USA Today, l’ex direttore della CIA Leon Panetta ha dichiarato che gli americani stessi dovrebbero prepararsi per una guerra di 30 anni che si estenderà ben oltre la Siria:

“Penso che ci troviamo davanti ad una guerra di 30 anni,” , che dovrà estendersi oltre lo Stato islamico per includere minacce emergenti in Nigeria, Somalia, Yemen, Libia e altrove. USA Today, 

In sostanza, nel giro di pochi mesi, un gruppo terroristico letteralmente spuntato fuori dal nulla, causando caos nelle regioni che gli Stati Uniti e i loro alleati cercano di attaccare da anni. Il suo nome: Stato islamico siriano, o ISIS. Il nome stesso è simbolico e rivelatore. Perché un gruppo “islamico”, prende il nome da un’antica dea egizia? Forse perché è una delle figure preferite dell’elite occulte – i veri colpevoli dietro gli orrori del’ISIS.

CONTINUAZIONE DELLA STORIA

L’idea della CIA che finanzia un gruppo islamico per favorire i propri interessi politici non è esattamente “inverosimile”. In realtà, ci sono diversi casi evidenti nella storia recente in cui gli Stati Uniti hanno apertamente sostenuto i gruppi islamici estremisti (soprannominati “combattenti per la libertà” nei mass media). L’esempio più flagrante e ben documentato è la creazione dei mujaheddin in Afghanistan, un gruppo che è stato creato dalla CIA per attirare l’URSS in una “trappola afghana”. 

Il termine mujaheddin descrive “musulmani che lottano sul sentiero di Allah” e deriva dalla parola “jihad”. 

Il “grande nemico” di oggi era l’amico del passato. Un importante architetto di questa politica fu Zbigniew Brzezinski uno degli statisti più influenti nella storia degli Stati Uniti. Da JFK a Obama, Brzezinski è stato una figura importante che ha plasmato la politica degli Stati Uniti in tutto il mondo. Creò anche la Commissione Trilaterale con David Rockefeller. Nel seguente estratto da un’intervista del 1998, Brzezinski spiega come i mujaheddin sono stati utilizzati in Afghanistan:

Domanda: L’ex direttore della CIA, Robert Gates, ha dichiarato nelle sue memorie ["From the Shadows"], che i servizi segreti americani cominciarono ad aiutare i Mujahadeen in Afghanistan sei mesi prima dell’intervento sovietico. In questo periodo tu eri il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Carter. Hai quindi giocato un ruolo in questa vicenda. E ‘corretto?

Brzezinski: Sì. Secondo la versione ufficiale della storia, l’aiuto della CIA nei confronti dei Mujahadeen è iniziato nel corso del 1980, vale a dire, dopo che l’esercito sovietico invase l’Afghanistan, il 24 dicembre 1979. La realtà, segretamente custodita fino ad ora, è completamente diversa, infatti, fu il 3 luglio del 1979 la data in cui il presidente Carter firmò la prima direttiva per aiutare segretamente gli oppositori del regime filo-sovietico di Kabul. E quel giorno, ho scritto una nota al presidente in cui spiegai che a mio parere questi aiuti avrebbero provocato un intervento militare sovietico. Le Nouvel Observateur, l’intervento della CIA in Afghanistan

Pochi decenni dopo, questi “combattenti per la libertà” si sono trasformati in terroristi talebani, tra i quali Osama bin-Laden, inizialmente un agente della CIA e successivamente nemico pubblico n ° 1. Il gruppo è stato poi usato per giustificare la guerra in Afghanistan. Si tratta di uno dei numerosi esempi in cui è stato creato un gruppo islamico, finanziato e utilizzato per promuovere gli interessi degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno anche sostenuto la Fratellanza Musulmana in Egitto, il Sarekat Islam in Indonesia, il Jamaat-e-Islami in Pakistan, e il regime islamico di Arabia Saudita per contrastare la Russia.

“L’America non ha amici o nemici permanenti, solo interessi”. Henry Kissinger

DETTAGLI DISCUTIBILI DELL’ISIS

L’ISIS è la nuova Al-Qaeda, completamente adattata ai tempi moderni. Spuntando dal nulla nel giro di pochi mesi, l’ISIS apparentemente si è assicurata un gran numero di risorse, armi, attrezzature multimediali high-tech e specialisti in propaganda. Da dove provengono i soldi e il know-how?

La storia del leader dell’ISIS, Abu Bakr al Baghdadi, è estremamente torbida. Secondo alcuni rapporti, al Baghdadi è stato arrestato dagli americani a Camp Bucca in Iraq per un certo numero di anni. Alcuni ipotizzano che è durante questo periodo che iniziò a collaborare con la CIA.

“Fu catturato dagli americani nel 2005 e venne trattenuto a Camp Bucca nel soffocante sud dell’Iraq per anni, anche se è difficile individuare le circostanze e la tempistica della sua liberazione. In ogni caso, fu libero dal 2010 e fu talmente attivo nel movimento jihadista che assunse il controllo del ramo iracheno di al Qaida dopo la morte dei due superiori “. Miami Herald, Who is Iraq’s Abu Bakr al Baghdadi, world’s new top terrorist?

Poco dopo il suo rilascio, al Baghdadi salì rapidamente tra i ranghi di Al-Qaeda, accumulò una fortuna, fu espulso da Al-Qaeda, e ora conduce l’ISIS. Venne supportato da forze esterne? Durante la sua prima apparizione pubblica come capo dell’ISIS, al Baghdadi ha ordinato ai musulmani di obbedire a lui come “il leader al vostro comando.” E’ stato anche visto indossare un orologio costoso, probabilmente un Rolex, un Sekonda o un Omega Seamaster – tutti costano un paio di migliaia di dollari. Una scelta di moda strana per un leader che ha giurato di comabattere la “decadenza occidentale”


Configurati per il massimo effetto teatrale, i video hanno dettagli discutibili. In primo luogo, perché le vittime prossime alla decapitazione sono così calme e tranquille? Inutile dire che una persona in procinto di essere sgozzata è in stato di panico e terrore. Perché non sgorgava sangue quando il coltello ha tagliato la gola della vittima? E, infine, perché il boia è mascherato? Perché si è preoccupato di indossarla? Perché, inoltre, parla con un accento inglese? Soprannominato “Jihadist John” dai giornali di scarsa qualità occidentali, è un modo per dire al pubblico che gli estremisti possono provenire da occidente in modo da essere dubbiosi anche del proprio vicino di casa.

Il materiale di propaganda utilizzato dall’ISIS è moderno e prodotto con attrezzature sofisticate e realizzato da produttori stagionati. La loro qualità è un gradino sopra la solita “propaganda islamica” che si trova in circolazione nel Medio-Oriente.

Naomi Wolf, l’autore ed ex consigliere di Bill Clinton ha attirato una valanga di critiche, quando ha espresso scetticismo riguardo l’ISIS chiedendo rigore giornalistico.

Il post venne cancellato.

Naomi Wolf ha buone ragioni per parlare dell’ISIS. Nel suo libro del 2007, “The End of America”​​, la  Wolf ha delineato 10 passi necessari ad un gruppo fascista (o governo) per distruggere il carattere democratico di uno stato-nazione e sovvertire le libertà sociali e politiche precedentemente esercitate dai suoi cittadini.

- Creare un nemico interno ed esterno terrificante
- Creare prigioni segrete in cui ha luogo la tortura
- Sviluppare una casta delinquente o forza paramilitare che non risponde ai cittadini
- Impostare un sistema di sorveglianza interno
- Molestare gruppi di cittadini
- Impegnarsi nella detenzione arbitraria e nel rilascio
- Avere come obiettivo individui chiave
- Controllare la stampa
- Trattare tutti i dissidenti politici come traditori
- Sospendere lo Stato di diritto

Mentre il pubblico nel mondo occidentale si affretta a etichettare chiunque metta in discussione una storia ufficiale come un “teorico della cospirazione”, il pubblico in Medio Oriente è molto scettico sull’ISIS e sulla sua cosiddetta “Jihad”. Ad esempio, in Libano e in Egitto, l’idea che l’ISIS sia una creazione degli Stati Uniti era così diffusa (funzionari di alto grado lo sostengono), che l’ambasciata americana a Beirut dovette negare tali voci.

Per molti abitanti del Medio Oriente, le azioni e il modus operandi dell’ISIS sono sospetti. Il gruppo infatti sembra essere fatto su misura per aiutare gli Stati Uniti e la coalizione a raggiungere i suoi obiettivi militari in Medio Oriente.

Questa mappa mostra le attuali roccaforti ISIS. Come potete vedere, si trovano esattamente dove la coalizione ha cercato per anni di mettere le sue sporche mani.


Quando la minaccia ISIS si diffonderà ai paesi vicini, ciò consentirà attacchi militari non provocati contro varie nazioni. E’ solo una questione di tempo prima che gli attacchi aerei saranno considerati inefficaci e le truppe di terra diverranno necessarie. Alla fine, queste operazioni potranno completare un piano a lungo termine per ri-organizzare il Medio Oriente, eliminando eventuali minacce per Israele e aumentando significativamente la pressione sull’Iran, rimanendo l’unica forza islamica della regione.

L’ISIS UTILIZZATO PER LA REPRESSIONE INTERNA

Disgustati dai video delle decapitazioni, la maggior parte degli occidentali è a favore dell’annientamento dell’ISIS. Naturalmente, non si rendono conto che questo stesso fervore li porterà a diventare vittime dei loro stessi governi.

Nelle ultime settimane, l’ISIS ha emesso diverse minacce a paesi specifici, causando il panico in ogni uno di loro, spingendo i governi ad “agire”. Purtroppo, “agire” significa ridurre la libertà di parola aumentando la sorveglianza. Il Canada sta già utilizzando l’ISIS come un motivo per spiare i cittadini e sta lavorando su nuove leggi che permettono una maggiore sorveglianza.

“Il capo della agenzia di spionaggio del Canada ha detto che non ci sono segni di un attacco terroristico imminente contro il paese, ma le autorità stanno monitorando 80 sospetti terroristi canadesi che sono tornati a casa da violenti hot spot in tutto il mondo.

Coulombe ha detto che gli 80 sospetti non sono stati imputati a causa della difficoltà in corso nel raccogliere prove concrete contro di loro.

Il Ministro della Pubblica Sicurezza Steven Blaney ha detto che introdurrà nuovi strumenti legislativi nelle prossime settimane per aiutare le forze dell’ordine nel rintracciare i terroristi, ma Blaney non ha fornito dettagli su ciò che queste nuove misure comporteranno. 

Nel Regno Unito, i conservatori hanno presentato l'”Extremist Disruption Orders”, un elenco di regole senza precedenti che avranno gravi implicazioni sulla libertà di parola.

"I messaggi degli estremisti su Facebook e Twitter dovranno essere approvati preventivamente dalla polizia in base alle regole radicali previste dai conservatori. Potrà essere impedito loro anche di parlare in occasione di eventi pubblici se rappresentano una minaccia per “il funzionamento della democrazia”. - Theresa May, il ministro degli Interni, getterà i piani per permettere ai giudici di vietare trasmissioni o proteste in alcuni luoghi, così come l’associazione a persone specifiche. “

CONCLUDENDO

L’ISIS ha tutte le caratteristiche di un gruppo jihadista sponsorizzato dalla CIA, creato per facilitare la guerra all’estero e la repressione in patria. Se guardiamo la storia del “divide et impera” nel Medio-Oriente o i dettagli sospetti riguardanti l’ISIS e le ripercussioni della sua esistenza nel mondo occidentale, si può facilmente vedere come l’ISIS è la continuazione di un modello evidente. 

La domanda più importante da porsi è questa: Chi trae vantaggio dalla presenza dell’ISIS e del terrore che genera? Che cosa ci guadagna l’ISIS creando un video che provoca i più potenti eserciti del mondo? Gli attacchi aerei? D’altra parte, che cosa la classe dominante del mondo occidentale ha da guadagnarci? Ovviamente il denaro da guerra ed armi, il controllo del Medio Oriente, il sostegno ad Israele, l’aumento dell’oppressione e la sorveglianza sulle popolazioni nazionali e, infine, il mantenimento delle masse in un costante stato di terrore.

In breve, è stato ritenuto necessario alimentare il panico in tutto il mondo, attraverso il caos in Medio Oriente per arrivare ad un nuovo ordine mondiale. ‘Iside’, la dea egizia e madre di Horus, è il nome di una delle figure più importanti per l’elite massonica. 

Il loro motto? Ordo ab Chao … ordine dal caos


Il peggior incubo diventato realtà

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Ogni anno molti bambini scompaiono, molte di queste scomparse sono dovute a reti pedofili che esistono a livello internazionale. Sul sito http://www.gennariodestfano.it/art347.asp si denuncia l’esistenza di un’organizzazione europea che si occupa di trovare bambini per le voglie di maniaci.

Michel Nihoul uno degli imputati con Marc Dutroux, nel processo per i terribili fatti di Marcinelle, aveva il compito di trovare le vittime minorenni, le quali erano poi utilizzate per le riprese più abiette,in seguito distribuiva le videocassette, arricchendosi. Quest’essere schifoso veniva spesso in Italia, in particolare in Toscana, dove incontrava i “clienti”, (ma sarebbe meglio dire i maiali).


Questa denuncia fu fatta nel 1996 durante le manifestazioni organizzate a Parigi in occasione della prostituzione minorile e a comunicare l’incredibile notizia questa notizia è stata la signora Sophie Wirtz, che era a capo della sezione belga Movimento del nido. La signora Wirtz disse: “Non si è ancora toccato il fondo dell’orrore in questa tragedia da due anni continuiamo a dire che le cassette video che fanno vedere la morte in diretta di bambini circolano in Belgio e temo che nell’affare Dutroux ci si orienti proprio verso questo genere di nefandezze”.

Michel Nihoul

La Wirtz affermò che, dall’inizio dei fatti accaduti in Belgio, le videocassette di pornografia minorile sarebbero state 600. La presidente del Movimento del nido, spiega che la pedofilia: “non è un rapporto affettivo anzi è l’espressione del dominio sul bambino e lo stadio estremo di questo dominio è proprio la morte”. 

Nell’affare Dutroux c’è di tutto: pedofilia, necrofilia, snuff-film e personaggi dell’alta società belga, del mondo dell’alta finanza, della politica ecc. Questa è l’opinione di molti cittadini belgi. Il dato di fatto, è che tuttora l’inchiesta non ha portato ancora a nulla circa i complici del Dutroux, anzi, sembra essersi arenata. Sono tanti i misteri. 

Dutroux aveva già ricevuto nel 1989 una condanna di 13 anni di carcere per aver sequestrato e violentato, a più riprese, due minorenni nel 1985 e la sua compagna Michèle Martin è stata condannata a sei anni di carcere per analoghe imputazioni. Ma i due non hanno scontato totalmente la pena, avendo ottenuto la grazia del re. Si mormora anche che le piccole vittime sono molto di più di quanto si è detto. Così, mentre in Belgio oltre 350.000 persone manifestavano in piazza contro il mostro di Marcinelle e i tanti misteri che circondano quei crimini, in Svizzera calava il più stretto silenzio sul magnate elvetico arrestato in Sri Lanka, con l’accusa di aver violentato 1.500 bambini. 

foto che mostra dove venivano tenute prigioniere le bambine rapite

Marc Dutroux

La zia di una delle due ragazzine assassinate da Dutroux, ha fatto gravissime dichiarazioni: “Il mercato del video che coinvolgono ha tentacoli in tutta Europa, in Olanda e in Svizzera”.

Tutta quest’efferatezza non è estranea ai revival dei culti satanici, che sono tornati in auge. Dal quotidiano fiammingo Der Standard, si è appreso con stupore, che almeno quattro poliziotti farebbero parte della setta satanica Abrasax, sospettata di aver comprato bambine, dal killer-pedofilo Dutroux per i loro riti.

Si è arrivati a questa sconcertante scoperta grazie a una lettera trovata durante una delle perquisizioni successive alla scoperta dei corpi di Julie e Melissa, nella casa di Bernard Weinstein di “non dimenticare di ricordargli che la grande festa si avvicina e noi attendiamo il regalo per la grande sacerdotessa”. Evidentemente Weinstein doveva ricordare la promessa a Dutroux.

In più è stato trovato, anche, uno strano documento, nel quale, si faceva presente la necessità di trovare il prima possibile “otto vittime da uno a 33 anni”. Anubis è al secolo Francis Desmedt che è anche Gran Maestro della cosiddetta Vieille Religion, una specie di associazione internazionale di streghe.

Dominique Nephtys, Gran sacerdotessa e un pezzo di novanta della Chiesa belga di Satana. Una domanda legittima da porsi è ma chi sono gli altri membri di questa setta rimasti segreti? E su quali protezioni hanno potuto contare? 

Le indagini si presentano subito difficili e lascia “stupiti” (per gli ingenui ovviamente) che viene cacciato il giudice antipedofilo Connerotte. Il magistrato non indagherà più su Dutroux. La Corte di Cassazione ha, infatti, deciso di togliere l’inchiesta al giudice istruttore Jean Marc Connerotte. 

Alla notizia seguono manifestazioni e scioperi. Una donna, disse: “Oggi i bambini sono stati uccisi per la seconda volta”.



Ma c’è di peggio il settimanale Diario (anno V numero 15, da mercoledì 12 aprile a martedì 18 aprile 2000) pubblica un servizio davvero pauroso: “Dopo la denuncia dell’eurodeputato Olivier Dupuis al congresso radicale, Diario è andato a vedere che c’è di vero riguardo ai minori inseguiti e uccisi a fucilate per divertimento” firmata dal giornalista Gianluca Paolucci.

In un brano dell’inchiesta si scrive: “Place Fontenas, pieno centro di Bruxelles, a due passi della Grand’ Place e dei caffè alla moda… Il percorso che ha portato Place Fontenas è partito da Roma, dove, durante il congresso del Partito Radicale, l’europarlamentare belga Olivier Dupuis ha lanciato una serie di affermazioni che hanno letteralmente gelato la platea. Ha raccontato che nel suo Paese c’è stato un periodo nel quale alcuni bambini venivano costretti a subire violenze di ogni tipo, dove alcuni di questi bambini venivano perfino uccisi, come conigli, durante delle partite di caccia alle quali partecipavano nobili, finanzieri, notabili e funzionari dello Stato”.



NOTIZIE INQUIETANTI DALL’ITALIA

Tra l’Umbria e la Toscana potrebbe esserci la chiave della rete dei pedofili, in questa zona c’è una discussa congrega, l’Ordine della Rosa e della Croce d’Oro, una setta magica esoterica. Su questa setta sono state eseguite delle indagini da parte di Michele Giuttari l’investigatore che indaga sui delitti del “mostro di Firenze”.

In questa vicenda del “mostro di Firenze” entrano i servizi segreti. Il SISDE, già dal delitto aveva preparato un dossier che ipotizzava che non ci fosse un solo serial killer, ma i membri di una setta satanica che agivano in gruppo. Ma questo dossier – che porta la data del 1980 – non fu mai consegnato agli inquirenti di Firenze. 

Il dossier era firmato da Francesco Bruno, noto criminologo (e star televisivo), all’epoca consulente del SISDE. Tre degli studi commissionati dal SISDE si “persero misteriosamente” per strada e non arrivarono mai sulle scrivanie dei magistrati fiorentini. Guarda caso i dossier “scomparsi” erano quelli che ricostruivano la pista dei mandanti plurimi. Qualche anno dopo Francesco Bruno, intervistato, sosterrà che a suo parere che il serial killer è un mostro isolato. 

E poi ci sono i morti sospetti delle persone coinvolte in questa storia. Da quella del medico perugino Narducci, a quella di Pacciani, mentre Milva Malatesta (una donna implicata nelle indagini sul “mostro”) e suo figlio furono trovati carbonizzati in auto una fine simile a quella che volevano fare al perito dell’inchiesta Moby Price. In molte di queste morti collegate alla faccenda del “mostro”, è stata usata quella dei “suicidi” in ginocchio. Una tecnica simile a quella di Ustica e nelle altre stragi che hanno insanguinato l’Italia. Quest’utilizzo delle stesse tecniche, fa ipotizzare una firma unica: quella dei servizi segreti.

È comprensibile essere scettici quando si avanzato dubbi su alcune morti, soprattutto quando il referto autoptico confermava, magari, l’infarto, il cancro o appunto suicidio.

Ebbene vediamo come, secondo l’Enciclopedia dello spionaggio (ed. Attualità del Parlamento, Roma), scritta da Giuseppe Muratori, Presidente dell’Istituto Ricerche Comunicazioni Sociali (IRCS) nel 1993, si può uccidere una persona facendo credere che sia deceduta per cause naturali. 

E’ appena il caso di sottolineare come i metodi qui elencati siano stati resi pubblici nel 1993 e quindi, con buona probabilità, già all’epoca superati da tecniche molto più sofisticate ed ancora sconosciute (altrimenti non li avrebbero pubblicati).
Ecco alcuni metodi:

ACIDO CIANIDRICO, comunemente detto acido prussico. Sostanza letale ad effetto rapido e sicuro usato da agenti dei servizi segreti militari per assassinare i nemici. Nell’industria è usato come disinfettante gassoso.

ACIDO OSSALICO, usato nell’analisi chimica, come sbiancante nell’industria della stampa e nella produzione di tinture, detersivi, carta, gomma, ecc.. Anche questo usato come sostanza letale da agenti di certi servizi segreti militari per assassinare i nemici.

CELLULE CANCEROGENE VIVE, utilizzate con iniezioni da agenti di certi servizi segreti militari per assassinare avversari e agenti nemici. Il reperimento delle cellule cancerogene vive avviene, clandestinamente, nelle facoltà universitarie di medicina e in certi laboratori che le tengono di scorta per gli scienziati impegnati nella ricerca sulla cura del cancro (se una persona muore di cancro come sospettare che sia stata uccisa?).

CIANURO, è un’arma di alluminio con silenziatore azionata da una pila da 1,5 volt. Spara proiettili formati da piccole fiale contenenti un veleno a base di cianuro che, dopo 5 minuti, non lascia alcuna traccia nell’organismo umano. E’ formata da tre cilindri, l’uno dentro l’altro. Il primo cilindro contiene una molla ed un pistone. La molla mossa da una leva spinge il pistone nel secondo cilindro. A quel momento la fialetta contenente il liquido si spezza ed il veleno è spruzzato verso il volto del nemico. La morte sopravviene in pochi istanti. Quando il medico effettua l’autopsia constata l’arresto cardiaco e diagnostica una crisi cardiaca .

Se queste tecniche sono state rese note nel 1993 e, come abbiamo detto probabilmente venivano utilizzate nei decenni precedenti, un’altra tecnica, ancora più incredibile, la ricaviamo dagli atti della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, presieduta da G. Pellegrino (rintracciabile in internet all’indirizzo http://testo.camera.it/_dati/leg13/lavori/bollet/200010/1018/pdf/26.pdf .

E’ il 18 ottobre del 2000, quando, nel corso della 74° seduta, Arrigo Molinari, ex questore che morirà nella notte del 27 settembre 2005 con 10 coltellate infertegli nella sua casa di Audora in una c.d. “rapina finita male”, dichiara:

MOLINARI: “Prima del 1978 a San Martino, o nei pressi di San Martino, venne istituito un centro diagnostico (che adesso è presente in tutte le città d’Italia, in tutti gli ospedali), il cosiddetto TAC. Il primo di questi impianti ad essere installato in Italia. Ad installare questo impianto fu fittiziamente Rosati, che aveva la gestione di questa TAC. Ma in realtà la TAC era una struttura della P2 che doveva servire…

PRESIDENTE: Mi scusi avvocato Molinari, per comprendere meglio, lei sta parlando della tomografia assiale computerizzata, cioè un modo di indagine radiografica. La P2 quindi importava per prima questo tipo di macchinario.

MOLINARI: Come la P2 frequentava la pellicceria di Pavia “Annabella”, gestiva anche questa struttura, perché doveva utilizzarla, non come ha ritenuto la magistratura per compiere truffe alla regione, ma per avere uno strumento, e avere in mano tutti i medici di San Martino e d’Italia che dovevano servirsi di esso quando avevano dei malati da curare. 

Dico di più. Quando capitava qualche politico o qualcuno che volevano disturbare o molestare, o che sapevano che stava poco bene, effettuavano anche una diagnosi falsa, dicendo che aveva un tumore. 

I malati poi, magari, si recavano in Inghilterra e scoprivano che il tumore non esisteva. Per cui questa TAC era una struttura della P2, non di Rosati, lo si sapeva, lo sapevano praticamente tutti. La P2 doveva impadronirsi della presidenza della facoltà di medicina; al riguardo c’è una mia relazione, non so se è stata acquisita”.

Secondo la dichiarazione di Molinari, la P2, nel 1978, grazie alla complicità di medici “fratelli”, usava le strumentazioni ospedaliere per diagnosticare falsi tumori a persone “scomode”. Dopo eliminarli doveva essere facile, avvelenandoli con iniezioni che erano fatte passare per cura. Geniale.


Ma la cosa che dovrebbe risultare strana è stata la reazione della Commissione ad una dichiarazione così atroce: NESSUNA!

Certo questa tecnica richiede tempo e, se il personaggio scomodo deve essere eliminato velocemente, si può sempre ricorrere ai metodi sopracitati.

E la mente non può che tornare al Generale dei Carabiniere Manes, morto pochi minuti prima di deporre davanti alla Commissione parlamentare d’Inchiesta sullo scandalo del Sifar – Piano Solo per arresto cardiaco.

O ancora al colonnello Bonaventura, direttore dell’Ufficio analisi controspionaggio, terrorismo internazionale e criminalità organizzata transnazionale del SISMI, un personaggio-chiave nel caso del dossier Mitrokhin (era che per primo aveva materialmente ricevuto il dossier Mitrokhin, quindi colui che più di altri poteva attestarne l’autenticità), morto per infarto pochi giorni prima della sua audizione davanti alla Commissione Parlamentare chiamata ad indagare sul dossier.


Ed ancora al Colonnello Stefano Giovannone, iscritto ai Cavalieri di Malta, aveva ricoperto l’incarico di capocentro del SISMI a Beirut dal 1972 al 1981 che, arrestato nel corso dell’indagine per il traffico di armi tra OLP e BR, muore agli arresti domiciliari per “morte naturale”.

E perché no, in ultimo al capo del Corpo dei Vigili, l’ingegner Giorgio Mazzini che muore nel palazzo di giustizia di Torino dove si era recato per incontrare i magistrati che si occupano del rogo alla ThyssenKrupp. Aveva 67 anni e sarebbe andato in pensione due mesi dopo.

“Suicidi” che servono a coprire situazioni imbarazzanti. Prendiamo com’esempio il caso Narducci. Ferdinando Benedetti, uno storico che ha compiuto un’indagine personale sulla vicenda, ha rilevato il ruolo della Massoneria, alla quale egli apparterebbe. E le sue parole sono state poi confermate che frequentavano la famiglia Narducci. Racconta Benedetti: “Il padre del medico faceva parte della loggia Bellucci e insieme al consuocero si rivolsero al Gran Maestro per evitare che fosse effettuata l’autopsia sul cadavere del figlio. 

So che Francesco Narducci aveva preso in affitto una casa vicino a Firenze, nella zona dove sono avvenuti i delitti. Era entrato a far parte di un’associazione segreta denominata “la setta della rosa rossa”. Al momento dell’iniziazione era il livello più basso, ma dopo un po’ di tempo aveva raggiunto il ruolo di “custode”. Già nel 1987 si disse che poteva essere uno dei “mostri” e la massoneria si attivò per sapere la verità. Tra il 1986 e il 1987 ci furono riunioni tra logge diverse e si decise di compiere alcune indagini. Alla fine la loggia accertò che era coinvolto, ma si decise di non far trapelare nulla perché altrimenti c’era il rischio che venissero coinvolti tutti”. 

