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Lo "Yellow Book"

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Fra le molte affascinanti, ancorché non verificate, dicerie serpeggianti nel variopinto mondo dell’ufologia, un posto d’onore spetta allo “Yellow Book”, il Libro Giallo.

Documentario ufologico: the yellow book

Il Libro Giallo è strettamente legato alle EBE (entità biologiche extraterrestri), anzi sembra sia stato “scritto” da una di esse. Ma è opportuno fare un riepilogo. Le notizie sul “Libro Giallo” furono diffuse da due agenti dell’AFOSI (Ufficio Investigazioni Speciali dell’Aeronautica USA), Richard Doty e Robert Collins. I due apparvero, debitamente camuffati, nella famosa trasmissione “UFO: Cover up? Live”, andata in onda alla fine degli anni ‘80 (e in Italia proposta ai primi anni Novanta dal giornalista Maurizio Baiata sotto forma televisiva, per il programma “Mixer” di Giovanni Minoli e sotto forma di video inchiesta nella serie della Columbia Tristr, intitolata “UFO: Segreto di Stato”.

Il conduttore americano li presentò come “scienziati del governo” che, essendo al corrente di progetti top secret relativi ad UFO ed alieni, avevano deciso di rivelare quello che sapevano sull’argomento. Immediatamente vi fu una profonda frattura tra coloro che ritenevano il programma (trasmesso in diretta anche in Russia!) un inizio di apertura dei governi sul tema UFO e Alieni e quelli che, al contrario, lo bollavano come una colossale e premeditata operazione di disinformazione. Bisogna però precisare che Richard Doty aveva già in precedenza contattato gli ufologi William Moore, Linda Howe e John Lear, mostrando loro documenti “ufficiali” top secret in suo possesso (forse a fini disinformativi).

(Dallo scenario in cui operavano queste “gole profonde” è emersa la sconcertante evidenza del gruppo segreto denominato “The Aviary” (La Voliera) di cui, appunto, avrebbero fatto parte Falcon e Condor, N.d.R.). Doty fu una delle fonti “accreditate” di Moore quando questi diede alle stampe con Charles Berlitz “The Roswell Incident” nel 1982. Una piccola curiosità: il libro di Moore veniva venduto in America unitamente ad una videocassetta contenente interviste a Doty e Collins, che, per l’occasione, scelsero rispettivamente i nomi in codice di Falcon e Condor (pseudonimi che vennero poi ripresi nella suddetta trasmissione).

Fu in una di queste interviste che i due cominciarono a parlare di dischi precipitati, alieni e retroingegneria, condendo però il tutto con dettagli che ai più parvero alquanto risibili (le EBE prediligono la musica antica tibetana e il gelato alla fragola!).

Fra le informazioni fornite da Doty e Collins , un punto di rilevo riguardava lo “Yellow Book”. Il libro, denominato anche la “Bibbia” nell’ambiente del Majestic 12, sarebbe stato “scritto” nel 1972/73 da EBE-2 (sigla in codice di una delle tre EBE che a dire di Doty fungevano da ambasciatori degli alieni presso gli Stati Uniti). Esisterebbero tre copie del libro, delle quali una in possesso di EBE-2.

Le altre due copie sarebbero custodite dal governo USA in un’istallazione sotterranea segreta nei pressi di Mall, Washington D.C Il Libro Giallo sarebbe una sorta di compact disk olografico che può proiettare immagini delle informazioni in esso contenute (da notare che il controverso fisico Bob Lazar afferma di aver visto qualcosa di simile quando era in servizio presso l’Area S4, il settore di Groom Lake ove si svolgevano esperimenti di retroingegneria su scafi alieni). Il Libro Giallo, una sorta di promemoria alieno, oltre a riferimenti ad eventi biblici e all’immagine olografica della crocifissione di Cristo, conterrebbe le seguenti informazioni:

1.1. La storia delle visite degli alieni alla Terra negli ultimi 12.000 anni. Edificazioni delle piramidi d’Egitto e di come esse rispecchiano la cintura di Orione come appariva alla Terra nel 10.400 a.C. e nel 2450 a.C. La vera età della sfinge (12.000 anni)

2.2. interventi di ingegneria genetica condotti dagli alieni sui primi ominidi

3.3. La Terra è fa parte di cinque rotte commerciali. Cinque o più gruppi di alieni visitano la Terra.

4.4. Un osservatore fu lasciato sulla Terra 2.000 anni fa. Gli alieni hanno immagini olografiche della morte di Cristo e di altri eventi biblici.

5.5. La storia sociale e le credenze religiose degli alieni. Essi credono in un Dio ma non accettano il dogma cristiano della Trinità.

6.6. riferimenti all’anno 1997 come un periodo di rivelazioni e forse rivoluzioni sociali e tumulti. E all’anno 1998 per il caos geologico.

Di solito, questo tipo di informazioni finisce relegato dagli studiosi più “seri” nel cosiddetto “folklore ufologico” ovvero nel limbo delle notizie assurde e non confermabili. Ma viene da chiedersi: perché tutte queste notizie sono fuoriuscite dai primi anni Ottanta? Le varie fonti si sono influenzate a vicenda o vi era (e vi è ancora) una più ampia regia?

Nel diritto penale quando si cerca di individuare l’autore di un delitto la prima domanda che ci si pone è “cui prodest?”, ovvero, a chi giova? Coloro che hanno diffuso queste notizie non hanno certo avuto vita facile: Paul Bennewitz è stato ricoverato in manicomio e sottoposto ad elettroshock. Bill Cooper è morto in uno scontro a fuoco con la polizia dopo essere stato oggetto di diversi attentati.

Bob Lazar è stato processato per motivi futili dopo essere stato oggetto di minacce e attentati. E, dulcis in fundo, Richard Doty è stato espulso dall’esercito dopo essere stato adibito a compiti umilianti (il suo ultimo incarico nell’Air Force è stato quello di responsabile della mensa!). Se tutti costoro hanno svolto per conto del governo compiti di disinformazione, non si può certo dire che siano stati adeguatamente ricompensati!


La Trappola di Tsipras

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Mentre il ministro dell’economia Yanis Varoufakis era a Bruxelles e accettava praticamente tutte le condizioni proposte/imposte dalla Troika senza battagliare più di tanto, Alexis Tsipras incaricava una Task force di esperti internazionali per definire nei dettagli la prossima uscita della Grecia dall’euro.

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Premesso che la frettolosa “ritirata” dei giorni scorsi sui tavoli europei è da interpretare funzionale alla tempistica per la messa a punto di un effettivo Piano B nei minimi particolari, il neo Premier ellenico è ben conscio che la situazione economica greca non è più recuperabile sotto la totale tutela europea e che le promesse elettorali possono essere rispettate alla sola e imprescindibile condizione di ritorno alla piena Sovranità.

Pertanto ha predisposto, alla stregua dei piani militari per la sicurezza e salvaguardia nazionale, la via di fuga dal cappio dell’euro e dal vero e proprio commissariamento che la Troika sta esercitando da tempo nei confronti del suo paese.  

Nella Task force, per redigere nei dettagli il passaggio alla nuova dracma, sono stati chiamati non solo personaggi greci dell’economia e della finanza, ma anche di altri paesi europei ed extraeuropei che con le loro specifiche competenze possono concorrere a predisporre dei “protocolli operativi” da attivare immediatamente e contestualmente nel caso il governo decida improvvisamente di uscire dall’unione monetaria europea.

Il piano a cui lavorano gli esperti ha l’obiettivo, oltre a considerare gli aspetti prettamente tecnici e pratici correlati al ritorno alla valuta nazionale, di prevedere anche gli interventi da adottare nei confronti del sistema bancario, finanziario e assicurativo nonché di supporto alle imprese e alle famiglie da parte della Banca Centrale ellenica nel pieno delle sue ritrovate funzioni.

Si tratterebbe di indicare “cosa e come” il governo dovrebbe materialmente prevedere con decreti urgenti allo scattare dell’ora X decisa per l’uscita, al fine di rendere l’operazione meno traumatica possibile ed esporre la popolazione e l’economia greca ai minori disagi possibili.

Praticamente le intenzioni del leader di Syriza sono quelle di prepararsi al D-day al meglio visto che ormai gli spazi di manovra con la UE si sono notevolmente ridotti e deteriorati.

Compito richiesto agli esperti incaricati già al lavoro, che fra l’altro hanno accettato di svolgere il mandato a titolo gratuito, è valutare anche se l’uscita sia da limitare dalla sola moneta comune o contestualmente anche dalla stessa UE.

La Task-force di Tsipras ha il compito di agire su diversi campi d’intervento oltre a quelli prettamente tecnici, come ad esempio sulle implicazioni e conseguenze di diritto internazionale che inevitabilmente si manifesterebbero dall’abbandono dall’euro, ad iniziare dai contenziosi che si aprirebbero sui precedenti accordi di salvataggio e che hanno coinvolto i titoli pubblici greci e finanziamenti ottenuti dal Fondo Monetario Internazionale, dalla BCE e dagli stessi governi europei.

Quindi un gruppo di lavoro a 360 gradi che come limite avrebbe solo tempo limitato: fra meno di quattro mesi scadono le “concessioni” elargite dalle Istituzioni europee (alias Troika) e il governo greco è consapevole che la situazione economica e sociale sarà ulteriormente deteriorata e l’opzione più realistica, per tentare di risalire la china dal precipizio senza fine in cui versa il paese, è quella di uscire dall’euro per potersi riappropriare di tutti gli strumenti a disposizione della politica economica ormai espropriati dai vincoli esterni dei Trattati.

Gli esperti giuristi inoltre hanno sul tavolo la questione degli indennizzi che la Grecia intende reclamare a soggetti esteri per i danni subiti in passato e le eventuali azioni da intraprendere in sede giudiziaria internazionale, ivi compreso il riconoscimento dei danni dalle Istituzioni Europee per aver preteso e imposto politiche economiche, azioni e comportamenti errati che hanno accelerato il disastro economico del paese.  

L’unico aspetto nella definizione del Piano B greco che si è riservato lo stesso neo Premier per se e per il suo gabinetto, è quello di predisporre accordi con paesi che possano garantirgli “protezione” finanziaria ed energetica nel delicato passaggio alla nuova dracma e che attenui le sicure “ritorsioni” da parte dell’UE.

Come dire mi metto al riparo sotto l’ombrello americano, russo o di altra forte nazione e poi vediamo se qualcuno in Europa ha ancora la voglia di comandare in casa mia.

La decisione di Tsipras di ricorrere a una Task force di tecnici è corretta e opportuna perché un Capo di Governo a cui sta veramente a cuore il destino del proprio paese, deve prevedere tutte le opzioni possibili, anche estreme, pur di garantire un futuro migliore e dignitoso al suo popolo.

(articolo di Antonio M. Rinaldi)

I Geoglifi del Sinai - Terza Parte

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Concludiamo oggi il trittico di articoli scritti da "Alessio" tratti dal seguente sito
 
 
Osservando con attenzione alcuni geoglifi, specie quelli di forma rettangolare o quadrata che sembrerebbero “irradiare” una qualche energia, viene il sospetto che in realtà possano essere stati alterati per cancellare alcuni particolari e quello che è stato interpretato come la simbolizzazione di un’energia radiante, essere i segni lasciati dalle benne di ruspe e bulldozer; questa ipotesi non è del tutto da scartare, sopratutto in funzione del principio, per molti versi paranoico, che ciò che è ignoto o incomprensibile, è potenzialmente pericoloso o potrebbe rappresentate un pericolo.

Questo assunto, per quanto lo si possa deprecare non è del tutto illogico, con questo non voglio schierarmi con chi, per un motivo o per l’altro possa aver “alterato” un qualcosa che potrebbe rivelarsi un tassello importante della storia dell’umanità, ma inevitabilmente, di fronte ad un fenomeno di una cosi vasta portata ed estensione di cui si ignora, presumibilmente, quasi tutto, un atteggiamento più che cauto è d’obbligo; cosi come per la fenomenologia UFO, per gestire il fenomeno sono subentrate strutture ed organismi militari, è probabile che anche per i geoglifi si sia verificato qualcosa di analogo, anche in funzione di quanto detto nei precedenti articoli, visto lo stretto legame che intercorre tra i geoglifi e le stelle o più in generale una conoscenza più ampia se non più avanzata rispetto l’attuale, che quindi, se acquisita, essere un vantaggio strategico.

Tornando a quanto accennato circa la base aerea di Bir Gifgafa, ed in relazione a quanto appena detto, l’ipotesi che l’aeroporto abbia connotazioni militari è altamente probabile; tralasciando il particolare che nell’area prospiciente l’aeroporto ed al suo stesso interno, è costellato dalla presenza di geoglifi che si mischiano ai segni di sbancamento per la costruzione dell’aerodromo, in direzione Nrd-ovest, a circa due chilometri dalla fine della pista, si vede chiaramente se pure parzialmente coperta dalla sabbia, quella che potrebbe passare per un geoglifo ma in realtà e senza alcun dubbio è una antenna decametrica stile “Marconi”, immaginando che in zona vi fosse un entusiasta radioamatore, un sistema d’antenna di quelle dimensioni, (± 2 chilometri quadrati) sarebbe decisamente sovradimensionata ed in ogni caso un impianto del genere creerebbe qualche problema agli impianti aeroportuali anche se operasse su una banda di frequenza differente, quindi a rigore di logica, il sistema d’antenna è relativo alle installazioni aeroportuali, rimarcandone le specificità militari.
 
Ricostruzione schematica di gran parte dei geoglifi

Torniamo ai geoglifi, il simbolo qui a fianco è la ricostruzione schematizzata della forma di uno dei geoglifi prospicenti l’aeroporto, utilizzando l’interpretazione “elettronica” dei geoglifi, potrebbe essere associato al simbolo di un circuito FET, diversamente dal simbolo illustrato nella prima parte, relativo al geoglifo del “transistore”, questo sembrerebbe avere una maggiore affinità, con il simbolo del transistore ad effetto di campo; (interpretazione allegorica) sinteticamente, questa tipologia di transistori, permette di regolare la conducibilità del componente, di conseguenza gestire la corrente che gli scorre dentro, in parole ancora più semplici, è l’equivalente idraulico di una saracinesca che permette di regolare il flusso del liquido e di conseguenza anche la pressione in uscita.

Considerando che questa tipologia di geoglifi occupa una area di circa 146 chilometri quadrati, si evince che debbano rivestire un’importanza particolare; vanno fatte delle premesse di carattere generale poiché attorno a diversi geoglifi, si osserva una attività piuttosto intensa ed in alcuni casi la presenza di infrastrutture che si conciliano poco con quello che è lo “stile” rupestre degli artefatti.
 
Questo tipo di geoglifi si concentra essenzialmente nell’area Ovest e Nord-ovest dell’aeroporto, quello che salta all’occhio è che l’antenna si trova decisamente più prossima ai geoglifi e mi chiedo se sarebbe un azzardo ritenere che forse l’antenna possa avere una relazione ed una attinenza più stratta con i geoglifi che non con con l’aeroporto?

Utilizzando la chiave di lettura “elettronica” dei manufatti e che questi siano una versione gigantesca di transistor FET l’ipotesi che l’insieme dei geoglifi sia un megalitico circuito elettronico, sembrerebbe non essere del tutto campata in aria e la presenza “militare” se pure presunta, denoterebbe che questa sia qualcosa di concreto e tangibile; in considerazione della dimensione dell’antenna, ipotizzando la gamma di frequenze, potremmo dire che queste rientrerebbero nelle bande LF, VLF, ELF, ossia frequenze particolarmente basse al limite estremo dello spettro.

Proseguendo sul sentiero delle ipotesi, l’intero “acrocco” potrebbe risultare essere qualcosa con cui gestire o sfruttare quelle determinate frequenze, quindi la presenza dei militari o comunque una “gestione” dell’intero affaire sarebbe mirata ed in funzione dell’acquisizione della specifica tecnologia, viene da domandarsi però come sia possibile conciliare o più precisamente interfacciare l’elettronica tradizionale con quella di natura geologica?

Quella che potrebbe essere vista come una conferma che l’antenna sia un elemento integrante dei geoglifi è anche il fatto che questo tipo di antenna, sembri essere l’evoluzione o la versione più avanzata di quella osservata in precedenza disposta a dipolo, oltretutto anche per questa, con le lunghezze ci siamo e quindi sarebbe un dipolo o antenna filare, a ½ o ¼ d’onda “caricata”.

In considerazione delle particolari ed intense attività che sembrano svolgersi nei pressi dei geoglifi, si potrebbe supporre che il marchingegno geoglifico sia perfettamente funzionante e questa, sarebbe una cosa che surclassa la più ardita e futurista immaginazione fantascientifica, comunque la conferma della natura “elettronica” è l’ulteriore presenza di quei geoglifi mostrati nel primo di questi articoli che sono sparsi qua e la tra i geoglifi giganteschi e sembrano essere elementi integranti di quello che risulterebbe essere uno schema, oltremodo confermato dai strani tratteggi che uniscono i geoglifi più grandi.

Da quello che si può osservare le attività, qualunque esse siano non si fermano alla superficie, ma proseguirebbero anche nel sottosuolo; come accennato all’inizio in prossimità di molti geoglifi ci sono strutture nuove che con lo “stile” rupestre dei manufatti hanno ben poca attinenza, sorge ora l’idea che i geoglifi possano essere qualcosa di analogo ai segna posto presenti sui più comuni e consueti circuiti stampati e quindi per questioni di carattere pratico, il “vero componente” si troverebbe nel sottosuolo al riparo delle intemperie e da quant’altro ne potesse cagionare un danneggiamento.
 
Dall'immagine si osserva chiaramente una attività piuttosto intensa intorno a molti di questi geoglifi, evidenza che l'interesse sia piuttosto alto.

Considerando quanto si osserva dall’ingrandimento dell’area, sembrerebbe che quanto ipotizzato risponda a vero, tant’è che si distingue nettamente una rampa che da sull’ingresso di una galleria e sulla rampa due automezzi in entrata o in uscita, comunque questo tipo di strutture si possono rinvenire anche nei pressi dia latri geoglifi; il tutto comincia ad ad avere un senso, sarebbe stato irrazionale e al di fuori di ogni logica immaginare che dei segni sul terreno o scavati nella roccia per quanto complessi possano essere possano avere avuto proprietà magiche, quindi questo sarebbe la riprova che i veri componenti si troverebbero al di sotto dei geoglifi o quantomeno per quelli più grandi semi sotterrati e che in sostanza i geoglifi siano delle “etichette”.

Sintetizzando ulteriormente, i geoglifi, le linee, i disegni strani che si incrociano e sovrappongono acquisiscono un senso compiuto e razionale, che non si può che definire come un banale circuito stampato; anche quelle che sembrano essere delle “cancellature” acquisterebbero una ragione, e cioè quella di nascondere ad altri parte dello schema “elettrico” rendendo ancor più incomprensibile l’insieme del quadro complessivo.
 
Come si osserva dall'immagine e dall'ingrandimento di una porzione di essa, si vede la presenza di una rampa, di alcuni mezzi e di un ingresso in una galleria, evidenza che la ricerca attorno ai geoglifi si estende anche nel sottosuolo.

Tutto questo ci riporta ad un passato assai remoto, alle mitologiche civiltà atlantidea, a quella muea e forse queste rappresentavano la fase di declino di una precedente e più avanzata civiltà che le ha precedute, di cui resta traccia solo nelle leggende e in quelle strane e molte volte incomprensibili trace che sono i resti di strutture megalitiche, le piramidi, i geoglifi, le reminiscenze dei petroglifi e nei graffiti, in cui sono rappresentate figure e scene di un mondo che con il contesto storico hanno ben poco a spartire, con oggetti che sono fuori tempo, con le conoscenze che per quanto ne sappiamo sono retaggio della società umana “moderna” come la matematica, la trigonometria, l’aerodinamica e quindi del volo, le conoscenze astronomiche che solo da pochi decenni e con l’avvento di telescopi spaziali primo fra tutti Hubble e a seguire, gli altri che sondano lo spazio nelle varie frequenze di spettro, abbiamo acquisito e per altro ancora in fase di “decodificazione”, la conoscenza approfondita della fenomenologia energetica in forme a noi, praticamente ignote.

In sintesi tutto questo ci mostra e ci da la dimensione della grandezza dell’egocentrismo e della presunzione dell’attuale umanità.

Civiltà aliene? Civiltà evolutesi da altre specie vissute sulla terra oppure entrambe le cose?

Quello che è evidente che l’umanità attuale sembra essere estromessa da quello che si potrebbe definire “paradiso” e rileggendo in una ottica occultista o se si vuole trascendentale e simbolica, la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre ne sarebbe la conferma.

L’evidenza che tutto questo sarebbe riferito a tempi remoti e ben lontani dalla “tempistica” assunta dalla scienza e da presupposti religiosi potrebbe essere questo ulteriore geoglifo, tra l’altro a “colori” i cui si osserva un planisfero che rispetto l’attuale, ha delle differenze sostanziali anche rispetto la teoria delle placche tettoniche e la deriva dei continenti, una disposizione o assetto opposto rispetto l’assetto attuale della Terra, poiché è ruotata quasi di 180°; di fatto sulla mappa di Google Earth il geoglifo è a rovescio, inoltre da quel poco, ma sufficientemente distinguibile, si riconosce quello che potrebbe essere il continente sudamericano con una serie di isole sui due fronti continentali, mentre nel secondo planisfero si osserva una conformazione delle terre che ricorda la Pangea.
 
Questo particolare geoglifo rappresenta due planisferi e da quanto sarebbe raffigurato si riferirebbe ad un periodo storico assai lontano nel tempo in cui l'assetto terrestre era in pratica opposto a quello attuale, si possono notare anche delle isole a destra e a sinistra del continente sudamericano e potrebbero essere le famose isole di Atlantide e Mu. L'altro emisfero mostrerebbe una conformazione delle terre emerse che assomiglia alla Pangea, quindi in un periodo assai più remoto; i due petroglifi hanno la particolarità di essere colorati ed entrambi hanno un diametro di 15 metri; è possibile che nell'area circostante sotto le sabbia si celino altri planisferi che raccontino l'evoluzione della deriva dei continenti.

Come detto anche questo reperto indica una conoscenza che per quanto riguarda la civiltà occidentale, si è acquisita solo alla fine del 1400 con l’assunzione che la terra fosse una sfera e non piatta, una conoscenza antica, più antica di quanto sia dato immaginare; comunque la cosa assolutamente insolita è che questo planisfero è in mezzo al deserto e fa pandant con quello del sistema solare e della sua ipotetica evoluzione e ciò starebbe ad indicare ulteriormente, che si i geoglifi sono una forma di comunicazione, ma che il senso ed il significato sono ben diversi dagli assunti dei paleontologi, glottologi e archeologi, e che molto probabilmente la loro funzione era quella di tramandare ad altri la conoscenza della realtà e dei diversi aspetti salienti di essa.
 
Fonte immagine: http://www.lauraproperzi.it/Italia.htm
Fonte immagine: http://www.lauraproperzi.it/Italia.htm

Chiudendo questo “trittico” di interventi, dal quadro che ne emerge, se pure basato su presupposti ipotetici e teorici sul significato dei geoglifi della penisola del Sinai, si evincerebbe che qualcuno sa che la forma energetica alternativa o una delle tante energie alternative, è una realtà e ne detiene se pure a livello rudimentale le basi ed i principi di “funzionamento”, come detto, non tutti i geoglifi hanno la stessa valenza tecnologica, ma sotto l’aspetto cognitivo, rappresentano un vantaggio, un vantaggio, e qui però non vorrei fare della fantapolitica, che sicuramente potrebbe esseste il motivo occulto, il motivo reale per intraprendere un conflitto, il motivo sostanziale del perché la regione del medio oriente deve restare un’area a “stabilità variabile”.