In sostanza un ipotesi potrebbe essere che Francesco Narducci sarebbe stato ucciso perché era diventato una sorta di cellula “impazzita” dell’inquietante circuito che ha commissariato, ed è in certi casi anche portato a termine i duplici omicidi delle coppiette. Questa tesi trova riscontro anche nel racconto di un personaggio che ebbe modo negli anni ’70 e ’80 di conoscere a fondo la realtà del “mostro”.

In una memoria consegnata ai magistrati dove ricostruisce per filo e per segno gli ambienti e i poteri che decisero per filo e per segno gli ambienti e i poteri che decisero la fine delle copie di fidanzati, del medico perugino non più affidabile e di altre persone divenute via via scomode al sistema.

Tra le istituzioni avrebbero avuto un ruolo nell’omicidio del medico e nella costruzione di una rete di convivenza che coprisse la verità ci sarebbe stata la massoneria “deviata”17° : “(…) Dell’ingerenza massonica in tali tristi eventi, me ne accorsi quasi subito (…)

“(…) Penso sia necessario far osservare una serie di circostanze che non ritengo affatto casuali bensì riconducibili alla stessa data, il 1985. Infatti nel 1985 furono arrestati F. e G. responsabili di “omissis” ma fu anche ucciso Francesco Narducci, ed il mostro smise di colpire, almeno nei dintorni di Firenze, e con quelle modalità. Questi eventi sono strettamente legati fra di loro: la loggia massonica in quel periodo rischiò di essere scoperta e solo apparentemente cessarono i rituali (continuando altrove), ma si rese comunque necessario eliminare il testimone che avrebbe potuto mettere a repentaglio la sicurezza dell’intera cupola massonica che operava de “omissis”. Francesco Narducci doveva essere ucciso. La sua morte sembrò risolvere ogni problema. Il pericolo si presentò quando noi di (omissis”, essendoci spinti troppo in là eravamo giunti ad un passo dallo scoperchiare tutto”. 

Nel documento il testimone parla anche di ingerenze da parte di Cosa Nostra in questa faccenda del “Mostro di Firenze”.


RAPPORTI TRA MAFIE E SETTE

Ora anche la criminalità organizzata entra in questa faccenda soprattutto come organizzatrice dei vari traffici (come quelli inerenti gli organi).

Per capire quali sono le dinamiche oscure quali il satanismo, bisogna partire dal fatto che come ogni altra grande organizzazione anche una setta ha bisogno di tre elementi per “realizzare i scuoi scopi”: ingenti possibilità economiche legate a supporti legali, basi logistiche sicure, personale efficace e controllabile. Senza questi presupposti non si può parlare di una fitta rete internazionale, bensì di sporadiche associazioni a delinquere.

Nelle sette il rito è un mezzo ancestrale per un controllo emotivo e collettivo degli adepti. Il rito per sua stessa natura più è invitante e più assume le connotazioni di una droga impossibile da evitare. Il sesso, il richiamo al potere non diventano solo ingredienti fondamentali del rito ma nel corso del tempo e della pratica tendono paradossalmente a scavalcarlo.

Il primo grande sforzo del satanismo internazionale diviene la ricerca di ragazze e bambine, che sono la materia prima per i loro riti e per questo motivo devono corrispondere a caratteristiche fisiche e psichiche precise. Al contrario di quanto si possa pensare le prostitute di alto o basso bordo, ma anche le semplici affiliate alla setta non sono adatte per entrare a far parte della “scuderia della setta”. Le motivazioni sono semplici: occorrono donne che siano pure, sacrificabili e schiave. 

Una escort o una prostituta di strada oltre ad apparire impura per un satanismo ad alto livello, diviene anche pericolosa per la segretezza dell’organizzazione in quanto a sua volta la donna intraprende contatti con altri clienti, rischiando possibili interrogatori o arresti da parte della polizia. La logica induce quindi di procurarsi donne provenienti da paesi lontani, non rintracciabili da parenti e amici, a totale disposizione della setta. Donne con unico destino finale: essere, dopo molteplici sedute, sacrificate. Non si può assumere il rischio di una loro fuga o di una loro confessione. Per realizzare una “scuderia personale” bisogna rapire le ragazze.


Il satanista di alto livello non lo farà mai, alla resa dei conti è un colletto bianco che difficilmente fa i lavori sporchi.

Ed è qui che entra in gioco la criminalità organizzata. Nel giro del satanismo di alto bordo mentre è da escludere la mafia italiana mentre le mafie Russa e Albanese possono essere prese seriamente in considerazione. La mafia russa e quella albanese ad esempio, sono specializzate nel commercio di schiave slave, “materia prima” ambita dai satanisti. 

Allacciare con loro rapporti di collaborazione risulta, se il richiedente offre solide garanzie economiche, tutt’altro che complesso. In Europa esistono diversi punti di commercio di schiave. I centri “più affidabili” sembrano essere Novi Sad (Serbia) e Velezde (Macedonia, controllata dalla mafia albanese). In questi luoghi le ragazze sono smistate e inviate in vari paesi. Una minima parte è destinata alla vendita a privati, come nel caso dei satanisti di alto bordo. In linea teorica il problema della fonte del materiale primo, le donne, è risolto. 

Anche se dopo qualche periodo qualche periodo le ragazze sono uccise, la mafia certamente non le reclamerà, non sono più di loro appartenenza una volta effettuato l’acquisto, ma anzi troverà economicamente vantaggiose le nuove richieste da parte della setta. Per sbarazzarsi dei corpi esistono tre metodi di fondo. Il primo consiste in un finto suicidio, il secondo in un omicidio in strada simulando una rapina o uno stupro andato male, il terzo è più raro ma eclatante: è autorizzato solo in casi estremi ma se applicato senza errori può risultare vantaggioso per depistaggi o per incastrare altre sette fuori controllo.20° 

Qui si parla di omicidi particolarmente cruenti dove i corpi delle vittime saranno collocati in modo tale, anche se apparentemente nascosti, da essere individuati dal mondo esterno. Può accadere che gli assassini usino pratiche, come lo scuoiamento, non conformi alla ritualistica della loro setta, usandone al contrario altre per condurre la polizia su una falsa pista. 

Solitamente vengono sacrificate altre sette più piccole e male organizzate, costituite in prevalenza da elementi giovani, inesperti e fortemente visibili e perciò sono facilmente identificabili e accusabili. 

Da notare come diversi morti anche se mascherate, hanno dei tratti in comune con i metodi delle mafie (si ritorna prevalentemente a quella russa e albanese). Questo sarebbe un indizio che farebbe ritenere che le sette sarebbero i mandanti, mentre i sicari mafiosi sarebbero solamente gli esecutori. 

Detto questo, sarebbe errato ritenere che i componenti delle mafie dell’Est siano presenti anche all’interno delle sette sataniche. Nonostante fra di loro possa esistere una forte collaborazione, il mafioso dell’Est è legato ai suoi riti (ortodosso se russo, islamico se albanese). Per loro è direttamente Dio ad avergli conferito la grazia del potere e non certo satana (o qualche altro demone). Altro fatto importante: le mafie dell’Est possiedono una propria iniziazione specifica tendente a escludere altre forme di associazioni. È un regolamento categorico molte volte impresso perfino nella loro pelle da tatuaggi distintivi.


C’è un aspetto da tenere conto che rende le mafie dell’Est particolarmente interessanti per le sette. Esse possiedono numerose ville in tutta Europa (anche in Italia ovviamente). Le ville potrebbero essere usate dalle grandi e ricche sette per effettuare le loro riunioni. Non ci sarebbe da meravigliarsi se pagassero un affitto in zone sicure e controllate dalle mafie dell’Est. Poi c’è un altro aspetto che rende le mafie appetibili per le sette. Esse sono specializzate nel commercio criminale di organi. A suon di logica non è difficile ipotizzare che i membri delle sette lascino i corpi delle vittime sacrificali ai mafiosi che a loro volta provvedono a rivendere gli organi. Si forma così un giro di guadagni e favori, sinergico e accomandante per entrambi dove i colletti bianchi membri delle sette offrirebbero perfino protezione legale ai membri delle mafie.


PEDOFILIA, SATANISMO, SERVIZI SEGRETI E CONTROLLO MENTALE

In uno studio del Centro Aurora di Bologna (Centro Nazionale per i bambini scomparsi e sessualmente abusati) ha evidenziato che in Italia dal 2004 al 2007 sono scomparsi 3.399 minori.

Lo stesso studio suggerisce che i mercati illeciti principali per questi bambini e ragazzi sono essenzialmente tre: Pedofilia; Traffico di organi; Satanismo

Il quotidiano Il Giornale, il 15 marzo 1997 denunciava: “Cresce il numero dei giovani, soprattutto tra i 15 e i 18 anni, che svaniscono nel nulla.

Le piste: droga, sette religiose, voglia d’avventura e mercato degli schiavi”. 22°

Solo negli Stati Uniti ogni giorno scompaiono 2200 bambini.

Tra questi “desparecidos” tanti sono, anche, i bambini al di sotto dei dieci anni.

È un problema grave, molto sentito in Europa, ne fanno fede la”Raccomandazione” (n.R-79-6) in relazione alle Missing Persons stabilita dal Councilof Europe e la pubblicazione della Oxford Up, The Dictionary of National Biography: Missing Person. Se molti di questi giovani sono ritrovati, di altri non se ne saprà più nulla.

Alcuni di loro finiscono nella rete della prostituzione, della pornografia, della pedofilia, altri nel sottobosco criminale dei devoti di Satana.


Sul quotidiano La Stampa dell’8 febbraio 1987 riporta la notizia di una setta satanica che reclutava bambini. Ecco quanto scrive il quotidiano: “La setta degli “Scopritori” (“Finders”), fondata a Washington da un “santone” che oggi ha 66 anni, Marion Pettie, si serve dei piccoli per i suoi riti demoniaci, imperniati sul sacrificio di animali e, si sospetta, anche su pratiche sessuali.

La scoperta dell’organizzazione, sorta dai resti di una comune di hippies degli Anni Sessanta, ha sconvolto la capitale e tutti gli Stati Uniti”.

Secondo Ted Gunderson, dirigente dell’FBI di Los Angeles fino al pensionamento nel 1979 e, da allora, investigatore privato e consulente per la sicurezza, a quanto scrive la rivista Nexus. New Times, n. 23 (edizione italiana), afferma: « La mia conferenza relativa ai bambini scomparsi documenta che i Finders di Washington, DC, sono un’organizzazione di facciata della CIA; si tratta di un’operazione coperta coinvolta nel traffico internazionale di bambini ».

Ted Gunderson

Egli, commenta Uri Dowbenko, autore dell’articolo sulla citata rivista, si riferisce ad un rapporto del Servizio Dogana U.S.A. che asserisce che il caso della setta Finders deve essere chiuso per il motivo che è “un affare interno della CIA”. Uri Dowbenko scrive ancora nel n. 23 di Nexus: “Bambini scomparsi, violenze sessuali su di essi e pedofilia a livello mondiale puntano tutti verso il coinvolgimento di una rete organizzata di criminali di alto livello che controllano di nascosto il sistema legale. L’ex agente del FBI ed investigatore privato Ted Gunderson si trova d’accordo.

Egli sostiene che esiste una considerevole sovrapposizione di vari gruppi e organizzazioni, tuttavia la forza trainante è rappresentata dal movimento del culto satanico odierno”.

Questo rapporto tra sette e servizi segreti non deve stupire pensiamo all’OTO di Crowley. Nel 1925 si era frantumato, un gruppo seguì Crowley, un altro conservò la sua indipendenza dal mago e dalla sua religione, un altro ancora si organizzò nella Fraternitas Saturni, che sopravvisse alla guerra ed esiste ancora oggi.

L’OTO svizzero deriva in linea generale sia da Karl Germer sia da Theodor Reuss, grazie alla dichiarazione di Frater Paragranus (Josephus Metzger) che riconosce la carica di OHO a Reuss, nonostante non sia chiaro a chi l’ordine la riconoscesse effettivamente. Chiaro è invece che questa loggia svizzera fu per un certo periodo una sorta di dominio privato di Theodor Reuss, presumibilmente, quando nei suoi nei suoi ultimi anni si trasferì ad Ascona e vi fondò, la loggia Misteria Maxima Veritas. La loggia fu affidata a Karl Germer in qualità di OHO, che mantenne l’incarico anche e quando si trasferì negli Stati Uniti. 

Dopo la sua morte, però la loggia, ma mano che si dirama, si trasforma. Nasce la Nu-Isis Lodge di Kenneth Grant in Inghilterra, si definisce di Grady McMurtry negli Stati Uniti e subentrano nuove filiazioni, come la versione brasiliana nell’ordine di Marcello Ramos Motta, cui il gruppo di McMurtry, fece causa negli Stati Uniti. Germer è morto senza lasciare un erede e il rumoroso scontro che ne seguì, è servito soltanto a frantumare un’organizzazione.

McMurtry era stato iniziato all’OTO quando era tenente dell’esercito, da Jack Parson,quando non aveva perso il controllo della propria vita. In seguito prestò servizio in Europa e conobbe personalmente Crowley a Londra, proprio nel periodo in cui il mago collaborava con gli agenti dei servizi segreti inglesi Ian Fleming, Wheatley e Knight. Crowley elevò McMurtry al nono grado della scala gerarchica dell’OTO – il più alto cui potessero aspettare gli iniziati non insigniti della carica direttiva dell’OTO – e questi dopo la guerra ritornò negli Stati Uniti, dove leader di riferimento era sempre Germer. 

Morto Germer, però, furono in molti quelli che si proclamavano OHO e cominciarono a gestire autonomamente della legge OTO. Ancora nel 1980, l’organizzazione americana che oggi è legalmente riconosciuta come OTO degli Stati Uniti dichiarava la propria adesione a una serie di discutibili regole pubblicate nel cosiddetto Blue Equinox adottando un’ideologia che si potrebbe definire libertaria dal succinto Liber OZ o dal Libro della Forza, pubblicato a Londra ed in California nel 1939, mentre il mondo sprofondava nella seconda guerra mondiale.

Grady McMurtry

Furono McMurtry e i suoi seguaci, comunque, che – sulla base di prove molto dubbie e d’interpretazioni molto libere di alcune lettere di Crowley – riuscirono a convincere il giudice di una corte distrettuale statunitense che le loro pretese di supremazia all’interno dell’ordine fossero fondate.

I difensori di Motta, che per molti era il legittimo successore di Germer alla guida dell’OTO, asseriscono che la decisione della corte era basata sulla falsa testimonianza di McMurtry e dal lavoro disonesto dei suoi avvocati che usarono falsi testimoni della CIA.

Quando Germer morì, coincideva con il periodo che la CIA aveva scelto di spostare la sperimentazione del controllo mentale dai laboratori militari e accademici alla comunità esterna, al mondo delle sette come l’OTO. Una cerchia segreta di scienziati sperimentò da allora sui devoti dei vari culti e sette il controllo mentale, e a volte si spinse a operare omicidi di massa nascondendoli come suicidi per ridurre al silenzio i soggetti coinvolti, come accadde alle vittime del Tempio del Popolo con il più grande suicidio di massa della storia, a Jonestown, o a quelle dell’Ordine del Tempio Solare.

Era un compromesso di comodo. Le società occulte sono riservate e spesso molto irrazionali. Seguono un leader. Esistono all’orlo di una società che le ignora, perché la strana retorica religiosa è sgradevole. Un certo numero di agenti segreti interessati all’occultismo aveva già i suoi anni negli abissi dell’OTO.

Uno di questi era Gerald Yorke, un veterano della spionaggio britannico che lavorava, come disse gli avvocati di Motta, con lo spionaggio americano nel tentativo di assorbire l’OTO nella rete ideologica di guerra totale della destra politica. 

Cerchiamo di approfondire la questione inerente tra sette e controllo mentale.

Nel mondo delle sette si pratica il lavaggio del cervello con la conseguente perdita della memoria, tutto ciò unito al trauma reiterato porta alla decognizione, alla perdita di controllo e d’identità da parte della vittima.

 

Quando si è vittima profondo la nostra mente crea infatti una barriera di amnesia intorno all’evento, in modo da non dover rivivere il dolore di quei ricordi: la mente si parcellizza isolando così il ricordo del trauma che viene rimosso ma non eliminato. Furono i nazisti i primi a rendersi conto – grazie agli studi di Mengel – se si traumatizza sistematicamente qualcuno attraverso la tortura, le molestie sessuali, o sacrificando e torturando qualcun altro davanti ai suoi occhi, si poteva distruggere la mente di quella persona, trasformandola in qualcosa di simile a un nido di api, costituito cioè da comportamenti indipendenti, separati da barriere di amnesia: è la cosiddetta teoria della mentalità dell’alveare. 

È per questo che oltre alla deprivazione sensoriale, la somministrazione di droghe e la tortura, si utilizza rituali occulti a sfondo satanico per traumatizzare, plagiare e manipolare la mente delle vittime: una volta che l’unità della mente è stata distrutta, i vari comportamenti, ognuno ignaro dell’esistenza dell’altro, possono essere programmati per vari compiti o esperienze, senza che l’uno abbia coscienza dell’altra. Ciò non esclude la possibilità che ci siano dei veri e propri missing-time sentiti dalla vittima con malessere per l’incapacità di ricordare.

Usando parole-innesto, chiavi, suoni o segnali ipnotici questi compartimenti possono essere spostati in avanti o all’indietro proprio come un casellario mentale. Un compartimento autonomo, corrispondente a una specifica personalità della mente riprogrammata, diventa così il livello cosciente dell’individuo, e risprofonda poi nell’inconscia, nel momento in cui si ha accesso a un altro compartimento. Questo significa che dopo aver eseguito un compito, la vittima dimentica ciò che ha fatto e con chi. Questa condizione è divenuta nota come Disordine della Personalità Multipla o Disordine dell’Identità Dissociata, che ovviamente la psichiatria tratta come una patologia senza perdere in considerazione i possibili casi di dissociazione indotta e non patologica o generica.


Tutto ciò dimostra che quello che si è sviluppato un nazismo occulto, genetico poiché sviluppato al controllo, alla discriminazione e alla sperimentazione delle persone sensibili. Questa è una realtà fatta da centri di ricerca universitari e militari (neurologia, psichiatria, neurofisiologia, robotica, oculistica, biologia, cibernetica e controllo del computer tramite il pensiero). 

Dalle multinazionali farmaceutiche e delle protesi uditive ed acustiche per invalidi. Da parlamentari connessi ai servizi segreti e alle polizie speciali e militari. Dalle organizzazioni mafiose e dalla borghesia nera, dalle organizzazioni terroriste. Da intellettuali annoiati. È una realtà che ha sviluppato nuovi reati: furto di identità sequestro virtuale, schiavitù psichica e sessuale, spionaggio indotto, pedofilia cibernetica, mafia cibernetica, dominio delle menti di funzionari e ufficiali dell’esercito e della polizia. 

Che provoca danni politici quali: potere occulto e mafioso ecc. Danni etici: persone dipendenti da centri occulti che possono trasmettere in diretta segreti di qualsiasi genere a chiunque sia legata al centro che pilota.

Bobbio Esoterica

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Il piccolo borgo medioevale di Bobbio in Val Trebbia, provincia di Piacenza, può essere definito senza timore di smentita una delle culle della cristianità occidentale. Buona parte di questo merito lo si deve a San Colombano, che giunto sino a questo remoto angolo di terra piacentina dalla lontana Irlanda, nel 614 vi fondò il monastero che porta il suo nome e la sua regola, destinato a grande fortuna.


La “regola colombiana” infatti, oltre al lavoro ed alla preghiera prevedeva anche un forte impegno da dedicare all’istruzione e all’assimilazione della conoscenza. Nello Scriptorium collocato presso l’Abbazia insieme alla biblioteca, già nel 982 erano conservati oltre settecento codici, facendo del monastero il centro di produzione libraria più importante dell’Italia centrale e settentrionale.

Nella cittadina di Bobbio sono dunque numerosi gli edifici religiosi a cominciare dalla Chiesa di San Colombano del XV secolo di stile romanico-gotico con facciata tripartita e con alla base un nartece, detto anche portico del paradiso, formato da archi a sesto acuto sostenuti da colonne del XIV secolo.

Sono numerosi i misteri e le leggende che aleggiano intorno a Bobbio, a cominciare dal simbolo della città: il famoso Ponte Gobbo o Ponte del Diavolo. Si tratta di un imponente manufatto in pietra dall’aspetto ondulato e contorto sostenuto da undici arcate in pietra irregolari. Di probabile origine romana è documentato per la prima volta nel 1196. Secondo la tradizione fu costruito in una sola notte dal Demonio, al quale San Colombano offrì in cambio l’anima di chi per primo lo avesse percorso. 

Giunta l’alba ed ultimata l’opera, il Santo fece attraversare il ponte ad un cagnolino vecchio e malandato, impendendo in questo modo al Diavolo di prendersi l’anima di un cristiano. Andandosene inferocito per essere stato beffato, Lucifero prese a calci il ponte che da quel momento assunse la forma ingobbita ed irregolare che lo caratterizza ancora oggi.


In epoca successiva Bobbio fu con ogni probabilità sede di magioni templari, e nella Cattedrale di Santa Maria Assunta è conservata una curiosa rappresentazione dell’Ultima Cena di autore ignoto, dove Giovanni addormentato è raffigurato in modo molto effemminato, quasi a voler confermare la tesi secondo cui sarebbe in realtà Maria Maddalena, come ha sostenuto Dan Brown nel suo romanzo campione di vendite Il Codice Da Vinci, riferendosi al ben più famoso affresco di Santa Maria delle Grazie a Milano.

Ma i collegamenti con Leonardo non finiscono qui. Secondo le ricerche compiute dalla storica dell’arte Carla Glori, la donna ritratta nel quadro più famoso del poliedrico e geniale artista, La Gioconda, sarebbe in realtà Maria Bianca Sforza ed il paesaggio disegnato alle sue spalle altro non sarebbe che la campagna circostante la città di Bobbio con ancora una volta il Ponte Gobbo in bella vista. 

Il panorama immortalato da Leonardo, secondo la studiosa, sarebbe quello che si poteva ammirare affacciandosi dalle finestre del castello Malaspina Dal Verme di Bobbio, che ancora oggi domina la vallata.

Ed è proprio il castello di Bobbio ad essere al centro di altre più cruente e inquietanti vicende. Secondo quanto si tramanda in paese, nel maniero edificato all’inizio del 1300 era stato costruito un pozzo del taglio, dentro al quale venivano gettati i condannati a morte, destinati a spirare dilaniati dalle lame che fuoriuscivano dalle pareti di questa crudele macchina di tortura. Diversi testimoni giurano di aver visto i fantasmi di questi sfortunati aggirarsi la notte lungo le mura del castello in cerca di pace.

Concludiamo questa breve presentazione della Bobbio esoterica ricordando un altro personaggio storico leggendario: Gerberto di Aurillac, destinato a divenire Papa con il nome di Silvestro II, passato alle cronache anche come il Papa Mago.

Gerberto fu nominato abate del Monastero di San Colombano  e della contea di Bobbio nel 982 dall’allora Imperatore del Sacro Romano Impero Ottone II. 

A quel tempo l’abbazia godeva di altissimo prestigio sia culturale sia morale, e la sua biblioteca era una vera miniera di conoscenze. Qui Gerberto poté consultare numerosi testi rari ed antichi come il Codex Arcerianus (VI-VII secolo), contenente frammenti in latino di autori romani e greci e di cui si servì, insieme con il De arte arithmetica di Boezio, per la stesura del suo trattato De geometria. Era uomo di grande cultura e diede un contributo importante per l’introduzione delle conoscenze arabe di aritmetica e astronomia in Europa e vi importò anche l’orologio a bilanciere. A lui sono attribuite l’invenzione di complicati strumenti musicali e soprattutto di una testa parlante in grado di rispondere in senso affermativo o negativo quando interrogata.

Il 2 aprile 999 fu nominato Papa dall’Imperatore Ottone III di cui era stato in precedenza il precettore. 


Le conoscenze e la cultura di Papa Silvestro II, erano tuttavia talmente grandi che attorno a lui iniziarono a fiorire le più variegate leggende al punto di attribuirgli poteri magici e rapporti con il demonio. Si ipotizzò che la testa parlante che aveva costruito fosse un Golem all’interno del quale aveva imprigionato un demone e, coincidenza significativa, durante il processo ai Templari di tre secoli dopo si parlò ancora di un Golem simile alla testa posseduta da Silvestro II. Secondo altri racconti Silvestro era entrato in possesso di un libro di magia nera. 

Ma l’apice della sua fama di Mago la raggiunse nella notte del 31 dicembre 999. Secondo la superstizione popolare la fine del millennio sarebbe coincisa con la fine del mondo. Ma Silvestro poco prima della mezzanotte spostò in avanti il calendario cancellando l’anno mille e salvando così il mondo dalla distruzione con un semplice trucco matematico.

Bobbio si trova a circa un ora di macchina da Podere Casale, ed è un luogo ricco di fascino e mistero che merita certamente di essere visitato.

Novemila anni fa in Siberia...

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Gli scienziati vicino alla datazione precisa dello Shigir Idol.

La più antica statua in legno del mondo. Foto: Ekaterina Osintseva, The Siberian times

L'idolo è la più antica statua in legno del mondo, si stima sia stato costruito circa 9.500 anni fa, e conservato come in una capsula del tempo in una torbiera al margine occidentale della Siberia. L'esperta Svetlana Savchenko, capo custode dello Shigir Idol, ritiene che le facce della struttura trasportano informazioni codificate dall'uomo antico dell'Era mesolitica per quanto riguarda la loro comprensione della "creazione del mondo".

Gli scienziati tedeschi sono ora vicini ad una datazione precisa dell'incredibile manufatto - con una approssimazione di 50 anni - che è un meraviglioso esempio di creatività dell'uomo antico. I risultati dovrebbero essere resi noti alla fine di febbraio o all'inizio di marzo, rivela il Siberian times. 

Ora la domanda che circola tra gli accademici è quella di una migliore comprensione dei simboli e pittogrammi su questo maestoso idolo di larice, uno dei grandi tesori della Russia, che è ora in mostra in uno speciale sarcofago di vetro nella sua sede permanente, il Museo di Storia Ekaterinburg, dove la Savchenko è di alto livello ricercatore.

Non esiste una scultura in legno più antica in tutta Europa.
Foto: Ekaterina Osintseva, The Siberian times

Il professore di preistoria tedesco Thomas Terberger ha detto: "Non esiste una scultura più antica in tutta l'Europa. Lo studio di questo idolo è un sogno che si avvera. Ci aspettiamo i primi risultati del test, alla fine dell'inverno del prossimo anno."

Il professor Mikhail Zhilin, eminente ricercatore dell'Accademia Russa delle Scienze Istituto di Archeologia, ha spiegato: "Studiamo l'idolo con una sensazione di timore reverenziale. Si tratta di un capolavoro, che porta un gigantesco valore emotivo e di forza. Si tratta di una scultura unica, non c'è niente altro al mondo come questo. È molto viva e molto complicata allo stesso tempo. 

"L'ornamento è coperto con nient'altro che informazioni crittografate. Le persone si passavano questa conoscenza, con l'aiuto del'idolo."

Egli è fermamente convinto che siamo in grado di trarre conclusioni circa la sofisticata conoscenza delle persone che hanno creato questo capolavoro, probabilmente raschiando il larice con una pietra a 'cucchiaio', anche se il dettaglio del codice rimane un mistero assoluto per l'uomo moderno. 



Si tratta di un capolavoro, che porta un gigantesco valore emotivo e di forza.
Foto: Ekaterina Osintseva, The Siberian times

Alla domanda se fossero vissuti nella paura permanente di potenti forze della natura misteriosa, che nervosamente si agitavano intorno, pietrificati dal pericolo, ha risposto: "Lascia perdere. Gli uomini - o uomo - che hanno creato l'idolo hanno vissuto in totale armonia con il mondo, hanno avuto uno sviluppo intellettuale avanzato, e un complicato mondo spirituale".

"È evidente che gli elementi di ornamento geometrico abbiano avuto qualche significato," ha dichiarato Savchenko e Zhilin nello spiegare gli antichi segni dell'idolo. 

"La difficoltà di interpretazione è la polisemia del simbolismo di questi simboli"- in altre parole, i possibili molteplici significati correlati. Secondo l'etnografia, una linea retta potrebbe indicare terra, o orizzonte - il confine tra terra e cielo, acqua e cielo, o il confine tra i mondi. 

"Una linea ondulata o a zig-zag simboleggiavano l'elemento acquoso, il serpente, la lucertola, o determinato un certo confine. Inoltre, lo zigzag segnalava pericolo, come un luccio. La croce, il rombo, il quadrato, il cerchio raffigurava il fuoco o il sole, e così via". 

Savchenko e altri membri del personale del museo hanno ipotizzato che tra i suoi scopi ci fosse quello di una mappa precoce, o di un navigatore. Le linee rette, le linee ondulate e le frecce indicavano modi di arrivare alla destinazione e il numero di giorni per un viaggio, con le onde che significavano il percorso dell'acqua, le linee rette significavano burroni, e le frecce significavano colline, secondo questa teoria, che deve ancora essere pienamente ricercata. 


L'ornamento è coperto con nient'altro che  informazioni crittografate.
Foto: Ekaterina Osintseva, The Siberian tempi

L'autore Petr Zolin, citando il lavoro scientifico di Savchenko e Zhilin, ha dichiarato: "I caratteri dell'idolo non possono avere un'interpretazione univoca. Se queste sono le immagini di spiriti che hanno abitato il mondo umano in tempi antichi, la posizione verticale delle figure (uno sopra l'altra ) probabilmente si riferiscono a la loro gerarchia.

"Inserire immagini sulla parte anteriore e posteriore delle superfici dell'idolo, forse indicava che appartenessero a mondi diversi. Se vi sono raffigurati i miti sull'origine degli esseri umani e del mondo, la disposizione verticale delle immagini può riflettere la sequenza degli eventi. Gli ornamenti possono essere segni particolari che segnano qualcosa di significativo".

Lo Shigir Idol riflette ciò che queste persone erano, con nasi dritti e zigomi alti.


Gli uomini - o uomo - che hanno creato l'idolo vivevano in totale armonia con il mondo, avevano un avanzato sviluppo intellettuale, e un complicato mondo spirituale.
Foto: Ekaterina Osintseva, The Siberian Tempi

L'impressione che si ha della faccia principale tridimensionale, con una bocca aperta, è di un aspetto Azteco, ma solo perché la parte del naso della faccia principale era rotta. In tutto ci sono sette facce, di cui sei sono mono dimensionali. 

"È chiaro che le facce insieme con l'ornamento formano figure distinte," hanno detto Savchenko e Zhilin. "Sia sulla parte anteriore che in quella posteriore dell'idolo ci sono tre figure. Qui si trovano una sopra l'altra, e la settima figura superiore ... collega entrambi i lati e corona la composizione".

Alcuni hanno sostenuto che l'Idolo include una scrittura primitiva, che, se vera, sarebbe tra le prime sulla Terra, ma non c'è un consenso tra gli esperti che hanno studiato la statua degli Urali. 

L'Idolo è stato conservato a causa di un colpo di fortuna per quanto riguarda il suo luogo di riposo negli Urali.

È successo "grazie ad una combinazione di antisettici," ha detto il professor Zhilin. "L'idolo è stato fatto dal larice Phytoncidic, quindi "sepolto nella torba, che è un ambiente anaerobico acido che uccide i microrganismi-decompositori e ha anche un effetto scurente." 

Gli scienziati presso l'Ufficio di Stato della Bassa Sassonia per i Beni Culturali stanno utilizzando AMS - spettrometria di massa accelerata - che consente loro di confrontare l'analisi di cinque campioni microscopici del larice dell'idolo con i dati dei cambiamenti climatici degli ultimi 10.000 anni. 

Questo permetterà loro di capire esattamente quando sia cresciuto il larice di 159 anni di età da cui l'Idolo è stato intagliato. 

I test seguono quello che il professor Terberger chiama "un viaggio estivo di grande successo", in cui "abbiamo lavorato insieme ai nostri colleghi russi del Museo di Storia Yekaterinburg".

L'Idolo è stato originariamente recuperato nel gennaio 1890 nei pressi di Kirovograd; alto circa 2,8 metri, sembra avere sette facce. È stato protetto lungo i millenni da uno strato di quattro metri di torbiera sul sito di una miniera d'oro a cielo aperto.

La mancanza di fondi ha, fino ad ora, impedito il corretto test sull'età di questo tesoro degli Urali. Il professor Uwe Hoysner, dell'Istituto Archeologico di Berlino, ha dichiarato: "L'Idolo è ricavato da larice, che, come si vede dagli anelli annuali, aveva almeno 159 anni. I campioni che abbiamo selezionato contengono importanti informazioni sugli isotopi che corrispondono al momento in cui l'albero è cresciuto." 

I campioni utilizzati per le prove sono stati tagliati nel 1997. L'Idolo è stato estratto in diversi punti della torbiera. 



Le prime ricostruzioni dell'Idolo dell'archeologo Vladimir Tolmachev.
Foto: Museo di Storia Ekaterinburg 

Il professor Dmitry. I. Lobanov ha combinato i principali frammenti per ricostituire la scultura alta 2,80 m, ma nel 1914 l'archeologo siberiano Vladimir Tolmachev ha proposto una variante di questa ricostruzione, integrando frammenti in precedenza non utilizzati.

Purtroppo, alcuni di questi frammenti furono successivamente perduti, di loro rimangono solo i disegni di Tolmachev. Ad ogni modo, questi indicano che l'altezza originale della statua era 5,3 metri. Frammenti per 1,93 metri della statua non sopravvissero alle rivoluzioni e alle guerre del XX secolo e sono visibili solo su i suoi disegni.

Ma anche la dimensione attuale la rende la statua di legno più alta del mondo. 

Una domanda intrigante dibattuta dagli scienziati russi è come l'Idolo - alto come una casa di due piani - era mantenuto in posizione verticale. 

Il personale del museo ritiene sia stato conficcato nel terreno per aiutarlo a stare in piedi, e non che fosse appoggiato contro un albero, perché così sarebbero stati coperti più della metà dei suoi ornamenti.

Davenport e le Rotte dei Vimana (di Enrico Baccarini)

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Ringraziando Enrico Baccarini per il suo sempre prezioso lavoro riportiamo integralmente un suo articolo tratto da 


David Davenport, la Carta del Cielo del Nord e le Rotte dei Vimana nel cosmo!

Ignorata nei decenni, sepolta dai ricordi e da un silenzio assordante, alcuni anni fa durante le nostre ricerche siamo riusciti a recuperare uno degli ultimi studi che Davenport condusse poco prima di morire e che confluì in una mappa stellare che lui stesso chiamò ‘Carta del Cielo del Nord’ a cui lo studioso dedicò molti sforzi prima di spegnersi, costituendo una eredità da approfondire per le generazioni future.

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Questa è probabilmente la prima volta che la Mappa di Davenport viene pubblicata in versione integrale e in buona risoluzione (analizzabile e studiabile). Ne abbiamo parlato profusamente nel nostro "I Vimana e le Guerre degli Dei" in cui abbiamo dedicato un intero capitolo al tema, cercando di approfondire le vere origini di questa mappa e gli aspetti principali che la riguardano.

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Per quanto nota fin dalla sua prima composizione, la così detta Carta del Cielo del Nord non ha mai visto veramente la luce se non limitatamente, in sporadiche riviste di settore che non le hanno certamente dato il giusto valore e rilievo che avrebbe meritato. Una voluta coltre di silenzio che ne ha celato indebitamente l’esistenza per quasi 30 anni da parte di coloro che gridando alla libertà di informazione in realtà celano velleità ben più personalistiche e oscurantiste.

Ma questa è un’altra storia.

Siamo venuti in suo possesso grazie a due amici di Davenport, il primo che ce ne fece dono fu l’amico Giulio Perrone (già dirigente RAI) oggi scomparso ma a cui mi legò una profonda amicizia. E’ stato però grazie allo sforzo congiunto con il ricercatore e amico Fabio Siciliano che, dopo decenni di silenzio, i veri misteri dietro questa carta stellare sono finalmente potuti tornare alla luce.

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Ricostruzione originale con annotazioni realizzata da David W. Davenport del Rukma Vimana secondo le descrizioni fornite nel Vymanika Shastra.

Dal 2009, con Fabio Siciliano, abbiamo sottoposto la mappa a minuziose analisi e solo oggi possiamo comprendere ciò che Davenport aveva iniziato a sviluppare, ovverosia una carta che descriveva le antiche rotte che gli dei indiani, identificati come visitatori cosmici, seguivano per giungere sul nostro pianeta ovvero l’esistenza di sistemi solari abitati da altre forme di vita.

Il tutto ci potrà forse suonare assurdo o incredibile ma riecheggiano nella nostra mente i versi del Padma Purana, testo noto almeno dal 500 a.C., in cui si afferma che “nel cosmo esistono 8.400.000 forme di vita, 900.000 delle quali sono acquatiche, 2.000.000 sono costituite da alberi e piante; 1.100.000 sono piccoli esseri viventi come insetti e rettili; 1.000.000 di volatili; 3.000.000 sono animali ed infine 400.000 sono specie umane“, quindi forme di vita intelligenti simili alla nostra!

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Sempre in riferimento alla Carta, e alle fonti attraverso cui fu realizzata, negli anni ho potuto ascoltare svariate e contrastanti ‘ipotesi’.

La realtà dietro tutto ciò ci viene fornita però dallo stesso Davenport, o meglio dai suoi diari che siamo riusciti provvidenzialmente a ritrovare, ed in cui lo stesso David fornisce gli elementi chiave per la risoluzione dell’enigma.

Abbiamo identificato il primo riferimento in un quaderno scritto nel 1980 in cui, alla data del 5 gennaio, Davenport scrisse 

“…interessanti notazioni per la ricerca, scoperte le coordinate dei tunnel spaziali e delle energie cosmiche nel Surya Siddhanta + astronomia nella preistoria umana + Mahabharata…”.

Da questa prima notazione si apprende come la fonte primaria da cui Davenport sviluppò la sua Mappa del Cielo del Nord fu grazie al Surya Siddhanta, il più antico trattato astronomico al mondo scritto in lingua sanscrita ed il cui nome letteralmente significa “il perfetto trattato degli Dei solari“.

Il testo possedeva, inoltre, un’origine ‘divina’. Secondo quanto scritto nelle sue stesse pagine venne infatti enunciato da un messaggero del dio del Sole, Surya, al famoso asura Maya Danava verso la fine dell’ultimo Satya Yuga.

Tabella incorporata alla Carta del Cielo del Nord e realizzata verosimilmente da Ettore Vincenti (©Enrico Baccarini)
Tabella incorporata alla Carta del Cielo del Nord e realizzata verosimilmente da Ettore Vincenti (©Enrico Baccarini)

Il 9 gennaio 1980 Davenport aggiunge 

“… osservata la posizione astronomica dei pianeti e delle costellazioni delle Nakshatra vediche, dal Vymanika Shastra dal Surya Siddhanta: e le rotte delle navi spaziali (i Vimana, n.d.a.) e dei campi di energia nei settori definiti”.

Il termine Nakshatra identifica le ‘case’ astronomiche indiane, il corrispettivo della nostra suddivisone in Costellazioni della volta celeste.

Davenport aveva speso molti anni a studiare gli antichi testi sanscriti e aveva potuto confrontarsi con i più importanti studiosi indiani di quel periodo. Ne deriva un quadro alquanto interessante ed emozionante in cui il più antico trattato astronomico al mondo (il Surya Siddhanta) e un testo sull’antica scienza aereonautica indiana (il Vymanika Shastra), oramai di comprovata genuinità, sembrano aver custodito per secoli e millenni informazioni che vanno ben oltre tutto quanto abbiamo fino ad ora trattato.

Alla data dell’11 gennaio 1980 Davenport annota “completata una bozza della mappa stellare”. Il lavoro febbrile compiuto in anni di ricerche, viaggi e traduzioni da antichissimi manoscritti sembrava essere giunto ad un punto di svolta, ad un traguardo che lo stesso Davenport, ritengo, non avrebbe mai pensato di raggiungere.

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Dobbiamo fermarci un momento per comprendere il contesto all’interno del quale si contestualizza la Carta realizzata da Davenport. L’India, e il meno conosciuto Pakistan, sono luoghi del tutto straordinari, realtà in cui sono state conservate per millenni conoscenze antichissime successivamente trasposte in lingua sanscrita.

La maggior parte di questi trattati non è disponibile nelle lingue occidentali e molti di questi testi esistono in forma di singolo manoscritto presso le biblioteche dei templi o addirittura, come evidenziato più volte, furono tramandati in forma orale da Maestro a discepolo attraverso la Sruti.

Si tratta di testi di carattere non solo religioso ma anche matematico, astronomico o scientifico. Il più noto è appunto il Surya Siddhanta, la cui traduzione moderna è basata su ‘ipotesi’, giacché il libro appare descrivere uno scenario astronomico che non si accorda sempre e completamente con quello odierno. Parimenti, i suoi contenuti ci presentano un livello di dettaglio scientifico e analitico totalmente straordinario.

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Veniamo alle analisi compiute assieme a Fabio Siciliano sulla Carta del Cielo del Nord. Per questioni di spazio saremo costretti a fornirne in questa sede solo un breve cenno ma siamo già alle prese con un’analisi molto più approfondita che cercherà di sondare ogni aspetto, mistero ed errore al fine di fornire al pubblico materiale che per troppo tempo è stato eclissato e che, invece, reclama il suo doveroso posto nella storia in memoria di chi lo realizzò.

La mappa fornisce una rappresentazione, nella nostra epoca, del cielo boreale in Ascensione Retta e Declinazione.

La Carta è costituita da cinque cerchi concentrici paralleli di latitudine celeste (Declinazione – Dec) centrati sul Polo Nord Celeste. Il cerchio più esterno è l’Equatore Celeste, i cerchi delimitano quattro corone circolari detti “annuli” o “quadranti” e sono distanziati di 20°. La mappa è divisa in 24 settori da altrettanti meridiani di longitudine celeste (Ascensione Retta – AR) fra i quali il meridiano zero (0h) dell’equinozio di primavera.

Da sinistra: David W. Davenport, Josier, Ettore Vincenti
Da sinistra: David W. Davenport, Josier, Ettore Vincenti

La Carta non riporta tutte le stelle visibili ma solo alcune, evidentemente le sole ritenute “interessanti“. Vi sono indicate in tutto 65 stelle, due sono segnate invece fuori dalla mappa e una delle ‘rotte’ indicate conduce al sistema di Sirio A+B, mentre un secondo sistema stellare australe è indicato lungo l’Equatore Celeste in basso a destra ed è quello di Lambda Acquarii (FK5 871).

In basso a destra è riportata la firma del suo autore “David W. Davenport”, a testimonianza del certosino lavoro condotto dal ricercatore. Disgiunta dalla stessa mappa troviamo anche una tabella che amici vicini a Davenport ci hanno confermato essere stata realizzata dal giornalista Ettore Vincenti.

Dallo studio comparato della Mappa con le carte astronomiche più attuali e i testi più remoti dell’antica India emergono dati veramente sconcertanti.

Anzitutto la Mappa di Davenport mostra la posizione ‘attuale’ delle stelle e non, come sostenuto fino a poco tempo fa, una rappresentazione stellare del 10.000 a.C. Al suo interno, infatti, la Stella Polare si trova nella sua posizione odierna. Nel 10.000 a.C. il Polo Nord Celeste si trovava nella costellazione di Ercole, e non nell’Orsa Minore come avviene adesso e nella stessa Mappa in questione.

Riferimento nella Carta di Davenport a ‘Viman Passage’, quasi ad indicare la presenza di ‘scorciatoie stellari’ (©Enrico Baccarini)
Riferimento nella Carta di Davenport a ‘Viman Passage’, quasi ad indicare la presenza di ‘scorciatoie stellari’ (©Enrico Baccarini)

Secondo Fabio Siciliano ed il sottoscritto la Mappa di Davenport ha lo scopo prioritario di evidenziare alcuni sistemi stellari definibili come “notevoli” in quanto, secondo l’ipotesi di Davenport, abitati, e culla da cui provennero le ‘visite divine’ nell’India Vedica.

Oltre alla Terra, detta Bhuloka e posta nel centro, e ad una selezione di alcune stelle e costellazioni, nel cerchio centrale (entro 20°) ed intorno al terzo (50°) e quinto cerchio (90°, Equatore Celeste) sono presenti 10 scritte in Sanscrito. Nel complesso la mappa indica le rotte seguite dai Vimana e dai Deva, i loro occupanti, per raggiungere Bhuloka, evidenziando anche i gruppi di stelle abitate poste sui loro percorsi.

Le rotte tracciate sono le seguenti (in senso orario):
- Arturo-Polare;
- Altair-Polare;
- Altair-Andromeda;
- Polare-Andromeda;
- Andromeda
- Alcyone(Pleiadi);
- Polare
- Alcyone(Pleiadi);
- Alcyone (Pleiadi)
- Aldebaran(Iadi);
- Aldebaran(Iadi)
- Betelgeuse (passando per la Cintura di Orione);
- Betelgeuse-Capella;
- Capella-Polare;
- Polare-Betelgeuse;
- Polare-SirioA+B (fuorimappa).

Da notare che, giacché accanto alla Polare, Dhruva in Sanscrito, è parimenti indicata Bhuloka, il senso generale della mappa ci indica come la destinazione di molte delle rotte indicate fosse proprio la Terra. Nel complesso 7 percorsi su 12 puntano al nostro pianeta.

Nel quadro appena delineato una costellazione in particolare, e le sue stelle limitrofe, risultano di particolare interesse, Orione. Nella mappa di Davenport, e secondo le sue teorie, questo settore stellare sembra essere densamente ‘popolato’ e attraversato dalle numerose rotte stellari.

In concomitanza con la stella Alpha Orionis troviamo una denominazione interessante che Davenport riprese dal Surya Siddhanta. La stella, più nota come Betelgeuse, era chiamata in sanscrito Ardra, letteralmente ‘umida’ o ‘verde’! Forse ad indicare che in un pianeta prossimo a questa stella esistevano le condizioni per poter ospitare la vita?

Davenport fu profondamente interessato a questa zona della costellazione di Orione, in particolare modo ad un asterisco (o gruppo di stelle) denominato in sanscrito Mriga Shiras. Da non dimenticare come la stessa costellazione di Orione fosse stata profondamente importante per moltissimi popoli dell’antichità. 

Nel suo significato etimologico la parola ritroviamo la  parola plurale “nephilim”, nella Bibbia considerati gli angeli caduti o discesi sulla Terra. In aramaico il singolare “nephila” indicava proprio la costellazione di Orione così come per i caldei “niphla” indicava sempre Orione. E’ possibile ritenere che gli dei, o alcuni di essi, descritti negli antichi testi sanscriti provenissero proprio da questo settore galattico? Perché no!!!

Dettaglio della Carta. A destra si osserva la scritta ‘Ardra’ mentre al centro il gruppo di stelle identificato come Mriga S’iras. Le linee tratteggiate corrispondono alle rotte dei Vimana nello spazio. (©Enrico Baccarini)
Dettaglio della Carta. A destra si osserva la scritta ‘Ardra’ mentre al centro il gruppo di stelle identificato come Mriga S’iras. Le linee tratteggiate corrispondono alle rotte dei Vimana nello spazio. (©Enrico Baccarini)

La stella trae il suo nome moderno dalla distorsione della parola araba Ib al Jauzah, ma nella sua più antica forma pre-aramaica era composta dalle parole Beth, casa, ed El, Dei, letteralmente la Casa degli Dei.

Sia il nome sanscrito che quello pre-aramaico, per Davenport, sancirono il profondo valore di questa stella.

Nel pantheon delle divinità induiste Ardra/Betelgeuse è presieduta inoltre dal dio Rudra, antico nome di Shiva, la cui immagine fu rappresentata, in posizione Yoga, su alcuni sigilli rinvenuti a Mohenjo Daro e datati al 3000 a.C., cinquemila anni fa. Come abbiamo osservato nel nostro testo, la tradizione vuole che l’AdiYogi Shiva fosse ‘sceso’ sul monte Kailash oltre 40.000 anni fa e da qui, dopo aver meditato per un tempo lunghissimo, avesse impartito i propri insegnamenti ai SaptaRishi, i Sette Saggi.

Ovviamente questo è solo l’inizio e la nostra ricerca di risposte a questo e ad altri misteri legati all’India antica e al lavoro condotto da David W. Davenport proseguiranno!

Tutto inizia dalla Scuola e dal Sistema educativo

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La macchina della programmazione  scolastica- educativa è assolutamente vitale  per il “Sistema” perché è progettata per impiantare  percezioni della realtà, già nei primi anni di vita. Cosi esso può assicurarsi che il suo individuo sacrificabile porterà avanti il sistema quando sarà adulto, oppure che sarà un piccolo buon schiavo per il resto della sua vita, credendo di essere libero.

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Infatti coloro che guidano il sistema e coloro che sono guidati da esso, sono tutti schiavi. E’ solo una questione di grado e il comune denominatore è quello di chiudere a chiave le persone dentro il lato sinistro del cervello.

Il cervello ha due emisferi collegati tra loro da un ponte: il corpo calloso. Questi emisferi hanno funzioni molto diverse, o personalità; dovremmo essere individui con un cervello unitario,  quindi dovremmo poter ottenere il meglio da entrambi gli emisferi. Ma questo, tuttavia, non è ciò che il Sistema di Controllo vuole e quindi in molte persone questo non accade.

Le persone sono  ampiamente schiave  della parte sinistra del cervello, a struttura ossessiva e questo si riflette nella natura gerarchica della società umana. Il cervello destro vede “totalità”, non delle parti e facendo cosi puo’ fare collegamenti in modi che il cervello sinistro non sa fare.

Il cervello destro è “casuale” , spontaneo, creativo, ispirante, un anticonformista imprevedibile.  Gli psicologi  chiamano il cervello destro “soggettivo”: che muove o ha luogo nella mente della persona piuttosto che nel mondo esterno (che non esiste) e che si esprime o che fa prevalere l’individualità  dell’artista o dell’autore.

Il cervello destro è allineato molto di più con la realtà del cuore, rispetto al cervello sinistro e quindi… è l’ultimo posto in cui i manipolatori della razza umana vogliono che sia.  Il cervello destro ti può portare “là fuori” nei regni della consapevolezza, dove si può percepire la vera natura della vita sulla Terra. E anche dove la si puo’ capire.

Se il vostro cervello destro non è aperto e non funziona con forza, non potrete mai scoprire i livelli della tana della talpa, da cui ha origine la cospirazione globale.

Il cervello sinistro ci da la percezione del tutto separato dal resto, con uno “spazio” nel mezzo: l’illusione della Matrix. Non può vedere interi, ma solo parti; non può vedere immagini , ma solo punti e… semplicemente ama la struttura. Il cervello sinistro è logico (dalla sua prospettiva della logica); razionale (dalla sua prospettiva di razionale); è sequenziale, nel senso che prende eventi che accadono nell’eterno ORA e li mette in una sequenza che percepiamo come tempo. Tanto più velocemente fa questa sequenza, tanto più tempo sembra che passi e viceversa.

Il cervello sinistro è anche “oggettivo”: si basa su fenomeni osservabili, su fatti: una valutazione oggettiva. Quale è la base del credo scientifico ufficiale? Cio’ che si basa su fenomeni osservabili : una valutazione oggettiva.

La scienza mainstream (ufficiale) è la manifestazione della prigionia del cervello sinistro ed è per questo che non può aprire il fondamento dei “segreti” (segreti solo per il cervello sinistro e la mente chiusa) della nostra realtà esperita. Il cervello sinistro è la società umana come è attualmente vissuta e strutturata (insieme al cervello rettiliano i cui tratti sono stati da mie spiegati molte volte).

Il sistema educativo è stato designato specificatamente per trasformare i bambini a cervello destro unitario  in adulti dal cervello sinistro con un processo di ricompensa o punizione per coloro che accettano o meno la programmazione.

L’educazione “mainstream ' sommerge  il lato sinistro del cervello con la versione della realtà del sistema, comunicando informazioni logiche e razionali, basate su una “evidenza osservabile”. Agli studenti viene poi detto di trattenere questa informazione, di rivederla approfonditamente, prima di fare qualcosa che chiamano “esame”, in cui devono ripetere al sistema  quel che il sistema a detto loro di credere.

Uno studio di Kyung Hee Kim, Professor of Education al College di William and Mary in Virginia, si è concentrato sulla creatività di bambini in età scolastica, usando una misura nota come i test di Torrance, relativi al pensiero creativo.

Quel che ha trovato è un enorme declino di creatività, man mano che avanza l’età scolastica, poiché “i bambini sono diventati meno emotivamente espressivi, meno attivi fisicamente, meno dialoganti ed espressivi verbalmente, meno umoristi, meno immaginativi, piu’ convenzionali, meno vitali e appassionati, meno percettivi, meno adatti a connettere cose apparentemente irrilevanti, meno sintetici, meno desiderosi di vedere le cose da un'altra angolazione”.

Questi sono tutti tratti dell’emisfero destro del cervello che il sistema scolastico (la programmazione) sopprime per consentire al cervello sinistro di dominare la percezione.

I giovani in tutto il mondo sono stressati e preoccupati  nell’attesa dei risultati dei loro esami , sperando disperatamente di aver detto con successo al sistema cio’ che questo ha detto loro di credere.

Questa logica razionale, che si basa su “una evidenza osservabile” è una illusione. Cio’ che è considerate razionale è semplicemente un punto di osservazione dettato dal vostro senso di ciò che è reale.

Il sistema mette anche delle guardie ai cancelli del cervello sinistro… queste si chiamano insegnanti, scienziati, accademici e i media per difendere il cervello sinistro dall’influenza di quello destro.

Se lo scemo del villaggio vi dicesse ciò che è razionale, logico e basato su evidenza osservabile, non lo accettereste senza metterlo in discussione; tuttavia l’umanità  in genere fa proprio questo con le istituzioni idiote che dettano la realtà umana o il senso di essa.

Non c’è un pensiero originale o una rivelazione interiore, ma solo ripetizione del programma.  Una definizione della parola “accademico” è: 'Conforme a regole stabilite e tradizioni, convenzionale'.

Al cervello sinistro manca quello che il destro ha in grande abbondanza: l’immaginazione creativa ed il sistema è terrorizzato che possiamo usarla per creare una realtà molto diversa da quella che cerca di imporci.

Sono piu’ che per una “educazione nell’apprendimento”, ma non l’abbiamo. Il sistema che noi chiamiamo educazione è stato strutturato dall’inizio per programmare la percezione della realtà da parte degli studenti, per il resto delle loro vite. Il fatto che questo non sempre funziona, è la dimostrazione del potere della Coscienza sopra la programmazione.

E’ stato messo in piedi un network di organizzazioni controllate dai Rothschild, inclusa la Frankfurt School of social engineering (la scuola di Francoforte per la ingegneria sociale), per cambiare il pensiero, le credenze e le percezioni della popolazione attraverso il sistema di programmazione noto come “education”.

Charlotte Iserbytè stata una consulente politica (Senior Policy Advisor), nell’Ente per la Ricerca sulla Educazione e Miglioramento  (Office of Educational Research and Improvement) al Dipartimento USA della Educazione, durante il primo mandato del Presidente Ronald Reagan ed anche lavorò nel Dipartimento di Stato.