Un’ultima indicazione, nella regione desertica a sud della piana di Giza è possibile osservare geoglifi analoghi e molto simili a quelli presentati nel primo di questi interventi e sembrerebbero essere una forma più evoluta e sintetica, la cosa che comunque è comune alle diverse aree, sono i segni, come detto precedentemente, delle ruspe che ne hanno cancellato una parte; sono più che convinto che geoglifi analoghi siano sparsi in molte altre aree del mondo e se pure in forma e strutture differenti, raccontano la stessa medesima storia.

Il controllo dell’energia è e resta il controllo del mondo aldilà delle divisioni ideologiche, politiche o finanziarie.
 

Un viaggio nella genetica degli "Antichi Dei"

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Un nuovo studio genetico molto dettagliato, compiuto da scienziati basati in India e negli Stati Uniti, ha rivelato che la popolazione dell'India è il risultato di due componenti principali, una meridionale più antica (di 65000 anni fa) e una settentrionale apparsa nel subcontinente 45000 anni fa. 

Questa componente settentrionale è affine alle popolazioni centrasiatiche, mediorientali ed europee, mentre quella meridionale si rivela molto isolata, anche se nel corso dei millenni si è ampiamente mescolata con quella settentrionale, dando origine agli Indiani attuali.

La presunta invasione aria del II millennio a.C. risulta eclissata da questi dati, e l'origine delle caste è individuata in usanze endogamiche emerse dalle tribù locali, e non da invasioni esterne.

Qui si possono leggere due presentazioni divulgative:



Questa è la pagina dell'articolo con l'abstract:


E qui si possono trovare numerose informazioni integrative liberamente disponibili:




Un altro studio interessante e recente è quello di Underhill &c, specificamente incentrato sulla vexata quaestio dell'aplogruppo R1a, associato agli Indoeuropei. 

La scoperta più significativa è che gran parte degli R1a europei appartengono a una ramificazione (denominata R1a1a7) che risulta limitata all'Europa (inclusi Caucaso e Turchia, vedi mappa in alto a destra), negando quindi un'invasione di questo ramo europeo in India.

Non solo, come mostra una tabella dell'articolo, l'origine dell'aplogruppo R1a1a risulta nell'attuale India occidentale, 15800 anni fa, seguita dal Pakistan (15000 anni fa) e dal Nepal (14200 anni fa). In Caucaso risalirebbe a 12200 anni fa, in Polonia a 11300 anni fa, in Italia a solo 5900 anni fa. 

Queste datazioni non vanno naturalmente prese alla lettera, calcolano convenzionalmente generazioni di 25 anni, e si basano su metodi non del tutto universalmente accettati, però possono darci interessanti indicazioni sui movimenti di questo lignaggio genetico maschile, che sembrerebbe ben anteriore al supposto periodo di diffusione delle lingue indoeuropee. 

Non corrisponderebbe né alle teorie di Alinei e Costa (che suppongono i parlanti indoeuropeo come i primi abitanti dell'Europa), né a quelle di Renfrew (che suppone l'origine dell'indoeuropeo nella rivoluzione neolitica anatolica), né a quelle della Gimbutas sull'invasione indoeuropea dall'Ucraina dei Kurgan. 

Quest'ultima tesi però, piuttosto accreditata tra gli indoeuropeisti, potrebbe avere qualche validità relativamente all'Europa, visto che l'R1a1a si è diffuso a partire dall'Europa orientale, anche se stranamente nell'Ucraina dei Kurgan l'R1a1a, secondo lo studio di Underhill, risale a soli 7400 anni fa, ben più tardi della Polonia, tuttavia certamente prima dell'inizio delle culture Kurgan datate a partire dal 4500 a.C.


E' interessante quello che osserva lo stesso studio a proposito del sottogruppo R1a1a7:

"Its highest frequencies are in Central and Southern Poland, particularly near the river valleys flowing northwards to the Baltic sea. The authors estimated an age which associates this sub-clade with the Corded Ware Culture." 


Sembrerebbe quindi probabile un'associazione della cultura della ceramica a cordicella (Corded Ware Culture), che si diffuse a partire dal 3200 a.C. nell'Europa centro-orientale, e fiorì nell'età del bronzo, introducendo i metalli nell'Europa settentrionale. Nel XIX secolo, vi fu addirittura chi la identificò come la culla del protoindoeuropeo, ma oggi si suppone piuttosto che sia all'origine delle lingue balto-slave, germaniche, celtiche e italiche.


In conclusione, se vogliamo trovare un nesso tra genetica e lingue, potremmo ipotizzare che il protoindoeuropeo si sia formato nell'Asia meridionale occidentale in popolazioni R1a1a, che si sono poi espanse sia nell'India settentrionale sia nell'Asia centrale e nell'Europa orientale, creando un'area protoindoeuropea (la 'Aryan belt' di Sethna, tra Ucraina e India settentrionale) forse soprattutto in epoca neolitica. La trasmissione di termini relativi ai metalli, ai carri, ecc., potrebbe essere avvenuta anche successivamente nella stessa area.

Nel post sugli Etruschi, avevo accennato alla presenza di Indoarii in Anatolia e nel Vicino Oriente.


Questa presenza inaspettata è emersa grazie alla scoperta del trattato tra Matiwaza di Mitanni e il re ittita Suppiliuluma, che presentava chiaramente le divinità vediche Mitra, Varuṇa, Indra e i Nāsatya, e dei nomi indoarii dei regnanti di Mitanni, come il fondatore Kirta, che richiama il sanscrito kīrti- 'gloria', oppure Artadāma (scr. ṛtadhāman- 'che dimora nell'ordine cosmico'), o Tu(i)shra(t)ta (scr. *tviṣratha-, tveṣaratha- 'che ha carri impetuosi o splendenti').

Il regno di Mitanni si estese sull'Alta Mesopotamia fino alla costa mediterranea, come mostra la cartina, ed era abitato prevalentemente da Hurriti, una popolazione di lingua non indoeuropea; la dinastia però era evidentemente di origini indoarie, e regnò sulla regione dal XV al XIII sec. a.C., giungendo a farsi vassalla l'Assiria, da cui finì conquistato. Il culmine del potere fu agli inizi del XIV secolo, sotto Shuttarna II (o Sudarna, equivalente secondo Dumont a *Sudharaṇa 'che sostiene bene'), che diede sua figlia Kilu-hepa in sposa al faraone Amenhotep III. 

Questi sposò anche la figlia del successore di Shuttarna, Tushratta, chiamata Tadu-hepa, in seguito presa in moglie anche da Amenhotep IV, più noto come Akhenaton, il famoso faraone 'monoteista'. 

Ci sono rimaste anche lettere di Tushratta ad Akhenaton, una a proposito del dono di statue d'oro di lui stesso e della figlia Tadu-hepa, promesse come dote per il suo matrimonio con Amenhotep III (


Ciò dimostra l'importanza di Mitanni di cui vediamo qui sotto un sigillo reale e della sua dinastia 'indo-aria' nel panorama delle grandi potenze del Vicino Oriente. Ma meno nota è la presenza indo-aria a Babilonia, nella cosiddetta dinastia Cassita. Un interessante studio sulla lingua di questa dinastia è quello di A. Ancillotti, "La lingua dei Cassiti", del 1981. Nell'introduzione storica, nota che il fondatore della dinastia è ritenuto Gandaš, alla fine del XVIII sec. a.C., perché primo a insediarsi all'interno del territorio babilonese, provenendo dall'Iran.


Ma l'insediamento della dinastia a Babilonia lo data all'inizio del XVI secolo, con Agum II. Babilonia fu ribattezzata Karanduniaš, e fu poi fondata una nuova capitale, Dur-Kurigalzu, in onore del re Kurigalzu del XV secolo. Secondo Ancillotti, i Cassiti portarono un sistema feudale, articolato in monarchie locali tributarie del re di Babilonia. Si afferma la datazione basata sul numero degli anni di regno del sovrano, e si istallano le pietre di confine (kudurru), sulle quali, dal 1200 a.C., si incontra l'uso di nomi di famiglia, prima non attestato. 

Particolarmente significativa è l'introduzione della cavalleria da guerra e dei carri da guerra, "insieme ad una evoluta arte ippologica". Questo è un elemento certamente notevole in rapporto all'identità indoaria di questa dinastia, visto che nel XIV secolo l'arte dell'allevamento dei cavalli fu illustrata con grande precisione da Kikkuli, addestratore di cavalli (assussanni, cfr. scr. aśva-sani- 'che ottiene o procura cavalli') di Mitanni, nel suo trattato scritto in ittita, ma con alcuni termini chiaramente indoarii, quali aika-, tera-, panza-, satta-, nā-wartanna, corrispondenti a scr. eka-, tri-, pañca-, nava-vartana 'uno, tre, cinque, sette, nove giri'. 

Documenti di Nuzi, nella Mesopotamia settentrionale, sotto l'influsso di Mitanni, troviamo aggettivi per i cavalli molto simili a quelli sanscriti: babru-nnu (scr. babhru, 'marrone'), parita-nnu (scr. palita, 'grigio'), e pinkara-nnu (scr. piṅgala, 'fulvo'). Nelle lettere di Amarna (capitale di Akhenaton in Egitto) e nei testi accadici, si menzionano i maryannu, guerrieri conduttori di carri, il cui nome è stato confrontato con il sanscrito marya- 'giovane guerriero', con il solito suffisso hurrita -nnu.

Ora, l'Ancillotti individua analoghi termini indoarii in contesto cassita. Già prima di lui si erano riconosciuti alcuni teonimi arii, come Suriyaš, scr. Sūrya 'Sole'. Ma Ancillotti si spinge oltre. Riconosce come aria gran parte dell'onomastica, e appunto del lessico dell'ippologia, oltre a vari teonimi. Il lessico relativo al carro da guerra comprende alaka (scr. araka- 'raggio della ruota'), akkandaš (scr. aṅkānta-s 'cerchione'), ecc.; le denominazioni dei tipi di cavalli sono sirpi (scr. śilpī 'pezzato'), timiraš (scr. timira-s 'scuro').

Tra i nomi di divinità, che si trovano anche nei nomi di sovrani, abbiamo Indaš, corrispondente al vedico Indra; Maruttaš, scr. māruta-s, che indica gli dèi della tempesta; Bugaš, scr. bhaga-s, nome di uno degli dèi Āditya o anche genericamente 'dispensatore' e 'fortuna, prosperità, maestà', ecc.

Ancillotti passa in rassegna numerosi termini, spiegandone la possibile origine aria secondo certe leggi fonetiche, e arriva a sostenere che il nome che i Cassiti (così chiamati dagli appellativi accadici e greci) davano a se stessi, era 'Kuru'. A chiunque conosca un po' la tradizione indiana, questo nome evoca immediatamente il Mahābhārata e Kurukshetra, il territorio dove si è combattuta la battaglia, già sacro per la presenza del fiume Sarasvatī.

Come arriva a questa conclusione? Perché il già menzionato nome di un re cassita, Kurigalzu, è tradotto in accadico come 'pastore dei Cassiti', e Ancillotti ritiene che sia -galzu a significare 'pastore'. Esiste anche il nome Kuriyani, da accostare a scr. yānī 'conduttore', quindi 'conduttor dei Kuru'. Non solo, un nome proprio maschile e nome di cavallo è Kurukšebugaš, da un ipotetico Kuru-kṣaya-, dove kṣaya- indica in sanscrito 'dimora' e anche 'che risiede', dunque il termine potrebbe essere secondo Ancillotti 'Bugaš risiedente tra i Kuru' o 'Bugaš è la dimora dei Kuru'. Ma kṣaya- può significare anche 'famiglia, stirpe', certo in quanto 'casa, casata', quindi Kurukšebugaš potrebbe anche essere 'fortuna della stirpe dei Kuru'.

Ancillotti è un invasionista, rispetto all'India, quindi ritiene che i Kuru fossero una tribù centrasiatica che è andata sia in Vicino Oriente che nel subcontinente indiano, ma noi possiamo supporre che essa sia invece d'origine indiana, come mostrano i nomi di divinità, i termini relativi ai carri e ai cavalli.

Tirando le fila, possiamo ipotizzare che a partire dal XVIII sec. a.C. gruppi di guerrieri indiani siano partiti verso occidente, in un periodo effettivamente segnato nell'India nordoccidentale da crisi ambientali e conflitti, e si siano affermati grazie alla loro capacità di combattere con carri trainati da cavalli, ma certo anche a capacità politiche e amministrative. Questi appaiono ben presenti nel Rigveda, che io dato nella prima metà del II mill. a.C., con una fase particolarmente importante intorno al 1900 a.C., quando si dovrebbe situare la Battaglia dei Dieci Re. Secondo la mia cronologia delle genealogie, lo stesso Kuru, capostipite della dinastia, si può situare intorno al 1886 a.C., quindi ben prima dell'arrivo dei Cassiti in Mesopotamia, che di conseguenza sarebbero potuti essere dei Kuru, anche se probabilmente mescolati con popolazioni di altra etnia assimilate lungo il percorso verso la valle del Tigri e dell'Eufrate.

Questi guerrieri, che appartenessero ai Kuru o ad altre stirpi aristocratiche, mantennero una loro identità culturale per alcuni secoli, come attestato nell'onomastica e dai teonimi, ma naturalmente, come minoranza, ebbero la tendenza ad assimilarsi alle culture locali. E' affascinante immaginare dei principi di origine indiana alla guida di regni mediorientali, a contatto con altre antiche civiltà, divisi tra il culto dei loro dèi ancestrali e quelli dei loro sudditi, tenaci nel mantenere alcune tradizioni della loro terra lontana. Quando si persero nell'oblio cosa lasciarono in eredità? Certamente i loro carri e cavalli, ma forse anche altro. Parte della loro lingua potrebbe essere rimasta nei dialetti curdi e nell'armeno, visto che curdi e armeni hanno vissuto nel territorio del regno di Mitanni e del successivo regno di Shupria (confrontabile col scr. supriya- 'molto piacevole') presso il lago Van 


Geneticamente, si è notato che l'aplogruppo R1a-M17 (associabile agli Indoarii) ha una frequenza di circa il 6,9% in Turchia, è più frequente nelle parti orientali, ed è analogo a quello che si trova in Armenia.

Inoltre, se la tesi sugli etruschi di Bernardini Marzolla è giusta, la loro eredità culturale si sarebbe spinta fino all'Italia, tramite l'Anatolia. Si potrebbe dire che il II millennio a.C. sia stata la fase dell'espansione indiana verso occidente, un'espansione di piccole élites, ormai separate dalla madrepatria. Una simile espansione non si sarebbe ripetuta nel millennio successivo, quando si affermò la potenza persiana sull'altopiano iranico, e la civiltà dell'India trovò un nuovo baricentro nella valle del Gange.

I Benjamin Franklin del Mondo Antico. Applicazioni dell'elettricità

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In nessun punto nella storia ebraica si accenna, neppure una sola volta, all’evento che un fulmine abbia colpito il Tempio di Salomone, nei molti secoli della sua esistenza. Il motivo, dice il cronista Giuseppe Flavio, era una foresta di punte d'oro che copriva il tetto del Tempio: punte collegate con collegamenti dorati che scendevano ai lati del Tempio, sino a conficcarsi nel terreno.
 
L'archeologa greca Chryssoula Kardara ha studiato diversi templi del periodo minoico, sui monti di Creta, molti dei quali risalgono al sec. XVI a.C., e si è convinta che tutti fossero dotati di parafulmini. Erano santuari legati al culto del fulmine. I testi minoici parlano della capacità delle sacerdotesse, attraverso quelle aste, di attirare dal cielo le scariche elettriche e la pioggia.
 
L'uso del fuoco celeste. Antichi parafulmini e illuminazione elettrica
 
Le aste avevano lunghe punte, come lance, si ergevano equidistanti, puntate verso il cielo, sopra il recinto sacro, e si dice che fossero di rame. Le tradizioni minoiche attribuivano il progetto di queste aste ad una misteriosa razza che lavorava i metalli, antiche divinità chiamate Telchini.
 
Quale dimenticata civiltà preistorica era mitizzata in tali esseri? In Egitto, aste rivestite di rame erano di solito poste all’ingresso ai templi. Alcune di quelle antenne raggiungevano l'altezza di trenta metri. Iscrizioni risalenti al sec. III a.C. descrivono le installazioni del tempio tolemaico di Edfu, nel sud dell'Egitto, dedicato al dio Horus: "Questa è l’alta porta del dio falco di Edfu, il trono di Horus, il portatore di fulmine. Alberi sono disposti a coppie per fendere il temporale nelle altitudini del cielo".
 
Il greco Ktesias, verso il 400 a.C., descrisse una pratica analoga in India: "Un ferro posto sul fondo d’una fontana d’acqua e fatto a forma di spada, con la punta verso l'alto, ha il potere di evitare tempeste e fulmini". I parafulmini dell'antichità non erano il risultato di scoperte casuali o di timore superstizioso, ma il prodotto finale di un'attenta ricerca scientifica.
 
Lo intuiamo quando leggiamo queste parole, da un’antica opera indù di origine sconosciuta: "Conoscere la natura del fuoco, la luce del sole e della luna, e l'energia del fulmine: questo costituisce tre quarti della conoscenza, e la scienza di Dio".
 
Gli antichi sembrano essere stati più progrediti di Benjamin Franklin, inventore del parafulmine moderno nel 1752, perché vi è la prova che non solo conoscessero l’energia dei fulmini, ma la sapessero anche controllare per i propri scopi. Uno studioso di esoterismo, Eduard Schuré, afferma che i Magi – o uomini di sapienza – in Babilonia e in Persia sapevano controllare nell’aria ciò che chiamavano "fuoco pantomorfico" e "luce astrale".
 
I loro templi erano illuminati giorno e notte con un misterioso "splendore degli dèi", accompagnato da brontolii di tuono. Schuré aggiunge: "I Magi sapevano generare, accumulare ed erogare energia elettrica a volontà e potevano dirigere scariche elettriche dall'atmosfera e dalle correnti magnetiche della Terra come frecce." In modo simile, uno dei primi re di Roma, Numa Pompilio, era stato ben istruito nelle scienze mistiche degli Etruschi, un popolo enigmatico, le cui origini si perdono nell'antichità. Lo storico Plinio ha rivelato che Numa conosceva il segreto di forzare Giove Tonante a scendere a terra, e ha specificato che era capace di attuare due processi.
 
Il primo era quello d’ottenere il fulmine (impetrare), e il secondo quello d’indirizzarlo sull’obiettivo desiderato (cogere). Sembrerebbe che il re romano conoscesse qualche metodo per concentrare l’elettricità atmosferica a distanza (il tuono indica l'approccio di concentrazione) e, una volta che un punto di saturazione era raggiunto, creasse il catodo capace di fare scoccare la scintilla celeste e dirigerla contro un obiettivo specifico. Quanto una tale capacità di Numa fosse presa sul serio è ricordato da un tragico evento, riferito sia da Plinio sia da Tito Livio.
 
Tullo Ostilio, suo successore come re di Roma, riscoprì il "Libro di Numa" dopo che il vecchio re era morto, e decise di seguire le sue istruzioni per far cadere l’"ospite celeste". Ma eseguì i riti in un modo imperfetto, con il risultato che fu colpito a morte dal fulmine, e il suo palazzo fu completamente bruciato.
 
La pratica degli antichi di concentrare e dirigere con precisione le energie atmosferiche è più inquietante, alla luce dell’incapacità della scienza moderna a ripetere l'impresa stessa. Da dove proveniva tale conoscenza? Ammiano Marcellino (sec. IV d.C.) ricordava che, molto prima degli Etruschi, "i Magi conservavano perpetuamente nelle loro fornaci un fuoco che proveniva miracolosamente dal cielo". Il romano Servio rivelava inoltre: "I primi abitanti della terra non hanno mai portato il fuoco ai loro altari, ma attraverso la preghiera portavano giù il fuoco celeste".
 
Così, la focalizzazione di una qualche forma d’energia psichica era coinvolta nel processo. Secondo la leggenda tramandata da Servio, fu Prometeo, l'ultimo dei Titani, la prima razza che abitò la Terra secondo i greci, che "scoprì e rivelò all'uomo l'arte di far scendere il fuoco dall'alto". Altre leggende indicano anche che la conoscenza e l'uso dell'elettricità atmosferica derivavano da una civiltà sconosciuta, più antica di tutte le antiche culture a noi note, da una primordiale Età dell’Oro, del lontano passato.
 
Tra gli Ebrei vi sono molte tradizioni dell'uso di energia elettrica in un’epoca remota. L’Aggadah indica che la generazione di Enos, un pronipote di Adamo, il fondatore della civiltà antidiluviana, fu la prima a "controllare le forze celesti", ossia la manipolazione del fulmine e dell’energia atmosferica. Secondo lo storico Goriandes, Alessandro Magno scrisse al suo maestro durante la conquista della Persia che un'isola situata al largo della costa dell'India era abitata da uomini che credevano che un tempo Cainan, il pronipote d’Adamo, fosse stato sepolto nella loro isola. Prima del diluvio, secondo la tradizione, un'alta torre era stata posta sul sepolcro, per proteggerlo in modo sicuro.
 
Chiunque si fosse avvicinato alla tomba sarebbe stato colpito a morte da un lampo, scaturito dalla cima della torre. La tomba era stata distrutta da molto tempo dal diluvio, ma la storia della sua torre miracolosa si era tramandata attraverso tutte le generazioni che avevano abitato l'isola dopo la grande catastrofe. Inoltre, nel Libro della Genesi, troviamo due riferimenti a una "finestra" nell'Arca di Noè, con la quale il patriarca scampò al diluvio. Il secondo riferimento è in Genesi 08:06, e il vocabolo ebraico usato è "apertura", challon, dalla quale Noè lanciava i suoi uccelli.
 
Il primo riferimento, tuttavia, in Genesi 6:16, utilizza una parola diversa, tsohar – che non significa affatto finestra. Quando è utilizzata, in altre ventidue occasioni, nel Vecchio Testamento, essa ha il significato di "una luminosità, una brillantezza, come la luce del sole di mezzogiorno". Altre parole affini indicano qualcosa che "brilla, luccica o splende". Molti studiosi ebrei della scuola tradizionale identificano lo tsohar come" una luce che ha la sua origine in un cristallo lucente".
 
La tradizione esoterica ebraica per secoli ha descritto lo tsohar come un gioiello o perla che Noè appendeva al tetto dell’Arca, e dal potere che conteneva in sé illuminava l'intera imbarcazione. La sorgente di luce di Noè sembra essere stata conservata a lungo, perché si racconta che Salomone, re d'Israele, la possedesse ancora nel 1000 a.C. Un libro della tradizione ebraica, dal titolo “La regina di Saba e il suo unico Figlio Menelyk”, contiene questa dichiarazione: "Ora la casa del Re Salomone era illuminata come di giorno, perché nella sua saggezza aveva fatto splendide perle (tsohar) che erano simili al sole, alla luna e alle stelle nel tetto della sua casa". Salomone era ben consapevole dell’esistenza di un’antica tecnologia avanzata, e che la conoscenza di questa tecnologia si era lentamente perso attraverso i secoli, poiché egli scrisse, in Ecclesiaste 1:9–11: "Non c'è nulla di nuovo sotto il sole.
 