Le sue osservazioni nonché esperienze e ricerca altamente dettagliata, in quel periodo, la portarono a scrivere questo libro: The Deliberate Dumbing Down of America, (Il deliberato istupidimento dell’America), che rivela esattamente quel che sto dicendo.

Charlotte Iserby entra nel dettaglio di una storia che potrebbe essere narrata per ogni paese nel mondo, perché il network della Cabala segue ovunque la stessa agenda. Il suo libro si basa su documenti  che lei prese dai files del Department of Education in Washington (dipartimento della Educazione di Washington), poiché là lavorava..

Tali documenti rivelano un piano calcolato  per trasformare il sistema educativo-scolastico in un mezzo per la programmazione della percezione di massa, al fine di creare adulti ignoranti e compiacenti che cosi serviranno il governo  e le corporazioni (multinazionali) come robot obbedienti e sosterranno l’agenda per un controllo centralizzato della umanità, attraverso un governo mondiale.
'L’educazione' in realtà è il condizionamento della percezione di sé e del mondo, al fine di rimuovere tutte le barriere morali, psicologiche e percettive che possano esserci nei confronti del cambiamento sociale voluto e per far discendere in una totale schiavitù.

Il sistema è progettato per instillare queste percezioni per tutta la vita:

    •    la verità viene dalla autorità.
    •    l’intelligenza è l’abilità di ricordare e ripetere.
    •    Memoria e ripetizione precise vengono ricompensate.
    •    La non acquiescenza viene punita
    •    Conformarsi intellettualmente e socialmente

La figura piu’ preminente nel trasformare l’”educazione” Americana (e quella di ogni altra parte) fuWilhelm Maximilian Wundt (1832-1920), sponsorizzato dai Rockefeller, un professore alla università di Lipsia  nella Germania dei Rothschild, che divenne famoso come uno dei personaggi fondanti la moderna psicologia.

Wundt considerava gli esseri umani come niente di più di della somma totale delle loro esperienze e quindi in grado di essere programmati come qualcosa che oggi chiamiamo computer. Al livello dei 5 sensi corporei  c’è della verità in questo, ma questo vale solo se si esclude la Coscienza, - i vero sé- la sua non influenza.

Bertrand Russell (1872-1970) fu uno scrittore inglese, filosofo, critico sociale, nonché aristocratico della genia - molto importante- dei Russell. Suo nonno, John Russell fu due volte Primo Ministro durante il regno della Regina Vittoria ed i suoi genitori erano il visconte e viscontessa Amberley. 

Russell, nel 1951, scrisse nel suo libro The Impact of Science on Society (l’impatto della scienza sulla società):
L’educazione dovrebbe avere lo scopo di distruggere il libero arbitrio, cosicchè gli scolari scolarizzati in questo modo, per il resto della loro vita, saranno incapaci  di pensare o agire in altro modo che non quello voluto dai loro insegnanti ...Lo scienziato del futuro deve poter rendere queste massime perfette e scoprire esattamente quanto costa pro-capite, far si che i bambini credano che la neve sia nera. Un volta perfezionate le tecniche, ogni governo che sia stato responsabile della educazione scolastica per più di una generazione, sarà in grado di controllare i suoi soggetti con sicurezza, senza il bisogno di eserciti o polizia.

Erich Fromm (1900-1980) ebbe una grande influenza – di ordine sionista Rothschild- sulla politica educative e fu molto vicino alla 'filosofia' (programmazione) della Frankfurt School (del sionismo Rothschild). Il suo obbiettivo fu manipolare i bambini e il resto della popolazione, nel far vedere loro che, presunti “esperti” nei vari campi,  fossero fonte di saggezza e conoscenza e non invece il loro pensare critico.

Il consenso nel percepire  gli onniscienti “esperti”, è precisamente in linea con la società tecnocratica che la Cabala sta cercando di imporre.

Zbigniew Brzezinski, ex consulente di Jimmy Carter per la Sicurezza Nazionale e co-fondatore della Commissione Trilaterale , della Cabala, unitamente a David Rockefeller, 40 anni fa scrisse sulla venuta della società tecnocratica:
L’era tecnocratica implica la comparsa graduale di una società piu’ controllata. Una tale società, sarà dominata da una elite, senza limiti di valori tradizionali. Sarà presto possibile imporre una sorveglianza quasi continua sui cittadini  e mantenere dei files aggiornati e completi che contengano persino le informazioni piu personali sul cittadino stesso. Questi files saranno soggetti ad immediato recupero dati, da parte delle autorità.

La whistleblower Charlotte Iserbyt rivela come dei documenti del governo Americano dettaglino un piano per cambiare gradualmente il modo di insegnamento ai bambini e agli studenti, con l’obbiettivo di cancellare le influenze dei genitori cosicché lo Stato diventi il loro genitore. Si veda Aldous Huxley e il suo Brave New World.

Sapevo dalla mia personale ricerca negli anni 90 che, come dice Charlotte Iserbyt nel suo libro, la Andrew Carnegie Foundation, controllata dai Rothschild, per lo sviluppo della educazione  e la Rockefeller General Education Board, erano ingegneria sociale, con altri giocatori in questa cospirazione, che dovevano dirottare le menti dei bambini del mondo.

Le famiglie della Cabala fecero fondazioni esentasse  - i Rockefellers ne hanno molte – per sponsorizzare la loro agenda camuffata da filantropia e donazione di bene al pubblico. In questo modo possono fare le loro azioni in modo ignobile, senza nemmeno pagare le tasse. La bufala delle fondazioni esentasse, venne alla luce negli anni ’50 grazie al Comitato della House Select che investigava sulle fondazioni esentasse e comparabili organizzazioni.

Abomini come la Monsanto – la versione biotech della Goldman Sachs – danno fondi alle università e mettono i loro dirigenti nei consigli educativi, per assicurarsi che la loro versione di un cibo OGM che uccide le persone, nonché i pesticidi e gli erbicidi, conquistino approvazione accademica e quindi tanti punti nel curriculum.

Charlotte Iserbyt rivela come lo schema PROBLEMA-REAZIONE-SOLUZIONE sia stato usato per far avanzare la trasformazione Orwelliana. La forza vitale di questo schema ovviamente sono i problemi o le crisi e quindi devono continuamente inventarle, produrle, se non accadono naturalmente e cosi non è per la piu’ parte dei casi.  Questo si applica a tutto lo spettro della società umana.

Quei  bambini che non si conformano facilmente alla programmazione,si dice che abbiano “problemi di apprendimento”, 'problemi comportamentali' o 'Attention Deficit Disorder'– deficit di attenzione- cosa che io definisco consapevolezza istintiva che cio’ che ti viene detto è una sciocchezza.

Ho avuto questo per la piu’ parte del mio tempo scolastico, anche se non mi si davano questi nomi e per questo mi davo la “mia cura”: “sognare ad occhi aperti fuori dalla finestra”. Il modo in cui oggi gestiscono questi problemi psicologici e comportamentali inventati, è nel dare del Ritalin, o altre medicine che sconvolgono la psiche, come se fossero coriandoli ai matrimoni.

In USA 4 milioni di bambini stanno prendendo il Ritalin e le cifre in paesi come la Gran Bretagna  si eguagliano e costituiscono parimenti un abuso infantile di massa.  

Lo scandalo è il “compito a casa”: vorreste dire che  6-7 ore a scuola per 5 giorni alla settimana per 15 anni o piu’, non bastano e percio’ devono lavorare anche a casa?

Si noti anche come la musica e l’arte siano state ridotte anche nelle sovvenzioni al sistema educativo e come bambini molto piccoli siano introdotti all’apprendimento con il cervello sinistro sin da giovane età. L’arte e la musica hanno il potenziale di stimolare il cervello destro e consentire ai bambini di giocare senza essere disturbati da “fatti” e strutture, lasciando invece che la loro immaginazione fluisca.

I bambini non dovrebbero andare a scuola se non a 7-8 anni e persino a questa età la scuola dovrebbe essere diversa : fino a quella età dovrebbero giocare senza limiti, pensare liberamente fino a infiammare la loro creatività. Allora il cervello sinistro potrà prendere il suo giusto posto  e diventare un servitore e non un maestro.

In USA c’è una normativa che impone che  almeno il 70 percento dei libri non sia di narrativa: essi devono essere sostituiti da libri tecnici, “più adatti” a preparare gli studenti per il posto di lavoro.

Sento infiniti dibattiti su come si insegna ai bambini e sulla misura delle classi. Ma raramente sento cosa si insegna loro e con quale fine. La più parte della gente sembra non pensare a questo, ma sarebbe ben tempo che lo facesse”

Sole: Sistema Triplo

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Quanto segue rilancia l'ipotesi della Dark Star (Nemesis) proposta da Andy Lloyd e la possibile giustificazione delle orbite ellittiche dei trans-nettuniani, ivi compreso l'eventuale Nibiru, oltre che la periodicità di estinzioni e gli intervalli glaciali che hanno caratterizzato la storia del nostro pianeta. Vi invito inoltre a soffermarvi sul periodo indicato come 400mila anni fa... familiare per chi mastica mitologia sumera e storia Anunnaka...

Per qualche motivo, che ancora non riusciamo ad inquadrare bene, il nostro Sole diventa tremendamente INSTABILE per un periodo di 12.000 anni circa, seguito da un periodo di relativa STABILITÀ della durata variabile tra 50 e 120.000 anni!

Personalmente ritengo che tale causa vada individuata nella struttura del Sistema Stellare del quale il Sole è solo una delle stelle presenti.

Ma finché non verrà individuata una o più compagne del nostro astro, tutto resterà solo nel campo delle ipotesi!

Ora, facciamo un passo indietro.

Nello studio dell’Attività Solare è emerso, sin dai primi del ‘900, che la presenza di MACCHIE SOLARI sulla fotosfera della nostra stella e relativa Attività Magnetica, hanno una certa LOGICA dipendente fortemente dalla posizione e distanza di alcuni pianeti del Sistema Solare. In particolare si è notato come, ad esempio, il pianeta Giove abbia la tendenza a “rallentare” l’Attività Magnetica, mentre, al contrario, Venere tende ad amplificarla.

Si è poi notato come l’intero ciclo solare, se inizia con Giove al PERIELIO, tende ad essere debole. Al contrario, quando inizia con Giove all’AFELIO, tende ad essere più forte.


C’è quindi una certa DIPENDENZA diretta tra i pianeti del Sistema Solare e l’Attività Magnetica del nostro Sole.

Questo nonostante l’enorme differenza di massa del Sole (99.8%) e dei pianeti (0.2%), ma anche della distanza tra il Sole e i corpi più esterni che vi orbitano intorno.


Partendo quindi da questi punti fermi, possiamo notare come, sul medio-lungo termine, i soli pianeti del Sistema Solare non possono essere l’unica CAUSA delle CICLICHE variazioni dell’Attività Magnetica del nostro Sole e di conseguenza del Clima del nostro pianeta.


Considerando quindi che le Macchie Solari e quindi l’Attività Magnetica più rilevante (Flares, CME, Filamenti e Buchi coronali) sono il risultato delle INTERFERENZE esterne al Sole, come dimostra lo studio del Centro di Massa del Sistema Solare, che in base alla posizione dei vari pianeti si sposta di continuo, l’Attività Solare “normale”, ovvero in TOTALE ASSENZA di INTERFERENZE, è quella di un Sole privo di macchie.


Ma un Sole senza macchie, nel nostro piccolo, lo abbiamo già visto. Esattamente durante il MINIMO DI MAUNDER, ovvero durante quel periodo storico noto come Piccola Era Glaciale. Per alcuni decenni gli astronomi dell’epoca non riuscirono ad osservare alcuna macchia visibile. Parallelamente il pianeta iniziò a raffreddarsi e le temperature scesero ovunque, portando inverni estremamente rigidi specialmente nell’emisfero boreale.

LONDON: The Frozen River Thames (1677) in The Little Ice Age by Abraham Hondius

Non è difficile IPOTIZZARE, quindi, che i PERIODI INTERGLACIALI CALDI siano quelle fasi dell’attività millenaria del Sole, durante le quali si hanno MAGGIORI interferenze. Ovvero durante le quali, qualche corpo celeste ESTERNO al Sistema Solare, si avvicina particolarmente ai confini del nostro Sole, facendo “pesare” la sua influenza.

Del resto anche la NASA ha confermato che rispetto alle misurazioni effettuate negli anni ’70 e ’80, nel 1995 circa (e successivamente confermato di recente), l’ELIOSFERA SI È CONTRATTA. Qualcosa sta “indebolendo” l’Attività Solare dall’esterno. Ma cosa? E perché proprio dall’esterno?

Andiamo a giocare con i palloncini…

Immaginate l’Eliosfera, ovvero la regione dello spazio delimitata dall’eliopausa nella quale la densità del vento solare è maggiore di quella della materia interstellare, come un palloncino tenuto gonfio dal vento solare (il vostro fiato). Ora appoggiatelo ad un palloncino più grosso e più gonfio e continuate a soffiare. Di sicuro il nostro palloncino si deformerà sotto la pressione dell’altro palloncino. Ebbene… se la forza del vento solare inizia a diminure, la pressione dell’altro palloncino farà in modo che il nostro si deformi maggiormente.

Abbiamo fatto l’esempio di un palloncino che poggia contro un secondo palloncino.

Ma facciamo un’altra prova…

Prendete il vostro palloncino e gonfiatelo. In aria lo sforzo non è eccessivo… ci riuscite facilmente.

Ora provate a gonfiare il vostro palloncino immergendolo in acqua. Noterete che lo sforzo è aumentato… e che appena smettete di soffiare il palloncino si sgonfia velocemente.

Questo è ciò che accade all’Eliosfera. Appena il Sole perde potenza, per qualche motivo, questa inizia a contrarsi!

Torniamo al nostro Sole.

Sappiamo che periodicamente l’Attività Solare si incrementa a tal punto da provocare cambiamenti climatici catastrofici, dando origine a quelli che noi chiamiamo Periodi Interglaciali Caldi.

Nel corso degli ultimi 800.000 anni ne possiamo individuare una quindicina circa.


Alcuni sono più “caldi” di altri, con temperature medie a livello globale che raggiungono i 14°C o anche più, altri sono periodi più freddi, con temperature medie globali che oscillano tra i 10 e i 12°C. circa.

Ora, la Scienza ci spiega che il Sole è una stella di classe stellare “G” abbastanza comune nell’Universo conosciuto. E sulla base delle osservazioni fino ad ora realizzate, la stragrande maggioranza delle stelle simili al Sole si trovano in un sistema multiplo. Ovvero in un sistema nel quale sono presenti 2 o più stelle in rotazione intorno ad un comune centro di massa.

Sempre la Scienza, poi, ci spiega che il movimento del Sistema Solare intorno al centro dell’Universo non è “lineare”, come dovrebbe essere per una stella singola e relativi pianeti, ma un movimento complesso di oscillazioni sui 3 assi.


In particolare il Sistema Solare ruota intorno ad un punto ESTERNO ad esso in modo tale che il movimento risultante intorno al centro della Galassia risulti, sul piano VERTICALE, con un periodo di circa 64 milioni di anni.

Mentre completa l’orbita galattica in circa 240 milioni di anni.


Andando ancora più indietro con la ricostruzione dei cicli climatici del nostro pianeta, scopriamo che in un passato molto remoto le temperature medie del pianeta si aggiravano sui 30°C (più del doppio rispetto ad oggi) e che in altri periodi il pianeta è stato quasi totalmente coperto dal ghiaccio.

Questo perché, oltre al movimento verticale (ovvero perpendicolare al piano orbitale) del Sistema Solare lungo la propria orbita, lo stesso ruota anche su se stesso… come accennato in precedenza. Pertanto è lecito supporre che, col trascorrere del tempo, il Sistema Solare si viene a trovare in posizioni DIVERSE rispetto al Piano Galattico.

Tutto dipenderebbe quindi dalla configurazione stellare del Sistema di Stelle del quale fa parte anche il Sole. Un sistema triplo, a questo punto, con il Sole che sembrerebbe la stella principale, e 2 stelle più piccole con orbite ellittiche. Una (pallini rossi sull’immagine di prima) più grossa, con periodo orbitale compreso tra 80 e 130.000 anni, ed una più piccola, con periodo orbitale di 100.000 anni circa.
L’interferenza generata dalla presenza a distanza ravvicinata di una o entrambe le stelle, provoca tutte quelle alterazioni nell’Attività Solare, che portano ai cambiamenti climatici cui accennavamo in precedenza (e nell’articolo di ieri) e quindi al passaggio tra Periodo Interglaciale Freddo e Periodo Interglaciale Caldo. Cessata l’interazione tra il Sole e le sue compagne, la distanza torna ad aumentare e l’Attività Solare a diminuire… comportanto il passaggio dal Periodo Interglaciale Caldo al Periodo Interglaciale Freddo.

Dai dati a nostra disposizione possiamo individuare in una concomitanza di eventi ogni 400.000 anni. Ovvero OGGI, come 400.000 anni fa, il Sole si è trovato a subire interferenze contemporaneamente sia dall’una che dall’altra stella. E questo ha prodotto un Periodo Interglaciale Caldo particolarmente stabile e duraturo.

Dove si trovano o si dovrebbero trovare tali stelle?

È difficile dirlo e dipende anche e soprattutto dalla tipoligia di Sistema Stellare. Di seguito alcuni esempi di sistemi stellari multipli.


Questo è un esempio di sistema binario, ovvero una coppia di stelle che orbitano intorno ad un comune centro di massa. Altro esempio è che una stella “secondaria” orbita intorno alla stella “principale”. Nel caso del nostro Sistema Stellare nel quale ci troviamo, questo non è possibile a meno che non sia il Sole (e quindi il Sistema Solare) ad orbitare intorno ad una stella.


Esempio di sistema stellare triplo nel quale una stella orbita in “equilibrio” intorno ad un centro di massa, con una stella binaria. La variazione della distanza tra una delle 2 binarie e la stella “solitaria” sarebbe data essenzialmente dalla distanza delle due componenti della binaria stessa. Per questo motivo tendo ad escludere tale configurazione per il Sistema Solare, in quanto come visto sopra, il Sole sale e scende rispetto al piano galattico di molti anni luce. Un movimento lento ma molto accentuato…


Questo è lo schema del sistema triplo a noi più vicino… quello di Alpha Centauri. Come si vede nell’immagine la distanza tra Proxima Centauri e la binaria Alpha Centaury è notevole…. 13000 Unità Astronomiche. Se il Sole facesse parte di un sistema simile, vedere una compagna estremamente piccola e poco luminosa a 13000 Unità Astronomiche di distanza non sarebbe una passeggiata.

Vi possono essere poi altre tipologie di sistemi stellari multipli.


Non so cosa pensare al momento. Sappiamo ancora troppo poco dei Sistemi Stellari multipli e non possiamo escludere che il Sole abbia come compagna una stella “singola”, un sistema Binario o che faccia parte esso stesso di un sistema binario e che vi sia da qualche parte una compagna più piccola.

Ma una cosa è certa… o quasi… i cambiamenti climatici vanno ricondotti alle variazioni cicliche e naturali dell’Attività Solare sul MEDIO-LUNGO TERMINE. E questi vanno inevitabilmente ricondotti alla CONFIGURAZIONE STELLARE del Sistema Stellare di cui il Sole è uno dei componenti principale.

Lo spazio è semplicemente immenso e la fuori vi sono una miriade di esempi da studiare. Alpha Centauri è uno di questi e anche il più vicino. Fino a 99 anni fa si ignorava totalmente l’esistenza di Proxima Centari (venne scoperta nel 1915). E fino a pochi anni fa si dubitava che un sistema binario potesse essere sufficientemente stabile da avere qualche pianeta in orbita. Eppure ve ne sono… e tanti. Uno, a quanto pare (scoperto nel 2012) anche intorno ad Alpha Centauri.

Cambiamenti climatici lenti… che impiegano decenni, secoli e millenni per attuarsi completamente. 

Energie a dir poco spaventose e interazioni tanto complesse che la mente umana non riesce quasi a identificarle tutte. Uno spazio nel quale le probabilità di eventi catastrofici come l’impatto di un asteroide o di una cometa sono talmente elevati da far credere che sia impossibile sopravvivere. 

Eppure, basta prendere in considerazione una scala temporale più breve, come quella della civiltà umana, e si scopre che un pianeta a caso, di un sistema solare a caso, può non solo ospitare la vita… ma può farla evolvere a tal punto da renderla unica nel suo genere. Come lo siamo noi… qui… oggi… a parlare di sistemi stellari e a chiederci, ancora una volta, come sia possibile pensare di essere noi stessi la causa dei cambiamenti climatici del nostro pianeta.

Georgia Guidestones: Judicie Anno Mundi 14 Agosto 2016

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Premessa fondamentale, da una semplice considerazione logica, è possibile desumere che esistano almeno 2 cubi. Il 1 ° cubo è visibile, nelle seguenti immagini pre 2009, incastonato nei guidestones:

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Immagini pre 2009 dei guidestones…possiamo notare gli intagli e il 1° cubo

Nel 2009, il 1 ° cubo è stato rimosso. E’ stato rimosso da massoni. (Non è stato sostituito per alcuni anni a causa di dibattito interno nelle logge.) Tuttavia, le autorità affermarono che fu rimosso da vandali l’11 settembre, 2009.

Venne recuperato il 6 agosto 2013. Il fatto venne riportato, come notizia principale, alla radio WSGC. (http://www.wsgcradio.com/piece-of-ga-guidestones-recovered-after-nearly-four-years/). La WSGC è una stazione radio di proprietà massonica. Questa storia di copertina venne scandalosamente scritta male, con così tante incongruenze da sembrare ridicola. Vi riporto degli spunti.

Si noti che l’articolo non ha nessun autore, nessuno che si prende responsabilità dunque. Si noti la foto segnaletica di William Jeremy Ellis ottenuta a computer, ovvero un costrutto di foto per ricreare un viso. Se cercate Jeremy William Ellis, capirete che non ha mai visitato Anniston, Alabama. L’articolo dice che le guardie videro i “vandali” tramite le telecamere [le telecamere erano inutilizzabili in quel momento]. Tuttavia l’articolo, subito dopo, sostiene che le guardie ricevettero una telefonata per investigare sull’accaduto. 

Che le guardie si siano telefonate tra loro? Chi ha scritto questo articolo è così pigro da non presentare informazioni sugli altri due vandali coinvolti nella vicenda. Il detective Scarborough sostiene di aver parlato con il “responsabile dei Guidestones”, ma è risaputo che il monumento è proprietà della contea di Elberton, non di una particolare persona. 

Non importa se il fatto in se non ha alcun senso, o che i ladri avrebbero guidato per centinaia di chilometri, anni dopo, restituendo il cubo, rubato senza alcun motivo. Scarborough disse che la polizia non sapeva cosa farne del cubo restituito. 

Un poliziotto si esprimerebbe così? No. La refurtiva verrebbe catalogata come prova, e dopo il processo, sarebbe restituita e ripristinata.

Anche il cubo “rubato” era falso. Se si dà un’occhiata al cubo, presumibilmente restituito, vedrete che è un pezzo di cemento per lo più irregolare, con una sola faccia lavorata:

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Questo NON è il cubo che è stato rimosso nel 2009, si tratta di un falso. Essa non ha nemmeno i pioli. Con pioli intendo quelli che sporgevano dal vero 1 ° cubo. Vennero utilizzati nel cubo originale per facilitare il posizionamento e il fissaggio. Guardate questa immagine:

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Potete vedere i fori per i pioli e i resti dell’adesivo. Il monumento è rimasto così dal 2009 al 2014.

Nel 2014 è apparso il famigerato secondo cubo. Le autorità di Elberton non sanno come ci sia arrivato. Le guardie non stavano controllando le telecamere? In ogni caso, il 2 ° cubo è stato rimosso e distrutto il 25/9/14. Ovvero un paio di settimane dopo la sua “scoperta”, il tempo sufficiente per essere sicuri che il pubblico ne venisse a conoscenza. In questo modo la sua scomparsa avrebbe provocato scalpore. Ancora una volta, vengono utilizzati i social media, perchè coloro che sanno, possano ottenere informazioni a riguardo. Ora, sono sicuro che avete già visto il video. Come l’articolo della WSGC, si tratta di una montatura. Mi sono infatti venute in mente diverse domande “inspiegabili”.

Come hanno fatto tutte quelle persone a sapere della rimozione del cubo? Stranamente non c’erano giornalisti, telecamere ufficiali. Ci troviamo invece di fronte ad un video girato da uno smartphone appartenente ad una giovane donna. L’uomo salito sulla scala a rimuovere il cubo. Come faceva a sapere che non erano necessari strumenti particolari per rimuoverla? Perché la ragazza ha avuto tutto il tempo di registrare i lati del cubo, senza che gli ufficiali neppure la disturbassero? Perché l’uomo con la scaletta si era portato dietro gli strumenti per distruggere il cubo? Tutte queste domande trovano risposta in modo semplice. Si trattava di una estrazione prevista al fine di informare e infine nascondere il tutto. Coloro che dovevano leggere il cubo (massoni) sono stati in grado di farlo attraverso i social media. Il resto di noi è stato portato a credere che il cubo non fosse desiderato dagli abitanti della contea. Distruggere delle prove senza neppure trovare i colpevoli? Molto logico. Non mi stupirei se molti dei personaggi ripresi nel video fossero massoni.

Ora analizziamo il 2 ° cubo:

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Il cubo riporta le seguenti diciture: 8 16 20 14 MM JAM

Inizialmente le persone pensarono di aver decifrato la data: 2014/08/16. Questo perché hanno letto il cubo nella direzione sbagliata. Hanno letto il cubo in senso orario. Si tratta di un errore. I guidestones sono intrinsecamente collegati alla stella polare. E, visto che dalla stella polare, la Terra gira in senso antiorario. La data nel cubo diventa: 2016/08/14

Questa data è importante per i massoni. Odiano quel giorno e per una buona ragione. Il primo vero nemico pubblico della massoneria fu William Morgan. Per farla breve, questo uomo ebbe accesso a segreti rituali e materiale massonico e voleva renderli pubblici. Progettò di esporre i massoni attraverso un libro intitolato “Illustrations of Masonry, By One of the Fraternity Who Has Devoted Thirty Years to the Subject”. 

Ottenne il copyright per questo libro il 14 agosto, 1826. Poco dopo fu ucciso da massoni. Ciò portò al Morgan Affair che sfociò nel partito anti-massonico. Per questo, i massoni detestano la data del 14 agosto. La vedono come il punto in cui la società in generale si rivoltò contro di loro. Quale miglior giorno, per vendicarsi?

Cosa significano le lettere MM e JAM?

MM è sinonimo di Maestro Massone. Nessuna sorpresa. Un sacco di gente lo aveva capito.

Nessuno ha capito JAM. Nessuno che studia latino?

JAM sta per Judicie Anno Mundi. “Nel giudizio del mondo.”

Giorno del giudizio.

Il 2 ° cubo racconta a chi è in grado di leggere che i massoni scateneranno il Giorno del giudizio il 2016/08/14.

Questo è il risultato della mia ricerca. Spero che le conclusioni non siano vere, per il bene dell’umanità.


Tre Profezie convergenti

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Red Kachina; Blu Kachina; Nibirù o Avanguardia. Se dovesse essere vero che il nostro sistema solare è un sistema binario (o triplo come presentato in un precedente post), allora è bene sapere, a solo scopo informativo, dell’esistenza di almeno 3 profezie e tutte collimanti riguardanti questo evento. Esse sono: Bibbia Kolbrin, Profezia Hopi e Secretum Omega.

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Il Distruttore – L’Astro Oscuro che attraversa lo Spazio e il Tempo

Gli uomini dimenticano i giorni del “Distruttore”. Solamente chi è saggio sa dove è andato e sa che un giorno tornerà rivendicando giustizia. Ma gli uomini dimenticano quello sguardo nel cielo avvolto dal fuoco, dimenticano la furia avanzare come un vento impetuoso durante quei giorni di folle ira dissennata.

Il Distruttore. Chi è saggio lo richiama alla memoria come una enorme massa oscura gonfia di fumo, immersa in una luce rossastra ove non si distingue alcun tipo di forma precisa. La sua bocca era un abisso dal quale fuoriuscivano fiamme, fumo e ceneri incandescenti. Durante gli anni si dimenticano certi eventi e si impara ad apprendere dal cosmo sequenze fondamentali per trovare le proprie origini, fino a raggiungere la consapevolezza che un giorno proprio dal cosmo giungerà la fine.

Non è ancora chiaro se il terribile evento tornerà a ripetersi, ma chi è saggio sa che 5.000 anni or sono, prima di andarsene, il Distruttore giurò che avrebbe fatto ritorno durante il periodo più difficile per l’umanità, riportando “ordine” e ristabilendo il “ritmo naturale” del tempo.

Intanto, nascosti nel silenzio, i Guardiani del tempo discendono dai Mondi Sensoriali per osservare il nostro pianeta. Da dietro le dimensioni, le Sentinelle di Luce controllano gli eventi che coinvolgono il Sistema Solare, ponendo la giusta attenzione alle azioni dell’uomo. Il vero motivo della continua presenza di queste Entità Extraterrestri è tuttora avvolto nel mistero, ma ben presto gli uomini dovranno abbracciare un nuovo Credo, il solo in grado di avvicinarli pienamente al Creatore.

I Guardiani sanno che tra le sperdute oscurità della Nube di Oort un “mostro di fuoco” attende nascosto il suo momento. Esso fa parte del sistema binario nel quale il Sistema Solare starebbe orbitando. La stella compagna del Sole, Nemesis, probabilmente una nana bruna, un corpo spaziale invisibile ai comuni telescopi ma visibile solo all’infrarosso. Questo gigante potrebbe davvero trovarsi in fase di attraversamento ravvicinato col Sistema Solare.

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Nemesis e Tyche, le teorie che richiamano l’esistenza del Distruttore

Nemesis è la Dea della “Giustizia Divina” nella mitologia greca, personificazione della giustizia distributiva, punitrice di quanto, eccedendo la misura, turba l’ordine dell’Universo. Tenebrosa e oscura, ma circondata da un “incandescente fuoco rosso sangue infernale”. Essa è figlia della notte e da sempre assegna a ciascun uomo il destino a seconda dei suoi meriti e virtù premiandone i diritti, mentre castiga l’empietà e la malvagità vendicando i delitti. Nel tempo Nemesis è divenuta la personificazione della Vendetta. La Giusta Punizione per tutto.

Tyche è la Dea della Fortuna nella mitologia greca, presiede la prosperità e il destino delle città e degli stati. Tyche è la personificazione della fortuna e del caso. Essa decide il destino dei mortali, come giocando con una palla che rimbalza e che simboleggia l’insicurezza delle decisioni. Invisibile e oscura, ma circondata da “fedeli Sudditi incandescenti” che ruotano “come un disco di infiniti frammenti” attorno alle sue mura.

Intanto dai Mondi Sensoriali i Guardiani tengono sotto stretta sorveglianza l’intero Sistema Solare. 

Varcando le Porte del Tempo, Essi si materializzano nella frequenza vibratoria della nostra densa materia, aiutando l’umanità con interventi alle soglie dell’inimmaginabile. Le Entità Multidimensionali stanno tentando di attenuare la potenza del Sole, le tempeste solari rappresentano un grande pericolo per il nostro pianeta; l’indebolimento anomalo del campo magnetico terrestre rende infatti vulnerabile la Terra. Inoltre queste Entità stanno ostacolando possibili impatti da parte di asteroidi minacciosi, ma le “Avanguardie” aumentano sempre di più e i Guardiani saranno presto costretti a retrocedere.

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Le Avanguardie del Distruttore

Il Distruttore non è solo. Le sue “Avanguardie” giungeranno per prime sino a noi e annunceranno l’arrivo imminente dell’Astro Oscuro. I suoi “Sudditi” (precursori) sono detriti rocciosi, comete…ma anche pianeti. Tra quei Sudditi ce ne uno in particolare che passerà molto vicino alla Terra e illuminerà il cielo notturno come una seconda luna.

Questa seconda luna probabilmente possiede dei satelliti e potrebbe essere quella che i nativi americani (indiani) Hopi definivano Blu Kachina, l’Avanguardia più imponente del Distruttore. “Tutta la volta celeste cadrà in un grande luogo di sprofondamento, nei cieli si avrà un grande collasso che porterà all’apparizione di una Stella Blu”. Nei giorni finali la Stella Blu Kachina verrà coi suoi “nipoti” e faranno tornare la Terra alla sua rotazione naturale. Tutto questo può venire provocato solamente da un grande corpo spaziale, il Pianeta X, che coi suoi satelliti orbitanti (nipoti) passerà per primo vicino alla Terra. Pertanto è molto improbabile che la Blu Kachina sia una semplice cometa.

Questa Stella Blu rimarrà per lungo tempo in un’orbita ravvicinata alla nostra e a causa della sua fortissima influenza gravitazionale provocherà mutamenti devastanti al nostro pianeta. In quel periodo la Terra non troverà mai pace, ma questo sarà solo l’inizio. Gli eventi terribili saranno numerosi, le Avanguardie del Distruttore porteranno i primi segni dell’ira dissennata che si avvicina.

I piccoli sudditi infuocati si abbatteranno sugli uomini, quelli più grandi rimarranno invece distanti e coloreranno la nuova volta stellata. Le Avanguardie che precedono l’arrivo del Distruttore saranno spietate e inarrestabili, l’influenza gravitazionale della seconda luna sarà il primo tra i terribili eventi che segnerà gran parte del tragico destino che colpirà la Terra. I Guardiani Multidimensionali non potranno nulla contro la furia dell’Astro Oscuro, il suo passaggio è un “Volere Divino” troppo grande anche per Loro e non potrà essere contrastato.

Poi un giorno una grande luce rossa apparirà nei nostri cieli e quando il sangue cadrà sulla Terra, il Distruttore comparirà. Le montagne si apriranno eruttando fuoco e cenere. Gli alberi saranno distrutti e tutti gli esseri viventi verranno inghiottiti dalle viscere della terra. Anche le profezie Hopi descrivono il Distruttore come una Stella Rossa, Red Kachina, il Purificatore, che porterà il giorno della purificazione. “Dal Purificatore verrà rilasciata una grande Luce Rossa, tutte le cose cambieranno nel loro modo di essere”. Un giorno ci sveglieremo al Mattino Rosso. Il cielo sarà del colore del sangue. Molte cose senza senso accadranno, perché la realtà si sposterà fuori e dentro lo stato del sogno.

Si narra che tale evento si abbatterà sulla Terra nel momento in cui l’umanità si troverà avvolta nel caos e nella confusione. Qualcosa di inaspettato farà ritorno dal buio abissale dello Spazio. Non vi saranno segni particolarmente grandiosi che annunceranno la venuta del Distruttore. Esso arriverà quando gli uomini, distratti, saranno immersi in futili conflitti di potere. Ciò che nella vita quotidiana sembrava fondamentale ed importante per l’uomo, verrà ridotto a semplici banalità di fronte alla ferocia del Distruttore.

Le “Sentinelle” dell’Universo che da sempre ci osservano attendono nascoste il ritorno della Divina Giustizia. Loro sono qui per questo. Guardiani silenziosi, dominatori delle dimensioni, non abbandoneranno mai l’umanità.

Presto arriverà un grande corpo di fuoco che ruberà la scena al Sole, un Astro Oscuro incandescente e attorno ad esso tante “bocche” e “occhi” in continuo cambiamento…Il Distruttore sta tornando.

I cieli ruggiranno e il mondo tremerà. Un “urlo agonizzante” echeggerà tra i cieli trasportato da un forte vento e verrà udito da tutti gli uomini della Terra. E’ il grido del Signore Oscuro, Maestro del Terrore, che discende dalle buie profondità dello Spazio. I Guardiani delle stelle vegliano nascosti nel silenzio, ma non potranno fermare l’ira del Distruttore. Essi indicheranno la via della salvezza a coloro che sapranno “ascoltarli”.

Nel corso del tempo e dei credi religiosi, i misteriosi manoscritti della Bibbia Kolbrin furono considerati come eresia e vennero scrupolosamente trascritti su tavolette di bronzo dai druidi, religiosi dell’epoca. Tutti erano convinti della distruzione completa dei suddetti manoscritti, ma alcuni di questi furono salvati dalle fiamme. Rimasero quindi al sicuro e trascritti negli anni da chi ne aveva la custodia segreta. Ogni custode ebbe cura estrema nel preservare ciò che rimase di quegli importanti manoscritti, pertanto tentarono di riscrivere accuratamente la vera storia, facendo in modo di non alterarne il significato originale.

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Il “Distruttore” – La Stella della Morte

Ciò che lascia senza fiato sono i dettagli dei contenuti presenti nella Bibbia Kolbrin. Secondo molti studiosi questi antichi manoscritti descrivono chiaramente la distruzione di Atlantide, il Diluvio Universale di Noè e l’Esodo. Questi imponenti cataclismi sarebbero stati provocati dai passaggi ciclici di una Stella Oscura che arriverebbe ad orbitare molto vicina al nostro Sistema Solare (se non addirittura al suo interno). 

L’orbita di questa stella incrocia periodicamente quella del Sole, proprio come se facesse parte dello stesso sistema stellare. La cosa più sconcertante è che questo Astro misterioso potrebbe essere la compagna binaria del Sole. Una teoria che negli ultimi anni sta sempre più diventando realtà. Nella Bibbia Kolbrin questo Astro Oscuro viene chiamato il Distruttore.

Gli uomini dimenticano i giorni del Distruttore, ma chi è saggio non dimentica quanto mostruosa fu la Sua maestosità nell’ergersi dominante tra i cieli, nella sua terribile forma infuocata avvolta da fumo e ceneri più scure del buio della notte, mentre una grandine mista fuoco cadeva copiosa sulla Terra, seminando morte e distruzione.

Implacabile e spietato il Distruttore semina Giustizia per “volere di Dio”

Si dice che Dio manderà il Distruttore per purificare la Terra: “Egli non è un angelo di Satana ma di Dio, che compie la sua opera di distruzione per ordine di Dio”.

“…e io ho creato anche il Distruttore per devastare” (Isaia 54 – Bibbia).

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Isaia è uno dei profeti biblici ed è considerato uno dei profeti più importanti di tutta la Bibbia. Egli riportò dei passaggi importanti sul “Distruttore” che non furono occultati:

“Perciò ascoltate la parola del Signore,
uomini arroganti,
signori di questo popolo
che sta in Gerusalemme”:
«Voi dite: Abbiamo concluso
un’alleanza con la morte,
e con gli inferi
abbiamo fatto lega;
il flagello del distruttore, quando passerà,
non ci raggiungerà;
perché ci siamo fatti della menzogna un rifugio
e nella falsità ci siamo nascosti”.
(Isaia 28 – Bibbia)

Queste potrebbero rappresentare le convinzioni degli uomini che detengono il potere sulle masse e che nel mondo moderno credono di avere il controllo su ogni tipo di situazione. Curioso come coincida anche con quel patto con il male grazie al quale molti uomini si sentono forti e intoccabili.

Isaia descrive l’immediata risposta di Dio:

«Ecco io pongo una pietra in Sion,
una pietra scelta,
angolare, preziosa, saldamente fondata:
chi crede non vacillerà».

Questa frase di Dio indicherebbe ai credenti la via della salvezza. Poi continua:

«Io porrò il diritto come misura
e la giustizia come una livella.
La grandine spazzerà via il vostro rifugio fallace,
le acque travolgeranno il vostro riparo.
Sarà cancellata la vostra alleanza con la morte;
la vostra lega con gli inferi non reggerà.
Quando passerà il flagello del distruttore,
voi sarete la massa da lui calpestata”.

Questo passaggio descrive chiaramente quanto il Distruttore non avrà pietà per gli uomini che non hanno saputo arricchire la propria coscienza seguendo un vero Credo, dissociato da dottrine strumentalizzate. Nemmeno il più resistente dei bunker potrà salvarli dalla Giustizia Divina.

Infine Dio sottolinea che:

“Ogni volta che passerà,
vi prenderà,
poiché passerà ogni mattino,
giorno e notte.
E solo il terrore farà capire il discorso».
Troppo corto sarà il letto per distendervisi,
troppo stretta la coperta per avvolgervisi”.

Isaia fa espressamente capire che non vi è speranza per chi ha scelto le vie del male. L’unico rifugio verrà “trovato” solamente dai veri credenti. Esso si “aprirà” dinanzi a loro”

Figli delle Stelle, della stessa "sostanza" del Padre

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Nell'universo sono emersi molti fenomeni affascinanti: mostruosi buchi neri del peso di un miliardo di Soli che mangiano le stelle e vomitano getti di gas; stelle di neutroni che ruotano su se stesse mille volte al secondo, la cui materia è compressa a un miliardo di tonnellate per centimetro cubo; particelle subatomiche così inafferrabili che potrebbero penetrare anni luce di piombo solido; onde gravitazionali il cui flebile passaggio non lascia alcuna impronta percettibile. Eppure, per quanto stupefacente possa sembrare tutto ciò, il fenomeno della vita è più straordinario di tutti gli altri messi insieme. - Paul Davies

Quasi la maggior parte dei punti luminosi presenti in questa foto non sono stelle, bensì galassie, ognuna di esse contiene centinai di miliardi di stelle.

L'indagine dei popoli antichi porta inesorabilmente ad alzare gli occhi verso il cielo. Conoscere i moti dei principali corpi celesti e i meccanismi dell'ingranaggio cosmico è fondamentale per capire l'antico messaggio dei nostri predecessori, un messaggio codificarono all'interno dei testi sacri tramite il raffinato sistema del linguaggio simbolico del mito. Loro, pur non possedendo strumenti tecnici e scientifici, svilupparono modelli cosmici molto complessi. Grazie ad una straordinaria sensibilità, maturata attraverso lo stretto legame con la natura, svilupparono un'idea delle origini del cosmo molto vicina a quella suggerita dalla scienza moderna, come nel caso del concetto di creazione contenuto all'interno della genesi egizia. 


Oggi, parlando con le persone, spesso mi sorprendo nel constatare quanto sia poca la consapevolezza generale delle caratteristiche e le dimensioni del cosmo. A molte persone non interessa neppure questo argomento, in quanto le loro menti sono troppo occupate da distrazioni materiali, ma ci sono domande su cui è giusto riflettere a prescindere dalle risposte, che probabilmente non avremo mai.

La vita è soltanto un trascurabile sottoprodotto dell'infinito dramma cosmico, creata da forze cieche e senza scopo? Oppure, l'universo ha generato, attraverso esseri coscienti, la consapevolezza di sé seguendo un percorso evolutivo per nulla casuale? 

Per prima cosa devo dire che l'origine dell'universo è avvolta da interrogativi troppo grandi per il nostro livello di coscienza, di conseguenza non esistono modelli fisici e matematici per descriverla. 

Col termine Big Bang i cosmologi si riferiscono all'idea che inizialmente tutto l'universo fosse concentrato in uno spazio estremamente ridotto, un punto definito singolarità, infinitamente caldo e denso. Questa idea nasce dal fatto che l'universo si sta espandendo a gran velocità, dunque è logico pensare che in origine la materia che lo compone fosse estremamente contratta. La singolarità per motivi del tutto ignoti cominciò precipitosamente ad espandersi creando lo spazio e il tempo, li dove prima c'era il nulla. 

Con essi prese forma tutta la materia presente nell'universo e tutt'oggi dopo 14 miliardi di anni la materia continua ad espandersi in tutte le direzioni per l'effetto di quel misterioso evento primordiale scatenate. Probabilmente non sapremmo mai dire con certezza cosa c'era prima e forse la domanda non ha neppure senso dato che l'indagine scientifica porta a pensare che non esistesse neanche il tempo prima del Big bang. Spingerci troppo lontano dalla nostra realtà non conviene, perché non abbiamo gli strumenti cognitivi per andare oltre a certi limiti, quindi limitiamoci a capire cos'è l'universo presente e non cosa è stato, o cosa sarà in futuro. Limitiamoci a dare una spiegazione alla nostra realtà, per non rischiare di creare modelli cosmici che esistono soltanto dentro la nostra limitata immaginazione.

C'è una regola fondamentale nell'universo fisico che conosciamo, la materia non si crea e non si distrugge, si può solo trasformare, dunque la materia che compone ogni atomo del nostro corpo ed ogni cosa che ci circonda esiste da 14 miliardi di anni, fin dalle origini del Big Bang. Questo postulato prende il nome di LEGGE DELLA CONSERVAZIONE DI MASSA.

« Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. »
(Antoine-Laurent Lavoisier 1789)

Dunque gli elementi chimici che compongono il nostro corpo e la nostra mente sono uno stato passeggero della materia, uno stato non trascurabile dato che in questo momento l'insieme di questi elementi, che singolarmente sarebbero inanimati, ha trovato il modo di legarsi (forse casualmente, forse no) e sta ragionando sulla loro stessa natura seduti davanti a un monitor di un portatile.

Dopo il Big Bang la maggior parte del cosmo era composto da idrogeno, che tutt'ora è l'elemento più leggero e più abbondante nell'universo conosciuto. Eppure il nostro corpo è fatto di moltissimi altri elementi chimici. Praticamente tutti gli elementi più pesanti dell'idrogeno provengono dalle fornaci stellari. E' li che tutti gli atomi che compongono il nostro corpo sono stati forgiati partendo dall'idrogeno. 

Durante le prime fasi di vita del nostro universo le irregolarità nella distribuzione della materia favorirono la formazione di agglomerati d'idrogeno. La forza di gravità agì su queste irregolarità formando agglomerati via via sempre maggiori fin quando la massa degli agglomerati fu tale da esercitare una pressione sul nucleo sufficiente ad avviare la reazione di fusione nucleare dell'idrogeno. Nacquero così le prime stelle. Si accesero una dopo l'altra illuminando l'universo.

Per capire come si sono formati tutti gli elementi chimici esistenti oggi in natura è fondamentale capire cosa succede nella fornace nucleare di una stella durante l'arco della sua vita. All'interno delle stelle, avviene la fusione nucleare dell'idrogeno in elio sviluppando un'incalcolabile quantità d'energia per effetto del ciclo protone-protone (descritto a questo link). L'energia esplosiva di questa reazione è controbilanciata dalla forza di gravità che mantiene la stella in perfetto equilibrio. Questo avviene fin quando tutto l'idrogeno presente nel nucleo di una stella viene convertito in elio, a questo punto la reazione nucleare cessa. Venendo a mancare la forza esplosiva determinata della reazione di fusione nucleare dell'idrogeno la stella subisce una contrazione sul suo nucleo a causa della forza di gravità che agisce sulla sua massa. Questo fa comprimere la materia sul nucleo che inevitabilmente diventa più denso e caldo, raggiungendo la temperatura necessaria alla fusione dell'elio (che è il prodotto della fusione dell'idrogeno). In questo momento inizia una seconda fase dove la stella fonde il prodotto della prima reazione, l'elio, producendo carbonio. Questo stadio della vita di una stella è definito "GIGANTE ROSSA".


Le stelle più piccole, come il nostro Sole per esempio, non superano questo stadio dato che non hanno una massa sufficiente per raggiungere valori di pressione e temperatura necessari a fondere gli atomi di carbonio e nell'arco di milioni di anni si raffredderanno diventando "NANE BIANCHE". 

Le stelle più grandi invece arrivano a produrre e fondere in successione 26 elementi, dove il ferro è l'ultimo della catena. 


Come sappiamo pero' gli elementi chimici presenti in natura sono molti di più, questi si formano durante l'esplosione di una stella. Soltanto le stelle più grandi, quelle con una massa almeno dieci volte maggiore del nostro Sole arrivano ad esplodere. 

Queste stelle quando raggiungono la fine dell'ultimo stadio, dopo aver prodotto il ferro, collassano su loro stesse, siccome non si attiva la razione nucleare espansiva in grado di controbilanciare la forza di gravità, in questo modo la stella collassa precipitosamente sul suo nucleo creando un'esplosione di incalcolabile portata ,chiamata SUPERNOVA. Basta pensare che Cassiopea A, ciò che resta di una supernova esplosa circa 10.000 anni fa ha un diametro di 10 anni luce, dunque la sua sfera di residui è almeno 3000 volte più grande del sistema solare. 


Durante queste esplosioni i valori di  temperatura e di pressione che si sviluppano sono tali da creare fusioni in grado di generare tutti gli elementi chimici presenti in natura. Dunque una stella di grande dimensioni produce e spara nel cosmo tutti i mattoni necessari alla costruzione della vita. Questo processo in 14 miliardi di anni è avvenuto miliardi e miliardi di volte e continua tutt'ora. Anche in quest'istante da qualche parte nell'universo molte stelle stanno morendo e molte altre nascono. Dico questo perchè gli eventi scatenati dalla morte di una stella spesso sono ciò che determina la nascita di altre stelle, in un ciclo di vita, morte e ancora vita che è alla base della nostra esistenza.

La forza d'urto scatenata dall'esplosione di una supernova investendo le nubi cosmiche contenenti principalmente idrogeno, comprime i gas facendo addensare l'idrogeno. Se la forza e la massa d'idrogeno è sufficiente da questa compressione si genera una temperatura abbastanza elevata da fondere l'idrogeno e dare via alla reazione nucleare che determinerà la nascita di una giovane stella. 

Vicino ai resti di una super nova non è certo rara la presenza di giovani stelle nate nel momento in cui i gas cosmici composti prevalentemente da idrogeno sono stati investiti dall'esplosione della stella morente.  Nel “ciclo vitale” del Cosmo, la morte di una stella crea le condizioni per cui altre possano nascere.


La nebulosa testa di scimmia si trova a 6400 anni luce dalla Terra, in una porzione di cielo all'interno della costellazione di Orione. Qui, come in tutte le nebulose, l'abbondanza di idrogeno tra le polveri interstellari ha favorito la nascita di giovani stelle.

Ritornando al postulato fondamentale secondo il quale la materia non si crea e non si distrugge, ma si trasforma un'innumerevole quantità di volte capiamo che tutto quello che ci circonda, il computer, i mattoni della nostra casa, tutte le persone del mondo, l'acqua dei mari, la roccia delle montagne e l'intero pianeta, sono composti da atomi prodotti dalle stelle partendo dall'idrogeno, l'atomo più leggero e più abbondante nell'universo e lo stesso vale per tutti gli altri pianeti del cosmo.  

Avendo stabilito l'origine di tutti gli elementi chimici presenti in natura dobbiamo prendere consapevolezza del fatto che la nostra esistenza è dovuta alle misteriose forze fisiche che sono intervenute sulla materia inanimata trasformandola innumerevoli volte, attraverso esplosioni, collassi e fusioni, unendo gli elementi in forme via via sempre più complesse fino a creare esseri coscienti in grado di ragionare sulla natura stessa della materia. 

E' come se l'universo avesse auto-generato la consapevolezza di se'. Ma quale fu il momento in cui la materia inanimata per la prima volta diventò viva? Come è possibile un simile prodigio? Da dove viene l'anima che rende unici ognuno di noi? E' l'anima che rende cosciente un organismo oppure al contrario è il prodotto più complesso di una creatura vivente? 

Una risposta certa  probabilmente non l'avremo mai ma è comunque importante riflettere su queste domande perché siamo un prodotto dell'universo e forse siamo qui anche per questo, in ogni atomo e molecola del nostro corpo c'è scritta la storia dell'universo, dal Big Bang fino ad oggi.

Il Denaro come mezzo di dominio dei Rettiliani sulla nostra Anima

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Il denaro è il simbolo dell’energia consumata fornendo un lavoro: è sudore e sangue trasformati in carta. L’umanità deve faticare per scambiare il sudore della sua vitalità contro denaro. Il sudore è il rifiuto eterico del dispendio vitale. Una piccola parte di denaro spetta ai lavoratori per permettere loro di riprendere le forze e continuare a produrre, mentre una gran parte sfugge loro e si accumula nelle riserve bancarie dei proprietari del denaro


Grazie al simbolo del denaro, eretto a dio onnipotente nel mondo, i padroni della finanza hanno preso il potere sull’umanità, sottraendone l’energia vitale e appropriandosene attraverso il meccanismo economico e la truffa bancaria. L’uomo non è più padrone della sua forza vitale, essendo costretto a lavorare nel timore e sotto minaccia per acquisire il denaro che gli permetta di sopravvivere. Innumerevoli sono le considerazioni filosofiche che sono state fatte sul denaro e lo sfruttamento, sia dal punto di vista liberale sia da quello marxista. 

Non intendiamo tuttavia prestarvi alcun interesse particolare. La verità è che il denaro è un’invenzione che permette di spodsestare l’essere umano della sua energia vampirizzandolo. Ricchi e poveri sono legati alla ruota del denaro e non conoscono tregua, preoccupati della ricchezza o della miseria fino alla morte. Il denaro è il flagello del mondo; tutte le considerazioni politiche e ideologiche sono irrisorie finché non si va alla radice del male della civiltà materialista, ossia la nostra totale dipendenza dal denaro. 

Non abbiamo intenzione di elaborare un’ulteriore teoria sull’economia giusta e fraterna. Queste parole suonano vuote perché il denaro – cartaceo o virtuale – appartiene ai vampiri della finanza che, dopo aver messo un prezzo su ogni cosa, dichiarano: «Tutto ci appartiene. Dovete rimborsarci il prezzo della vostra vita». 

Sarete stupiti di apprendere che il denaro può comprare le vostre coscienze, ma è proprio stato inventato a questo scopo: controllare tutto mediante la tirannia del debito. Possiamo fornire le prove metafisiche che i padroni del denaro hanno acquistato la Terra e che le anime che transitano in queste contrade devono rimborsare il prezzo dei corpi che occupano, così come l’acqua che bevono e, prossimamente, l’aria che respirano. Mentre nell’Universo regna l’abbondanza, qui, in questo angolo malefico della galassia, bisogna pagare per vivere.


L’esistenza è un mutuo con interessi

Ogni anima, o se preferite, ogni individuo appartiene a un insieme, e viene al mondo in una famiglia nazionale di cui quest’anima rappresenta una particella. Ogni essere umano assume il karma del paese in cui nasce. È un dato di fatto da cui non ci si può sottrarre. Ognuno eredita un debito spirituale e materiale dalla propria nazione d’origine. 

Lo condivide e lo sopporta, a sua misura e secondo le condizioni dettate dal governo del paese che lo assoggetta alle sue leggi. Il nostro destino individuale è quindi soggetto al destino del popolo in seno al quale veniamo al mondo. Possiamo fingere di ignorare tutto ciò e crederci liberi, ma la legge è lì per ricordarci che la nostra libertà è sotto cauzione. 

Ci assumiamo il debito nazionale, così come il nostro debito karmico personale. Dato che gli Stati sono intrappolati dall’indebitamento imposto dalla Banca Anonima Mondiale (BAM), dobbiamo condividerne il rimborso. 

Nasciamo quindi con un ordine di pagamento sopra la nostra culla. Veniamo al mondo energeticamente indebitati, e non solo moralmente, come un’interpretazione semplicistica della legge del karma vuole far credere. 

Fin dalla nascita, siamo spodsestati della nostra energia vitale che è quantificata su un conto bancario occulto. La nostra vita deve pertanto essere rimborsata, e tutto ciò che crediamo di possedere è soltanto un mutuo con interesse. Questo è il motivo per cui l’uomo è oppresso fin dall’inizio del suo percorso, e durante tutta la vita è roso dalla paura. I commessi della banca occulta ci tengono d’occhio! Non si tratta di una situazione naturale, ma è la drammatica conseguenza dell’indebitamento del nostro paese di nascita, che ha mani e piedi legati alla BAM a causa di un debito nazionale che aumenta all’infinito tramite gli interessi. 