C'è qualcosa di cui si può dire: Ecco, questa è una novità? Esisteva già dei vecchi tempi, prima di te. Non vi è alcun ricordo di tempi lontani, né ci sarà più il ricordo di cose che devono venire né di quelle che verranno dopo". In epoche successive, sappiamo che certe società segrete ebraiche, come i cabalisti, conservarono la conoscenza dell’elettricità, sino al periodo medievale.
 
Eliphas Levi ha registrato la storia del misterioso rabbino francese Jechiele, che era consigliere alla corte di Luigi XIII, nel sec. IX. Jechiele, scrivevano i suoi contemporanei, spesso stupì il re con la sua "luce abbagliante che accendeva". La lampada non aveva né olio né stoppino, e Jechiele la collocava davanti alla sua casa perché tutti la vedessero. Quale fosse la fonte segreta del potere della lampada, tuttavia, non fu mai rivelato dal rabbino.
 
Un altro dispositivo, che Jechiele utilizzò per proteggere se stesso, era un battente da porta che letteralmente folgorava i suoi nemici. I cronisti del sec. XIII lo descrivevano così: "Toccò un chiodo conficcato nel muro del suo studio, e subito ne schioccò una scintilla scoppiettante, bluastra. Guai a chi avesse toccato il battente di ferro in quel momento. Si sarebbe piegato in due, avrebbe urlato come se fosse stato bruciato, poi sarebbe scappato veloce come le sue gambe potevano portarlo". Sembrerebbe che Jechiele avesse spinto un pulsante di scarica che inviava una corrente elettrica nel battente di ferro della porta, per fulminare qualsiasi visitatore indesiderato.
 
Un certo numero di studiosi moderni ritiene, dallo studio degli autori classici greci e romani, che il famoso Faro di Alessandria non fosse dotato di un’ordinaria fonte luminosa, ma di una qualche forma di potente fonte di illuminazione elettrica. Lo storico Giuseppe Flavio riferì nel primo secolo che la luce del Faro era così brillante da poter essere vista dai marinai a trecento stadi di distanza, ossia, in unità di misura moderne, da una distanza di oltre 32 miglia (54 km), che non avrebbe potuto essere raggiunta da un semplice fuoco ordinario, anche se posto in cima ad un’alta torre.
 
Sia Tazio sia Chacreas descrissero la luce del faro come "il sorgere d’un secondo sole che forniva una guida per le navi". Secondo Libanio, la luce era descritta "come la luce del sole, tanto che non si poteva guardare direttamente verso di essa. E' di gran lunga superiore alle lampade ad olio accese ogni giorno dagli Egizi". Un fuoco ordinario non può essere proiettato in uno o più fasci di luce, come si diceva che avvenisse per la luce del Faro.
 
Lo storico romano Ammiano Marcellino scrisse che il Faro era la fonte di alcuni "fari risplendenti" che emettevano luci rotanti su acque poco profonde, lontano dal porto. Nel sec. XV, lo studioso italiano Leon Battista Alberti riferì la memoria che le luci del Faro "erano in vibrazione continua (?), e andavano qua e là, muovendosi sempre da un posto all'altro".
 
Il Faro di Alessandria non sembra essere stato l’unico, comunque. Antiche monete siciliane (denari) d'argento, coniate tra il 42 e il 40 a.C., ritraggono un altro faro che un tempo proteggeva il porto di Messina, e mostra in cima ad esso una statua di Nettuno che regge non un fuoco o una torcia, ma un fascio di luce senza fumo. Ancor prima, il drammaturgo greco Eschilo, nel sec. V a.C., descrisse come nei giorni precedenti la guerra di Troia i Micenei antichi avevano utilizzato le torrette di segnalazione in cima a vette di tutta la regione dell'Egeo, per "trasmettere messaggi sulle loro fiamme dorate a vista, come da un altro, strano sole". Non solo il Faro era illuminato con l'elettricità, ma così pure intere porzioni della stessa città d’Alessandria.
 
L'uso del fuoco celeste. Antichi parafulmini e illuminazione elettrica
 
Lo scrittore greco Achille Tazio disse che la sera la città era così illuminata, "che non vi era alcun segno di notte". Osservava che la metropoli era piena di "innumerevoli colonne messe in fila", ciascuna con la propria fonte di luce insolita, e che, a causa di loro, "era come se sorgesse un altro sole, che diffondeva i suoi raggi in ogni direzione. Lì ho visto una città la cui bellezza rivaleggiava con quella del cielo di giorno". Storie di "luci senza fiamma" e altri antichi apparecchi elettrici si ripetono in resoconti storici di tutto il mondo. Di Numa Pompilio, il re romano che poteva far cadere un fulmine dal cielo, si è anche detto che possedesse una "lampada perpetua" che ardeva nel santuario dedicato a Giove Tonante.
 
Abbastanza interessante il fatto che lampade simili fossero associate con altri templi di Giove. Il sito sacro di Hadad a Baalbek vantava la meraviglia di "pietre luminose" che erano illuminate da "fulmini". E nel famoso santuario di Giove Ammone, in Egitto, Plutarco segnalava l'esistenza d’una lampada che aveva emesso una luce senza sfarfallio continuamente, per diversi secoli. Allo stesso modo, Pausania descrisse una simile "lampada d'oro" nel Tempio di Minerva, che pure produceva luce per lunghi periodi. Sant’Agostino, nel sec. IV, osservava che in Egitto "c'è stato, e c’è ancora, un tempio di Venere, in cui una lampada brucia in forma così viva, a cielo aperto, che nessuna tempesta o pioggia la spegne". Quanto all’origine d’una tale meraviglia inspiegabile, il padre dei primi cristiani ha scritto anche: "Dobbiamo aggiungere a quella lampada inestinguibile una miriade d’altre meraviglie d’origine umana e/o magica. Se scegliamo di negare la loro realtà, entriamo in conflitto con la verità dei libri sacri in cui crediamo.
 
Così, o l'ingegno umano ha messo a punto in quella lampada inestinguibile qualche espediente, basato su antiche conoscenze, oppure è stato escogitato per magia, per dare agli uomini qualcosa da ammirare in quel santuario". Ancora nel sec. VI, sotto il regno di Giustiniano, una "lampada senza fuoco" era segnalata in Antiochia, che non s’era mai spenta per cinque secoli. Più tardi ancora, quando il sepolcro di Pallade fu aperto nei pressi di Roma nei primi anni del 1400, si scoprì che era illuminato da una lanterna misteriosa, che ardeva all'interno della tomba da più di duemila anni.
 
Il Venerabile Beda raccontò la storia del pellegrinaggio del suo compatriota inglese Arculfo in Terra Santa nel corso dell'anno 670, e della sua visita alla Chiesa del Monte degli Ulivi (poi distrutta nel sec. XI), e ne descrisse la meravigliosa fonte d’illuminazione: "La luminosità di queste lampade è così forte che, siccome la loro luce è copiosamente versato attraverso le otto vetrate dalla cima del Monte degli Ulivi, non solo illumina la parte della montagna più vicina alla basilica verso ovest, ma anche il sentiero alto che sale gradualmente alla città di Gerusalemme, dalla Valle di Giosafat, è chiaramente illuminato in maniera splendida, anche nelle notti buie, mentre la maggior parte della città che si trova più vicina, sul lato opposto, è altrettanto illuminata dalla stessa luminosità".
 
L’antico pellegrino aggiungeva: "In quella chiesa rotonda, oltre alla luce abituale delle otto lampade sopra descritte, come modelli luminosi all'interno della chiesa di notte, di solito si aggiungono, nella notte dell'Ascensione del Signore, altre luci quasi innumerevoli, che per la loro luminosità terribile e mirabile, versata in abbondanza attraverso i vetri delle finestre, non solo illuminano il Monte degli Ulivi, ma fanno apparire tutto in fiamme;. mentre tutta la città e le località nelle vicinanze sono anche illuminate". Il mistico greco Apollonio di Tiana, nei suoi viaggi in India nel sec. I, si stupiva di "quel fantastico paese delle meraviglie" in cui "colonne di luce si proiettano verso l'alto come fari" e "pietre radiose illuminano la città e fanno luce come fosse giorno".
 
Parlava anche di "fuoco che si vede in alto, sollevato in aria, e danza nell’etere" dal quale "di notte supplicano che esca un raggio di luce, non per vivere male la notte, ma perché rimanga con loro, come se essi lo dovessero portare giù". Il viaggiatore cinese Yuan–Chwang, che viaggiò per tutta l'India nel sec. VII, raccontò di una serie di santuari religiosi nel sub–continente e di come essi fossero illuminati: "Nel sud–ovest del paese c’era un monastero in una montagna; le cupole di pietra (stupa) di quel monastero mostrano luci soprannaturali e altri miracoli; ombrelloni collocati dai fedeli su di esso tra la cupola e l’amalaka vi sono rimasti trattenuti, come aghi da un magnete. A nord–est di quel monastero sulla collina, ce n’era un altro con una stupa come la precedente, con le sue meraviglie.
 
Lontano nel sud c’è il paese (di Ceylon), e da questo luogo in notti serene si potrebbe vedere la luce brillante che emana dalla perla sulla cima della stupa, sopra la reliquia del Buddha in quella regione". Nel 1886, l’archeologo scozzese James Burgess ha scritto sull'ubicazione e i dettagli di oggetti recuperati tra le rovine d’una stupa buddista del sec. III a.C., chiamata Amaravati. La stupa era situata sulla riva sud del fiume Krishna vicino all'incrocio con il Moony Air River, circa mezzo miglio ad est dell’antica Dharanikotta – il cui nome significa "Città magica". Qui nel 1796 un ufficiale britannico, il Colonnello Mackenzie, aveva iniziato l'esplorazione di un tumulo localmente conosciuto come Dipaldinne, ossia "Colle delle luci" o "Collina delle lampade."
 
Nel 1816 Mackenzie tornò con una grande spedizione d’esperti sia a Dipaldinne sia ad Amaravati, e nella seconda località scoprì un certo numero di pietre finemente intagliate, raffiguranti vari pilastri lignei sormontati da grandi dischi incandescenti. In diversi casi i dischi apparivano alimentati da due serpenti, come a indicare due polarità. Intorno ad ogni pilastro brillante c’erano numerosi fedeli con le braccia e le mani alzate. Lo scrittore–ricercatore Larry Brian Radka offre una descrizione tecnica di una delle immagini scolpite nella pietra: "Le radiazioni provenienti dalla spirale del faro e il fiore di loto su cui si basa sono antichi simboli indiani che rappresentano il sole, che sono le iniziative del caso per la accendendo fari di luce emessa dal fuoco arco dalla luce. pedali diffusione del fiore specchio la dispersione atmosferica di fasci di luce.
 
La luce dell'arco di grandi dimensioni, alta corrente, cavi elettrici siano coordinate correttamente per permettere il gioco di rotazione dello specchio elettrico, e quindi vengono inviati verso il basso attraverso il supporto girevole alla sua batteria pesante, in una gabbia che si appoggia comodamente sulle gambe robuste. I collari decorati del serpente indicano che è sotto controllo mentre lui sputa fuori il suo incendio di origine elettrica e mentre si prepara a iniettare (attivazione) il suo veleno letale in un cavo elettrico, appeso fuori dalla sua bocca. Tutti i tecnici sacerdotali, tranne coloro che reggono i cavi, chiudono le mani verso l'alto, in ringraziamento per i benefici meravigliosi che il serpente elettrico sputa. Questo oggetto misura 80 x 115 cm e si trova nel Museo Nazionale di India, a Nuova Delhi ".
 
Nel 1881, l'assirologo Hormuzd Rassam rinvenne a Sippara, ora Abu Habba in Iraq, gli antichi resti d’un santuario che portava il nome Ebabbara, che significa "la Casa Brillante". All'interno del santuario trovò una grande tavoletta cuneiforme in marmo dedicata dal re Nabu–Apal–Iddina (850 ca. a.C.) al dio Shamash. Il dio è raffigurato seduto su un trono e circondato da una struttura con un tetto a forma di serpente, la cui testa poggia in cima ad una colonna.
 
Dalla bocca del serpente sporge la parte superiore di un'altra rappresentazione di Shamash, collegata a due cavi che sono connessi a ciò che i testi chiamano l'"immagine d'oro", un disco solare che irradia i suoi raggi in tutte le direzioni, situato sull’involucro dell'altare. Diversi testi identificano Shamash come il "dio faro" e il disco solare, che egli affronta e manipola è rappresentato come "per il cielo e la terra con lustro".
 
Dinanzi al disco d'oro vengono tre sacerdoti o fedeli con le mani alzate, in un gesto di adorazione e di protezione dal suo splendore. Altre iscrizioni sembrano riferirsi alla configurazione specifica di alcune divinità in certi luoghi. Si legge: "Sin, Shamash, Ishtar devono essere collocati uno di fronte all'altro, come un oceano, un flusso che scorre tra il serpente e la colonna".
 
Se Sin, come dio della luna, rappresenta una polarità negativa e Ishtar, la dea Venere, è una polarità positiva, Shamash simboleggia l'unione dei due in una corrente alternata, quindi l'iniezione di energia elettrica "tra il serpente e la colonna" nel dispositivo di potere che circonda Shamash può essere quello che i poteri della "statua d'oro", così che divenga "un secondo sole". Un altro brano dice: "ho fatto brillare di nuovo la tiara col disco d'oro di Shamash e l’ho resa luminosa come il giorno".
 

Il Delirio della Fine dei Tempi

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Il NWO sta preparando il terreno per il ritorno di Yahweh... Per l'avvento del falso messia, ovvero della figura dell'Anticristo, a cui nessuno potrà opporsi.

messia, illuminati

Leggete la delirante conclusione di questo sedicente interprete di Nostradamus rilanciato da un importante quotidiano nazionale.

"Il medioevo sta per essere debellato, ma deve prima reagire e dare ragione all'etica occidentale. Le profezie vanno viste con ottimismo: il genio occidentale saprà reagire, e il trionfo è annunciato dalla figura della Madonna stellata, che è il simbolo dell'Unione Europea, le cui 12 stelle simboleggiano l'Apocalisse"

Prima di proseguire con la lettura dell'articolo suggerisco di dare un'occhiata a quanto avevo presentato nel mio blog un po' di tempo fa...

La Terza Guerra Mondiale, la crisi ucraina e il ruolo della Madonna

Le parole di Papa Francesco, nelle quali il Santo Padre esprimeva la sensazione che il suo potrebbe essere un pontificato breve, hanno rilanciato le teorie dei sostenitori delle profezie di Nostradamus e del vescovo irlandese Malachia che, con l'elezione del "Papa nero", predissero la fine mondo. Bergoglio, viene indicato con questo appellativo in quanto appartenente all'ordine dei gesuiti e, ad essere chiamato "Papa nero",

è proprio il superiore generale della Compagnia di Gesù, per il colore della tonaca che indossa e in quanto eletto a vita, proprio come il Pontefice.

"Le parole del Papa mi preoccupano, perché sembrano mutuate dallo svelamento di una quartina di Nostradamus dove si parla di potenti e di sete straordinaria che si stringe intorno al 'Pontefice della vera fede'", commenta all'AdnKronos Renucio Boscolo, interprete di Nostradamus, numerologo e scrittore.


"Nostradamus - spiega Boscolo - mette in relazione papa Francesco alla terza parca, Aproco, colei alla quale era assegnato il compito di recidere il filo. Aproco, che significa anche 'stravolgimento', lascia intendere che il pontificato di Bergoglio non sarà simile a nessun altro pontificato, e che la sua uscita di scena sarà straordinaria".

"Non dobbiamo però pensare che questa uscita di scena sarà per forza un fatto tragico - sottolinea Boscolo - potrebbe essere un'altra scelta, un'iperbole, forse un trionfo, una reazione. La sua 'fine' non sarà conforme a nessuno dei Pontefici romani. Francesco rappresenta la grande chance che il Cristianesimo ha da giocare in una partita che, forse, ha iniziato proprio lui, e che i suoi eredi raccoglieranno".

"In un'altra sequenza - prosegue Boscolo - Nostradamus parla della 'religione del nome dei Mari', ovvero la religione Cristiana, dei Pontefici, profetizzandone il trionfo dopo aver affrontato la Setta del Califfo ('an du califat' si legge nei testi - cioè 'anno del Califfato'). Il trionfo della religione dei Mari è, inoltre, il trionfo della donna che tornerà nel suo giusto posto nel mondo arabo".

"Il medioevo sta per essere debellato, ma deve prima reagire e dare ragione all'etica occidentale. Le profezie vanno viste con ottimismo: il genio occidentale saprà reagire, e il trionfo è annunciato dalla figura della Madonna stellata, che è il simbolo dell'Unione Europea, le cui 12 stelle simboleggiano l'Apocalisse", conclude l'interprete di Nostradamus.

Siamo alla follia...

La Scomparsa di Putin e l'evento "Cigno Nero" - Colpo di Stato a Mosca?

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Da ormai quasi 10 giorni, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin non appare in pubblico. Sono state recentemente mostrate delle foto di un incontro pubblico di Putin con delle donne, per la festa dell’8 marzo e una foto dell’incontro con il Presidente della Corte Suprema, foto che però sembrano essere antecedenti alla scomparsa di Putin, avvenuta tra il 5 e il 6 marzo.
 
Ironia della sorte, l’ultimo incontro pubblico del leader del Cremlino, è stato quello con il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, cosa che ha scatenato la reazione ironica della rete, soprattutto in Italia.
 
Gli aggiornamenti su questa strana vicenda, la sparizione pubblica del capo della seconda potenza militare del pianeta, sono ben riassunti dal Geopolitical Center.
 
Altri fatti bizzarri in questa vicenda, sono la contemporanea sparizione pubblica di Medvedev e del ministro degli esteri Lavrov. Inoltre, il profilo twitter di Putin, non pubblica niente dal 6 marzo, quando di solito pubblicava circa ogni due o tre giorni. Il periodo più lungo senza pubblicazioni è stato tra il primo e il dodici gennaio, chiaramente per le feste religiose. In questo caso, invece, sembra dimostrare che qualcosa non quadra. Contemporaneamente a questi fatti, è comparso l’inquietante sito che registra i giorni, le ore e i minuti di assenza di Putin,con un video della danza del lago dei cigni, questo il link al sito.
 
 
Ovviamente non potevamo non farci un’idea su questa importante vicenda. Sicuramente qualcosa sta succedendo, ma non è detto che sapremo mai con certezza cosa stia avvenendo, dato il tradizionale atteggiamento criptico dei governanti e dei media russi. Per oggi 16 marzo è previsto un incontro pubblico con il presidente del Kirghizistan a San Pietroburgo e difficilmente si può simulare un incontro con un capo di stato straniero, quindi o Putin riappare in pubblico e incontra il suo collega kirghizo oppure dovranno rimandare l’incontro. Analizzando le due possibilità possiamo farci un quadro di quello che sta e che potrebbe essere successo.
 
1) PUTIN RIAPPARE
 
A) Ha semplicemente avuto un problema di salute o un intervento chirurgico andato male, e quindi ha preferito non apparire per non mostrare un aspetto debole. In questo caso però il suo portavoce poteva semplicemente dire che aveva un’influenza e tutte queste voci si sarebbero interrotte. Questa ipotesi ci sembra inverosimile come quella della nascita di un suo figlio in Svizzera, che non giustificano una sua scomparsa.
 
B) Putin riappare, senza dare spiegazioni della sua assenza. A questo punto sono possibili questi scenari: 1) E’ stato sventato un golpe, Putin è rimasto ferito oppure si è preso tempo per stabilizzare la situazione e destituire i colpevoli; questa ipotesi sarebbe confermata se dopo la sua riapparizione qualche membro del governo o dell’esercito fosse stato sostituito. 2) E’ stato simulato un golpe, per testare la reazione dei servizi segreti e della sicurezza. Ipotesi improbabile ma non impossibile. 3) Nessuna spiegazione, Putin riappare e tutto procede come se non fosse successo nulla. In questo caso il governo avrebbe lasciato il Cremlino perché l’intelligence lo avrebbe avvertito di rischi imminenti. Questo confermerebbe gli elicotteri sopra il Cremlino avvistati negli scorsi giorni.
 
C) Putin riappare e annuncia qualcosa di molto importante, come dichiarare guerra all’Ucraina o peggio anche agli altri paesi dell’est antirussi oppure per accusare gli USA del tentato colpo di stato. Oppure non riappare ma fa comunque una dichiarazione importante da un luogo segreto (bunker antiatomico?)
 
2) PUTIN NON RIAPPARE
 
In questo caso lo situazione sarebbe da brividi e tutte le illazioni fatte in questi giorni diventerebbe sempre più forti e a nostro avviso le possibilità potrebbero essere le seguenti:
 
A) Putin non è morto, ma in gravi condizioni. Possibile lotta di palazzo tra chi vuole prendere il potere in sua assenza.
 
B) Putin è morto, in un attentato o per una malattia. I ministri russi attendono per discutere bene cosa fare senza destabilizzare il paese. Questo spiegherebbe l’assenza ad esempio di Lavrov e Medvedev.
 
C) Putin è morto o “neutralizzato”; una fazione governativa ha preso il potere e destituito diversi membri del governo. Il Dailymail ipotizza dietro questa trama l’ex capo della sicurezza Patrushev (che era da poco tornato da Washington) o il ministro della difesa Shoigu. In questo caso Putin continuerà a non apparire e o i golpisti eserciteranno il potere senza ufficializzare la destituzione di Putin, quindi una sorta di “golpe fantasma” oppure la ufficializzeranno a breve.
 
Tra queste ipotesi, ci sarà probabilmente quella che si verificherà nei prossimi giorni. Sicuramente l’eventuale morte o scomparsa di Putin può chiaramente aggravare la già tragica situazione internazionale.
 
A nostro avviso, eventuali golpisti sono sicuramente appoggiati dalla CIA, quindi a questo punto dobbiamo capire cosa voglia la CIA e i poteri che gli sono dietro. Non è detto che i golpisti modifichino la politica estera di Putin, che anche se per molti è aggressiva, se vediamo la situazione nel suo complesso, è più che altro difensiva. Anzi, potrebbero veramente attuare una politica estera aggressiva e quindi attaccare massicciamente l’Ucraina, azione che Putin ha evitato, consapevole dei costi e del rischio di rimanere intrappolato in una guerra.
 
Se, invece, i golpisti scegliessero di cambiare radicalmente politica e di allearsi con l’Europa, magari iniziando a sorpresa delle trattative per l’ingresso della Russia nell’Unione Europea, la Federazione Russa verrebbe gravemente destabilizzata e i fedelissimi di Putin, come il ceceno Kadyrov, probabile responsabile dell’omicidio Nemtsov, la farebbero cadere in una guerra civile tra europeisti e nazionalisti. E a questo punto la Cina potrebbe sfruttare l’occasione per non riconoscere il nuovo governo di Mosca e prendersi i territori estremo- orientali russi.
 
 
Una ulteriore stranezza è che nel sito sopraccitato che conta le ore da quando Putin è sparito sullo sfondo vediamo delle ballerine che ballano il lago dei cigni e Benjamin Fulford in un suo recente articolo parlava di cigno nero...
 
Ora ci sono molti segni innegabili che un evento storico chiamato "Cigno Nero" (metafora di accadimento a forte impatto; ndt) sia imminente.
 
 
L'esatta natura di tale fatto è incerta, ma si tratta della fine di un sistema di governance risalente a migliaia d'anni addietro e l'emergere di un nuovo paradigma per l'Umanità. 
 