Nasciamo indebitati e saremo costretti a pagare fino all’ultima goccia di sudore. Ci faranno morire di fame per insegnarci a vivere. 

Ci faranno sgobbare. Fabbricheremo scarpe per tutti, ma continueremo a camminare a piedi nudi. Questo fenomeno dell’indebitamento esiste da quando il denaro circola nella rete della speculazione finanziaria. Ogni cosa su cui si mette un prezzo perde il suo valore reale. Tutto può ricevere un’etichetta, tutto può essere comprato o venduto, compresi i corpi e le anime. Una cosa perde il suo valore utilitario o di bellezza intrinseca per ricevere un valore artificiale. 

La Terra intera con tutte le sue creature è di proprietà di potenze occulte che non sono intenzionate ad abbassare il prezzo dell’affitto dell’esistenza. Queste potenze hanno investito il denaro allo scopo di accaparrarsi il mondo. 

E l’hanno fatto. Quindi non possedete niente e il vostro denaro non vi appartiene. La vostra villetta, con tanto di giardino, per la quale avete risparmiato tanto è di proprietà della BAM che ve la concede secondo un vitalizio. La proprietà privata va progressivamente scomparendo e resteranno soltanto occupanti indebitati che godono dei loro beni con statuto di affittuario a tempo indeterminato. 

E poi, via... Lo Stato, che non è più libero a causa del debito, si impossesserà di tutto, non già per sé ma per i creditori che gli fanno pressione per rimborsare quello che non può più accaparrarsi. Gli esseri umani sono proletari (privati del potere) e vivono in Stati che non appartengono più a se stessi.


Chi sono i creditori del debito?

Considerate questa situazione: il vostro paese è indebitato fino al cielo. I politici non ne parlano perché questo sfida l’immaginazione. Talvolta un contestatario politicamente incorretto menziona l’importo esorbitante del debito per stimolare una reazione, ma si guarda bene dal nominare i creditori, ossia la vera identità dei padroni della Banca Anonima. 

La gente dice: «Il denaro appartiene alla banca», ma dimentica che la banca appartiene a persone in carne e ossa. La classe politica parla del debito con una sorta di timore religioso: non se ne discute perché è come una fatalità divina. Se siete un po’ perspicaci, l’avrete capito: il debito che ogni paese deve alla Banca Anonima è la prova che gli Stati non si appartengono più. I politici iniziati lo sanno e se evitano di parlarne è perché la loro carriera dipende da questa spada di Damocle sospesa sui loro ragionamenti economici oziosi. 

E se qualcuno chiedesse: «In realtà a chi dobbiamo questo debito?», la carriera di questo importuno sarebbe finita. Ci si rivolgerebbe a lui e con aria di compassione e gli si risponderebbe: «Ma alla Banca naturalmente!» Naturalmente i dirigenti non si preoccupano veramente del rimborso, perché sanno che quest’ultimo non verrà mai chiesto perché i padroni della BAM hanno già fatto man bassa di tutto il mondo. Il denaro che lo Stato ha preso in prestito per finanziare la gestione del vostro paese e la sua difesa è un debito che ricade su di voi. Non crediate che sia qualcun altro a doverlo rimborsare. 

Siete voi, in questo preciso istante. Forse avrete qualche difficoltà a immaginarvi questa situazione: dovete personalmente molto denaro a qualcuno che non conoscete. 

In realtà non sapete nemmeno di essere indebitati, così come non lo sanno i vostri connazionali. A volte sentite parlare del debito ma è una faccenda che non vi riguarda proprio. Eppure dal momento che vi siete incarnati in un popolo, siete solidali delle sue azioni e dei suoi insuccessi. 

Vi credete liberi ma i padroni del denaro non hanno la stessa visione delle cose. Vi hanno spodestati della vostra energia vitale lasciandovi giusto il necessario per sopravvivere, sommergendovi nel contempo di bisogni inutili affinché non siate mai in grado di rimborsare. 

I padroni della banca internazionale, che non sono poi tanto anonimi, accumulano la vostra vitalità. In ogni modo quando cercate di attirare il denaro verso di voi, vi sfugge perché la sua accumulazione dipende da una chiave magica di cui soltanto loro conoscono l’uso. Soltanto loro hanno la chiave, nonché i ricchi e i potenti che hanno stipulato il patto desiderando il denaro più della luce. Su questa Terra, gli esseri viventi sono dei servitori del Sistema. Ognuno rincorre il gran serpente argentato che s’insinua ovunque e corrompe tutto. 

Anche se gli esseri sprovvisti di avidità sono angosciati per trovare il minimo vitale. Che siamo ricchi o poveri, il denaro ci trattiene. La nostra anima è tenuta prigioniera in una modalità di vita fatta su misura per il profitto dei padroni della BAM. Per questo oggi siete indeboliti e apatici. 

Siete indebitati e i commessi bancari planetari non si sono impossessati dei vostri beni materiali, ma della vostra libertà: è il potere assoluto sulla vostra anima che bramano.

Le Ragioni per Opporsi al NWO. Fuori dal sistema - di B. Smith

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"Innumerevoli persone odieranno il nuovo ordine mondiale e moriranno protestando contro di esso."
HG Wells, The New World Order (1940)


Nel corso della nostra vita e in tutta la nostra cultura moderna, siamo condizionati a raccoglierci attorno a concetti di falsa divisione. Siamo portati a credere che democratici e repubblicani siano parti distinte e opposte, eppure sono in realtà due rami dello stesso meccanismo politico di controllo. 

Siamo portati a credere che due nazioni come gli Stati Uniti e la Russia siano nemici geopolitici, quando, in realtà si tratta di due governi fantoccio sotto il dominio degli stessi finanzieri internazionali. Infine ci viene detto che i banchieri internazionali sono in qualche modo separati, quando la realtà è che tutte le banche centrali rispondono ad un'unica autorità centrale: la Banca dei regolamenti internazionali (BRI).

Siamo intrattenuti con storie di costante conflitto e divisione. Ma la verità è che c'è solo una battaglia che conta, solo una battaglia che sia importante: la battaglia tra coloro che cercano di controllare gli altri e quelle persone che desiderano semplicemente essere lasciate libere.

Il Nuovo Ordine Mondiale non è un concetto creato dai 'teorici della cospirazione', ma dalle menti di coloro che cercano di controllare gli altri. Sono le pseudo-élite che grandiosamente si arrogano il diritto di determinare il destino di ogni uomo, donna e bambino a scapito della libertà individuale e dell'autodeterminazione. Tali élite sono spesso molto aperte circa le loro ambizioni globaliste, proprio come l'autore HG Wells, membro dell'organizzazione socialista Fabian Society e legato alla concezione globalista che ha messo avanti il suo progetto per la governance mondiale nel libro sopra citato. In questo articolo, vorrei esaminare la natura della nostra battaglia contro l'elite e perché le loro teorie sulla gestione sociale sono illogiche, inadeguate e, in molti casi, dannose e distruttive.

Il 'Bene Comune  Superiore'

Trovo affascinante che elitisti e propagandisti del NWO proclamino costantemente che la moralità è relativa e che la coscienza non esiste, ma in qualche modo sono quelli che possiedono la corretta definizione di 'bene superiore.' Se il concetto di 'buono'è in tutti i casi relativo, allora non sarebbe anche il concetto di 'bene superiore' del tutto relativo? Questa incongruenza nel loro ragionamento non sembra impedire loro di costringere le masse attraverso la propaganda o la violenza ad accettare la loro versione di giudizio migliore.

Come molti psicologi e antropologi (tra cui Carl Jung e Steven Pinker) hanno dimostrato in decenni di studio, la bussola morale e la coscienza non sono semplici prodotti dell'ambiente; sono ideali innati, al di fuori delle influenze ambientali. Il bene più grande è intrinsecamente e intuitivamente sentito da molte persone. 

E' la voce della coscienza, presente in ogni individuo. Non a caso le élite del Nuovo Ordine Mondiale si contraddicano affermando che la morale sia priva di significato, e poi propagandando la loro moralità personale come migliore. Al fine di ottenere potere sugli altri, devono prima convincere chi li ascolta di essere un guscio vuoto, senza senso o direzione. Devono convincere le masse a ignorare la voce interiore della coscienza. 

Collettivismo

Non pretendo di conoscere l'ideologia necessaria per una società perfetta, e certamente non conosco le soluzioni esatte per arrivarci. Quello che so, però, è che anche nessun'altro può conoscerle. Ogni volta che qualcuno sale su un palco per annunciare che solo lui ha le risposte ai problemi del mondo, non posso fare a meno di essere sospettoso delle sue motivazioni. Raramente, se non mai, sento tali persone suggerire che più libertà e più individualità faranno un futuro migliore. La loro soluzione comporta sempre meno libertà, più controllo e più forza bruta per plasmare la società secondo la loro visione.

L'utopia offerta dall'élite al potere esige sempre una mentalità collettivista dove l'individuo deve rinunciare alla sua autodeterminazione e all'indipendenza.
Non importa il pretesto - che si tratti di socialismo, comunismo, fascismo o qualche via di mezzo - l'obiettivo è sempre lo stesso: il collettivismo è schiavitù per le masse e sfrenata manna per gli oligarchi.

L'Ideologia della Forza

Se la tua idea per migliorare la società è buona e razionale, non dovrebbe servire la forza per indurre la gente ad accettarla. Solo le idee intrinsecamente distruttive richiedono l'uso della forza per conformare il pubblico. Il NWO è un'idea che si basa interamente sulla forza.

La globalizzazione ci è stata costantemente venduta come parte della naturale evoluzione del genere umano, ma questa 'evoluzione naturale' (v. correlati) è sempre avanzata con l'uso della menzogna, della manipolazione, della paura e della violenza. Il concetto di NWO implica una completa centralizzazione, una centralizzazione che non può essere raggiunta senza l'uso del terrore, difatti chi sosterrebbe la creazione di una pericolosa autorità di potere globale se non per paura?

L'uso moralmente accettabile della forza è quello della legittima difesa. Di conseguenza ogni volta che il NWO spinge inesorabilmente il suo attacco alle nostre libertà, noi, i difensori, siamo etichettati come 'estremisti.' La metodologia usata per promuovere il NWO e i suoi valori è intrinsecamente viziata dall'ignoranza e dalla psicopatologia, piuttosto che ispirata da saggezza e verità.

La Politica della Disonestà

Oltre che alla violenza, ricorrono spesso alla menzogna per ottenere automaticamente il successo per qualunque cosa. Le élite comunemente giustificano questa logica asserendo che esistano cose come le bugie nobili (entrambi Saul Alinsky e Leo Strauss, i guardiani del paradigma della falsa dicotomia destra / sinistra, hanno promosso l'uso delle "bugie nobili") e che le masse abbiano bisogno di essere ingannate per essere indotte ad agire nel modo migliore per se stesse ed il mondo. Questo è, ovviamente, un concetto sociopatico dettato dall' auto-esaltazione.

Le menzogne sono raramente, se non mai, usate da persone che vogliono migliorare la vita altrui; spesso sono usate da chi voglia migliorare la propria vita a discapito di quella altrui. A ciò si aggiunga l'affermazione egocentrica secondo cui le élites si adopererebbero per il nostro bene - quando in realtà gli interessa solo elevare il loro potere - e ciò che si ottiene è un rapporto abusivo stereotipato su scala globale.

Le metodologie positive verso l'umanità cercano deliberatamente la verità e non hanno bisogno di nascondersi dietro un velo di disinformazione e depistaggio. Se una metodologia richiede la segretezza, l'occultismo e l'inganno al fine di garantire un'egemonia culturale, allora è più probabile che sia un'influenza negativa su quella cultura, non positiva.

Il Controllo Oligarchico

Perché l'umanità ha bisogno di un'élite selezionata che comandi su tutti? A cosa può servire davvero tale oligarchia? Il potere centralizzato è realmente efficiente e pratico come si dice che sia? O è in realtà un ostacolo per l'umanità e per la nostra ricerca per migliorare noi stessi? I propagandisti del NWO sostengono che la governance globale sia inevitabile e che la sovranità in qualsiasi forma sia la causa di tutti i nostri mali.Tuttavia, se guardo indietro ai momenti più delicati della storia (quelli non menzionati nei testi universitari), la vera causa della maggior parte dei mali del mondo si dimostra essere, ovviamente, l'esistenza di certi gruppi elitari.

La cosiddetta 'efficienza' della centralizzazione è utile solo per chi si trova al vertice della piramide, in quanto generalmente si basa su un vasto labirinto di burocrazia asfissiante. Nessuna struttura dell'autorità iper-condensata sopravvive se la cittadinanza non è 'plasmata' in modo da dipendere da essa. La centralizzazione rende più difficile la vita di tutti, eliminando la nostra capacità di fare le nostre scelte.Vale a dire, la centralizzazione rimuove tutte le opzioni alternative dal sistema, fino a quando l'unica strada rimasta è quella di  inchinarsi alla struttura.

Non ho mai visto un solido esempio di centralizzazione del potere che abbia creato una società migliore, o dato maggior felicità alle persone.

Una Visione Oppositiva

Discutere su cosa dovrebbe essere fatto per migliorare il mondo è uno sforzo inutile fino a quando si continueranno a proporre soluzioni sulla base di una singola visione soggettiva. Finché le persone sono influenzate da pregiudizi, da desiderio egoistico e mancanza di consapevolezza, non saranno mai in grado di determinare ciò che sia meglio per gli altri. 

La filosofia che si oppone al NWO, la filosofia del movimento della libertà, sostiene che nessuno ha il diritto di imporre la propria particolare versione di una società perfetta su chiunque altro. Non appena qualcuno lo fa, ha commesso un grave attacco contro la libertà individuale - un attacco che deve essere risolto.

La nostra proposta è semplicemente che le persone che vogliono controllare gli altri siano rimosse dalle posizioni di controllo e che chiunque desideri essere lasciato solo possa essere lasciato solo. Associazione e partecipazione dovrebbero essere sempre volontarie; in caso contrario, la società perde valore. Non si tratta di anarchia nel senso della rimozione di ogni conseguenza. Piuttosto, i diritti della persona diventano di primaria importanza.

La replica più comune a questo principio della valutazione individuale sulla paura collettiva è che 'qualcuno' deve applicare e far rispettare una struttura di diritto e la responsabilità, perché in caso contrario la società 'cadrebbe a pezzi' in un vortice di follia e caos. Sarà anche vero, tuttavia visto che l'autogoverno non è mai potuto esistere nella storia dell'uomo senza interferenze immediate da parte di certi gruppi elitari, nessuno può sapere per certo come sarebbe stato (purtroppo certi meccanismi sono automatici - n.d.A.)

Eliminare il controllo del governo palese, tuttavia, non significa farla finita con la 'legge.' La legge naturale, come la coscienza, esiste nel nostro essere in modo biologico e spirituale, e non richiede un'autorità centrale che la definisca. La legge naturale sostituisce le leggi delle persone. Infatti, le uniche leggi artificiali da seguire sono quelle derivanti dal diritto naturale. Il principio di base del diritto naturale è che nessuno ha il diritto di impedire o erodere le libertà intrinseche di altri individui, purché rispetti anche le leggi naturali. Il secondo è che qualsiasi persona violi i diritti innati di un altro, ha commesso una violazione della legge naturale.

I Preistorici viaggi del Sapiens - Rapa Nui

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Il test del Dna dei nativi dell'Isola di Pasqua scalfisce il mito del totale isolamento in cui sarebbe stata confinata l'antica Rapanui prima dell'arrivo degli scopritori europei nel 1722. L'analisi genetica di 27 abitanti nativi dell'isola dimostra infatti che tra il 1.300 e il 1.500 d.C. ci furono contatti con i nativi americani: molto probabilmente furono proprio le canoe del popolo Rapa Nui a salpare verso est per poi tornare indietro.


La rotta per le Americhe

La scoperta è pubblicata sulla rivista Current Biology da un gruppo internazionale di ricerca guidato dal Centro di geogenetica del Museo di storia naturale di Copenaghen. Si tratta della prima prova genetica che dimostra l'esistenza di un'antica rotta che nel Pacifico portava dalla Polinesia fino in America coprendo una distanza di oltre 4.000 chilometri. Tracce dei contatti con le Americhe del resto erano già state trovate dagli archeologi in Polinesia: è il caso dei resti di coltivazoni tipicamente americane (come la patata dolce delle Ande) che risalirebbero ad un periodo antecedente rispetto all'arrivo degli europei

L'origine di Rapa Nui

''Le antiche popolazioni umane hanno esplorato in lungo e in largo il Pianeta'', commenta la coordinatrice dello studio Anna-Sapfo Malaspinas del museo di Copenhagen. E i polinesiani non fanno certo eccezione: sarebbero stati loro, infatti, i primissimi coloni dell'isola di Pasqua. Un gruppo di quasi cento persone sarebbe salpato alla volta di Rapa Nui intorno al 1.200 d.C. Dopo essersi stanziati sull'isola, i coloni avrebbero costruito le famose piattaforme di roccia e oltre 900 statue, alcune di peso superiore alle 82 tonnellate.

Il Dna racconta

Oggi il Dna dei loro discendenti, quasi 20 generazioni dopo, torna a raccontare delle loro imprese nautiche verso il Nuovo Mondo. ''Quello che dicono i libri di scuola in merito ai fenomeni di colonizzazione umana, come il popolamento delle Americhe, dovrebbe essere rivisto alla luce dei dati genetici'', aggiunge Anna-Sapfo Malaspinas. Il Dna del popolo di Rapa Nui, del resto, parla chiaro: per il 76% è polinesiano, per il 16% europeo e per l'8% nativo americano.

http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/biotech/2014/10/23/isola-di-pasqua-crolla-il-mito-dellisolamento-di-rapa-nui_f246160d-1558-47ad-8784-440b5bf0be28.html

L'Importanza della Maddalena

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Un altro tassello fortifica la ancora traballante tesi che Maria Maddalena fosse la moglie di Gesù e la madre dei suoi figli. Un libro scritto nel 570 in siriaco su pergamena, e ora custodito alla British Library, racconta una storia diversa da quella dei quattro Vangeli canonici, molto più vicina – come si è affrettata a ironizzare la Chiesa d’Inghilterra – al Codice da Vinci di Dan Brown.

Ma il numero di antichi documenti che conferma questa tesi continua a crescere, e decine di seri studiosi vi si stanno dedicando senza pregiudizi. Domani la stessa British Library terrà una conferenza stampa, e si conosceranno altri dettagli

Il libro proviene da un monastero egizio ed era stato acquistato nel 1847 dal British Museum. Probabilmente si tratta di una traduzione dall’aramaico di un testo più antico. Redatto in 29 capitoli, racconta la storia di Joseph, un giovane molto noto all’epoca, conosciuto dall’imperatore Tiberio e dal faraone d’Egitto (forse Natakamani), che lo considerava figlio di Dio.

A 20 anni Joseph va in sposo ad Aseneth, che gli dà due figli: Manasseh ed Ephraim. Simcha Jacobovici, giornalista investigativo israeliano che scrive anche sul New York Times, e Barrie Wilson, professore di ricerche religiose a Toronto, hanno studiato per sei anni il manoscritto e raccolto le loro deduzioni nel libro The Lost Gospel, il vangelo perduto.


In una delle prime pagine dell’antico testo il misterioso autore avverte che tutto quello che segue è scritto in un codice che va interpretato. I riferimenti cristiani contenuti nelle pagine sarebbero però così tanti che non è necessario essere Robert Langdon per capire che i nomi di Joseph e Aseneth nascondono quelli di Gesù e Maria Maddalena. Nel testo si narra che alla donna, dopo la morte del marito, viene somministrata l’eucarestia, «il pane e il calice della vita».

Gli unici quattro Vangeli autorizzati dalla Chiesa dopo le riforme di Costantino non raccontano nulla della vita di Gesù tra la sua infanzia e l’età matura, un periodo nel quale, per un «rabbi», sarebbe stato obbligatorio sposarsi. Ma la storia di Joseph e Aseneth sarebbe raccontata anche in altri manoscritti, sopravvissuti alla sistematica distruzione dei Vangeli apocrifi solo grazie al fatto che celavano la vera identità dei due sposi. Anche il testo della British Library non sembra però sfuggito alla censura: alcune pagine sono state vistosamente strappate via.

gesu maddalena

Due anni fa la docente di Harvard Karen L. King aveva annunciato la scoperta di un frammento di papiro in copto di uno di questi testi perduti, nel quale si legge: «E Gesù disse loro: mia moglie…». 

Ma secondo Jacobovici e Wilson basta anche solo scorrere i Vangeli di Marco, Luca, Matteo e Giovanni per convincersi che Maddalena aveva un ruolo di primissimo piano accanto a Gesù. Assiste alla crocifissione, alla sepoltura e alla scoperta della tomba vuota. Lava il corpo del Cristo, cosa consentita solo alle mogli o ad altri uomini, ed è la prima persona alla quale Gesù si rivolge dopo la resurrezione.

cristo del mantegna

Il sentimento popolare, soprattutto in Francia, non ha avuto bisogno di aspettare Dan Brown per venerare Maria di Magdala come la seconda donna più importante del Cristianesimo dopo la Vergine Maria, nonostante papa Gregorio Magno l’avesse bollata nel 590 come una prostituta, commettendo un vistoso errore – forse meditato e voluto – di interpretazione dei testi canonici.

Per secoli è stata ritratta dai grandi maestri, da Tiziano a Caravaggio a Canova, come una penitente afflitta dai suoi peccati: che sia stata o no la moglie di Gesù, era un destino che non meritava.

Riguardo ad Enki

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L’articolo che segue è un riassunto del contenuto informativo base del sito della Comunità Enkita Italiana, un gruppo di studio rimasto attivo per circa due anni tra il 2011 e il 2013, recentemente sciolto principalmente a causa della defezione di alcuni membri fondatori che nel tempo si sono dedicati ad altri lavori o trasferiti all’ estero. 

Al momento dello scioglimento del gruppo, i fondatori sono stati d’accordo nel divulgare sotto forma di libro o di articoli il materiale raccolto, pubblicato e in fase di stesura. Questo documento quindi è, almeno nelle intenzioni, il primo di una serie di tre; i rimanenti, che raccolgono il materiale ancora in fase di stesura e la documentazione di partecipanti iscritti ma non soci, vedranno probabilmente la luce risolti i problemi legati alle liberatorie e alla difficoltà di completamento. 

La CEI non é mai stata un ente religioso né un ente sociale, non ha mai promosso nessun culto, ciò nonostante nel tempo ha dovuto affrontare l’ avvicinarsi di personaggi che volevano trasformare il carattere divulgativo del gruppo e renderlo più simile a un culto. Questo ha influito molto sulla decisione di portare avanti o meno il gruppo, anche se non è stata la causa primaria della defezione di membri fondatori. 

Con questo documento quindi si rinnova l’ intento di diffondere la cultura riguardante il personaggio Enki, nelle sue varie forme testimoniate direttamente o indirettamente in questi 6000 anni di storia, e secondo le varie teorie che lo riguardano, da quella mitico-religiosa a quella extraterrestre.

Breve panoramica sul dio Enki

Riteniamo utile, ai fini di un miglior inquadramento del tema, dare una breve panoramica sul personaggio Enki sia dal punto di vista ‘accademico - ortodosso’ sia dal punto di vista alternativo, citando due brevi definizioni che lo riguardano.

Enki da Wikipedia

Enki in lingua sumerica, Ea in accadico, era il dio acquatico della mitologia mesopotamica. Il mito lo riteneva signore delle acque dolci sotterranee, apsû, nonché divinità della sapienza, protettore dei riti e dei sacerdoti: alle acque dolci era infatti attribuito un particolare potere catartico. Sua paredra è Damkina, nonché madre di Marduk. Grande luogo di culto del dio era la città di Eridu, ma si conosce un altro importante centro culturale a lui dedicato a Dilmun, nel Bahrain.

Enki da Esopedia 

Ea, o Enki, era il primogenito di An (Anu). Il nome EA significa "colui la cui casa é l' acqua" infatti gli scritti mesopotamici gli attribuiscono la conoscenza dell' arte di estrarre minerali dall' acqua, di creare dighe e canali. E' spesso raffigurato come un pesce, identificato con la costellazione dell'Acquario. Fratello di Enlil, prese il nome Enki (signore della terra) quando Anu decise di suddividere il regno afro-mediorientale tra i suoi due figli, assegnando la zona mesopotamica a Enlil e la zona del centro-sud africa a Enki. Enki secondo le tavolette sumere fu il fondatore di Eridu, il primo centro abitato mesopotamico, situato sulle rive del fiume Eufrate nei pressi dell' Edin.

Gli scritti sumeri attribuiscono a Ea la creazione dell'Adapa, ossia l'uomo come noi lo conosciamo, grazie all'aiuto di sua sorellastra Ninmah (Ninhursag) e di suo figlio Ningishzidda. Sempre secondo questi scritti Ea creò l' Adapa grazie a procedimenti che ricalcano molto le tecniche odierne di inseminazione artificiale, utilizzando il suo seme e mescolandolo con gli ovuli di ominidi già esistenti nell' Abzu, la zona sudorientale dell' Africa. Gli esseri così creati, vennero poi portati da Enlil sulle rive del fiume Eufrate, nell' Edin. Il personaggio di Ea é identificato con il Ptah egizio, padre di Ra e Thot, a loro volta identificati nel Marduk babilonese e nel Ningishzidda sumero.

Il lato storico e mitologico

Come si fa a parlare di 'storia' quando si trattano figure adorate come divinità? La storia per sua stessa definizione dovrebbe essere una successione di eventi certi, ricordati o tramandati, corrispondenti a realtà oggettive. 

Tutto il resto dovrebbe ricadere nella definizione di 'mitologia' o di 'leggenda'. Il lato storico che qui vogliamo affrontare ha un approccio diverso: si propone di far conoscere la figura di Enki per le cronache che lo riguardano. 

Si, perchè bisogna ricordarsi che i sumeri annottavano tutto in maniere diverse, a volte complesse a volte molto semplici, e distinguevano quando un testo era definito come inno, come racconto formativo, o come cronaca. Spesso questi elementi erano mischiati in composizioni definite (generalmente dai nostri studiosi, ma a volte anche volutamente dagli scribi dell’ epoca) 'miti', come il famoso “Lugal-E”  riguardante Ninurta, che ci racconta le sue gesta in guerra contro Azag, ne effettua una cronaca quindi assegnandogli intento storico, ma contiene anche elementi formativi quando racconta di come il dio condanna le pietre usate da Azag per difendersi e contrattaccare. 

Questa sezione del mito ha carattere formativo perchè spiega come sono nate le pietre preziose e semipreziose tanto care ai sumeri, esattamente come le altre parti del mito, le lodi a Ninurta, hanno scopo pseudoreligioso o devozionale. C’ è ovviamente da considerare, volendo accettare la interpretazione alternativa extraterrestre, che alcuni passaggi che noi considereremmo formativi potrebbero essere invece cronache, ma questa considerazione non può essere vincolante in quanto basata sulle convinzioni personali di chi scrive e di chi legge. 

In una sola lunga narrazione quindi ecco che i sumeri uniscono tre importanti aspetti: storiografico, religioso e formativo. Molti dei testi più lunghi pervenutici sono composti in questa maniera. In questa sezione dunque analizzeremo le parti storiografiche dei miti riguardanti Enki. Ma non solo. Siccome storia e mito negli scritti sumeri si accompagnano pur rimanendo spesso distinti, crediamo sia doveroso affrontare anche alcuni aspetti mitologici che aiutano a far luce su questo personaggio, e su ciò che rappresentava, dal punto di vista culturale e religioso, per le popolazioni mesopotamiche. 