Dal momento che la leadership globale occulta mette in relazione i suoi intrighi con i movimenti celesti, esiste la possibilità che tale evento possa essere collegato al 19 marzo con la super-luna e al 20 marzo con l'eclissi solare. 
 
Tutto ciò è in arrivo dopo il 17 marzo, giorno di elezioni in Israele che si pensa mettano fine al regime Sio-nazi di quel paese. 
 
L'umiliazione del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, durante la sua visita negli Stati Uniti la scorsa settimana (non invitato), è stata una chiara indicazione di questo. 
 
Il suo discorso non è stato trasmesso dalle principali reti di notizie americane ed è stato accolto con manifestazioni anti-Nentanyahu dagli ebrei di New York e di Israele. 
 
Per coronare il tutto, un ex dirigente del Mossad lo ha accusato di mentire continuamente sulla cosiddetta "minaccia iraniana". È anche possibile che gli sia stato segretamente intimato di compiere un suicidio politico con quel discorso.
 
L'altro segno inusuale avutosi è la ri-organizzazione della CIA che è stata annunciata la scorsa settimana. Essa ora si trova sotto il controllo della Defense Intelligence Agency (DIA), secondo fonti della CIA stessa con base in Asia.

Il contenuto del riordino e il nuovo assetto della missione di tale agenzia investigativa sono in linea con il pensiero del Pentagono. 
 
 
Solo l'identità degli epurati da quell'istituzione non è stata resa pubblica, ma fonti della CIA dicono che i primi ranghi della precedente Direzione operativa controllata dai Bush, sono cambiati. 
 
Ciò ha aperto la strada per un ulteriore ripulitura della cloaca di Washington DC. Un attacco pesante al sindacato del crimine Bush/Clinton è già in corso. 
 
Robert Menendez, ex capo della Commissione Esteri del Senato, si trova ad affrontare pesanti accuse penali. La medesima cosa vale per Chris Christie governatore del New Jersey, alleato di Bush. 
 
Ora i media corporativi sono saturi di storie su Hillary Clinton e i 6 miliardi di dollari scomparsi dal Dipartimento di Stato americano durante il suo mandato. Bill Clinton è costretto a fronteggiare imputazioni di pedofilia nella scandalo miliardario di Jeffrey Epstein. 
 
L'obbiettivo finale consiste nel raggiungere la famiglia Bush. Una volta rimossi i Bush, sarà possibile vedere se rappresentano una copertura per altri ben più nascosti, ossia i mastri burattinai. 
 

    I Bush
 
Anche in Gran Bretagna continua a svolgersi un'implacabile offensiva nei confronti dei satanisti Sio-nazi.
 
L'ultima rivelazione è che l'ex primo ministro Margaret Thatcher e l'attuale primo ministro David Cameron sono entrambi colpevoli di aver coperto scandali pedofili.
 
Pure l'alto burocrate e potere segreto nel Regno Unito, il Capo di Gabinetto Jeremy Heywood, risulta legato a questa cover-up o nascondimento.
 
È come una partita a scacchi in cui si inizia abbattendo pedine, cavalli ed alfieri dell'avversario prima di avvicinarsi alle torri, alla regina e al re.
 
Perseguendo queste persone, quindi, dovrebbe essere possibile, in seguito, annullare l'immunità diplomatica concessa a Tony Blair. Ciò gli aprirebbe un procedimento d'accusa per crimini di guerra, inducendolo allora a svelare tutto sui Rothschild, aprendo così la strada all'epilogo finale.
 
Questo è probabilmente il motivo per cui la settimana scorsa Jacob Rothschild ha dichiarato "Gli investitori sono davanti ad una situazione geopolitica così pericolosa come quella precedente alla seconda Guerra Mondiale"
 
La famiglia Rothschild e i suoi alleati hanno bruciato recentemente degli archivi storici al fine di occultare le circostanze in cui la Società delle Nazioni e l'ONU sono stati creati, secondo fonti russe del FSB.
 

Il primo è stato un incendio in una biblioteca in Russia, il 30 gennaio 2015, che conteneva antichi documenti storici slavi. Il successivo rogo è avvenuto in un deposito di documenti a Brooklyn, in New Jersey, il 31 gennaio scorso.
 
Secondo i russi, i documenti distrutti contenevano prove che lo zar Nicola II aveva donato dell'oro per edificare la Società delle Nazioni prima che la Seconda Guerra mondiale iniziasse.
 
In conseguenza a ciò, rivendicano i russi, la proprietà dell'88,8% dell'oro detenuto dalla Federal Reserve Board può essere attribuita a Nicola II.
 
Subito dopo aver elargito l'oro, lo Zar e la sua famiglia furono assassinati nel corso della rivoluzione russa finanziata dai Rockefeller.
 
Peraltro, i sovietici sostengono che l'ex Premier russo Alexei Kosygin fosse, di fatto, il figlio dello zar Nicola II e quindi esisterebbero a tutt'oggi dei legittimi richiedenti affinché l'oro ritorni in Russia.
 
La sola verifica indipendente a cui posso risalire con tali dichiarazioni consiste in alcuni documenti mostratimi da un bibliotecario della Banca del Giappone comprovanti che 10 tonnellate d'oro russo furono importate nella nazione nipponica da una nave da guerra giapponese durante la rivoluzione bolscevica.
 

Il Giappone non ha mai restituito l'oro. Forse l'ambasciata russa lì accreditata dovrebbe fare qualche indagine.
 
Se le accuse russe fossero vere potrebbero spiegare l'improvvisa preoccupazione di Jacob Rothchild riguardante "l'aggressività sovietica e la sua politica di espansione". E spiegherebbe anche la recente aspra critica della Russia verso i servitori dei Rothschild come il primo ministro britannico David Cameron.
 
Questo può anche essere connesso ad un altro mistero. Il sito d'informazione King World dello scarabeo d'oro ha citato il trader di metalli a Londra, Andrew Maguire, il quale avrebbe detto che la HSBC starebbe chiudendo tutti i suoi sette caveaux d'oro nella capitale britannica, entro due mesi.
 
L'enigma, naturalmente, è esattamente ciò che è accaduto o sta per accadere a tutto quest'oro.
 
È molto probabile che esso sia stato venduto e il denaro riciclato attraverso gli Stati Uniti e i mercati azionari giapponesi, al fine di tentare la fuga con i soldi prima che i legittimi proprietari inoltrino denuncia per il suo ritorno.
 
Date un'occhiata a questo grafico mostrante come il prezzo dell'oro e il mercato azionario Nikkei si siano mossi in modo analogo ma in opposte direzioni. Qualcuno ha diretto la vendita dell'oro e, contemporaneamente, l'acquisto di azioni giapponesi.
 
 
La traccia conduce inoltre, secondo fonti nipponiche yakuza, a Wilbur Ross Jr. che "ha dedicato 25 anni alla presidenza della Società Giapponese di New York fino a curare la pratica per bancarotta della Rothschild Inc."
 
Ross, nel mese di febbraio, è stato insignito dell'Ordine del Sol Levante, Oro e Silver Star dal governo nipponico per i suoi contributi alle relazioni Usa-Giappone."
 
Esiste pure una forte possibilità che tutto l'oro sia finito in Cina. Questo perché il yuan cinese, il dollaro USA e il prezzo dell'oro, nei mesi recenti, si sono mossi in tandem l'un l'altro nei confronti delle altre valute mondiali.
 
Per di più ultimamente, i cinesi hanno esposto un cartello vicino all'aeroporto di Bangkok con l'immagine di una moneta d'oro annunciante il Yuan cinese come "Nuova valuta del Mondo".
 
Il regime schiavista dei Rothschild in Giappone, rappresentato da Shinzo Abe e la troupe del Partito liberal-democratico sono stati anche attori di ruberie di grande ampiezza.
 
Secondo un informatore della polizia di sicurezza giapponese, Abe avrebbe rubato almeno 200.000 miliardi di yen dalle casse dei fondi pensione nazionali, dalla Banca di Risparmio Postale e dalla Cassa di Risparmio Agricola (Norinchukin).
 
Questo denaro è stato mandato all'estero per sostenere le banche della Cabala Sio-nazi, secondo la sorgente.
 
A detta dei giornali governativi di propaganda giapponese, queste istituzioni stanno "incrementando gli stanziamenti di investimento per le obbligazioni estere al fine di massimizzare i rendimenti".
 
Si tratta di un furto bell'e buono e ciò non contribuirà a salvare una Cabala ormai matematicamente condannata.
 
Può darsi che, proprio perché ho scritto un articolo in lingua giapponese riguardo a questo furto, ho ricevuto oggi una telefonata da qualcuno con questo numero: 81- (0) 80-5242-0737 che annunciava: "Mi ucciderò stasera". Chiaramente era spaventato, ma non è il caso di chi scrive.
 
Il regime Abe sembra avere anche fretta di stabilire un governo militare. Le recenti proposte da lui avanzate includono la soppressione del controllo civile sulle forze di autodifesa giapponesi e la ricostituzione di un organismo nipponico di spionaggio internazionale sul modello del MI6 britannico.
 
Benjamin Netanyahu e Shinzo Abe
 
Forse, tale fretta di formare un direttivo militare è dovuto al fatto che ci sarà un processo all'Alta Corte di Tokio questo venerdì 13, dove il Partito di Indipendenza del Giappone presenterà la prova che il regime di Shinzo Abe è stato messo al potere con elezioni truccate.
 
I "voti" che hanno insediato Abe al potere sono stati, per oltre il 90%, contati da macchine costruite dalla Mushashi Engineering.
 
Questa società appartiene alla Fortess Asset Management che, a sua volta, è diretta da Peter L. Briger, componente del Consiglio sulle Relazioni Estere di David Rockefeller.
 
Il Giappone, insieme con l'Arabia Saudita e i paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo sono tutto quello che oggi rimane tra la Cabala Sio-nazi e il fallimento.
 
Il Pentagono, la polizia nipponica e le forze giapponesi di autodifesa "white hats" (cappelli bianchi) necessitano di maggiori informazioni sul caso, per cacciare lontano dal Giappone i Sionisti-nazi come Ross e Briger.
 
Infine, come ripetuto sovente, gli Stati Uniti e il Giappone, hanno bisogno entrambi di nazionalizzare le proprie banche centrali e riprendersi il potere di creare e distribuire i soldi alle popolazioni e ai loro rappresentanti eletti onestamente (e senza corruzioni).
 
Il denaro che è stato rubato dalle banche centrali private attraverso il controllo delle loro famiglie deve quindi essere restituito ai legittimi proprietari.
 
Le banche locali oneste, le associazioni di risparmio e le società genuinamente imprenditoriali (e non "cleptocratiche") possono continuare ad operare in un sistema del genere.
 
Quando ciò accadrà, il genere umano sarà libero dalla schiavitù del debito di Babilonia per la prima volta in migliaia d'anni.

Non è il Cigno Nero che noi dovremmo avere ma il Cigno Bianco, l'evento che tutti stiamo aspettando. I tempi sono maturi ora.
 
 

Il Messia Alieno del NWO e la Teoria degli Antichi Astronauti - Player B contro Player C

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Articolo un po' controcorrente ma sicuramente con molti spunti da valutare attentamente soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi a livello geopolitico e le recenti dichiarazioni di Papa Bergoglio e il recente caso che coinvolge la scomparsa di Putin

http://thedayafter2012.blogspot.it/2015/03/francesco-il-papa-nero-e-il-pontificato.html

http://www.huffingtonpost.it/2015/03/13/papa-francesco-giubileo_n_6864298.html

In poche parole si esprime l'ipotesi che la divulgazione progressiva di informazioni sugli Antichi Alieni sia un operazione partita 50 anni fa e pilotata dalle Elite Massoniche, per una lunga serie di motivi tra le quali: 

- Globalizzazione, 
- Preparazione di Nuova Religione Mondiale 
- Preparazione di un background mentale atto ad accettare in futuro la falsa invasione aliena che starebbero progettando.

antichi alieni

L'interrogativo che l'articolo ci pone è se il rilascio delle teorie/informazioni riguardo gli Antichi Astronauti siano a sostegno della cospirazione ordita dal Player C a fini messianici in vista dell'apoteosi della realizzazione apocalittica del NWO.

Nella prima decade di questo secolo è rifiorita - prima sul web, poi in televisione ed infine sul grande schermo - la suggestiva ipotesi che in un remoto passato abbiano avuto luogo ingerenze 'aliene', sia sulla creazione che sul processo di civilizzazione della nostra specie.

Il Fatidico 1968.

Come vedremo più avanti il concetto è piuttosto antico, tuttavia inizieremo la nostra ricerca nel mezzo della storia, cioè nel 1968, perché fu quello l'anno in cui il tema degli Antichi Alieni dilagò nella cultura di massa, grazie soprattutto al successo editoriale riscosso da Chariots of the Gods? Unsolved Mysteries of the Past (Carri degli Dei? - n.d.r.) dello svizzero Erich von Däniken. Le teorie illustrate nel bestseller di von Däniken attirarono l'attenzione di teologi, scienziati e comuni appassionati di tutto il mondo, sollevarono molte polemiche e nel 1970 ispirarono il documentario Gli Extraterrestri Torneranno, nominato all'Oscar nella relativa categoria.

Le principali argomentazioni addotte da von Däniken a supporto della teoria secondo cui in un'epoca remota l'umanità sia entrata in contatto con una civiltà aliena, sono le seguenti:

1 - Antichissimi manufatti e reperti archeologici la cui complessità implicherebbe che i costruttori possedessero cognizioni tecnologiche molto più avanzate rispetto al livello che si presume esistesse all'epoca della costruzione. Von Däniken sostiene che questi manufatti siano stati prodotti sia da visitatori alieni che da esseri umani istruiti dagli alieni con nozioni di alta tecnologia. Grandi siti come le piramidi egizie, Stonehenge e le linee di Nazca e manufatti sconcertanti come la mappa medievale di Piri Reis.

2 - Interpretazione pseudo-scientifica di opere d'arte antica raffiguranti strani oggetti simili a velivoli e tecnologie complesse, e strani personaggi simili ad astronauti. Elementi ricorrenti in opere d'arte antiche appartenenti a culture mai entrate in contatto.

3 - Rilettura in ottica pseudo-scientifica della genesi delle religioni, in base alla quale tutti gli antichi culti e religioni sarebbero sorti come conseguenza dell'interazione umana con antichi visitatori alieni. Secondo von Däniken, gli esseri umani percepirono come sovrannaturali le tecnologie aliene, finendo per deificare gli alieni. Asserisce che le tradizioni orali e scritte di molti antichi culti e religioni (incluso il Vecchio Testamento, ultimamente reinterpretato da Mauro Biglino) contengano riferimenti a visitatori provenienti dalle stelle e a velivoli capaci di viaggiare nello spazio. Immagini da interpretarsi in senso letterale - a suo dire - ma che le traduzioni e gli insabbiamenti nel corso dei secoli avrebbero trasformato in 'allegorie.'

In realtà il libro di von Däniken - benché fosse ottimamente articolato e facilmente fruibile - non fu la prima fonte editoriale ad introdurre l'idea che in un remotissimo passato la Terra sia stata visitata da entità aliene. Così come von Däniken non fu il primo ricercatore a ipotizzare che il cammino della nostra specie possa essere stato in qualche modo segnato profondamente dalla interazione con tali ipotetiche entità. Nel primo caso l'autore svizzero fu preceduto di almeno un decennio dai pionieri della paleoufologia (o clipeologia) di cui fu insigne esponente il ricercatore modenese Peter Kolosimo (aka Pier Domenico Colosimo) autore di Non è Terrestre, saggio sugli Antichi Alieni uscito anch'esso proprio nel 1968. Nel secondo caso la teoria di von Däniken - come vedremo - arrivò in ritardo di un'ottantina d'anni.

Una di quelle strane 'concordanze' da cui spesso scaturiscono nella 'massima casualità' mode e luoghi comuni volle che proprio nel fatidico 1968 - lo stesso anno in cui il libro di von Däniken diventò un fenomeno editoriale di risonanza mondiale - uscisse un film destinato a diventare un fenomeno cinematografico di risonanza mondiale: quel 2001: Odissea nello Spazio, di Stanley Kubrick, la cui trama sembrò fare da perfetto contrappunto artistico alle teorie di von Däniken.

"La prima parte del film si svolge nell'Africa di quattro milioni di anni fa: un gruppo di ominidi sopravvive a fatica in un ambiente arido e ostile. Un giorno davanti alla loro grotta appare misteriosamente un grande monolito nero; gli ominidi, venendovi a contatto, imparano a usare strumenti per cacciare e difendere il territorio uccidendo i nemici."

La coincidenza che vide due opere destinate al grande pubblico trattare lo stesso tema 'inedito', nello stesso anno, e diventare entrambe fenomeni culturali di livello globale non può non far pensare. Infatti potrebbe spiegare come mai Chariots of the Gods? benché non trattando alcun concetto originale ma limitandosi a rendere appetibili al grande pubblico una serie di teorie fino ad allora estranee al circuito culturale mainstream, riscosse un così vasto successo. 

A mio parere furono determinanti due fattori: l'abilità divulgativa dell'autore, ed il fatto che ai piani alti si fosse programmato che da quell'anno il tema della paleoufologia dovesse valicare i ristretti confini specialistici dei circoli 'pseudo-scientifici' e occultistici per raggiungere un target di popolazione quanto più possibile vasto ed eterogeneo. Insomma, come spesso accade in simili casi von Däniken potrebbe essere stato l'autore giusto, con il libro giusto, al momento giusto.

Precursori storici.

Nel 1959 - nove anni prima della pubblicazione di Chariots of the Gods? - l'italiano Umberto Corazzi coniò il termine clipeologia, dal latino 'clypeus', in riferimento agli avvistamenti di 'clypei ardentes' (scudi di fuoco) narrati da diversi autori latini quali Plinio il Vecchio, Tito Livio e Giulio Ossequente.

Circa 37 anni prima che Corazzi inaugurasse la nuova branca ufologica, nella cittadina di Providence (Rhode Island) lo scrittore Howard Phillips Lovecraft iniziò a scrivere la serie di storie poi denominata Ciclo di Cthulhu. I racconti visionari di Lovecraft traghettarono la letteratura fantastica dall'Ottocento al Novecento, miscelando con coerenza e genialità diversi elementi narrativi apparentemente incompatibili quali le atmosfere gotiche di Edgar Allan Poe, i miti mesopotamici, l'occultismo massonico e la fantascienza degli 'invasori alieni' del massone H. G. Wells in un unico e irripetibile genere letterario.

"Mi ha rivelato che adorano i Grandi Antichi, i quali vissero molti secoli prima della comparsa degli uomini, e che giunsero dal cielo ai primordi del mondo. Tali Antichi oggi sono sprofondati dentro la terra e sotto il mare, ma i loro corpi morti comunicarono i loro segreti al primo uomo, il quale fu incaricato di fondare un culto che non morisse mai.

Il nostro è quel culto. Esso è sempre esistito e sempre esisterà, nascosto nelle lande lontane e nei luoghi oscuri del mondo fino al momento in cui il Grande Sacerdote Cthulhu, dalla sua casa buia nella potente città inabissata di R'lyeh, risorgerà a dominare la Terra. Un giorno Esso chiamerà, quando le stelle saranno pronte, ed il culto sarà pronto a liberarlo. Nel frattempo, niente altro deve essere detto. Esiste un segreto che nemmeno la peggiore tortura sarebbe in grado di estorcere. 

L'umanità non è del tutto sola tra le cose coscienti della Terra; qualcosa è uscita dal buio per visitare i pochi fedeli. Ma non si tratta dei Grandi Antichi. Nessun uomo ha mai veduto gli Antichi.

Il simbolo intagliato raffigurava il grande Cthulhu, ma nessuno sa se gli altri Antichi siano fatti nello stesso modo. Nessuno è in grado di decifrare la antica incisione, tuttavia le cose sono state tramandate oralmente. Il rituale cantato non era il segreto, il quale non fu mai affermato, ma solo bisbigliato."

Il rituale cantato diceva quanto segue:

"Nella sua casa di R'lyeh, il defunto Cthulhu attende sognando." - Il Richiamo di Cthulhu (The Call of Cthulhu, 1926)

Sette anni prima che Lovecraft pubblicasse Il Richiamo di Cthulhu - nel 1919 - il celebre indagatore del mistero ante litteram Charles Fort scrisse Il Libro dei Dannati, in cui ipotizzò che le storie di demoni che popolavano i racconti di molte antiche tradizioni orali di popoli mai entrati in contatto fossero collegate a "visitatori indesiderati provenienti da altri mondi", suggerendo che civiltà aliene potrebbero avere interagito con la specie umana in un lontano passato e lasciato sulla Terra alcune tecnologie avanzate.

Circa 31 anni prima che Fort pubblicasse Il Libro dei Dannati, Helena Blavatsky, fondatrice della dottrina Teosofica, scrisse il testo La Dottrina Segreta, in cui analizzando le antiche speculazioni lasciate in eredità dall'ellenismo classico riguardo la vita extraterrestre, asserì che gli antichi esseri umani siano entrati in contatto con una civiltà extraterrestre. Aggiunse che tali esseri alieni eserciterebbero innumerevoli forme di 'influenza' o 'controllo' sulla Terra e i suoi abitanti, e che avrebbero contribuito allo sviluppo evolutivo della vita terrestre.

La retrospettiva potrebbe proseguire fino ad oltre 2000 anni prima, quando si diffuse la dottrina gnostica con il suo mito degli arconti, o a 3000 anni prima, con i veda induisti ed i loro riferimenti ai vimana, mitici mezzi di trasporto capaci di volare nello spazio e nuotare nelle acque.

Da von Däniken ai Nostri Giorni.

Negli anni '70 Chariots of the Gods? fu oggetto di numerose contestazioni, alcune delle quali espresse tramite nuove pubblicazioni scritte con l'esplicito intento di confutare le teorie di von Däniken. D'altro canto la teoria fu supportata da nuovi libri e ricercatori.

Nel 1972 Peter Kolosimo pubblicò il saggio Astronavi sulla Preistoria.

Nel 1976 il sumerologo azero Zecharia Sitchin pubblicò Il Pianeta degli Dei, saggio in cui affermò - in base ad una personale reinterpretazione di una serie di antichi testi religiosi tra cui il Vecchio Testamento - che esisterebbe un pianeta supplementare nel sistema solare, ignoto in quanto orbitante intorno ad una gigantesca ellissi che impiegherebbe 3.600 anni per completare una rotazione. Sitchin asserì che il nome del pianeta fosse Nibiru, e che i suoi abitatori avessero visitato la Terra mezzo milione di anni fa, incidendo sull'evoluzione della nostra specie. Secondo Sitchin i 'visitatori' sarebbero stati denominati Anunnaki dai sumeri e Nephilim dalla Bibbia.

Negli anni '80 e '90 la paleo-ufologia fu oscurata dal ritorno in voga degli 'incontri ravvicinati', che grazie ad opere di enorme successo quali E.T., Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, Guerre Stellari e Alien riportò nei salotti dissertazioni sui presunti contatti alieni aventi luogo nell'attualità; trend che già aveva spopolato negli anni '50 e '60 dopo il presunto ufo crash di Roswell, anche grazie alla cinematografia di 'serie B' e alla serie tv Star Trek. Il tema si arricchì di nuove variazioni di stampo complottista, che anni dopo grazie al ricercatore Michael Salla sarebbero state raggruppate sotto il nome di 'eso-politica.'

La paleo-ufologia tuttavia sopravvisse in una nicchia dietro la cortina del generale calo di interesse. 

Nel 1980 Sitchin pubblicò il suo secondo testo: Le Astronavi del Sinai, in cui analizzò gli antichi miti sul dono dell'immortalità, a suo giudizio memorie ancestrali di un luogo dal quale si accedeva alle astronavi o perfino al pianeta degli alieni che colonizzarono la Terra in epoca ante-diluviana.

Ancora Sitchin nel 1985, con Guerre Atomiche al Tempo degli Dei avanzò una teoria destinata a lasciare il segno, dato che ad un trentennio dalla pubblicazione è ancora oggetto di esami e dibattiti.

"Fu proprio con le guerre degli Dei che ebbero inizio le guerre dell'Uomo. Questo è un fatto, non una fantasia." - Zecharia Sitchin

Secondo Sitchin:

"I terribili episodi narrati anche dalla Genesi sono la memoria residua di feroci guerre che gli uomini furono indotti a combattere come pedine da esseri superiori giunti da lontano: gli Anunnaki di Nibiru, dodicesimo pianeta del Sistema Solare. (...) Oggi le foto dai satelliti mostrano chiaramente le tracce di quelle esplosioni e la zona è coperta di nerissime ceneri laviche. Ma nel Sinai non ci sono mai stati vulcani."

La Paleoufologia Odierna.

Zecharia Sitchin proseguì a pubblicare nuovi approfondimenti sul tema fino alla scomparsa, avvenuta nel 2010. Negli anni 2000 grazie al web e all'informazione alternativa ottenne la notorietà che gli era mancata negli anni precedenti, e proprio grazie ad internet - a cavallo dei millenni - la teoria degli antichi astronauti tornò prepotentemente alla ribalta grazie ad una nidiata di nuovi ricercatori quali Freixedo, Biglino, López Guerrero, David Icke, Claude Vorilhon, Lloyd Pye e Biagio Russo. Se non sbaglio perfino Foster Gamble - produttore e narratore del film Thrive, oltre che proprietario della casa farmaceutica Procter & Gamble - a un certo punto della sua opera dà l'endorsement alla teoria degli antichi alieni.

Infine, negli ultimi anni il fenomeno ha tracimato gli argini della nicchia culturale nella quale 'riposava' fin dai tempi di Chariots of the Gods per raggiungere tutte le famiglie occidentali con la serie di documentari Enigmi Alieni (Ancient Aliens), trasmessa da History Channel e giunta alla sesta stagione, e film di cassetta come Stargate e Prometheus. In Italia si è occupata del tema anche la nota trasmissione televisiva Mistero.

Insomma, dopo circa 30 anni d'oblio la teoria degli Antichi Alieni è ritornata sulla bocca della gente comune, e lo ha fatto con la prepotenza tipica delle campagne persuasive sistemiche. Una simile potenza di fuoco incrociato multimediale risonante dalla televisione al web, dai documentari alle conferenze passando per il cinema, suggerisce una sola cosa: chi dirige le danze ha interesse che nell'immaginario collettivo si insinui il meme degli antichi alieni.

Le Credenze delle Elite.

La chiassosità di questa psyop non poteva passare inosservata. Ad esempio il giornalista americano Alex Jones, nella recensione del già citato film Prometheus - diretto nel 2012 da Ridley Scott (Blade Runner) - sostiene che l'intero film sia una celebrazione e rivelazione del sistema di credenze coltivato dalle élite globali.

Per chi non l'avesse visto, "la sceneggiatura del film è incentrata sull'equipaggio della nave spaziale Prometheus, che usando una mappa stellare rinvenuta da alcune antichissime sculture terrestri, scopre un pianeta che potrebbe essere la chiave dell'origine della vita sulla Terra." (Fonte)

Il concetto alla base del sistema di credenze dei cosiddetti 'Illuminati', secondo Jones, è che l'umanità sia stata creata da un gruppo di antichi colonizzatori alieni, e che le élite globali siano i discendenti diretti di tali creatori alieni.

"Da 160 anni i globalisti sono ossessionati dall'idea che gli alieni controllino il pianeta e donino loro la conoscenza occulta. Prometheus è del tutto basato sulla religione segreta degli Illuminati, i quali sono convinti di essere destinati a trascendere la loro natura umana e diventare dei supermen." - Alex Jones - Recensione del film Prometheus

E' possibile che le elite coltivino una sorta di fede nella vita extraterrestre? Un sistema semi-religioso in funzione del quale giustificherebbero le politiche globali fatte di manipolazione e sopruso che tutti conosciamo?

In effetti esistono diverse prove testimoniali a supporto di tale ipotesi. Tra le più eclatanti quella fornita da Cathy O'Brien, autrice del libro-shock Trance-Formation of America (1995) che nella narrazione delle sue presunte disavventure asserisce che l'élite sia del tutto convinta dell'esistenza della vita extraterrestre. Il libro della O'Brien rivela che molti dei politici a cui fu assoggettata coltivassero una fede quasi religiosa nella vita extraterrestre.

La O'Brien afferma di non avere mai avuto conferma della reale esistenza di questi esseri divinizzati dai potenti, tuttavia assisté a molti riti ed eventi in cui sembrava sottinteso che i partecipanti si sentissero discendenti di esseri alieni."

Cui Prodest?

E' possibile che i signori che giornalmente si dilettano a diffondere stupide mode e stimolare reazioni pavloviane collettive - si stiano adoperando per insinuare nella cultura di massa il meme degli antichi regnanti - creatori - istruttori alieni?

Non solo è possibile. E' molto probabile.

Il seguente brano è tratto dal libro Mysteries and Secrets of the Masons: The Story Behind the Masonic Order, di Lionel e Patricia Fanthorpe (2006):

"Un altro aspetto del simbolismo del gufo in massoneria è legato alle strane teorie sulle antiche radici della massoneria, l'idea che segreti esseri volanti giunti da mondi lontani avrebbero fondato la massoneria a seguito di una evocazione avvenuta in un'epoca remota. Il termine 'paleo-contatto' sta a significare che in epoca preistorica la Terra sarebbe stata visitata da esseri extraterrestri chiamati Guardiani (o Vigilanti). Alcuni di essi erano alieni, mentre altri erano esemplari selezionati di umani evoluti; sarebbero stati loro i primi massoni." - (pag. 34)

Tutto ciò di per se significa poco. Ma assume maggior rilievo se si apprende che Mauro Biglino - tra i principali divulgatori odierni, seppure in maniera implicita e indiretta, della teoria degli antichi alieni - sembrerebbe non estraneo alla massoneria. E l'importanza continua a crescere se si legge questo articolo, secondo cui la prima casa editrice che pubblicò le opere di Sitchin fosse collegata ai Rothschild, e che la serie di documentari Ancient Aliens, di cui si è detto, che sta spopolando in tutto il mondo sarebbe prodotta dalla Bristol Meyyers Squib Company, la quale apparterrebbe indovinate a chi? Esatto: Gruppo Rothschild.

E infine diventa un dato fondamentale se si assume come veritiero il video seguente, nel quale sarebbe documentata l'appartenenza alla massoneria di Zecharia Sitchin, addirittura con il 33° grado secondo quanto asserisce l'autrice dell'articolo.

Non c'è dubbio che la Massoneria sia una forza rilevante nella società odierna, anche e soprattutto dal punto di vista della comunicazione e dell'ingegneria sociale. Basta prendere atto di come in circa un secolo l'influenza dell'umanesimo progressista abbia stravolto la cultura di massa riguardo a temi quali la religione, l'aborto, la famiglia, l'omosessualità i ruoli sociali dei sessi e messo sotto scacco la libertà d'espressione con la trappola del 'politically correct.'

Dunque è lecito chiedesi perché adesso al potere interesserebbe che tra la gente si diffonda il meme degli antichi visitatori - regnanti - creatori - istruttori alieni.

Proviamo a fare qualche ipotesi.

- In primo luogo per contribuire all'opera di demolizione degli attuali credo religiosi basati sul culto di un Dio trascendente, in funzione dell'instaurazione di un nuovo credo materialistico basato sul transumanesimo (immortalità fisica) e il culto di Gaia, destinato a diffondersi a livello globale.

- In secondo luogo per insinuare nell'inconscio collettivo l'idea che se si affermasse una dittatura globale, i sovrani assoluti sarebbero legittimati a governare per diritto acquisito da un'investitura non più divina (il concetto di divinità trascendente è in corso di rottamazione, e sta perdendo l'appeal dei millenni passati) ma di tipo extraterrestre, cioè aggiornata alla religione più moderna su piazza: lo scientismo.

- In terzo luogo per allestire un corposo background all'operazione di false flag con cui - si dice - vorrebbero compattare la popolazione mondiale contro un finto aggressore alieno.

- Ed in quarto luogo perché fino a prova contraria si tratta di una teoria potenzialmente valida come ogni altra teoria scientifica o religiosa in merito alla raffigurazione dell'alba della specie umana. Non ci è dato di sapere fino a che punto la versione elitarista propugnata dal potere sia fondata (o meglio - conoscendo il modus operandi del potere è probabile che sia stata sensibilmente ritoccata per fini politici) tuttavia nei suoi principi generali non sembra del tutto campata in aria. Di certo non contribuisce in alcun modo ad avvicinarci al mistero di Dio (non alla nostra portata), però a mio parere ravviva un po' il dibattito su un mistero che le false certezze del darwinismo e del dogmatismo ci hanno indotto ad archiviare troppo in fretta.

Conclusione.

La nostra specie non potrà mai ricordare la propria genesi; sarebbe come voler risalire ad un tempo antecedente il (presunto) Big Bang. Come se uno si sforzasse di ricordare i giorni trascorsi all'interno dell'utero materno, o il momento della propria nascita. Magari un giorno qualcuno o qualcosa riuscirà a mostrarci l'equivalente delle vecchie foto con cui a ognuno di noi è concesso per lo meno di vedere - data l'impossibilità di ricordare - il tempo in cui esistemmo al di fuori della nostra stessa memoria.

Molti falsi indizi individuati dai sostenitori della teoria degli antichi alieni sono stati confutati da obiezioni quasi sempre convincenti, sia di ordine linguistico e filologico, che archeologico. D'altro canto altri indizi di tipo geologico, biologico, mitologico, sociologico se esaminati con sufficiente distacco lasciano intuire che - non si sa bene in che misura - dietro la teoria propugnata dal Potere qualcosa di vero possa esserci. Resta il dubbio se si tratti di alieni o di altre 'versioni' di esseri umani provenienti da chissà dove, o quando.

Rappresentazione del murales dell'aeroporto di Denver in cui alcuni teorizzano essere raffigurato il messia alieno del NWO

Sta di fatto che seppure si dimostrasse veritiera, una simile scoperta non contribuirebbe a migliorarci, né a responsabilizzarci, né a far luce sui reali, mentalmente insondabili misteri della realtà che ci circonda. Soddisfarebbe una gustosa curiosità intellettuale, ma di contro rischierebbe di imprimere nell'inconscio collettivo l'idea che si sia sottomessi per un'ottima ragione, in quanto 'schiavi degli dei'; che le persone esistano al solo scopo di compiacere questa arrogante razza di sedicenti dominatori alieni. Il che non andrebbe affatto bene. No, no.

Io penso che invece sia dovuto al fatto che i tempi possano essere maturi per sistemare al posto corretto molti dei tasselli del "mosaico della verità" relativamente alle nostre origini, gradualmente ovviamente, secondo un percorso didattico ben specifico.

Attenzione, questo non significa che questo progetto di consapevolezza preparato dal Player B non possa essere a sua volta strumentalizzato dal Player C secondo le logiche suggerite dall'articolo.

Alcuni l'hanno già fatto 2000 anni fa con Gesù Cristo trasformando il messaggio del Player B nella giustificazione dell'esistenza di uno dei principali centri di potere dei secoli passati: Santa Romana Chiesa.

Io penso che l'errore più grosso che potremmo fare sarebbe quello di trasformare le teorie sugli Antichi Astronauti in una nuova religione messianica. Quello sì che aprirebbe le porte all'anticristo.


RACHE, un film di Mariano Equizzi. Sovrapposizioni temporali tra realtà e fantasia.

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La sapiente e straordinaria sovrapposizione tra scene storiche del terzo reich e le immagini ispirate dalla trama del racconto di Valerio Evangelisti che il genio dello stile inconfondibile di Equizzi è stato in grado di realizzare introduce lo spettatore a una storia che usa la fantasia e la metafora per raccontare qualcosa di importante e permette allo spettatore di venire assorbito nei diversi piani temporali del film.



Diversi piani temporali su cui si dipana la trama che corrispondono alle diverse facce della protagonista di questa storia: la R.A.C.H.E., acronimo che in lingua tedesca equivale a "Vendetta", ovvero una organizzazione terroristica caratterizzata da occulti fini messianici apocalittici che vede la luce durante le concitate fasi finali della caduta del Reich tedesco, ma che rappresenta anche la summa dei potentati economici, finanziari e corporativi sovranazionali del mondo attuale.

Ed è proprio muovendosi nella sovrapposizione di piani temporali e ruoli della R.A.C.H.E. che Equizzi è stato capace di calare il racconto di Evangelisti in un mondo cyberpunk offrendo allo spettatore la possibilità di leggere l'opera sotto diversi piani di lettura così come solo i grandi artisti sono in grado di fare, presentando in una opera di fantasia (ma quale è il limite tra realtà e fantasia mi chiedo io?) moltissime delle tematiche care al nostro mondo borderline e della fantascienza, genere che molto spesso, come abbiamo visto, tende a raccontarci ciò che la storia e il sistema mediatico si rifiuta di ammettere e/o divulgare, fino all'apocalittica visione finale che non anticipiamo, risultato della delirante follia del nazismo/bancario rappresentato dall'organizzazione R.A.C.H.E.

Attingiamo ai contenuti che l'autore presenta nel suo film per ricollegarci a temi che spesso abbiamo affrontato nel corso delle nostre ricerche. In primo luogo proprio a quella eugenetica nazista che, nel film, rappresenta il punto di partenza della nostra storia e che è stata in grado di realizzare i mostri poliploidi di cui la R.A.C.H.E. si serve come fosse il proprio esercito.

I poliploidi sembrano apparentemente senza coscienza (dettaglio importante), senza anima, quasi come fossero zombie, e che ricordano sotto certi aspetti alieni o demoni di cui parliamo nelle nostre folli (forse non così folli) teorie, ma che potrebbero rappresentare anche una opinione pubblica ormai svuotata da ogni capacità di senso critico e di discernimento da un sistema massmediatico e da un complesso scolastico totalmente asservito al potere e annichilito delle sue funzioni originarie.

Tornando all'eugenetica nazista sappiamo non essere solo una mera fantasia di Evangelisti, ma è stata effettivamente portata avanti all'interno dei campi di concentramento dagli scienziati del partito nazista.

Ufficialmente conosciuto con il nome di Aktion T4, il programma di eugenetica mirava all'eliminazione dei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile o disabili, ed alla conduzione dell'eutanasia sugli adulti ricoverati o portatori di malformazioni congenite. Si stima che l'esecuzione del programma sia costata la vita di oltre 200.000 persone. La clinica di Hadamar era una clinica psichiatrica nella città di Hadamar, usata dai nazisti come sede del programma Aktion T4. L'Istituto di Antropologia, Ereditarietà ed Eugenica Kaiser Wilhelm fu fondato nel 1927. Agli inizi, e durante il periodo nazista, fu associato alle teorie sull'eugenetica e sull'igiene razziale sostenute dai suoi teorici di spicco Fritz Lenz e Eugen Fischer e dal direttore Otmar von Verschuer.

Vale la pena sottolineare che il programma di eugenetica nazista fu ispirato dai programmi di sterilizzazione coatta attuati in America e che in realtà, non sappiamo se gli esperimenti genetici proibiti che il Reich portava avanti proseguirono anche negli USA dopo Norimberga e dopo l'operazione Paperclip, tema che abbiamo già affrontato in passato nel nostro articolo "La Fabbrica di Schiavi" nel quale si collega Aktion T4 agli esperimenti portati avanti dalla CIA nei decenni dopo la guerra e conosciuti con i nomi MK-Ultra e Progetto Monarch.


Ma RACHE non è solo questo. Il film di Equizzi è un mirabile tentativo di metaforizzazione della realtà attuale attraverso le immagini e la descrizione di un mondo votato e ormai destinato al massacro, all'armageddon finale contro il sorgere di una figura anticristica collegata a quel nazismo-bancario accennato nel corso del film e che nello sviluppo dell'opera prende forma come frutto di quel delirio di onnipotenza divino dei potentati socio-politico-economici rappresentati dalla misteriosa organizzazione e che possiamo riscoprire nei vertici e nelle istituzioni di ciò che chiamiamo NWO.

Un delirio di onnipotenza che, forse, non è purtroppo solo appannaggio del mondo di fantasia tracciato dall'autore.

Forse ciò che l'autore vuole trasmetterci è semplicemente il consiglio di aprire la mente, aprire gli occhi, per non diventare come mostri poliploidi asserviti alla R.A.C.H.E.

Tesla. Uno scienziato avvolto nel mistero

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Nikola Tesla, un nome senza alcun dubbio a tutti noto. Uno scienziato avvolto da un alone di mistero e spesso associato alle più strane bizzarrie ed eccentriche invenzioni, complice anche la sua personalità sui generis. 


I suoi contributi concreti alla scienza, riscontrabili nelle applicazioni tecnologiche brevettate, hanno condizionato e tutt’ora condizionano, la nostra società. A tal proposito non si possono non citare la corrente alternata polifase per trasmissioni di potenza a lunga distanza, il motore a induzione (l’applicazione trifase poiché, un primo esemplare bifase, venne realizzato nel 1885 da Galileo Ferraris), il trasferimento di elettricità senza fili, la turbina Tesla, solo per enumerarne alcune.

La scoperta della corrente alternata

Tesla nasce il 10 luglio del 1856, figlio di un prete ortodosso e di una madre che, si diceva, avesse particolare talento nell’ideare oggetti ad uso domestico. A 28 anni, trasferitosi negli Stati Uniti, conosce Edison, con il quale allaccia la sua travagliata collaborazione professionale. 

Contrariamente a quanto sostenuto dall’imprenditore, che vedeva nella corrente continua il presente e il futuro dell’energia elettrica, Tesla abbraccia, pur avendo progettato e perfezionato il generatore in CC (corrente continua, la tensione è costante al variare del tempo) su commissione dello stesso Edison, la ricerca e lo studio della corrente alternata (CA, la tensione varia in funzione del tempo). Anche se a differenza della CC, quella alternata non poteva essere accumulata, rappresentava il grande vantaggio di poter essere trasmessa a lunga distanza, con perdite ridotte, attraverso trasformatori e mantenendo alte le tensioni del sistema. 

Questo permetteva di abbattere i costi dell’impianto di distribuzione mantenendo alta la resa utile a valle, cosa che, con l’obsoleto sistema in CC, non era possibile. Tutti possiamo osservare quanto il nostro attuale sistema di distribuzione dell’energia elettrica sia concreta espressione delle applicazioni di Tesla, essendo basato su una CA operante tra le frequenze dei 50 e 60 Hz (in base alla zona di smistamento).

Il motore a induzione trifase e la turbina senza pale

Nel 1915 progetta l’applicazione pratica del motore a induzione trifase, detto anche asincrono, che sfrutta un campo magnetico rotante al fine di produrre energia elettrica, presentando il vantaggio di ridotti ingombri, bassi costi e assenza di problematiche derivanti dalle alte temperature. Molti elettrodomestici attuali funzionano proprio grazie a questo tipo di applicazione. 

Due anni prima del motore asincrono trifase, nel 1913, inventa la turbina senza pale, denominata in suo onore turbina Tesla: sfruttando un particolare effetto dello strato limite (termine con il quale si descrive in fluidodinamica una particolare condizione di riduzione di flusso) di un fluido, la perdita di energia cinetica del fluido causata da tale effetto, viene riacquisita dalla turbina, generando così una coppia motrice (utile per produrre lavoro meccanico). Un campo vasto di applicazione per la turbina Tesla è quello della geotermìa. 

Più suggestivi, indubbiamente, furono gli esperimenti svolti nel 1900 nel laboratorio di Colorado Springs, dove, come riportato dal suo diario, il brillante fisico intraprese dimostrazioni e congetture sulla ionosfera e la trasmissione di potenza elettrica via etere (senza fili).

Sciacallaggio in Ucraina

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Nonostante l’incontro di Minsk in Bielorussia il problema dell’Ucraina rimane irrisolto, ma se vogliamo capire qualcosa di più dobbiamo dar luogo ad un percorso che non può che partire da una frase pronunciata qualche decennio fa dall’allora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan quando disse “Il tenore di vita americano non è negoziabile”.

Una frase apparentemente innocua, infatti venne sottovalutata, quando invece non doveva essere così perché egli non si riferiva tanto al tenore di vita del popolo americano in genere, ma a quello dei detentori del grande capitale che per accrescerlo sempre di più, avevano bisogno di una stato spregiudicato che fomentasse guerre, scontri tribali, rivoluzioni arancioni o più o meno colorate; sapesse sfasciare tutto al momento giusto pur di appropriarsi di petrolio e di materie prime, magari calpestando montagne di morti ammazzati alte dalla terra alla luna.

Ma per ottenere un risultato del genere era necessario avere delle complicità, complicità europee. E allora venne creata la Nato valendosi di uno stuolo di prezzolati annidati nei gangli più sensibili delle varie nazioni europee, nell’informazione anzitutto, come anche nell’esercito, nei governi, nei capi di governo, perfino nei presidenti della repubblica: tutti costoro dovevano essere di gradimento assoluto degli Stati Uniti.

E poi l’Europa vista come una sorta di parafulmine. Mi spiego, in caso di conflitto, conflitto nucleare, le bombe atomiche e termonucleari cadute sul suolo europeo, sarebbero state altrettante di meno di quelle che altrimenti sarebbero piovute sul territorio americano.

Ed è così che hanno potuto seminare caos, miseria, morte; paesi che erano riusciti a conquistare un equilibrio di carattere economico, culturale, sociale e politico come la Iugoslavia, l’Iraq, la Libia, vennero fatti letteralmente a pezzi.

Non solo, ma poi venne circondata la Russia, poco per volta, valendosi proprio di quei territori che un tempo avevano costituito l’Unione Sovietica, fino a suscitare l’indignazione, lo sbalordimento e la reazione di quelli che erano colpiti da una operazione del genere, cioè i russi!

Se non capiamo queste cose non riusciamo a giustificarne altre.

Consci di tutto ciò quindi, di quel che succede, tutti noi dovremmo organizzarci e manifestare prima che ci trascinino in una guerra catastrofica.La settimana scorsa ha portato l'inizio della rapida fase di acquisizione dei residui dei beni economici dell'Ucraina.
 
Gli americani hanno comprato il porto vicino ad  Odessa, della città di Il’ichevsk. Il nuovo azionista è diventato un fondo di private equity «Siguler Guff & Company» la sua quota il 50%.
 


Ora i principali asset che rappresentano una sorta di interesse in Ucraina per l'Occidente rimangono parte delle produzioni chimiche e metalmeccaniche, la terra, le ferrovie, la sfera energetica e i porti.

I porti sono molto importanti per gli Stati Uniti, dato che attraverso questi in tutto il mondo gli americani controllano i flussi commerciali. Il controllo dei porti chiave è una lotta geostrategica per il primato economico contro la Cina.