Le parti mitologiche son spesso descrizioni fantastiche, che nella sezione 'il lato ufologico' presenteremo sotto una chiave insolita e stravagante ma che non mancherà di affascinare, soprattutto perchè emeriti studiosi l' hanno affrontata in dettaglio producendo documentazione analitica a supporto. Ci sembra doveroso iniziare con il mito che fa riferimento ai tempi più antichi, prossimi alla creazione, e quindi tratteremo l'"Enuma Elish". 

In questo mito Enki ha un ruolo marginale come consigliere di suo figlio Marduk, ma essenziale per la storia dell' uomo. Gli eventi sono narrati sotto forma di dialogo, e quindi leggiamo ora in questo dialogo cosa succede quando Marduk decide di creare l' uomo:

Marduk: "Unirò sangue al sangue, sangue ed osso,  per formare qualcosa di nuovo: il suo nome sarà UOMO – Uomo aborigeno. Sarà ricordato come mia creazione. Il suo compito sarà servirci fedelmente, così gli dei stanchi avranno riposo, io pianificherò e muterò le loro operazioni, suddividendole in modo migliore."

Enki:"Uno della nostra stirpe lascia che sia, solo uno dovrà morire per la nuova creazione. Porta gli dei in assemblea, e li uno morirà  perchè gli altri possano vivere."

In sostanza Enki consiglia a Marduk di non usare il proprio sangue per creare l' uomo, ma di usare quello di un altro dio. Di chi si tratta? Viene esplicitato nel seguito del poema. Infatti i ribelli seguaci di Tiamat (l’avversario di Marduk nella Battaglia Celeste che precede nel racconto) vengono portati in assemblea davanti agli Igigi (gli dei minori, alcuni confinati nello spazio, altri intenti a lavorare la Terra per la sussistenza degli dei maggiori) e agli Anunnaki (gli dei maggiori, prevalentemente dislocati sulla Terra) e viene loro chiesto di indicare chi istigò la ribellione. 

Gli dei risposero che:

"Fu Kingu a istigare la ribellione... egli  fomentò la malignità e guidò battaglia per lei (Tiamat)!"

Allora Kingu viene portato davanti ad Enki, ancora una volta protagonista, il quale uccide Kingu e usa il suo sangue per creare l' uomo a cui assegnare i compiti che prima erano degli dei. Lo dichiararono colpevole, lo legarono e  portarono davanti ad Ea. Aprirono le sue vene e dal suo sangue Ea creò l' uomo - e gli impose il lavoro degli dei. Fu un atto di grande sapienza che nessuno comprendeva, ordinato da Marduk ed eseguito da Ea.

Non potendo identificare cronologicamente tutte le storie tramandate nei miti sumeri, affrontiamo alcune di esse al di fuori di un contesto di ricostruzione cronologica. Importante in questa fase è trattare quello che viene ricordato come "Enki e l' ordine del mondo". 

In questo racconto vengono inserite alcune importanti azioni compiute da Enki, dai suoi lavori di preparazione della terra per accogliere la civiltà, ai suoi lavori nelle terre di Melluha, Magan e Dilmun, alla creazione dei corsi del Tigri e dell' Eufrate, al rilascio delle abilità utili all' uomo per sopravvivere: la pastorizia, l' edilizia, l' agricoltura etc. Questi atti sono descritti nel testo come ricordi da parte di Enki stesso, ma suonano più come auto esaltazioni per il suo operato. Esaminiamo un lungo passaggio a circa metà testo:

"Le terre di Magan e Dilmun rivolgano il loro sguardo a me - Enki, Le navi di Dilmun siano riempite di legno, le navi di Magan siano riempite in alto nei cieli, le navi magilum di Melluha trasportino oro e argento, e le portino a Nippur da Enlil, signore della terra!  A chi non ha città, a chi non ha una casa, il popolo di Martu, io fornirò grano in regalo..."

Enki inoltre fondò città e santuari, primo tra tutti il proprio ad Eridu, la città ove custodiva i ME (delle sorte di manabili o documenti capaci di trasmettere le conoscenze degli dei). Nel testo questo viene ricordato dagli altri dei nel passaggio che recita:

"Signore che cavalca(?) i grandi e puri ME, che veglia sui tanti ME, sui grandi ME, signore che é il primo nei cieli e sulla terra in Eridu, il luogo puro, il luogo più prezioso, il luogo dove i preziosi ME sono stati portati, Enki, signore in cielo e terra, sia lodato!"

Enki inoltre si adopera per costruire moli e pontili per le barche, per i trasporti e le spedizioni, in varie città e sulle rive di vari fiumi. Sia a Eridu che nell' Abzu:

"[...] i nobili corsi d' acqua del padre Enki, costruì con saggezza la scalinata e i pontili di Eridu, legò le capre ai moli dell' Abzu, innalzò il tempio. Il tempio USHGA eresse, e diede voce alle preghiere"

Poi Enki si dirige verso la terra di suo fratello Enlil, e anche li presta i suoi servigi come portatore di civiltà, in forma di culti, agricoltura, allevamento, ed edilizia:

"Poi il padre Enki arriva verso le terre a nord (che stanno su) e siccome egli arrivò in quelle terre, He.Gal prevalse: [...] Casa di Sumer, le tue tante stalle siano costruite, le tue mucche si moltiplichino, le tue pecore si moltiplichino, il tuo Giguna raggiunga il cielo, il tuo grande e durevole tempio tocchi il cielo"

Lo stesso procedimento segue poi a Ur, dove dona le sue arti, per poi dirigersi a Melluha:

"Nera Montagna, i tuoi saranno grandi alberi, saranno le 'piantagioni di ME' della Montagna, i loro troni saranno in palazzi reali. I tuoi animali saranno grandi, saranno animali della Montagna, gli eroi li useranno sul campo di battaglia. I tuoi tori saranno grandi, saranno i grandi tori della Montagna e il loro suono sarà il suono dei tori della Montagna. I grandi ME degli dei saranno approntati per te. [...] Il tuo argento sarà oro, il tuo rame sarà bronzo e stagno, tutto ciò che hai crescerà, la tua gente si moltiplicherà."

Enki guarda poi alla terra di Dilmun dove bonifica le paludi, pianta alberi di palma da dattero, e pone Ninsikilla come reggente:

"Lui purifica e netta le montagne di Dilmun, e pone Ninsikilla al comando. Le lagune sono assegnate al suo principesco santuario, Dilmun si nutre dei loro pesci.  Alberi di palma sono assegnati ai suoi campi, Dilmun mangia i loro datteri."

Le incredibili capacità pratiche di Enki poi son rivolte al 'popolo di Martu', al Tigri, all' Eufrate, e ancora a Nippur, poi Enki nomina alcuni personaggi e li mette a capo delle varie operazioni. La formulazione di questi compiti e degli assegnamenti é ripetuta del testo in una maniera quasi rituale, nominando l' attributo caratteristico del personaggio e a cosa sarà preposto:

Colui che detiene lo scettro nella mano destra, colui che fa sì che Tigri ed Eufrate si nutrano assieme,'[...] Enbilulu, l' ispettore dei canali, Enki lo ha messo al comando. [...] Colui dalla cui rete nessun pesce fugge,[...] ..figlio di... ...amato dai pesci, Enki lo mise al comando. [...] Colui che salpa...[...] la madre Nanshe, il mare in tutta la sua ampiezza, Enki lo ha messo al comando. [...] Colui che cavalca la tempesta, che carica con fulmini,[...] Iskur, l' uomo dell' abbondanza, il figlio di An, Enki lo ha messo al comando. [...] Colui che ha fissato il diadema,[...] Enkimdu, quello delle dighe e bacini, Enki lo ha messo al comando. [...]

Altri compiti vengono assegnati a Kulla, a Musdamma, a Sumugan, a Dumuzi, a Utu e a Uttu. Allora la dea Inanna si rivolge ad Enki reclamando anche per lei un compito di responsabilità e una carica, nominando le varie figure femminili alle quali Enki ha donato dei compiti e delle responsabilità. Il poema finisce con Enki che elenca le arti di cui Inanna é responsabile, tra cui leggiamo:

Cosa ti ho nascosto? Innin, cosa ti ho negato? Cosa altro possiamo darti? [...] Hai introdotto le parole del giovane, la sua voce. [...] Sei stata messa alla guardia del passante, la staffa, la verga del pastore. [...] tu interpreti gli oracoli delle guerre e battaglie. [...] Li tu ti vesti di lino, hai tessuto e imbastito il telaio. [...] hai messo fine alle lamentazioni. Giovane Inanna, hai riportato il tigi e l' adab alle loro case. [...]

Alla fine del poema, dopo alcuni versi rovinati, abbiamo la classica frase di omaggio al dio: “Oh padre Enki, lode a te!”

Questo bellissimo poema contribuisce moltissimo a farci capire l' amore che il personaggio Enki provava per la civiltà e per i mestieri e le arti che contraddistinguono la fase di sviluppo di un popolo; allo stesso tempo ci insegnano come Enki fosse, pur se subordinato ad altre figure divine ben più importanti, il VERO portatore di civiltà e sostentamento non solo per l' uomo ma anche per gli altri dei.

Il lato ufologico

Un lato ufologico riguardante Enki? Ebbene si... Fu nel 1976 che lo scrittore azero Zecharia Sitchin (scomparso nel 2010) causò un tumultuoso clamore proponendo al mondo la sua teoria secondo la quale gli Elohim biblici, e gli Anunnaki sumero-accadici, altri non erano se non degli extraterrestri giunti sulla terra circa 500.000 anni fa. Per decenni questa teoria é passata quasi inosservata, ma con la nascita di Internet ha avuto una diffusione che ha quasi dello sconcertante, purtroppo anche a causa di ulteriori ricercatori che la modificarono per creare movimenti catastrofisti dei quali, suo malgrado, Sitchin è rimasto vittima.
 
Ma tralasciando questi pseudo-culti catastrofisti che parlano di profezie di distruzione e risurrezione, cosa c'é alla base del discorso di Sitchin? Intanto é bene ricordare che Sitchin non é riconosciuto dalla comunità accademica come un valido traduttore di lingua sumera, per quanto nei suoi libri egli non abbia mai preteso di effettuare traduzioni proprie, ma di basarsi su traduzioni consolidate che lui interpreta in maniera diversa da quella accademica. 

Se questo può essere visto come una pecca o un errore, si tenga presente che se si prendono 5 studiosi di sumerologia e li si mette a tradurre un testo essi produrranno 5 traduzioni differenti specialmente nei dettagli, e magari con 5 interpretazioni diverse. Sitchin fu comunque un ebreo vissuto gran parte della sua giovinezza in Palestina (dove imparò l’ ebraico moderno e antico) con la sua famiglia, fu un uomo di cultura, laureato in Storia Economica, lavorò per anni come giornalista prima di trasferirsi in America, e dedicò tutta la sua vita allo studio delle civiltà del passato e a viaggiare per il mondo a visitare i luoghi e verificare i reperti di cui scriveva nei libri. 

Ed é così che, per Sitchin, Enki e gli altri Anunnaki diventano degli extraterrestri provenienti dal pianeta Nibiru, giunti sulla Terra in cerca d' oro, creatori della razza Homo Sapiens tramite una serie di manipolazioni genetiche effettuate sull' Homo Erectus e delle quali rimarrebbe traccia in almeno quattro scritti mesopotamici (“Enki e Ninmah” - “Enuma Elish” - “Atra Hasis” - “Epopea di Gilgamesh”) e nella Bibbia ebraica. Enki sarebbe l' Oannes di cui ci parlano vecchie culture, l'“Uomo pesce” venuto fuori dal Golfo Persico e che ha donato al civiltà alle popolazioni africane e mesopotamiche. Enki sarebbe lo Ptah “Sviluppatore” che risollevò l' Egitto dalle acque, un epiteto stranamente simile al Nudimmud sumero “Creatore / formatore delle cose”. 

Enki fu secondo questa teoria l' extraterrestre che comandava le operazioni di scavo in Sudafrica (che Sitchin identifica nell' Abzu di cui si parla nei miti mesopotamici), che gestiva i trasferimenti di materiale di scavo in Mesopotamia, da dove, tramite l' ausilio dei razzi gestiti da suo cugino Shamash e sotto il comando di suo fratello Enlil, veniva spedito su Marte in attesa del successivo avvicinarsi di Nibiru, che ogni 3600 anni terrestri passava dove si trova la Fascia degli Asteroidi. 

Ma Enki era anche l' extraterrestre che istituì il sacerdozio, che insegnò all' uomo a irrigare, ad allevare, a usare gli aratri, a conoscere il tempo e le attività che trasformano un gruppo di uomini da 'cultura' a 'civiltà'. Lo faceva attraverso i ME, termine che secondo gli accademici descrive dei decreti divini, ma che secondo Sitchin indica qualcosa di fisico e concreto perchè in tanti miti leggiamo che questo o quel personaggio potevano prendere in mano questi ME, caricarli su navi, indossarli, rubarli. Inanna, nipote di Enki, gliene ruba quasi 100, portandoli via dall' Abzu sulla sua 'MA.AN.NA', la sua 'barca celeste'. 

La sua navicella spaziale. Questo dunque il sunto del lato ufologico del personaggio Enki, per l' approfondimento del quale vi rimandiamo alla lettura dei libri dell' autore azero, e al materiale in italiano degli studiosi Alessandro Demontis, Mauro Biglino, Alessio e Alessandro De Angelis, Biagio Russo e Daniele Bonfanti. Indipendentemente dai vostri credo e dalle vostre convinzioni personali, che preferiate l’ approccio accademico o alternativo, quello mitologico o ufologico, speriamo con questo documento essere riusciti a presentarvi degnamente il personaggio Enki, e di avervi incuriositi a conoscerlo ancora meglio. 

Documento prodotto il 10-11-2014 dai membri fondatori di CEI: M. Rizzato, A. Corsi Pettinato, A. Demontis, D. Dioguardi, I. Bologna


Interstellar - Ciò che Kubrick non poté dire...

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A mio avviso "Interstellar" (un vero capolavoro) rappresenta ciò che Kubrick non volle (o non potè) dire in "2001: Odissea nello spazio", ivi compresa la questione esoterica di Saturno

Nel mito antico Saturno venne scacciato da Giove che lo esiliò su un'isola deserta dove vive in una sorta di vita nella morte fino a quando non verrà il tempo del suo risveglio. Allora egli rinascerà come bambino ed avverrà la restaurazione dell'età dell'oro... non ricorda lo starchild di kubrick nel finale del suo 2001 odissea nello spazio?

Concetto peraltro che ritroviamo nel buco nero di interstellar... un portale equivalente al monolite di kubrick "full of stars" che permette al protagonista di odissea di rinascere come starchild, bambino, riprendendo la questione di "saturno" sostituito nell'opera di kubrick dal meno 'inflazionato' giove

Un portale verso la trascendenza dal nostro mondo quadridimensionale superando i limiti dello spaziotempo. Insomma Nolan ci regala una sumna di contenuti esoterici in modo così esplicito da rendere interstellar un film insuperabile sotto moltissimi punti di vista!

https://www.facebook.com/groups/547266588738039/

L'Arca dell'Alleanza e la costruzione del "Tempio"

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Era prevedibile, gentili Lettori, che prima o poi avremmo sentito parlare dell'Arca dell'Alleanza, visto che per la costruzione del terzo Tempio di Gerusalemme è assolutamente  indispensabile. Questa notizia, dunque, sancisce ancor più il precipitare dei tempi e l'avverarsi inesorabile del disegno sionista che stiamo vivendo.

Il Patriarca della Chiesa Etiope Tewahedo, l'Abuna Mathias 

Denunciato il furto dell'Arca dell'Alleanza dalle Autorità della Chiesa Copta

Il Patriarca della Chiesa ortodossa d'Etiopia Tewahedo, Sua Santità Abuna Mathias, ha annunciato questa mattina che il tesoro biblico più pregiato al mondo, l'Arca dell'Alleanza, è stato sottratto e asportato ieri sera dai sotterranei della Chiesa di Nostra Signora Maria di Sion.

I guardiani dell'Urna Antica sarebbero stati indotti al sonno con l'uso di armi chimiche, prima che i ladri entrassero nella cripta per rubare il prezioso oggetto sacro.

L'operazione criminale, come riportato, sarebbe stata eseguita per mezzo di un gruppo costituito da un minimo di dodici fino a sedici professionisti altamente qualificati che è giunto a bordo di due elicotteri militari neri.

I velivoli sono atterrati a meno di 500 metri di distanza dal loro obbiettivo e si presume che siano arrivati da Oriente.

Gli uomini indossavano uniformi nere di stile militare e sembravano muoversi come un'unità ben coordinata dell'esercito. Erano dotati di apparecchiature per la visione notturna e armati con armi di grosso calibro che davano loro un vantaggio incredibile rispetto alle forze di sicurezza locali.

Infatti, la protezione dell'Arca era stata lasciata ad un gruppo di volontari non addestrati, dal momento che l'antica struttura sacra avrebbe dovuto proteggere se stessa da persone con intenzioni impure. Per questo motivo la Chiesa non ha ritenuto di applicare una maggiore sicurezza.

Così, le undici guardie e i volontari armati di Kalašnikov presenti sul luogo per difendere l'Arca sono stati neutralizzati dai criminali con alcune granate ad alta tecnologia, che hanno rilasciato un tipo di gas soporifero raro a base di oppio.

Poi, i predatori si sono dedicati ad un lavoro molto faticoso, utilizzando martelli pneumatici ed esplosivi per allargare i corridoi in diversi cunicoli all'interno delle catacombe conducenti all'Arca, per poter rimuovere la grande cassa dalla sua volta sotterranea.

L'intera operazione è stata portata a termine in meno di un'ora, un tempo incredibilmente breve considerando il numero di ostacoli da superare. Questa incredibile efficienza suggerisce che i ladri si fossero ripetutamente esercitati, preparandosi con cura alla gravissima sottrazione.

Sul luogo questa mattina, sono rimasti visibili soltanto pochi segni del reato ma un'enormità di danni è stata riportata all'interno delle catacombe sotto l'edificio.

Da lungo tempo la Chiesa ortodossa etiope afferma di detenere l'Arca dell'Alleanza, ma solo da pochi anni si è venuto a sapere che è conservata in una cappella della piccola città di Axum, negli altopiani settentrionali del paese.

Axum: Chiesa di Santa Maria di Sion, dov'era custodita l'Arca dell'Alleanza. 

Il Clero locale sostiene pure che il suo arrivo in Etiopia risale a quasi 3.000 anni fa, e che è stata custodita da una sequela di monaci vergini ai quali, una volta ricevuta l'Unzione, è fatto divieto di uscire all'esterno della Chiesa fino alla loro dipartita.

A nessuno, tranne ai guardiani, è stato mai permesso di vedere l'Arca, nemmeno al Patriarca in persona.

La storia relativa è raccontata nel Kebra Negast (in lingua Ge'ez, Gloria dei Re), che racconta la cronaca dell'avvicendarsi in Etiopia della sua stirpe regale. (Che troverete di seguito ampiamente descritta in un interessante articolo di Enrico Baccarini; ndt).

La scomparsa dell'Arca è certamente una notizia drammatica per la Chiesa Ortodossa Etiope, dato che parecchio del suo prestigio è derivato dal possesso della reliquia e molti dei suoi rituali sono stati incentrati su di essa.

Il Patriarca, Sua Santità Abuna Mathias, era visibilmente emozionato quando ha fatto l'annuncio ai molti giornalisti e ai fedeli presenti alla conferenza stampa, che sono scoppiati in lacrime nel momento in cui hanno ricevuto la notizia.

L'antico libro sacro agli Etiopi, il Kebra Negast

L'Arca in Etiopia

Nel 1992 lo scrittore Graham Hancock diede alle stampe un testo estremamente sconcertante in cui, dopo anni di ricerche ed indagini sul campo, fece conoscere al mondo occidentale una tradizione etiope cui pochi sembravano aver riservato il dovuto interesse.

Diventato ben presto un best seller internazionale, il volume di Hancock si basava su una credenza etiope molto antica e codificata all'interno di uno dei libri più sacri per questo popolo, il Kebra Negast.

Vi si narra di come l'Arca fosse stata trasportata da Gerusalemme in Etiopia dal figlio avuto segretamente tra la regina di Saba, Makeda, e re Salomone conosciuto come Menelik.

Il Kebra Nagast, fece la sua prima comparsa verso gli inizi del XIV secolo e narra di come Menelik avesse sottratto l'Arca dal Tempio di suo padre, favorito da un complotto religioso con alcuni ebrei ribelli.

L'approdo finale della Reliquia sarebbe stata la città di Axum ove nei secoli sarebbe stata custodita e dove sarebbe ancora oggi (se non fosse stata rubata; ndr), proprio nella chiesa di Santa Maria di Sion.

Gli ebrei etiopi, ovvero i falascià di Menelik, sarebbero così diventati gli eterni custodi del simbolo tangibile del Patto dell'Alleanza tra Dio e Mosè.

Tre professori universitari italiani: Giuseppe Infranca, dell'università di Reggio Calabria, l'architetto Paolo Alberto Rossi, del politecnico di Milano e il direttore del CNR per le tecnologie applicate ai beni culturali Vincenzo Francaviglia sono stati fra i pochi privilegiati nella storia etiope e nel mondo, a riuscire a vedere l'Arca Santa.

L'Arch. Giuseppe Claudio Infranca intervistato al TG2

Giuseppe Infranca scrive:
"Nel 1990 ci trovavamo ad Axum per un invito ufficiale del governo etiope e, dopo una serie di cerimonie, venne organizzato un incontro con l'Abuna, la massima autorità religiosa.
Questi ci ricevette con i paramenti solenni e ci condusse a visitare l'antica Chiesa cristiana di Santa Maria di Sion ad Axum, un Santuario costruito nel Seicento dall'imperatore Fasiladas. Dietro l'altare maggiore, protetta da un baldacchino di velluto rosso con ricami, c'era l'Arca.
Il Patriarca non voleva affatto mostrarcela, ma un giovane chierico aprì la tenda e noi potemmo vedere una cassa di legno scuro, lunga un metro e alta sessanta centimetri, con il tetto a doppio spiovente.
Non c'erano più le lamine d'oro e la superficie stessa appariva deteriorata. Appena l'alto Prelato si accorse che stavamo osservando l'Arca, rimproverò aspramente il chierico, ordinandogli di abbassare immediatamente la tenda."
La religione copta non permette infatti a nessuno, se non a colui che viene incaricato a vita di custodirla, di poter vedere l'Arca. Si narra che allo stesso Negus Hailé Selassié fosse stato opposto un secco rifiuto quando avesse espresso il grande desiderio di vedere l'Arca.
L'ipotesi formulata da Hancock dimostrerebbe come essa fosse stata trasferita inizialmente dalla Palestina all'isola Elefantina, in Egitto (ove nel secolo scorso venne portata alla luce una struttura del tutto simile all'antico tempio salomonico), per poi passare dal Sudan ed infine arrivare in Etiopia sulle rive del lago Tana.
Recenti spedizioni hanno attestato come in questo lago, che si trova a circa duemila metri d'altezza, esistano antiche tradizioni che confermano il passaggio e la permanenza di una cassa di legno che la leggenda vorrebbe identificare con l'Arca di Israele.
Nei primi anni del nuovo millennio sono state avanzate diverse critiche alla versione etiope dell'Arca per convalidarne le antiche pretese dinastiche e religiose.
Contestazioni di tipo prettamente storico e fideistico che vedrebbero nel Kebra Nagast uno strumento di legittimazione dopo l'antico scisma venutosi a creare tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa. 
È stato stimolante, oltre che curioso, venire a conoscenza dallo scrittore Jeffrey Grant di una conversazione da lui avuta con il principe etiope Stephen Menghésa, pronipote dell'imperatore Hailé Selassié. 
Nel corso di questa, parlando proprio dell'Arca conservata in Etiopia, Menghésa ha rivelato come durante la proclamazione dello stato di Israele, nel 1948, molti falascià etiopi ebbero modo di discutere con le autorità israeliane per il ritorno dell'Arca in Israele al fine di poter iniziare a costruire il Terzo Tempio ebraico. 
Se per ora quest'ultimo progetto pare essere stato accantonato, non sappiamo se l'Arca etiope sia stata realmente restituita ad Israele oppure se si trovi ancora in Etiopia. (Ma dagli ultimi avvenimenti, si può arguire che con tutta probabilità i sionisti se ne siano impadroniti a forza, proprio per questo motivo; ndt). 
La presenza a tutt'oggi del Monaco preposto entro il recinto della Chiesa di Santa Maria di Sion sembra però farci escludere anche questa ipotesi. L'accesso alla cripta ed alla conseguente visione dell'Arca è infatti consentito soltanto ad un Consacrato per generazione." 

L'Arca dell'Alleanza e la Costruzione del Terzo Tempio

"L'antico tramando biblico veterotestamentario introduce, con la figura di Mosé, una delle tradizioni e delle vestigia più affascinanti che la storia umana abbia mai conosciuto, l'Arca dell'Alleanza.

Numerosi sono stati gli aggettivi con cui le tre principali religioni monoteistiche del nostro Pianeta hanno cercato di definire questo sacro contenitore; ricettacolo per sante reliquie, strumento di potenza divina, mezzo per parlare con Yahweh ma anche arma temibile in grado di scagliare fulmini e saette.

Tutte definizioni però che non rendono merito alla potenza e allo splendore che questo manufatto suscitò, e sembra ancora risvegliare, intorno a sé.

Attraverso l'aura misteriosa da esso promanata e le importanti valenze religiose e politiche ad esso attribuite, la casa regnante di Davide quanto la casta sacerdotale levitica furono in un certo senso legittimate nella loro storia, nelle loro conquiste e nel loro potere.

Simbolo della forza regale e della successione sacerdotale, l'Arca dell'Alleanza assunse entro il proprio mistero tutta la coscienza del popolo ebraico imprimendogli quella forza e quello slancio che gli consentirono di padroneggiare oltre mille anni di storia.

Sarà proprio quando questo misterioso emblema sembrerà scomparire dalla Città Santa che inizierà il lento declino del Popolo Eletto che vedrà la sua definitiva disfatta nella ignominiosa diaspora israelitica dei secoli successivi.

Da oltre duemila anni il mito dell'Arca è stato sostenuto da ogni tipo di informazione e leggenda concepibile dalla mente umana. Decine le sue peregrinazioni, centinaia i luoghi in cui sarebbe stata o parrebbe custodita.

Un filo comune sembra però legare questa sacra reliquia con il popolo di Israele e soprattutto con storie che nei secoli hanno segnato lo sviluppo dell'Umanità.

Il primo riferimento che compare nella Bibbia sull'Arca Santa si trova in Esodo 25:10-22 quando il Dio di Mosè (chiamato anche El Shaddai, il Dio Onnipotente) trasmise al Patriarca le "conoscenze" per la costruzione del sacro cofano.

"Farai un'Arca di legno d'acacia e la rivestirai d'oro puro. E dentro vi porrai la Testimonianza che io ti darò", queste le parole con cui il Signore Yahweh si rivolse a Mosé sul Sinai.



L'Arca venne costruita da Bezaleel, artigiano israelita, in legno di acacia (anche se generalmente nella versione dei Settanta si parla genericamente di "legno incorruttibile") e rivestita internamente ed esternamente di oro zecchino, il tutto seguendo i rigorosi dettami rivelati da Dio a Mosé.

Le sue dimensioni sono ancora oggi fonte di accese discussioni, in riferimento soprattutto ai differenti valori che si è dato all'unità di misura utilizzata, il cubito.

Considerando il valore standard che gli viene oggi attribuito, circa 46 cm, si può stimare che il sacro contenitore fosse di 113x68x68 cm. ma, essendo il cubito un'unità di misura estremamente variabile, si può supporre una dimensione massima di 140x84x84 cm.