In questo modo gli Stati Uniti controllano i canali di Suez e Panama attraverso i quali si trasportano le merci dalla Cina in Europa. Il controllo di Il’ichevsk è il controllo dei tentativi di ricostruire, da parte cinese, della «la via della seta» via terra fino in Europa.

Ricordiamo come nel periodo dell’apice dell’Euromajdan , un anno fa, Janukovich firmò un contratto con la Cina per la costruzione di un porto in acque profonde in Crimea, subito dopo, per qualche motivo, a Kiev si aggravarono drammaticamente le proteste entrando nella fase degli scontri.

In Ucraina esistono due grandi porti progettati per l'esportazione di acciaio e prodotti della grande industria meccanica: si tratta, attenzione, di Il’ichevsk e... Mariupol.

Il controllo di Kiev su Mariupol sembra temporaneo e solo un uomo ingenuo non può capire questo. Quindi, l'acquisto di porto di Il’ichevsk, il controllo sulle rimanenti esportazione ucraine dell’industria meccanica, dell’industria siderurgica come anche delle fornitura di carbone in Ucraina da cui dipende il funzionamento delle centrali termoelettriche ucraine.

Ecco uno spot consegna degli interessi del governo ucraino, grazie al governo raiders (razziatori ndt) Jazenjuk-Jares’ko.

La logica degli eventi in Ucraina è semplice: raiders stranieri hanno trovato un linguaggio comune con i raiders locali. La svalutazione della grivna è molto positiva per i raiders locali, che hanno accumulato importanti riserve di dollari ed euro. Inizieranno ad acquistare a buon mercato - un paio di volte al di sotto del valore di mercato - il patrimonio residuo. Arsenij Jazenjuk ed i ministri stranieri forniranno la legittimità dell'ultima fase di privatizzazione e svendita del paese, dopo la quale l’Ucraina diventerà un insieme di beni delle più grandi fazioni di oligarchi che avranno completamente soggiogato economicamente il popolo, che, tra l'altro, pensa che «ha trovato la libertà».

Del resto abbiamo scritto a questo proposito di gran lunga in anticipo, subito dopo la nomina degli emissari stranieri Jares’ko, Ambromavichusa e Kvitavshili con la squadra di georgiani in un governo di coalizione vincente l’euromajdan. Lo schema di svendita del paese e la totale distruzione del sistema di governo era stata chiaramente descritta da noi.

Lo Stato «Ucraina» come sistema e strutture sarà eliminato definitivamente nel giro di sei mesi, un anno. Se negli anni '90 si è parlato di privatizzazione delle imprese, ora si tratta di denazionalizzare interi settori e aree della vita.

Se ciò che è stato pianificato riuscirà ad essere realizzato, nella forma l'Ucraina rimarrà, ci sarà sulla carta geografica, ma in realtà non lo sarà più.

A proposito, un processo simile è già successo in Libia, dove ora sono quattro le unità territoriali in guerra tra di loro.

http://www.politnavigator.net/rasprodazha-ukrainy-ssha-nachalas-pervyjj-lot-port-pod-odessojj.html

Il Caso Hill. Oltre le apparenze.

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Sul caso dei coniugi Hill sono state spese moltissime parole ma poche di queste si sono concentrate sull’effettiva analisi della credibilità dell’episodio stesso. Per ragioni che vedremo più avanti, al “rapimento” di Barney e Betty Hill è stato riconosciuta un’unanime e trasversale credibilità.

Vi sono in realtà elementi contrastanti che emergono ad una attenta analisi dei fatti e delle testimonianze dei due protagonisti ed è preciso dovere di chi si occupa di questi argomenti porli in risalto piuttosto che metterli in disparte per preservare la validità del caso. In effetti, per quanto mi riguarda, non è tanto in dubbio l’evento in sé quanto la sua interpretazione.

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Cercare di fare chiarezza ed eliminare i dati spuri dal quadro complessivo del fenomeno dei rapimenti non può che agevolarne la comprensione. Non mi soffermerò troppo sulla descrizione degli eventi che sono ben noti ma porrò l’attenzione su alcuni elementi chiave dell’intera vicenda, elementi specifici e per quanto possibile documentati. La mappa tridimensionale disegnata in base ai ricordi di Betty Hill, le sue testimonianze e le regressione ipnotica di Barney.

19 settembre 1961

Durante il viaggio di ritorno dalle vacanze passate in Canada i coniugi Hill percorrevano una strada fra le colline a sud di Groveton, nel New Hempshire, dirigendosi verso Portsmouth dove risiedevano. Nei pressi di un altura denominata Indian Head  Betty venne incuriosita da un luce nel cielo che a suo parere non poteva essere una stella.

Chiese allora la marito di accostare per poterla guardare con più attenzione, questi l’accontentò solamente perché voleva sgranchirsi le gambe e far scendere il cane. Non riuscendo a capire cosa fosse risalirono in macchina e proseguirono il loro percorso  ma circa due ora più tardi, nei pressi di Cannon Mountain l’oggetto luminoso riapparve molto più vicino e di conseguenza molto più sospetto. Si fermarono nuovamente, in un primo momento esso era ancora in volo e successivamente, la sequenza non è chiara nei loro ricordi, lo ritrovarono a terra a circa trecento metri dalla loro posizione.

L’oggetto era a forma di “pancake” con grandi oblò squadrati uno accanto all’altro che formavano una linea curva. Quando era al suolo poggiava su apposite “gambe”.  Con il cannocchiale Barney riuscì anche a distinguere oltre i vetri di quelle finestre alcune figure umanoidi. Spaventati rimontarono in macchina dove un strano rumore ed una altrettanto strana sensazione li raggiunse. Nel loro racconto è a questo punto che si colloca il missing time di due ore all’interno del quale è possibile si sia verificato il rapimento ed il contatto con questi extraterrestri.

Le parole di Betty Hill

E’ corretto riportare l’osservazione di alcuni scettici secondo i quali Betty fosse una fanatica di Ufo e che questo confuterebbe il suo racconto. Ma a parte il fatto che ormai non è possibile dimostrarlo sarebbe come dire che poiché uno è paranoico allora non esistono le cospirazioni.

Il che è logicamente sbagliato. Ci limitiamo quindi a prendere atto delle sue parole:

Prima testimonianza di Betty Hill:

“L’oggetto apparve in cielo come una nuova stella, poi all’improvviso incominciò a muoversi. Passò davanti al disco lunare e allora fermammo la macchina per guardare meglio… Barney decise di prendere il binocolo per cercare di identificare quell’oggetto strano, ma quello che vide gli destò molta preoccupazione e paura. Asserì  di aver visto degli esseri molto simili a noi che lo guardavano da dietro i finestrini e che, a quel punto,  il veicolo incominciò a scendere. Barney ebbe la sensazione che stessero cercando di catturarlo, quindi risalì in auto e partimmo a tutta velocità verso l’autostrada per evitare di essere presi. Udimmo una serie di suoni intermittenti quindi, per motivi inspiegabili, Barney prese ad imboccare una stradina secondaria, dove vedemmo quello che pensavamo essere la Luna al tramonto. Poi ci rimettemmo in autostrada e di li a poco, udimmo di nuovo quei suoni intermittenti ma proseguimmo, senza più fermarci, verso casa”.

Seconda testimonianza di Betty Hill:

“Gli esseri erano 11 ma ce ne era uno che per identificarlo meglio decidemmo che doveva essere il capo, infatti era quello che si esprimeva in inglese. Poi c’era l’esaminatore che faceva i test, poi gli altri 9 che secondo noi facevano parte dell’equipaggio. Le fattezze dei miei esaminatori erano essenzialmente simili: minuti, glabri, macrocefali e con una fisionomica simile a un incrocio tra suino e uomo. Mi ispezionarono il naso, la gola, gli occhi, le orecchie, prelevarono campioni di capelli, di pelle ed erano molto interessati ai nostri piedi. Mi stesero sul tavolo e cercarono di infilarmi uno strumento appuntito nella vagina dicendomi che era un test di gravidanza, allorché io replicai che non esistevano test di gravidanza e che simili cose erano per me sconosciute. Barney era di vedute alquanto ristrette e fu per lui uno choc emotivo notevole; iniziò ad avere problemi di salute, stati d’ansia, pressione a sbalzi, problemi di stomaco e non rispondeva alle cure. Il suo medico pensò che forse l’impatto emotivo dovuto a un forte choc, gli impediva di guarire e decise di mandare mio marito da uno psichiatra che esercitava nel suo stesso edificio. Barney iniziò a frequentarlo regolarmente e a parlare della sua infanzia e di tutto il resto. Il dottore lo analizzò a lungo e dopo qualche seduta ci indirizzò, Barney ed io, dal dottor Benjamin Simon di Boston”.

Terza testimonianza di Betty Hill:

“ Dopo varie sedute il dottor Simon mi fece vedere il bozzetto di una mappa stellare che il capo degli alieni mi aveva mostrato. Non so se c’era una apertura nello scafo o cosa fosse, ma ad un tratto ecco la mappa con alcuni degli oggetti che sembravano muoversi realmente. L’essere però non aveva attivato uno schermo o quant’altro ma era così realistica, proprio come guardare il cielo stellato. Mi chiese se dalla mappa potevo dire dove ci trovavamo, allorché io risposi di no . Mi disse che era un’informazione importante senza la quale non potevano mostrarmi da dove venivano”.

Bellero

Quarta testimonianza di Betty Hill:

“Riguardo alla mappa stellare posso dire che successivamente venni contattata da un’ insegnante dell’ Ohio, tale Marjory Fish. Iniziammo una serrata corrispondenza epistolare finché mi disse che voleva venire a casa per parlarmi. Passammo giorni interi a parlare di quella mappa e mi fece molte domande. Incominciò poi a costruire modellini usando scatole e corde, mettendo il nostro sistema solare al centro e iniziò a calcolare la distanza in anni luce. Al termine aveva disposto quasi tutte le stelle nella stessa posizione che avevo visto su quella mappa, ma ne mancavano due. Non fu in grado di completare la ricerca fin quando gli astronomi non scoprirono quelle due stelle nel ‘69”.

La parte più interessante del suo racconto e sicuramente quella della sua esperienza all’interno della “nave spaziale” a contatto con gli alieni. Gli elementi forniti nella sua descrizione appartengono ad un canovaccio che nei decenni successivi sarebbe divenuto abbastanza comune, per quanto comuni siano i casi di rapimento da parte degli alieni.

Ma non la si può accusare di essersi rifatta a racconti precedenti, a riviste o a film perché l’argomento non era ancora di dominio pubblico ne tanto meno attirava l’attenzione del pubblico come può essere ai giorni nostri.

Grazie alle ricerche svolte dagli esperti del settore sappiamo ormai con buona certezza che questi atteggiamenti scientifici sono spesso una copertura per scopi meno filantropici, volendo usare un eufemismo.

Quindi tenere sotto controllo la consapevolezza dei rapiti riguardo alle procedure a cui vengono sottoposti diventa di vitale importanza ed a questo che servono quelle che vengono definite “screen memories”, dei falsi ricordi che servono a mascherare, anche a livello inconscio, quelli veri. Con tutta probabilità ciò che Betty ha ricordato di quell’episodio non sono i fatti come si sono svolti ma bensì ciò che gli alieni, o chi per loro, hanno voluto che lei ricordasse.

Il prof. Simon che operò l’ipnosi non era di certo preparato ad affrontare un simile caso e non ebbe quindi alcuna possibilità di superare questi blocchi mentali e di arrivare realmente in profondità nel subconscio dei due coniugi. Non siamo nemmeno in grado di sapere se vi siano stati episodi successivi per cui il quadro rimane incompleto. Vi è però un altro dettaglio che, nonostante quanto detto sin ora, depone a favore della credibilità di questo caso.

Il che è molto interessante ma di certo non aiuta nel giudicare l’intera vicenda. Mi riferisco alla “mappa stellare” che il Dott. Simon disegnò in base alle indicazioni di Betty sotto ipnosi.


zbetty

Come ci ha ricordato la stessa Betty il collegamento tra la sua mappa e il sistema “Zeta Reticuli” lo dobbiamo all’infaticabile dedizione di un insegnate dell’Ohio, Marjory Fish che per tre anni si impegnò per trovare una corrispondenza accettabile tra le varie porzioni di mappe stellari esistenti e gli elementi del disegno di Betty. La sua ricerca iniziò nel 1966 e per alcuni anni non ebbe molto successo, nel 1969 invece grazie l’uscita del nuovo e più dettagliato Catalogo stellare Gliese ( Catalogo delle stelle vicine )  riuscì finalmente a individuare le corrispondenze che cercava.  Il  lavoro completo terminò solamente nel 1972 con la definitiva identificazione del sistema “Zeta Reticuli”.

Betty_Hill_Star_Map

Naturalmente da qual momento in poi sono state espresse le più diverse opinioni riguardo la precisione di tale corrispondenza e nella maggior parte dei casi esse riflettono le posizione preconcette di chi le ha espresse. Mi sembra quindi ragionevole scartare tutte le posizioni totalmente a favore o completamente contrarie. Ve sono altre più interessanti che analizzano la questione nella sostanza piuttosto che nel significato che ne possa derivare.

Il Prof. Walter Mitchell, professore di astronomia all’Ohio State University ha affermato:

“Più esamino la mappa più rimango impressionato dall’astronomia compresa nel lavoro di Marjory Fish”.

David R. Sunders, esperto di statistica presso il “Industrial Relation Center” dell’Università di Chicago ha detto:

“Non riesco a trovare nessun punto debole nell’interpretazione della mappa di Betty Hill da parte della sig.ra Fish”.

Secondo i miei calcoli la possibilità che la corrispondenza sia casuale si aggira attorno ai 1000 conttro 1.

“In molti ambiti in cui vengono utilizzati simili metodi statistici una simile percentuale è ritenuta convincente”.

Mark Steggert dello Space Research Coordinator Center, presso l’ Università di Pitsburgh ha sviluppato un programma informatico denominato PAR ( Perspective Alternation Routine ) che può riprodurre l’aspetto di vari gruppi di stelle come se fossero visti da varie punti di vista.

Ecco le sue dichiarazioni:

“Ero intrigato dal proposito di Marjorie Fish secondo il quale ha interpretato la supposta mappa di Betty Hill. Non credevo che con un modello si potessero creare problemi astronomici. Con mia sorpresa scoprii che lo schema ottenuto con il mio computer aveva una stretta corrispondenza con i dati forniti da Marjiorie Fish”.

Dopo ripetute elaborazioni con il suo software ha infine confermato le posizioni indicate dalla Fish.

“Sono stato in grado di identificare potenziali aree di errore, ma non veri errori”.

Questa zona di incertezza non depone però necessariamente a sfavore della tesi della Fish perché anche tra i vari cataloghi stellari come il “Astrophisical Observatory Catalog” ed il Royal Astronomical Society Observatory Catalogue” o il “Yale Catalogue of Bright Stars” esistono considerevoli differenze, fino a 2 ordini di magnitudine in alcuni casi o differenze sino al 40%  nella distanze delle stelle, come nel caso della stella Gliese 59. Altre stelle presentando differenza minori ma il punto in se rimane valido: alla luce di quanto appena detto le imprecisioni contenute nella mappa di Zeta Reticuli derivata dall’esperienza di Betty Hill non ne inficiano la validità.

Detto tutto questo se analizziamo la questione da un punto di vista strettamente logico appare strano la necessità di mostrare la mappa a Betty. Di certo non è grazie a quella che il “navigatore” dell’astronave avrebbe potuto raggiungere la Terra. C’è da supporre che una civiltà avanzata disponga di sistemi di navigazione più efficaci.

Così come non è dato sapere da che punto di osservazione vadano osservate le stesse indicate. Viene quindi il sospetto che si Betty abbia visto questa mappa ma che anche essa potrebbe esser parte della mistificazione dei ricordi, oppure di una realtà volutamente alterata e presentata all’esperienza di Betty.

Zeta Reticuli, nell’ufologia.

Il caso dei coniugi Hill non è l’unica circostanza in cui viene nominato il sistema Zeta Reticuli, anzi esso ritorna spesso a tal punto che è ormai associato agli alieni Grigi quale loro sistema natale.

Naturalmente non vi è alcuna prova in questo senso ma questa teoria ha guadagnato  comunque una certa fama. Tre sono le fonti principali che ne hanno dato origine.

La prima è un intervista di Robert Collins e William Moore, pubblicata sulla rivista Focus nel 1991, all’insider, e probabile debunker, Richard Doty in cui quest’ultimo affermò che Zeta Reticuli era il sistema d’origine delle EBE ( Entintà Biologiche Extraterrestri ).

Doty è un personaggio controverso spesso coinvolto in rivelazioni clamorose ma piuttosto dubbie, come il promesso e negato rilascio di un filmato concernente l’atterraggio di un UFO alla base di Holloman. Non sarebbe però saggio cestinare preventivamente tutto quello che Doty dice, è probabile che nella confusione che egli insinua vi siano nascoste informazione reali.

L’abitudine di nascondere una verità tra due bugie è ormai ben consolidata in certi ambienti di intelligence ed essa risponde bene all’esigenza di far trapelare determinate informazioni rendendole al contempo poco credibili. E’ impossibile poter dire se ciò si applichi a Zeta Reticuli, ma vale la pena di lasciare aperta questa porta.

La seconda è la testimonianza dello scomparso Michael Wolf il quale avrebbe lavorato a stretto contatto con questi alieni grigi nel corso di progetti super segreti sotto l’egida del Majestic 12, del quale lui stesso avrebbe fatto parte. Nel suo libro “Catchers of Heaven”, scritto poco prima di morire, egli rivelò fra le altre cose che gli alieni provenivano da Zeta Reticuli. In questo caso da un punto di vista umano mi sentirei di concedere una maggiore credibilità a Michael Wolf di quanto non mi sentirei di concederne a Doty, pur tenendo sempre presente che non esistono conferme.

La terza fonte sono le informazioni trapelate, quasi certamente ad arte, sul Progetto Serpo, per il quale sarebbe stato effettuato uno “scambio di personale” tra gli alieni ed il governo statunitense.

Anche in questa circostanza pare che che ci sia lo zampino di Doty, che in effetti ne ha combinata una più del Diavolo. E’ parere di molti che la storia del “proggetto Serpo” sia una bufala, per lo meno nei termini con cui è stata raccontata.

Ma se tutti questo riferimenti a Zeta Reticuli sono apparentemente infondati come vanno considerati e quale importanza rivestono per il nostro ragionamento?

Sono importanti perché sottolineano ed accentuano la dicotomia insita in tutta la storia del rapimento dei coniugi Hill. Da una parte vi è la mappa descritta da Betty Hill che sembra trovare sorprendenti conferme da una parte del mondo accademico, sostanziando l’ipotesi “Zeta Reticuli” mentre dall’altra vi sono le testimonianze di persone coinvolte a vario titolo nella “questione aliena” la cui però dubbia reputazione o  indimostrabilità  la ridimensionano, il tutto in una curiosa inversione dei ruoli.

Zeta Reticuli in astronomia.

Non è il caso di scendere troppo nel dettaglio ma può essere utile aggiungere alcuni dati astronomici al nostro ragionamento.

Le due stelle principali che ci interessano sono Zeta1 e Zeta2. Sono stelle molto simili al nostro sole anche se considerevolmente più vecchie. Distano 39 anni luce dal nostro sistema solare e sono separate tra loro da 9000 unità astronomiche (una AU corrisponde alla distanza terra sole : circa 149,597,871 km ).

Formano un sistema binario rivolgendo una attorno all’altra e cosa più importante sino ad ora non sono stati identificati pianeti giganti in orbita stretta il che fa supporre la possibile presenza di pianeti simili alla Terra. La vetusta età delle stelle potrebbe aver consentito ad una civiltà di evolversi come e più della nostra, una civiltà quindi presumibilmente in grado di superare senza grosse difficoltà i 39 anni luce che ci separerebbero.

Quindi da questo punto di vista l’ipotesi che una qualche razza aliena da li provenga è plausibile.

I ricordi di Barney affiorano sotto ipnosi.

Riprendiamo ore le fila dell’argomento principale, ossia le testimonianze. A differenza di Betty, le cui sedute ipnotiche, non rivelarono molto più di quanto non ricordasse coscientemente, le sedute di Barney rivelarono molti dettagli relegati nel suo subconscio.

La prima cosa che si percepisce ascoltando le sue sessioni di ipnosi regressiva è la genuinità delle emozioni che si avvicendano nei suoi ricordi. Queste emozioni variano dal fastidio, alla paura sino al sollievo, se non ad una imprevedibile felicità.

Ma lasciamo che siano le sue parole, come ci sono giunte tramite alcune registrazioni, a farci rivere ciò che è rimasto impresso nella sua memoria.

Cominciamo dal momento in cui Barney ricorda di aver fermato la macchina perché Betty gli aveva detto :

“Guarda c’è una stella che si muove in cielo!”.

Barney risponde allora un po’ seccato:

“Quello è un satellite”.

Non appena ebbero accostato Betty salta giù dalla macchina per osservare l’oggetto con il binocolo, Barney senza fretta ne approfitta per far scendere il cane. Dopo un po’ chiede a Betty di passargli il binocolo:

“…a quel punto mi rendo conto che non è un satellite, è un aeroplano, credo, si può vedere la fila di finestrini”. Soddisfatto restituisce il binocolo a Betty.

Ripartono e Betty gli dice:

“Barney quello non è un aeroplano, ci sta ancora seguendo”.

Allora Barney cerca un posto dove poter fermare la macchina ed imbocca una strada sterrata laterale.

In questa prima fase è importante sottolineare che nella voce di Barney non si rilevano emozioni particolari, se non la scocciatura di dover dar retta alla moglie.

Dice: “Quella cosa è ancora li”. “Credo che Betty voglia convincermi che quello è un disco volante”.

A questo punto il dottor Simon chiede se ci sia luce sufficiente per vedere e Barney risponde:

“Ci sono delle luci che si muovono nel cielo, ma non si sente alcun rumore e penso che questo è ridicolo”. Poi si rivolge a Betty “E’ un aeroplano, non dovresti credere in queste cose, io non ci credo”.

Continua:

“Non riesco a sentire alcun rumore, voglio sentire un jet”.

Lo psichiatra allora gli chiede:

“Perchè vuoi sentire un jet?”.
“Perchè Betty mi sta facendo diventare matto, mi sta facendo arrabbiare, continua a dire : è strano, guarda, non è un aereo. Io penso, ci deve essere, voglio sentire un rombo, voglio sentire un motore”.

Simon chiede:

“Quanto è distante?”.
“Non è molto lontano, circa 300 metri direi”.
“Come si muove, avanti indietro oppure in circolo?”.
“No, va verso ovest e poi torna diritto indietro, mi ricorda un palla attaccata a …( incomprensibile : una racchetta, un palo ) che si allontana ma torna diritta indietro. Penso che solamente un jet può volare così veloce”
“Spero di trovare un punto dove fermarmi ed ad un certo punto riconosco un posto”.
“Che cos’è questo luogo?”.
“E’ Indian Head, ci sono stato altre volte, mi sento a mio agio vedendo un luogo familiare”.

E’ a questo punto della regressione che succede una cosa insolita, Barney interrompe e dice allo psichiatra : “Mi sto svegliando”. Il medico lo tranquillizza e lo mantiene nella trance ipnotica:

“Sei in un sonno profondo, non ti sveglierai , ti ricorderai ogni cosa”.

Ma ciò non accade per caso, è da questo momento in poi che nella voce di Barney lo stressa aumenta, il panico comincia a farsi strada.