In entrambi i casi esiste comunque un rapporto fondamentale fra l'altezza, la lunghezza e la larghezza che risulta essere sempre di 1:1,1666 ovvero, all'incirca, il valore della sezione aurea.

Dopo innumerevoli peregrinazioni e spostamenti, l'Arca venne definitivamente condotta da re David a Gerusalemme attorno al 968 a.C. e posta successivamente da Salomone, antecedentemente alla costruzione del Primo Tempio, all'interno del proprio palazzo reale.

Sarà proprio attraverso la figura e l'operato di questo sovrano illuminato ante litteram, che le ataviche credenze e gli antichi valori ebraici ritroveranno un rinnovato splendore.

L'Arca non costituì solo uno strumento di potere religioso e regale per l'ebraismo di un tempo ma venne impiegata anche come arma di fondamentale importanza nell'iniziale lotta israelitica contro le popolazioni autoctone dell'antica Terra promessa.

Essa si è trasformata quindi da sacro forziere a Simbolo del Popolo Eletto, a testimonianza della sua potenza e a monito per i suoi nemici.

L'Arca Santa, in un momento imprecisato della storia ebraica, sembrò però sparire dal suo antico luogo di riposo lasciando dietro di sé indizi minimi sulla sua destinazione finale.

In svariate occasioni, la storia ci racconta che il primo Tempio fu saccheggiato da popoli invasori e da nemici.


Gli egiziani, capeggiati dal faraone Soshena I, avevano esteso nel 925 a.C. le loro incursioni a Gerusalemme, come anche il re Gioas di Israele nel 797 a.C., mentre gli eserciti babilonesi e le armate caldee avevano depredato la città nel 621 a.C.

L'ultimo dato che ci viene fornito dalle tradizioni storiche ci permette di sapere che nel 516 a.C., periodo del prefetto Zorobabel, l'Arca era ormai scomparsa da diversi decenni.

Successivamente sarà la tradizione cabalistica ed esoterica che si innesterà all'interno dell'eterna sua ricerca, lasciando dietro di sé echi di un antico potere e di una conoscenza ritenuta perduta.

Gli stessi Cavalieri Templari effettuarono scavi sotto la spianata del Tempio, nel corso della loro prima permanenza a Gerusalemme, ricercando un antico segreto o forse proprio la stessa Arca.

Più recentemente i rabbini israeliani Shlomo Goren e Jehuda Ghez, durante un sopralluogo effettuato nel 1981 attraverso i tunnel sotterranei del Monte Moriah, affermarono di essere arrivati nelle vicinanze di una cripta in cui, secondo loro, avrebbe potuto essere conservata l'Arca.

Goren affermò: "Basterebbe scavare in corrispondenza della sua antica collocazione. Purtroppo però adesso in quella zona sorge la spianata delle moschee islamiche di Gerusalemme e le autorità religiose preferiscono evitare qualsiasi scavo archeologico per evitare attriti con i musulmani...".

Secoli di storia e decine di documenti ci narrano di come la stessa montagna fosse costellata da ricoveri segreti e volte inaccessibili fatte costruire appositamente per proteggere i sacri tesori del Tempio di Israele.

Maimonide (1135-1204) nella sua Mishneh Torah e Jehudah Ha Levi nel suo Khuzari narrano di come tali strutture fossero state volute direttamente da Salomone durante la costruzione del Tempio.

"Nel secondo Tempio - scrisse Jehudah Ha Levi - fu posta una pavimentazione di pietra nel luogo in cui doveva essere l'Arca, e fu celata dietro una cortina, poiché i sacerdoti sapevano che era stata sepolta in quel luogo".

Maimonide afferma invece che "C'era una pietra presso il muro occidentale del Santuario interno su cui era postata l'Arca. Davanti ad essa c'era l'Urna contenente le Tavole della Legge con i 10 Comandamenti, la manna ed il bastone di Aronne.


Quando costruì il Tempio, Salomone sapeva che sarebbe stato destinato alla distruzione, perciò predispose anche delle stanze segrete in cui l'Arca avrebbe potuto essere nascosta, in cunicoli profondi e tortuosi".

Come testimoniano le documentazioni, i locali si potrebbero trovare nei sotterranei dell'antico Tempio salomonico non ancora rinvenuti e utilizzati in tempo di guerra e di ostilità.

Recenti rilevazioni effettuate attraverso strumenti come il georadar hanno confermato questi resoconti storici identificando, ad esempio, nei pressi del cancello di Hulda, una grande camera sotterranea artificiale mai scoperta e conosciuta prima.

Attualmente, purtroppo, l'eterno conflitto fra israeliani e palestinesi, associato a prescrizioni millenarie di tipo religioso, impediscono scavi o rilievi archeologici in loco.

L'Arca era uno strumento tanto potente e tanto enigmatico da essere mostrato in pubblico solo in casi eccezionali e nessuno, se non il Sommo Sacerdote levita, per la legge religiosa ebraica poteva entrare nel Sancta Sanctorum - il Santo dei Santi - nella parte interna del Tempio, per officiare i riti e comunicare con Yahweh.

Abbiamo accennato precedentemente come l'Arca non costituisse soltanto il Simbolo del potere religioso israelita ma fosse considerata a tutti gli effetti un'arma micidiale contro coloro che, nemici o amici, vi si trovassero davanti.

Proprio a causa di tale potenza solo il Sommo Sacerdote poteva, indossando dei paramenti sacri particolari, entrare ove era custodita durante le celebrazioni.

Tutto l'Antico Testamento è pervaso da questa percezione di paura e timore reverenziale verso l'Arca, considerata come la manifestazione vivente e terrena del Potere Divino.

Gli stessi Filistei furono consci di questo Potere quando riuscirono a prenderne possesso e a trasferirla nella città di Asdod.

La sua presenza, o forse l'incapacità di "saperla utilizzare", avevano attirato su questo popolo enormi disgrazie e desolazioni al punto tale che, dopo prostranti perdite, i Filistei avevano deciso di restituirla ai Leviti nella città di Beth-Shemesh.

L'Arca predata dai Filistei

La sua Potenza non risparmiò nemmeno lo stesso popolo ebraico, e al riguardo l'Antico Testamento ci ricorda la storia di Uzzia, che afferrò l'Arca con le mani durante il suo trasporto nella Città Santa nel tentativo di impedire che si rovesciasse a causa del dondolare del carro su cui era trasportata.

Il premuroso gesto ebbe la ripercussione che segue: "...l'ira del Signore si accese contro Uzzia, l'Altissimo lo percosse per la sua colpa ed egli morì sul posto, presso l'Arca di Dio".

Se è possibile ravvisare in questa morte una sorta di folgorazione provocata dal contatto con l'Arca è allo stesso tempo indubbio che il suo Potere sembrava non sfuggire a nessuno ed è per tale motivo che solo una cerchia strettissima di individui era chiamata alla sua cura ed al suo utilizzo.

Durante le cerimonie più importanti, sembra che il sacro cofano si "aureolasse di Luce Divina" o fosse in grado di "annientare migliaia di persone scatenando la sua Potenza".

Su come ciò potesse avvenire, scartando ovviamente l'ipotesi religiosa, ad oggi non si è riusciti a dare una spiegazione esauriente.

di Enrico Baccarini


Post Scriptum

E per concludere, solo poche parole su uno dei tre personaggi menzionati sopra che hanno potuto vedere l'Arca in Etiopia:

Giuseppe Claudio Infranca, architetto e docente di Restauro Archeologico ed Architettonico presso le Università degli Studi di Roma "La Sapienza", di Palermo, di Reggio Calabria e del Politecnico di Bari ha scritto un libro sulla sua sensazionale esperienza.

Egli, al seguito di una missione archeologica e di restauro del CNR al Parco delle Stele di Axum, è stato invitato dal Clero locale a visitare il Santuario di Santa Maria di Sion, gravemente danneggiato nella copertura dai bombardamenti della guerra civile etiope.

In quella breve visita si è introdotto furtivamente all'interno del Sancta Sanctorum, scoprendo la presenza della biblica Arca dell'Alleanza.

Rimasto esterrefatto dalla scoperta, ne ha scattato una foto rocambolesca e nel frattempo, ha cominciato a sentire strani ronzii alle orecchie. Per anni, ha preferito celare l'incredibile vicenda di cui è stato protagonista.

La foto "rubata" dell'Arca, nella cripta di S. Maria di Sion ad Axum 

Poi, un giorno, Claudio Infranca è venuto a conoscenza che due israeliani, un uomo e una donna facenti parte dei servizi speciali di Israele, erano entrati di nascosto nel medesimo luogo dove Lui aveva ammirato l'Arca del Patto ed avevano diffuso l'importante notizia al mondo.

Da quel momento, diventatogli chiaro il valore di quanto ha visto, ha iniziato a dedicarvisi con studi approfonditi per comprendere come l'Arca dell'Alleanza fosse giunta fino in Etiopia da Gerusalemme.

Dopo lunghi anni di ricerche, finalmente è riuscito a ricostruirne la storia e il lungo viaggio dall'antica Palestina alla lontana Axum, documentando il tutto nel suo interessantissimo libro: "L'Arca dell'Alleanza - Il tabernacolo di Dio - Diario di una scoperta".

http://sebirblu.blogspot.it/2014/11/clamoroso-commando-ruba-larca-sacra-in.html

La Piramide di Cholula e la Torre di Babele

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Lo studio delle piramidi, costruite nel lontano passato da molti popoli che vivevano in differenti zone della Terra, è interesante non solo dal punto di vista storico e architettonico, ma anche per comprendere le loro usanze, le loro credenze religiose e la loro visione del mondo. Le piramidi più conosciute sono certamente le egiziane, soprattutto quelle della piana di Giza. 

Nel mondo però vi furono varie le culture antiche che costruirono piramidi, per esempio le piramidi cinesi di Xian, quelle peruviane di Caral o Tucumè e quelle mesoamericane, come le Maya di Tikal, Uxmal, Palenque, o le famose piramidi del Sole e della Luna di Teotihuacan.

Stranamente la pirámide di Cholula (detta anche Tlachihualtepetl), che è la più grande del mondo, è quasi ignorata sia nei programmi televisivi dove si divulga la Storia sudamericana che nelle riviste specializzate. 

Il mistero di Cholula, la piramide più grande del mondo

La piramide, che è alta 66 metri ed ha una pianta quadrata di 400 metri, è la più voluminosa del mondo: ben 4.450.000 metri cubi. 

Per fare un paragone, la piramide di Cheope, ha un volume di “soli” 2.500.000 metri cubi. 

Il nome Cholula significa “acqua che cade nel luogo della vita”. Secondo la mitología fu costruita dal gigante Xelhua, che riuscì a salvarsi dal diluvio universale.

Ecco un brano dell’opera Cholula 2000 tradizione e cultura dello scrittore Rodolfo Herrera Charolet (1995):
Nell’epoca del diluvio vivevano sulla Terra i giganti, però molti di essi morirono sommersi dalla acque, alcuni invece furono trasformati in pesci e solo sette fratelli si salvarono in alcune grotte della montagna Tlaloc.
Il gigante Xelhua viaggiò fino al luogo che in seguito si chiamò Cholollan e con grandi mattoni fabbricati nel lontano Tlalmanalco, cominciò a costruire la pirámide in memoria della montagna dove si salvò. Siccome Tonacatecutli, il Padre degli Dei s’irritò vedendo quella immensa costruzione, che poteva arrivare alle nubi, lanciò delle lingue di fuoco e con un grande masso che aveva forma di rospo schiacciò molti lavoratori e scacciò i sopravvissuti, cosìcchè l’opera fu interrotta…

La piramide di Cholula è in realtà il risultato di 6 differenti costruzioni sovrapposte nel corso dei secoli. Secondo gli ultimi studi in situ s’iniziò a costruire nel periodo Preclassico (1800 a.C.-200 d.C), nell’epoca degli Olmechi.

Intorno al 100 d.C. la piramide di Cholula era utilizzata da genti di Teotihuacan, sia per motivi rituali che cerimoniali. 

Si stima che il complesso urbano che si era sviluppato nei dintorni della piramide assommava a quasi 100.000 abitanti intorno al 200 d.C. essendo così la seconda città del Mesoamerica dopo Teotihuacan. 

La zona fu abbandonata intorno all’800 d.C. in seguito alla decadenza di Teotihuacan. In seguito la piramide fu utilizzata da etnie Tolteche e Cicimeche. Quindi con il dominio degli Aztechi in Messico, fu dedicata al culto di Queztalcoatl. 

In seguito alla conquista spagnola del Messico, fu costruita una chiesa cattolica nella sommità della piramide (nel 1594), allo scopo di affermare la religione cristiana sui culti locali. 

Il primo archeologo che studiò a fondo la piramide fu lo svizzero Adolph Bandelier nel 1881. Rinvenne molti resti umani in alcune sepolture di stile Teotihuacano, oltre a una notevole quantità di cerámica, anch’essa attribuibile a Teotihuacan.

Nel 1931 l’architetto Ignacio Marquina diresse degli scavi con lo scopo di aprire dei tunnel al di sotto della pirámide. Nel 1951 sono stati scavati circa 6 chilometri di tunnels al di sotto della piramide, che formano un vero e proprio labirinto. 

Durante questo primo periodo di scavi furono pórtate alla luce notevoli quantità di ceramiche risalenti alle culture di Tula e Teotihuacan oltre a strumenti musicali come per esempio flauti. 

In seguito ci fu un secondo periodo di scavi dal 1966 al 1974 condotto da Miguel Messmacher, ma non si riuscì a trovare una camera funeraria principale. 

Oggi il mistero di Cholula, ovvero quali furono i reali costruttori di questa imponente struttura, resta insoluto. Successive opere di scavo sono state bloccate perché potrebbero minacciare la stabilità dell’intera piramide ma anche perché la chiesa cattolica costruita dagli spagnoli sulla sua sommità, è stata dichiarata patrimonio della nazione e pertanto è proibito intervenire sulle sue fondamenta. 

Sappiamo che nelle leggende c’è sempre un fondo di verità: forse Xelhua era una personaggio reale che, come Viracocha o Queztalcoatl era riuscito a fondare una nuova civiltà e aveva costruito la piramide come simbolo del suo potere?


Alcune considerazioni sul passo evidenziato dallo scrittore Rodolfo Herrera Charolet di cui sopra:

1) Abbiamo anche qui giganti e diluvi
2) Il racconto dell'edificazione non sembra un racconto analogo a quello della Torre di Babele, ivi compresa la rabbia degli dei nei confronti della stessa e l'esito nefasto del racconto?
3) Opere interrotte: Puma Punku, Baalbek e gli altri cantieri dello Zed?
4) I "grandi mattoni" del Tlalmanalco... che il termine Tlalmanalco fosse un altro modo per identificare Puma Punku?


Massoneria e Costituzione

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L’art.18 della Costituzione recita: «Sono proibite le associazioni segrete».

Ora: stando non solo alla Chiesa cattolica che, a partire dalla metà del Settecento sino alla Declaratio dell’ex Sant’Uffizio del 26 novembre 1983, ha lanciato in proposito centinaia di condanne; ma stando anche a una letteratura imponente e non di parte, la massoneria è il prototipo stesso della «società segreta», quella cui hanno aderito o cui si sono ispirati tutti coloro che cercavano parole e azioni occulte. 

Come può dunque avvenire che il Grande Oriente d’Italia abbia lo status di associazione, seppure «non riconosciuta» (come, del resto, partiti e sindacati), ma al contempo legittima, « non proibita» come ha ricordato, per difenderla, [l’ex] presidente Francesco Cossiga?

E’ una situazione che risale a un accordo che pochi conoscono e che fu stipulato ai tempi della Costituente. In quell’assemblea, le Logge contavano non pochi rappresentanti, la maggioranza dei quali riuniti sotto le bandiere del Partito d’Azione, dei socialisti, dei repubblicani (stando a un’interpretazione corrente, la foglia d’edera del Pri non è che la trasparente mascheratura della stella a cinque punte, l’emblema che la massoneria del post-Risorgimento volle anche sui baveri dei soldati e che, guarda caso, è rispuntata nello stemma della Repubblica).

Fu proprio un repubblicano, il deputato Ugo Della Seta, dichiaratamente massone, che si oppose alla formulazione di quell’articolo 18 nella forma che poi passò. Temendo che dichiarare «proibite» sic et simpliciter le «associazioni segrete» significasse aprire la strada dell’incostituzionalità per la massoneria, nella seduta dell’aprile 1947 l’onorevole Della Seta presentò un emendamento in base al quale l’articolo veniva così riscritto: «Sono proibite quelle associazioni che, per tenere celata la propria sede, per non compiere alcun pubblico atto che accerti della loro esistenza, per tenere nascosti i princìpi che esse professano, devono considerarsi associazioni segrete e come tali incompatibili con un regime di libertà».

Commenta uno specialista, il paolino don Rosario Esposito, insospettabile in quanto schierato per un dialogo il più aperto possibile tra cristiani e massoni, fautore anzi della «doppia appartenenza» a Chiesa e Loggia: «Della Seta proponeva intelligentemente delle esemplificazioni che avrebbero potuto indurre un osservatore superficiale a pensare che egli rendesse un servigio alla causa della libertà di associazione; in realtà, egli nominava tutte le caratteristiche delle società segrete e della massoneria in particolare, all’infuori di quella che sta maggiormente a cuore all’Ordine: il segreto sulle persone». 

Continua Esposito: «In base al testo proposto, la massoneria e qualsiasi società segreta sarebbero state definitivamente al sicuro da ogni sorpresa, poiché sarebbe bastata la comparsa in pubblico di un qualsiasi emblema, manifesto, dichiarazione, per sfuggire alla qualifica di società segreta».

Ma democristiani e comunisti (allora organizzazioni, entrambe, di espressione popolare e diffidenti verso quel «partito dei signori» che vedevano nelle Logge) votarono compatti contro lo schieramento trasversale dei «fratelli» e l’emendamento non passò. Tuttavia, il dc Umberto Tupini, a nome della Commissione costituente, assicurò i massoni che, nell’interpretazione della Costituzione, ci si sarebbe attenuti a quanto essi proponevano: dunque, l’Ordine iniziatico non sarebbe stato considerato illegale.

Ecco perché il Grande Oriente rende pubblico l’indirizzo della sua sede centrale (ma nasconde quelli di tutte le altre Logge, celate dietro dizioni come «Centro Studi» o «Istituto di ricerche»); ecco perché, almeno una volta l’anno, in genere per il 20 settembre (anniversario della breccia di Porta Pia, ndr), affigge un manifesto che firma con il suo nome; ecco perché ha depositato un suo statuto — ma non il suo programma — presso il Tribunale di Roma. Tutto questo — come da accordi sottobanco del ’47 — permette di sfuggire all’accusa di «segretezza». 

Ma segreti restano i nomi degli affiliati: ed è ciò che soprattutto conta. Rispondendo a un’ennesima interrogazione in proposito, anche ultimamente il ministro della Giustizia ha dovuto riconoscere una «difficoltà insuperabile, anche da parte del governo, davanti a entità organizzate che, formalmente non segrete, nella sostanza mantengono segreti gli elenchi degli iscritti».

Un giurista, Claudio Schwarzenberg, in un libro prefato dallo stesso Gran Maestro delle Logge, replicava ai sospetti con parole sconcertanti: «Si dice che la massoneria è segreta perché non rivela i nomi dei fratelli: ciò può essere vero per i viventi (a meno che non intervenga richiesta dell’autorità giudiziaria), ma per i defunti, specie se illustri, è lo stesso Grande Oriente che pubblica le loro biografie… ». 

I morti, dunque, ma non i vivi! Inoltre, non risponde sempre a verità che gli elenchi siano esibiti a richiesta della magistratura. Per avere quelli della P2 (Loggia coperta, ma, checché si sia tentato di dire, per niente creazione abusiva di Licio Gelli bensì organo regolare del Grande Oriente sin dalla fine dell’Ottocento: e le tessere erano, tutte e sempre, firmate dal Gran Maestro) occorse un blitz militare in una villa di Arezzo.

Così, resta d’attualità la constatazione di Benjamin Disraeli, il figlio di ebrei ferraresi divenuto primo ministro inglese dal 1874 al 1880: «Il mondo è governato da persone ben diverse da quelle immaginate da chi non conosce i retroscena».

La Bevanda di Enki

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La nascita della birra avviene presumibilmente circa quattromila anni prima di Cristo, in quel lembo di terra detto Mezzaluna Fertile che corrisponde alla Mesopotamia, ma che arriva fino alle sponde del Mediterraneo, dove l'uomo, grazie al clima e appunto alla fertilità della terra, da nomade e cacciatore diventa stanziale e coltivatore e grazie ai cereali prima raccolti e poi coltivati nasce la birra denominata sikaru, ossia pane liquido. 

La prima testimonianza scritta la troviamo nel "Monumento Blu", una tavoletta di argilla a caratteri cuneiformi di epoca predinastica sumerica, datata 3700 a.C. nella quale si menzionano doni a una dea, Ninkasi, consistenti in "miele, capretti e birra".

Passano duemila anni e nel Codice di Hammurabi, che è la più grande raccolta di leggi dell'antichità, si trovano norme che regolamentano la produzione e la vendita della birra e, addirittura, sanzioni che prevedono la condanna a morte con il taglio della testa alla donna sorpresa ad annacquare la birra, perché la produzione era allora compito delle donne.

Dopo la caduta dell'impero sumero nel 2000 A.C. la Mesopotamia divenne terra dei Babilonesi, che assorbirono la cultura e l'arte di produrre birra; le testimonianze ci dicono che questa popolazione ne produceva ben 20 varietà. Di cui 8 di puro frumento, 8 di puro orzo e 4 derivate da una mistura di vari cereali. A quel tempo la birra era torbida e non filtrata, perciò la birra veniva bevuta con la cannuccia, per evitare che i residui molto amari si depositassero sulle labbra. La birra fu persino esportata in Egitto, ad oltre 1000 km di distanza, e tale fu la sua importanza nella società babilonese che il re Hmmurabi inserì una legge nel suo famoso codice che stabiliva la quota massima di birra concessa giornalmente agli abitanti, che variava, a seconda della classe sociale, dai 2 ai 5 litri.


Si pensa che in Mesopotamia la traccia più antica di birra sia una tavoletta sumera di 6.000 anni fa che ritrae persone intente a bere una bevanda con cannucce di paglia da un recipiente comune. Una poesia sumera risalente a 3900 anni fa che onora Ninkasi, la divinità patrona della produzione della birra, contiene la più antica ricetta esistente di birra, descrivendo la produzione di birra a partire dall'orzo per mezzo del pane.

« Ninkasi, tu sei colei che cuoce il bappir nel grande forno,
Che mette in ordine le pile di cereali sbucciati,
Tu sei colei che bagna il malto posto sul terreno...
Tu sei colei che tiene con le due mani il grande dolce mosto di malto...
Ninkasi, tu sei colei che versa la birra filtrata del tino di raccolta,
È [come] l'avanzata impetuosa del Tigri e dell'Eufrate »
(Inno a Ninkasi)


La birra viene citata inoltre nell'Epopea di Gilgamesh, in cui viene servita da bere della birra al selvaggio Enkidu.

La birra divenne fondamentale per tutte le civiltà classiche dell'antico occidente che coltivavano cereali, compreso l'Egitto — a tal punto che nel 1868 James Death ha proposto la teoria nel suo libro The Beer of the Bible secondo cui la manna dal cielo che Dio ha dato agli Ebrei era una birra a base di pane, simile al porridge, chiamata wusa. 

L'antropologo moderno Alan Eames sostiene che la "birra è stata la forza trainante che ha spinto gruppi nomadi ad una vita sedentaria...È stato questo forte desiderio di avere materiale per produrre birra che ha portato alla coltivazione, ad insediamenti permanenti e all'agricoltura".

Nella storia la birra divenne anche merce di scambio; veniva infatti barattata con orzo ed altri cereali. Tuttavia non poteva essere venduta; si narra che Hammurabi condannò all'annegamento una donna per aver venduto la propria birra in cambio d'argento. La pena dell'annegamento era destinata anche a chi servisse della birra non buona.


La Mesopotamia per esempio è stata la terra che per prima ha visto sorgere la professione del birraio, cosa che in altre società meno organizzate sarebbe stata impossibile. Il prodotto delle sue fatiche rappresentava una quota della retribuzione dei lavoratori, che dunque veniva corrisposta in birra. Ma, si badi bene, non un birra, ma svariate tipologie, poiché già in quel periodo si distinguevano birre scure, chiare, rosse, forti, dolci e aromatiche. Inoltre si usavano nomi diversi per indicare birre prodotte con cereali differenti: le sikaru erano d'orzo, le Kurunnu di spelta.

Pare che fossero addirittura venti le qualità di birra disponibili sul mercato di Babilonia, la più ricca città dell'antica Mesopotamia, anche se quelle più diffuse erano quattro: bi-se-bar, una comune birra d'orzo, bi-gig, una birra scura normale, bi-gig-dug-ga, una birra scura di elevata qualità, e bi-kal, il prodotto migliore. La birra aveva anche un significato religioso e rituale, infatti veniva bevuta durante i funerali per celebrare le virtù del defunto e veniva offerta alla divinità per garantire un tranquillo riposo al trapassato.

Si dice che la dea della vita Ishtar, divinità di primissimo piano nel pantheon assiro-babilonese, traesse la sua potenza dalla birra, che nemmeno il dio del fuoco Nusku poteva estinguere, una bevanda nazionale, molto simile alla nostra birra, che veniva chiamata "se-bar-bi-sag", letteralmente "bevanda che fa veder chiaro".


I "Codici hammurabici" illustrano puntigliosamente come deve essere preparato il "vino di datteri" e la se-bar-bi-sag. E' sorprendente notare come tale procedimento, siano ancora oggi valido nella sua essenzialità: maltizzazione, macinatura, lievitazione, cottura, filtraggio, aromatizzazione.La fabbricazione era estremamente semplice ed efficace. 

Selezionavano dal raccolto annuale il migliore orzo, che veniva posto ad inumidire sino a quando principiava la germinazione, quindi veniva messo ad asciugare al sole e quando era ben secco, si macinava e si impastava con acqua formando dei pani. Quando questi erano spontaneamente lievitati, si ponevano a cuocere a forno molto caldo, in modo che si formasse rapidamente la crosta, mentre all'interno la pasta doveva rimanere molliccia. Per ottenere la birra, questi pani venivano frantumati e posti a cuocere con abbondante acqua in grandi recipienti di terracotta, quindi, al liquido filtrato, si aggiungevano erbe aromatiche, come la salvia ed il rosmarino. 

Tutto ciò avveniva sotto lo stretto controllo dello Stato, l'unico e solo ad avere diritto a tali produzioni, e la lavorazione ufficiale veniva fatta nei locali delle cantine reali, dai prestigiosi "gal-bi-sag", i Mastribirrai dell'epoca, utilizzando apposite giare e vasi sui quali spiccavano, oltre ai simboli dell'orzo e della birra, i sigilli reali. 

Largamente diffuse erano le produzioni contadine e familiari, anche queste sotto l'attento controllo dello Stato che imponeva tasse e balzelli con specifiche concessioni di produzione.Nulla di nuovo sotto il sole!

Ingegnosa, e, a dir poco, curiosa, la conservazione del frumento nelle anfore granarie. Prima di sigillarle ermeticamente con cera d'ape, ponevano all'interno alcune piccole tartarughe le quali, respirando, consumavano tutto l'ossigeno, assicurando così la migliore conservazione. Insomma, primordiale ma efficace sottovuoto! 

In tempi recenti, sono state ritrovate alcune di questi recipienti sottovuoto alla tartaruga e le granaglie si presentavano ancora in un accettabile stato di conservazione. Il più noto ed autorevole bevitore di birra del mondo antico, fu il mitico eroe babilonese Enkidu, così come viene narrato nella epopea di Gilgamesch.

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