“E’ proprio qui sopra, alla mia destra. Che cos’è?. Cerco di mantenere il controllo così Betty non si accorga che sono spaventato”.
“Oh se era spaventato”. Barney sospira, la sua voce è rotta dalla paura.

Simon lo rassicura, dicendoli che non ha più da temere e che può proseguire.

Barney è sconvolto:

“Devo tornare indietro a prendere la pistola”

Urla:

“Oh mio Dio, Oh mio Dio!”.

Il medico deve nuovamente calmarlo e lo fa proseguire.

“Torno indietro alla macchina, prendo il binocolo e guardo, è la fuori, oltre la strada. Oh mio Dio! Che cos’è?”.

Simon per focalizzare la sua attenzione gli chiede a che distanza fosse.

“Non sembrano trecento metri, non è così lontano. Ora è rivolto verso di me, è come un grosso pancake con una fila di finestre, con alcune luci ed una più forte”.
“Una fila di finestrini come un aereo commerciale?”.
“No, non come un aereo perché formano una linea curva attorno alla metà del pancake. Mi dico, Dio, devo scuotere la testa”.
“Non può essere vero, non può esser li! Ma è ancora li, guardo verso la strada sperando che arrivi qualcuno a dirmi che non è li”. 
“Cosa vogliono, cosa vogliono?”. Di nuovo Barney sembra terrorizzato.
“Una persona guarda verso di me, ha un aspetto amichevole, mi guarda da sopra la spalla, sta sorridendo. Mi fa pensare ad un irlandese rosso di capelli. Reagisco a questo pensiero pensando che io invece non sarò amichevole perché di solito gli irlandesi non sono gentili con le persone di colore”.
“Dice che ti guarda da sopra la spalla, vuoi dire che non era rivolto verso di te?”.
“No è rivolto verso un muro. Lo vedo attraverso una delle finestre, una grande finestra suddivisa solamente da alcune strutture che evitano che sia una unica superficie di vetro. Sembra un tedesco nazista”.
“Indossa un’uniforme?”.
“Si, un’uniforme nera ed ha una sciarpa nera attorno attorno al collo e sulla spalla sinistra”.
“Come riesci a vedere questi particolari da così lontano?”.
“Stavo usando il binocolo”.
“Hanno facce come le nostre? Hai detto che sembra un irlandese”.
“Ha gli occhi a mandorla, ma non come i cinesi”
“Il leader mi sta dicendo qualcosa…”
“Come riesce a raggiungerti?”.
“Vedo il suo volto, le sue labbra muoversi, mi sta guardando, mi sta dicendo qualcosa… cosa?”.
“Rimani li e continua a guardare. Devo abbassare il binocolo altrimenti continuo a rimanere immobile… Dio dammi la forza”.

Barney urla e strepita come se lottasse per riuscire ad abbassare il binocolo, per distogliere lo sguardo.

“Devi allontanarti da me!”.
“Come fai ad essere sicuro che ti stesse dicendo quelle cose?”.
“Quegli occhi, non ho mai visto occhi così!”.

Per rassicuralo Simon gli ricorda che poc’anzi lo aveva descritto come amichevole.

“Il leader era amichevole ( il che ci fa capire che c’erano altri esseri. Nda ). Il leader, quello con la giacca nera luccicante e la sciarpa nera”.
“Come fai a dire che è il leader?”.
“Perché gli altri, tutti mi guardavano, se ne sono andati e lui è rimasto da solo a guardarmi. Poi rientro in macchina e mi dico di non cedere al panico, cerco di riprendermi”.

Di nuovo a questo punto le emozioni sono così intense che Barney si rivolge allo psichiatra chiedendogli:

“Posso svegliarmi?”. Ma il medico lo calma e lo fa proseguire.
“Dov’è Betty, cosa ha fatto nel frattempo?” Gli chiede.
“Non lo so, non capisco, siamo stati rapinati?”.
“Perchè pensi di esser stato rapinato?”.
“So che è nella mia mente, non voglio dirlo”.
“A me puoi dirlo”.
“Quegli uomini con le giacche nere… io non ho soldi, non ho niente”.
“Non lo so, gli occhi sono li, sono sempre li, mi sta dicendo : non aver paura, c’è un incidente sulla strada”.
“Non devo essere spaventato, non parleranno con me”.
Simon: “Sono nel loro veicolo?”.
“No, sono in piedi sulla strada”.
“Tu dove sei, sei in macchina?”.
“No, sono sospeso”.
“Stai veramente fluttuando nell’aria o è solamente la sensazione che provi?”.
“Non sono in macchina, non sono accanto alla macchina, non sono nel bosco… sto proprio fluttuando”.

La seduta a questo punto si interrompe e viene ripresa la settima successiva.

Barney esordisce così:

“Ci sono degli uomini in mezzo all’autostrada, che mi assistono. Penso solamente ad immagini mentali perché i miei occhi sono chiusi. Mi sembra di stare salendo, sono leggermente inclinato e penso che i miei piedi non sbattono contro le rocce, questo è buffo”.
“Ho paura di aprire gli occhi perché mi è stato detto di tenerli chiusi, così non li apro. Non voglio essere operato”.
“Cosa ti fa pensare ad un’operazione?”.
“Non lo so. Mentre penso questo sono disteso sullo stomaco, credo di essere dentro a qualcosa ma non apro gli occhi. MI è stato detto di tenere gli occhi chiusi”.
“Chi ti ha detto questo?”.
“L’uomo che ho visto attraverso il binocolo”
“Sono gli stessi che sono sulla strada?”.
“No”.
“Che ruolo hanno questi uomini?”.
“Mi hanno preso e portato su per la rampa”.

Poi c’è un salto, non saprei dire se nei ricordi o nella registrazione.

“Sono disteso su un tavolo, i miei pantaloni sono aperti ed una coppa è stata posta sulle mie parti intime… e poi si è fermato”.
“E’ buffo perché penso che se sto fermo e zitto la cosa finirà presto e non mi faranno male”.
“Sto camminando e vengo guidato, i miei occhi sono chiusi, poi li apro e vedo la mia macchina. I fari sono spenti, il motore è spento e Dotsy ( il cane ) è sotto il sedile. Mi allungo e la tocco. Mi siedo e vedo Betty che arriva lungo la strada e rientra in macchina”.
“Penso, non è così male, non ho ragione di aver paura. Guardo fuori  e vedo una grande Luna. Eccola. E sono felice”.

Conclusioni

Il racconto di Barney è quanto meno sconclusionato. Non possiamo sapere se questo dipenda dall’inesperienza del Dottor Simon a confrontarsi con una situazione così fuori dall’ordinario. Ma vi sono dei dettagli che possono suggerisci qualcosa.

Innanzitutto l’aspetto di questi esseri che non assumono mai fattezze particolarmente aliene, se non per gli occhi. Qualcuno sostiene che il dettaglio degli occhi sia da imputare al fatto che 12 giorni prima della seduta di ipnosi andò in onda un episodio della serie Outer limit in cui comparvero degli alieni somiglianti alla descrizione poi fatta da Barney. Per quanto mi riguarda questa relazione non è però rilevante  perché non è possibile dimostrare che Barney abbia effettivamente visto quello show.

La questione è un’altra. Dobbiamo tener presente che Barney è un uomo di colore che negli anni 60 era sposato con una donna bianca. Curiosamente questi alieni assumono prima l’aspetto di un irlandese, che per sua stessa ammissione sono ostili nei suoi confronti e poi quello dei nazisti, che in quanto ad avversione nei confronti delle persone di colore non erano certo da meno.

Un altro dettaglio che ci mostra come i ricordi cambino nella sua mente, oppure come la sua esperienza si modifichi durante il suo svolgersi è quello del suo fluttuare. In un primo momento si sente sollevato da terra, sembra levitare mentre poco dopo dice che quegli uomini vestiti di nero lo portano su per una rampa.

Oppure il racconto di come abbia tenuto gli occhi chiusi perché gli era stato detto di fare così. Mi sembra difficile credere che questi esseri se volevano nascondere qualcosa si siano affidati alla correttezza di Barney nel seguire le loro indicazioni. Appare più come un trucco mentale, come allo stesso modo potrebbe esserlo quello del binocolo. Dalle parole di Barney si percepisce che si sente obbligato ad osservare il “leader” il che potrebbe suggerire che quello fosse una sorta di espediente per focalizzare il suo cervello su qualcosa mentre in realtà succedeva tutt’altro.

Una serie di strani comportamenti, di immagini che si sovrappongono come capita nei sogni. Ma questo non mi porta a pensare che il loro racconto sia falso ma piuttosto che gli eventi siano stati completamente diversi da quelli che sono stati poi raccontati. Fa eccezione la mappa. E’ davvero difficile inquadrarla in tutto il contesto, se non con una clamorosa coincidenza, in una campo in cui le coincidenza a mio parere lasciano il tempo che trovano. Oppure potrebbe andar inquadrata nel complesso della stranezza di questo caso e di molti simili a questo. Tali assurdità logiche, chiamiamole così, potrebbero essere uno strumento o un effetto del fenomeno che si struttura diversamente rispetto a quanto finora ipotizzato.

Se vogliamo attenerci all’ipotesi extraterrestre, il tutto potrebbe risolversi con la teoria delle screen memories, secondo la quale gli alieni inserirebbero dei falsi ricordi nel subconscio dei rapiti in modo tale che se interrogati non possano accedere ai ricordi reali. Ma  non sono convinto che sia sufficiente.

Potrebbe essere sufficiente se Jacque Vallee o John Keel non avessero proposto la teoria “Ultraterrestre” o “magonica” secondo la quale dietro al fenomeno Ufo e per estensione a quello dei rapimenti, non ci fosse solamente la spiegazione extraterrestre, ma qualcosa di più fine, di più complesso. Lo sarebbe,sufficiente, se non fosse stata formulata la teoria dell’universo olografico, per cui la realtà in cui ci viviamo e nelle cui dimensioni siamo confinati non è reale per come noi intendiamo la realtà.

Sono ormai molti gli elementi in ufologia, come i racconti di alcuni, non tutti, i rapiti, o come l’impossibile varietà di oggetti volanti che solcano i nostri cieli che mi fanno pensare che potrebbe esserci qualcuno o qualcosa in grado di manipolare la trama della nostra realtà, non tanto come in Matrix, dove la manipolazione aveva luogo nella realtà, ma proprio al di fuori di essa. Forse la realtà in cui siamo confinati non è che una porzione, un recinto posto intorno a noi per tenerci separati da qualcosa che è al di là, da qualcosa che non dobbiamo raggiungere.

Per quanto possa sembrare complessa questa idea essa non è dissimile da quella per cui i Catari sono stati sterminati e gli gnostici in genere perseguitati. L’idea per cui il nostro mondo sia stato creato da un Demiurgo malvagio che vuole impedire all’uomo di ricongiungersi con il Divino che è al di là, sopra di lui, quel divino di cui noi conserviamo ancora una scintilla. Cosa sia questa scintilla è difficile dirlo, ma potrebbe essere la nostra anima che ci rende così preziosi da tenerci qui imprigionati finché il suo segreto non ci sia stato tolto.

Google e il Ministero della Verità di G.Orwell

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Si preparano le basi per fare accettare all'opinione pubblica una nuova e sottile forma di censura e di attacco alla nostra libertà!

Oggi vengono attaccate le cosiddette notizie "bufale", ponendosi già il problema etico-morale (e non solo morale) di CHI si può arrogare il diritto di definire una notizia 'priva di fondamento'?

In secondo luogo, se oggi il nostro silenzio si trasforma in consenso per questa sottile pratica di censura, un domani potrebbero venire oscurate, ovvero escluse dalla visibilità degli utenti, ogni tipo, sottolineo OGNI TIPO, di notizia scomoda al pensiero unico dominante.

Siamo in grado di cogliere la gravità di questa operazione molto simile a quanto ascritto al ruolo di Ministero della Verità nel romanzo distopico di G.Orwell "1984"?

Perché il problema non è se le scie chimiche (giusto per fare un esempio) siano una "bufala" o meno... l'importante è porsi UN DUBBIO e verificare, approfondire, informarsi.

Se viene negata la possibilità di porsi un dubbio, allora ogni tipo di notizia ufficiale verrà presa per vera in modo dogmatico.

E' questo è qualcosa di estremamente GRAVE!

Google, ecco l'algoritmo che elimina le bufale

Per quanto l'avvento di un sistema di comunicazione di massa sia riuscito ad amplificarne incidenza e portata, le cosiddette “bufale”, in fondo, esistono da quando esiste l'umanità e non vi è traccia di un solo paese dove l'immaginario collettivo non abbia dipinto improbabili racconti popolati da vecchie megere dedite alla magia nera, adolescenti che hanno partorito in gran segreto all'estero o eroi del volante in grado di seminare la polizia guidando un fuoristrada su due ruote.

Se sradicare le leggende metropolitane dal loro habitat naturale può apparire alla stregua di una missione impossibile, per quanto riguarda il versante legato al Web, Google sta mettendo a punto un particolare algoritmo che promette di riconoscere le notizie palesemente prive di fondamento e di dare minor visibilità alle bufale all'interno dei risultati di ricerca.

bufalegoggleknowledgeFacendo un passo indietro, per chi non lo sapesse, il modo in cui Google decide l'ordine dei risultati da mostrare sul proprio sito è basato su una particolare funzione algebrica che traduce i codici alfanumerici presenti in un iper-testo in altrettante variabili, in base a parametri prefissati dall'azienda, di modo che i risultati in evidenza risultino essere quelli più pertinenti, più visitati, più commentati o quelli prodotti da una fonte considerata come attendibile.

Non essendo dotato di una dimensione “semantica” (cioè non capendo cosa effettivamente significano i caratteri esaminati in un linguaggio naturale), capita spesso che Google dia rilevanza a notizie palesemente false, non avendo all'interno della sua struttura gli elementi necessari ad identificare la corrispondenza di quanto scritto con la realtà dei fatti.

Per sopperire alla lacuna, dalle parti di Moutain View garantiscono di aver trovato un opportuno vaccino anti-bufale, mediante un ulteriore parametro aggiunto all'algoritmo,  in grado di distinguere e penalizzare tutti quei contenuti che riportano notizie prive di attinenza o palesemente inventate.

Il nuovo algoritmo, denominato Knowledge-Based Trust, logicamente non sarà in grado di distinguere significati e significanti del testo scansionato, ma farà affidamento sull'immenso database del portale Knowledge Vault, creato da sempre da Google nel 2014, per istituire una distinzione tra notizie fondate e bufale, sfruttando la propria memoria storica.

In sostanza, attraverso la creazione di un archivio contenente tutte le notizie considerate “vere” presenti sulla faccia della terra (circa 1,6 miliardi di notizie), il nuovo algoritmo valuterà la corrispondenza di ogni notizia scritta con quanto presente nella sua banca dati e tenderà a penalizzare tutte quelle notizie che non paiono fondate sul database di Knowledge Vault.

Al momento l'algoritmo è ancora in fase di studio, ma la sua ultimazione potrebbe presto garantire un web libero da bufale e leggende metropolitane, con buona pace di chi ha atteso solo l'avvento di un sistema di comunicazione di massa per divulgare la mondo le proprie inquietanti storie ricche di megere, adolescenti ed improbabili eroi del volante.

Le Ultime mosse dell'Impero anglosassone prima dello scacco

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E' difficile capire che cosa stia veramente succedendo in Cina ma Pechino tesse la sua tela e si rafforza creando istituzioni alternative a quelle guidate dagli Usa - L'adesione a sorpresa della Gran Bretagna all'Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) turba l'Occidente e può avere conseguenze molto importanti per l'Europa e l'Italia.

La Cina sta profondamente trasformando il suo volto. Che cosa stia accadendo, tuttavia, è molto misterioso. Xi Ping ha recentemente affermato nel corso dell’ Assemblea del Popolo, che Egli è disposto: “A difendere la Sua linea politica anche a costo della vita”. Una dichiarazione che è sfuggita agli osservatori internazionali ma che, a chiunque conosca la liturgia confuciana del Partito Comunista Cinese fa tremare i polsi.
E’ il riflesso della sanguinosa e profonda lotta interna al Partito. Xi Ping ha nel corso dell’ultimo anno incarcerato, torturato, giustiziato più di 400.000 quadri con accuse di corruzione e di malversazione. Fra di essi grandi Signori della Guerra come Bo Xi Liang, sindaco di una piccola città di 30 milioni di abitanti, Zua Quokufeng, capo dei servizi segreti e vice comandante della Commissione Militare del Partito, e molti altri di così altissimo lignaggio.

Nel mentre, a livello internazionale, la Cina, dal Mar Cinese del Sud sino all’Oceano Indiano, apriva contenziosi territoriali, generalmente rispetto a sperdute isole sovrastanti ricchi giacimenti di idrocarburi, con pressocchè tutte le sue nazioni confinanti, dal Giappone al Vietnam alla Thailandia, alla Corea del Sud alle Filippine, al Brunei, alla Malesia, senza contare l’India con cui continua un pluridecennale conflitto territoriale.

Ma contemporaneamente, come su scala infinitamente minore fece la Germania tra Otto e Novecento in Europa, la Cina , così, ha iniziato a costruire una possente rete di istituzioni alternative al potere dominante del mondo di oggi, ossia agli USA. Tra Otto e Novecento, anzi, fino al 1956, con la crisi di Suez, quel potere dominante era il Regno Unito, anche se dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale i suoi gruppi dirigenti avevano ben compreso che l’ora del dominio economico mondiale era suonata a favore degli USA. Oggi la Cina sta costruendo una rete di istituzioni finanziarie alternative a quelle egemonizzate dagli Usa e dai suoi alleati europei.

Si è iniziata con la BRICS Bank che raccoglie appunto Brasil, Russia, India and China e si è continuato con la New Silk Road che unisce in un progetto infrastrutturale e finanziario i paesi che, dalla Mongolia all’Afghanistan, sino alla Turchia costituiscono il cuore dell’Eurasia, o meglio dell’Heartland, sulla rotta che fu di Alessandro Magno, al quale Xi Ping si dice spesso idealmente si accomuni.

Dinanzi a queste iniziative l’Occidente è rimasto muto sprofondando nel suo autismo germanico in Europa e nella sua dissociazione schizofrenica negli USA. Pensate alla follia del Congresso Americano in cui la maggioranza repubblicana sfida l’inconsapevole povero Obama invitando Netanyau a parlare senza l’assenso del Presidente, correndo il rischio di aver provocato una scissione insanabile tra Presidente e Congresso appoggiando un isterico ometto che forse uscirà sconfitto nelle elezioni di martedì prossimo in Israele, non tanto e non solo perché superato nei voti dal nuovo laburismo alleato col Centro, ma soprattutto perché contestato dal cosiddetto Partito dei Pensionati, formato dai quadri del Mossad e dagli alti gradi dell’esercito. Un vero capolavoro, non c’è che dire. Il disordine sta diventando caos.

In questo caos la Cina mette in cascina un altro risultato. Crea nell’Ottobre 2013 l’Asian Infrastructure Investment Bank che si propone la missione di creare infrastrutture nella regione asiatico-pacifica in diretta concorrenza con il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e la Banca Asiatica di Sviluppo, quest’ultima con sede a Manila.

Come è noto, queste tre istituzioni sono dominate dagli Usa e dal Giappone, unitamente a un ruolo secondario, ma importante, degli europei. La Banca asiatica di sviluppo, in una sua relazione del 2010, sosteneva che per realizzare il complesso di infrastrutture necessarie allo sviluppo dell’area euro- asiatica, si sarebbero dovuti come minimo investire otto trilioni di dollari dal 2010 al 2020. Finora nulla è stato fatto ed è per questo che la nuova istituzione, promossa dalla Cina, nel lasso di tempo dal 2013 al 2014, aumentava il suo capitale da 50 bilioni a 100 bilioni con l’intervento decisivo dell’India nella cofondazione della stessa banca.

In breve nel 2014 a Pechino si svolse una cerimonia di insediamento della Banca a cui parteciparono, oltre alla Cina e all’India, la Thailandia, la Malesia, Singapore , le Filippine, il Pakistan, il Bangladesh, il Brunei, la Cambogia, il Laos, la Birmania, il Nepal, lo Sri Lanka, l’Uzbekistan e la Mongolia. Significative anche le firme del Kuwait, dell’Oman e del Qatar a cui si aggiunse nel 2015 anche quella della Giordania e dell’Arabia Saudita, nonché del Tajikistan,e infine del Vietnam. Nel 2015, infine, anche la Nuova Zelanda, l’Arabia Saudita e l’Inghilterra hanno aderito alla Banca. Orbene, qui nasce un grande problema, o meglio, pubblicamente si manifesta.

Il Vietnam aderisce anche al Tran –Pacific Act che gli Stati Uniti, come è noto, hanno siglato in funzione anticinese con i paesi asiatici e sudamericani rivieraschi del Pacifico, ed escludendo da esso la Cina, con un chiaro atto intimidatorio e di sfida politica, militare e diplomtica. Ebbene il Vietnam, in questo modo, afferma una politica dei due forni seguendo l’esempio thailandese, più che secolare, di alleanze molteplici a geometria variabile atte a garantire la propria indipendenza.

Ha aderito anche la Nuova Zelanda, che aspira sempre più manifestamente a una politica differenziata rispetto all’Australia, che non a caso nel contesto del Trans- Pacific Act ha firmato con gli Stati uniti un accordo militare in funzione anticinese e dichiaratamente pro giapponese. Ma la notizia bomba è quella dell’adesione dell’Inghilterra. Cameron e Osborne, Primo Ministro e Ministro degli Esteri, sono stati chiari come del resto “The Telegraph” aveva annunciato, sin da subito, asserendo che il Regno Unito, in primo luogo, ha di mira i suoi interessi nazionali. Questo è il problema.

Un problema che h avuto i suoi risvolti nel contesto della Nato in cui il Regno Unito ha diminuito i suoi investimenti in armamenti portandoli sotto il tetto del 2%, soprattutto in armi convenzionali, mentre invece, di contro, aumentava la sua spesa difensiva sul fronte nucleare missilistico, in terra,in cielo, in mare.

Il Regno Unito, insomma, si sta sempre più allontanando dall’Europa. Guarda invece sempre più al mondo e in primo luogo all’Asia e, con atteggiamento più incerto, all’Africa. Per questo sono sbagliate le valutazioni di alcuni infermi osservatori che sostengono che il Regno Unito si sta sempre più isolando. Si sta sempre più isolando dall’Europa deflazionistica, germanico-teutonica, antirussa. E’ il trionfo postumo della Thatcher, che fu costretta a dimettersi dal suo stesso partito perché non credeva nell’accrocchio di un euro costruito a immagine del marco.

Naturalmente questa decisione inglese avrà conseguenze devastanti in Europa, perché la Francia, da sola, non osa opporsi alla Germania e l’Europa del sud è profondamente infetta dall’ideologia blairista e neoliberista che altro non è che l’altra faccia dell’ordo- liberalismus tedesco.Il Regno Unito abbandona l’ Europa per ritornare a essere una potenza mondiale intracontinentale. Per far questo, sceglie di allearsi con la Cina in una prospettiva di lungo periodo, ampliando così il solco che via via dalla crisi di Suez del ’56 sempre più lo divide dagli USA.

Questi ultimi hanno reagito alla decisione del Regno Unito di far parte dell’AIIB in modo convulso, come al soluto nervoso, indispettito e privo di lungimiranza strategica. In ogni caso è indubbio che la ferita è profonda, e l’incapacità egemonica degli USA in quest’occasione è apparsa in modo preclaro e drammatico. Tutte le famiglie politiche degli USA sono in preda al caos e la divisione tra Usa e Uk non potrà che rafforzare la Cina e, di fatto, anche la Russia con conseguenze inaspettate anche nel Mediterraneo. Si ricordi infatti l’adesione alla nuova Banca di paesi come la Giordania, l’Arabia Saudita, l’Oman, il Qatar!

Una chiara dichiarazione di guerra diplomatica agli USA impegnati in trattative sul nucleare con l’Iran. Da ultimo, non posso non ricordare che questa divisine tra USA e UK non potrà non avere conseguenze drammatiche anche in Italia, paese a sovranità limitata e verso cui il Regno Unito aveva avuto dagli USA la delega di occuparsi dei suoi esiti governativi e oltre, come era stato reso manifesto dalla non lontana visita privata (sic!) della Regina Elisabetta e del Suo consorte all’allora Presidente Giorgio Napolitano. Caso unico al mondo di visita privata di un monarca a un Presidente della Repubblica.

Se anche Netanyau srà sconfitto, anche l’influenza israeliana sulla politica italiana non potrà non subire pesanti modificazioni. Mi si dirà che questi son dettagli rispetto al caos mondiale.Ma a questi detrattori rispondo che con l’ISIS alle porte le sorti dell’Italia sono il destino di uno dei pianeti fondamentali che illuminano il cielo della civiltà umanistica mondiale.

http://www.firstonline.info/a/2015/03/16/la-rete-della-cina-e-lo-schpkdelladesione-di-londr/b83fa2e3-f4f0-4eda-b38d-439d73689225

Viktoria Shilova racconta...

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Per comprendere i nostri tempi, è fondamentale uscire dai nostri confini, rompere il frame dei media mainstream e realizzare collaborazioni strette con gli altri popoli europei, superando le barriere culturali e linguistiche che non devono più essere strumenti di divisione. Supporta adesso e diffondi il progetto Europaleaks: www.europaleaks.com.

Oggi, Anya Stepanova intervista Viktoria Shilova, leader del movimento anti-bellico ucraino.

Viktoria Shilova Vi Racconto l'Ucraina e il Donbass

Anya Stepanova: Buongiorno Viktoria Shilova, leader del movimento ucraino anti-bellico di Kiev e deputato del Consiglio Regionale di Dnipropetrovsk, famosa per le sue critiche al Governo di Kiev che sostiene le operazioni belliche nel sud-est dell’Ucraina. Potrebbe raccontarci del vostro movimento? Come nasce e qual è il suo punto di vista ideologico?

Viktoria Shilova: Il nostro è un movimento pacifista e antibellico. I nostri tre motti principali sono: “Stop alla guerra. Stop all’oligarchia. Stop alla mobilitazione bellica“. E’ nato dieci mesi fa ma abbiamo potuto registrarci solo nell’agosto del 2014. 

Questo perché il Governo ha un atteggiamento molto critico nei miei confronti. Io sono critica nei loro confronti e loro mi ricambiano con la stessa moneta. A mio parere non vi è nessuna operazione anti-terroristica in atto nelle regioni del sud-est ucraino. Piuttosto, abbiamo a che fare con una banale intimidazione militare verso tutti coloro che non condividono il punto di vista del regime. 

Otto milioni di persone non possono essere considerate terroriste e separatiste, quando la loro età varia da un’ora a oltre cento anni. Ciò che accade oggi nel Donbass è senza alcun dubbio una vera guerra. Una guerra civile, alimentata dai media completamente controllati dagli oligarchi del paese. Siamo prigionieri di una spaventosa censura che non ha precedenti. Perfino io (che sono un deputato) non ho la possibilità di esprimermi da nessuna parte, né in tv né in radio né su alcun portale internet governativo. Esiste un vero e proprio divieto nei miei confronti. 

Vengo anche sistematicamente bloccata o espulsa dai social network come Facebook, perché la nostra versione inglese può essere tradotta e le persone possono accedere a materiale alternativo con molta facilità. Su Facebook è stata bloccata non solo la pagina del mio gruppo anti-bellico ma persino il mio contatto personale. 

Volevamo allargare il nostro gruppo, traducendo il materiale anche in francese, in italiano, in tedesco e in spagnolo (ndr: l’importanza di un progetto come Europaleaks emerge con una straordinaria e spontanea convergenza  da molte comunità diverse tra loro, ma unite dal bisogno di comunicare oltre le barriere e i confini imposti dal sistema). Abbiamo trovato dei volontari che hanno accettato con entusiasmo di sostenerci.

Il nostro movimento lavora costantemente sotto pressione: un mese fa hanno aperto un procedimento penale contro di noi. Stiamo parlando della procura generale dello stato Ucraino: la procura militare fa parte della procura generale. 

A quanto pare, oggi come oggi esprimersi contro la guerra, in Ucraina, è reato. Uccidere dei civili nella regione del Donbass non è considerato un reato, mentre pronunciarsi in difesa della pace lo è. Un nostro grande amico, Ruslan, che ha sostenuto la nostra causa, con posizioni contrarie alla mobilitazione militare, oggi purtroppo si trova in carcere. Amnesty International, che ha riportato numerose testimonianze che riguardano reati di guerra, presentando prove anche all’ONU, sui battaglioni di nome Aidar, Azov e altri, pochi giorni fa ha riconosciuto a Ruslan Cazaba lo status di obiettore di coscienza e di prigioniero politico, in quanto giornalista. 

La convenzione internazionale dei diritti civili, in Ucraina, non viene rispettata. Neppure la convenzione internazionale sui diritti dei prigionieri di guerra viene rispettata. La convenzione che dovrebbe garantire i diritti delle persone socialmente non protette non viene rispettata. I pensionati del Donbass non ricevono le loro pensioni.

Io non so cosa vi dicano i vostri media sulla nostra situazione, ma un qualunque giornalista con la coscienza pulita che sia venuto nel Donbass dice: i media asserviti al Governo non dicono la verità. Pochissimi dicono la verità. 

Qui non ci sono né terroristi, né separatisti: qui ci sono civili che si difendono perché sono bombardati. L’unica cosa che ha chiesto il sud-est del paese è il federalismo, cioè una certa autonomia regionale, e basta, così come in Germania, in Svizzera, in alcune regioni italiane – se non sbaglio nel nord del vostro paese – così come negli Stati Uniti o in Russia. Non capisco dove sia il problema, considerando che la Crimea aveva un’autonomia allargata.

Il nostro movimento combatte per la pace in modo molto radicale, perché diamo un nome chiaro a quanto accade nel nostro paese. Per esempio, la direzione governativa che firma lo stato di mobilitazione generale mandando l’esercito a combattere: io li chiamo criminali di guerra. E quando arriverà il momento, porteremo le nostre testimonianze al processo. 

Esiste già un “libro bianco”, con le testimonianze raccontate dai nostri attiviti del Donbass, Lugansk, Donezk, Makeevka, Gorlowka, Uglegorsk, da Debalzevo che è stata rasa al suolo. Tutte queste atrocità sono crimini di guerra e crimini contro l’umanità, quindi rientrano nelle competenze della corte marziale. Purtroppo, un certo Luzenko (il braccio destro del partito di Poroshenko), lo scorso 2 febbraio ha dichiarato: “Noi non aderiremo allo statuto penale della corte internazionale (lo Statuto di Roma)”. Si tratta di una normativa legale che viene applicata ai criminali di guerra: un paese che aderisca allo Statuto di Roma si prende la responsabilità non solo di non commettere reati di guerra, ma anche di combattere chi li compie. 

Il sig. Luzenko ha rifiutato di firmare l’adesione a tale statuto. Perché? Per quale motivo? Se dicono che è il Donbass ad essere responsabile della guerra e dei crimini di guerra, e non loro stessi, perché si rifiutano di firmare un documento internazionale? Tutta l’Europa ha aderito allo Statuto di Roma. Insomma, ci sono una quantità di contraddizioni e di ipocrisia mai viste prima.

Per non parlare delle dichiarazioni fatte dal presidente ucraino oppure dal Ministero degli Esteri, nelle quali della verità non si è vista nemmeno la più pallida ombra. Hanno dichiarato che l’esercito finalmente è riuscito ad uscire dall’accerchiamento di Debalzevo. “Uscire“… Forse la parola giusta da usare è “scappare“! Scappare lasciandosi alle spalle più di tremila cadaveri. Cadaveri abbandonati in mezzo alla strada. Non vengono a recuperare i corpi. 

Sono i ribelli del sud-est che poi prendono in mano la pala e li seppelliscono. Tra questi cadaveri ci sono tanti mercenari e molti di questi appartengono a religioni diverse che richiedono tecniche di sepoltura particolari. Molti sono circoncisi e quindi non possono essere sepolti secondo le usanze ortodosse: hanno bisogno di un loro rito sacro speciale. 

Questi cadaveri vengono messi da parte, tutti insieme, e poi si attende che qualcuno torni a recuperare i resti. Tra loro sono presenti molti rappresentanti delle varie etnie del sud. Questo conflitto ha già provocato più di cinquantamila morti tra i civili, ma nessuno mi dava credito quando lo dicevo, finché questa cifr non è stata dichiarata dalla stampa tedesca. Diecimila civili, ottocento bambini! Tutte queste informazioni vengono tenute sotto controllo e tutti i dati vengono occultati: chi risponderà di questi crimini?

Anya Stepanova: Vorrei tornare al processo che è stato aperto contro di lei dalla procura militare ucraina (Shilova è accusata di essere una propagandista anti-bellica). A che punto sono le indagini?

Viktoria Shilova: Sono partite le indagini preliminari, come ha dichiarato il procuratore generale militare che di cognome fa Matios. A quanto mi consta si tratta del parente di un deputato del blocco che rappresenta Poroshenko. Questa indagine preliminare prevede un totale controllo delle mie attività. vengono ascoltate tutte le mie telefonate, vengono controllati i miei amici… insomma io sono sotto controllo. Siamo tornatli al 1937! 

Ma il fatto è che c’è ben poco da controllare, perché non nascondo nulla: tutte le mie attività sono pubbliche. Di cosa potrebbero incolparmi? Del fatto che parlo male di chi uccide le persone? Se qualcuno è interessato al mio punto di vista, può visitare senza problemi la mia pagina sul sito VK oppure visitare http://www.shilova.org. Probabilmente verrò chiamata dalla polizia. Forse mi metteranno in carcere, non lo so.

Anya Stepanova: Non ha pensato di inviare una richiesta alla Corte Europea che si occupa di diritti umani?

Viktoria Shilova: Una delle organizzazioni che si occupano dei diritti civili cerca di ottenere per me, dall’ONU, lo stato di immunità in quanto fondatrice e portavoce di un movimento pacifista antibellico.

Anya Stepanova: Si tratta di uno dei primi articoli dell’ONU.

Viktoria Shilova: Sì. Esiste un articolo che difende i diritti delle persone che conducono un’attività anti-bellica. In Europa abbiamo aperto varie sedi che raccolgono aiuti umanitari per le persone colpite dalla guerra. Una di queste è situata in Italia. Le persone raccolgono fondi via internet. Inoltre, ne abbiamo una in Germania e una in Norvegia. 

Ora stiamo cercando di aprirne una anche a Cipro. Proprio poco fa stavo parlando su Skype con alcuni rappresentanti di Cipro, della Norvegia e di Kiev che si offrono di raccogliere fondi per gli invalidi e i bambini del Donbass. La nostra organizzazione dedica molto spazio alla questione che riguarda gli aiuti umanitari, gli aiuti che servono alle città come Debalzevo, Uglegorsk, Lungansk e Donezk dove la situazione è catastrofica. Alcuni punti abitati si trovano oggi in uno stato pietoso. Molti villaggi non esistono più.

Anya Stepanova: lo scorso 24 febbraio, secondo una dichiarazione ufficiale, Kiev, subito dopo avere firmato un accordo di pace a Minsk che prevede l’allontanamento delle armi pesanti dalle zone colpite dalla guerra, ha siglato più di 20 contratti commerciali con l’Arabia Saudita che riguardano la sfera militare. Questo lascia pensare che gli USA continuino a muovere le loro pedine nello scacchiere geopolitico che vede coinvolta l’Ucraina, per il tramite di paesi terzi. Cosa ne pensa al riguardo?

Viktoria Shilova: Beh, che dire? E’ paradossale parlare di pace, firmare accordi di pace e contemporaneamente firmare una legge sulla mobilitazione generale comperando armi quando il paese sta precipitando in una gravissima crisi economica. 

Siamo praticamente in default. E’ quasi impossibile cambiare la nostra valuta nazionale (la grivnia) nel mercato interbancario. Fino al primo agosto non vi avremo accesso. Non abbiamo la possibilità né di vendere né di comprare dollari. La grivnia è considerata una valuta ad alto rischio. Oggi Poroshenko e il governatore della banca centrale Valeriya Gontareva non sanno come uscire da questa situazione. I prezzi sono saliti di ben sette volte! Prima il dollaro si cambiava a circa 5-8 grivnia. Oggi con un dollaro si possono comprare 40 grivinia. 39,9 al mercato nero.

Anya Stepanova: Secondo le ultime notizie, l’agenzia di rating Fitch ha declassato gli indicatori economici dello stato ucraino a livello CC. Stiamo parlando di default?

Viktoria Shilova: In una situazione economica così drammatica accadono cose assolutamente impensabili come le spese militari che salgono di ben 3 volte. Vengono tagliati fondi a oltre 60 programmi sociali. Stiamo parlando di una cifra approssimativa che si aggira intorno ai 100 miliardi di grivnia. Con tutti questi gravissimi problemi, il nostro Governo cosa fa? Compra armamenti all’estero. Armamenti che costano moltissimo.

Io personalmente credo che l’America non sia interessata in un’Ucraina stabile e fiorente. Gli Usa non sono un un impero che costruisce: sono un paese colonizzatore che si sposta come un parassita da un paese all’altro, succhiando tutte le risorse che il paese colonizzato è in grado di offrire, passando poi alla preda successiva. 

Il fatto è che tutti i paesi colonizzatori sono condannati fin dal principio, perché lo stesso destino accade anche al loro interno. Oggi infatti possiamo vedere che il debito USA supera i 18 trilioni di dollari, il 120% rispetto al PIL del paese. Con un debito così alto, l’economia degli USA è in una gravissima crisi che può essere risolta solo attraverso un sistema parassitario, che hanno costruito circondandosi di colonie che sostengano il debito americano comprando il dollaro.

Quindi, se volete sapere cosa mi aspetto dal futuro… Io, sapete, sono una pacifista ma sono anche molto realista e ritengo di essere una persona onesta. Credo che a fine marzo Kiev riprenderà l’offensiva contro il sud-est (Donezk e Donbass), ma mi aspetto che i partigiani si rafforzino e riescano a respingere l’esercito. 

Il massacro a Debalzevo ha demoralizzato l’esercito di Kiev: probabilmente si ritireranno fino alla capitale. Questo potrebbe accadere intorno a maggio o giugno. Questo è lo scenario peggiore. Purtroppo quando faccio una previsione, quasi sempre si avvera. Il fatto è che io vivo in questo paese e quindi sento che aria tira. A maggio o giugno mi aspetto dunque l’intervento della NATO. Naturalmente non di tutta la NATO, ma solo di due dei suoi membri: gli USA e la Polonia. La Polonia è interessata alle terre di Galicina e Bukavina. Si tratta di una disputa storica. Nutrono ancora dei dubbi sugli aspetti legali del patto Molotov-Ribbentrop del 1939. Lo stato polacco avanza ancora delle pretese su alcune città situate in quelle terre. 

Parliamo di L’vov, Ivano-Frankovsk e Ternopol’. Forse riusciranno ad ottenere anche una parte di Bukavina. Sono delle informazioni che mi vengono riportate da vari attivisti polacchi. L’intervento degli USA, qualora dovesse verificarsi, provocherà una valanga di volontari combattenti russi che verranno a combattere dall’altra parte dell’Ucraina. Ma non vi sarà nessun tipo di intervento da parte dell’esercito russo regolare. Non ci credo: la Russia non è interessata a farsi coinvolgere in una guerra aperta. Mentre per quanto riguarda i volontari… saranno 10, forse 50mila, non lo so: nessuno potrà fermarli. Andranno a combattere contro l’esercito della NATO. 

E credo che questa guerra vedrà partecipare non solo il sud-est dell’Ucraina, ma persino il centro e forse anche l’ovest. Finirà tutto come previsto. L’Europa avrà una parte di Galicina (che non ha più questo gran desiderio di entrare in Europa). Il resto verrà spartito tra le sfere di potere delle varie corporazioni multinazionali. Penso che il sud-est riuscirà a guadagnarsi l’indipendenza.

Anya Stepanova: Lei non vede la possibilità di uno stato ucraino unito e sovrano in questo momento?

Viktoria Shilova: L’unica speranza era una trasformazione in senso federalista del paese. Il nostro movimento lo ha sempre sostenuto. Dobbiamo essere una federazione per restare uniti. Ogni regione doveva avere una autonomia che avrebbe consentito il suo sviluppo culturale, tenendo in considerazione le sue particolarità storiche, la sua mentalità e la sua ideologia. Ma nessuno ha voluto sentire le ragioni degli homo-sapiens. 

Il nostro movimento è ragionevole, così come è ragionevole il 90% della popolazione ucraina. Poi ci sono gli altri, quel 10%. Sono i guerrafondai, gli oligarchi al governo: non potrebbero vivere diversamente, tradendo la loro natura parassitaria. Capite? Non sanno vivere diversamente. Possiamo stare certi che non avranno mai l’anima in pace finché non consumeranno questo paese fino all’osso. Tutti loro hanno le famiglie all’estero. Tutto il loro denaro è conservato nelle banche estere. Ognuno di loro ha 3 passaporti diversi. 

Per esempio Ihor Kolomoyskyi ha 3 passaporti. Uzenko ha altri passaporti. La metà del corpo dei deputati ha più di un passaporto. Tutti sono possessori di più di un passaporto. Solitamente si tratta del passaporto ucraino e di quello dello stato di Israele, oppure di quello svizzero, degli USA e di Panama. Potrebbero essere passaporti di un qualunque paradiso fiscale offshore. Per esempio, Kolomoyskyi ha dichiarato di avere 3 passaporti. 

Qualcuno gli fece notare che ricoprendo la carica di governatore di Dnipropetrovsk non può essere cittadino di un’altro paese. E lui ha risposto: “Ho un esercito tutto mio, quindi posso!“. Perciò oggi vivo in un paese dove un qualsiasi oligarca ha la possibilità di avere un esercito tutto suo, e questi eserciti combattono fra loro usando armi che girano sul territorio ucraino senza controlli. Sto parlando di 100mila pezzi. Centomila, pensate! 

E molto spesso sono armi che finiscono tra le mani di persone non molto sane di mente, se vogliamo usare un eufemismo. Cercate di capire che chi spara ai civili non può essere considerato un soldato o un ufficiale. Parliamo di assassini e criminali. E sono numerosissimi. E purtroppo sono liberi. Non sono io a dirvelo: sono dati raccolti e confermati dalle organizzazioni come Amnesty International o Human Rights Watch. Ci sono dichiarazioni di Human Rights Watch sull’uso delle bombe a cassetta, vietate dalla convenzione di Ginevra. 

Il Governo di Kiev però è scettico quando si tratta di organizzazioni come Human Rights Watch. Allora, dico io, perché non vanno di persona nel Donbass a vedere il disastro che hanno combinato? E’ spaventosa la devastazione provocata da quelle armi.

Anya Stepanova: Dato che abbiamo toccato il tasto drammatico che riguarda la situazione economica in Ucraina, qual è lo stato d’animo della popolazione? Come stanno vivendo questa crisi?

Viktoria Shilova: Oggi la pensione media è di 30 dollari. Sotto il governo del “dittatore sanguinario” Yanukovich (non mi importa che dicano che ha ucciso qualcuno a Majdan: io so che non ha avuto il coraggio di ordinare alla polizia di usare delle armi e infatti ha pagato un prezzo molto caro). Dunque, sotto il suo governo un dollaro costava 8 grivnia, mentre le pensioni ammontavano a 120, 150 dollari. Oggi le pensioni sono scese a 30 dollari. Inoltre le bollette del gas sono aumentate del 280% e il riscaldamento del 66%. 

Nel frattempo sono aumentate anche le spese di condominio, di ben 2 volte. Tutto questo alla fine ha un costo totale di circa 100 dollari al mese. Vede, abbiamo a che fare con il default, quando le banche smettono di vendere dollari in cambio di grvinia, stiamo parlando di default. Il Governo non lo può ammettere. Ma possono stringere la cinghia e opprimere tutti coloro che protestano. Metteranno in carcere tutti quelli che si oppongono. Faranno sparire delle persone, annunceranno un’ennesima mobilitazione militare… 

Non avete capito che non hanno altra scelta? Devono rimanere a tutti i costi al potere finché in Ucraina non entreranno i mercenari della NATO. Le popolazioni dell’ovest dell’Ucraina si esprimono così.

Posso raccontarle questa storia? Allora, sono andata a Surgut (in Russia), un grosso punto di estrazione del petrolio e del gas, dove il 50% della popolazione è ucraino. Quelli che mi hanno accolto sono quasi tutti dell’Università di Ivano-Frankovsk, l’università che forma il personale specializzato nella gestione delle tecnologie per l’estrazione del gas e del petrolio. Sono stata accolta molto bene: mi hanno alloggiata nel miglior albergo della città, ho avuto la possibilità di parlare apertamente nella televisione locale, il cui direttore è Ucraino. 

Tutti loro hanno la cittadinanza Russa ma etnicamente rimangono sempre ucraini. Ho parlato anche con degli ucraini dell’ovest che lavorano sempre in Russia. E ciò che ho sentito mi ha lasciato perplessa. Ho chiesto loro: ma non eravate voi a dire che il sud-est del paese deve essere schiacciato? Non eravate voi a volere questa guerra? Uno di loro, un uomo di Ivano-Frankovsk di circa 50 anni, mi ha risposto così: “Non è una guerra che ci riguarda. E’ una guerra tra Russi (Ucraina centro contro Ucraina del sud-est), mentre noi non vogliamo più fare parte di questo conflitto. Troppi di noi sono già morti in questa guerra. Ci è bastato”. 

Infatti la Mobilitazione di Ivano-Frankovsk è completamente fallita. Solo il 5% dei mobilitati. Gli ucraini dell’ovest hanno già capito che tutta la politica bellica su cui si regge oggi il Governo è costruita su un mucchio di bugie. Hanno capito che nel sud-est del paese loro combattono non contro i terroristi ma contro i lavoratori, che hanno i passaporti ucraini. Se ci sono dei volontari russi, sono semplicemente una piccola parte, al massimo il 5%. 

Al fianco dei combattenti del sud-est combattono alcuni volontari che vengono dalla Spagna, dalla Francia, dall’Italia. Non sono tanti, ma ci sono. Ci sono persino donne che vengono dalla Germania, le donne anti-fasciste. Ci sono una decina di persone venute da Israele, anche loro anti-fasciste: combattono dalla parte delle persone del sud-est. Non lo nascondono: potete trovare persino delle foto su internet. Se non sbaglio si tratta del gruppo Aliyah. Si tratta dei figli o dei nipoti di coloro che sono stati chiusi nei campi di concentramento dai nazisti. I parenti delle vittime. La situazione è la seguente: nessuno ha più voglia di combattere.

Tornando invece alla questione economica, provate ad immaginarvi la seguente situazione: i soldati ucraini che ricevono telefonate dai loro parenti, madri, figli, mogli che dicono: quali interessi state difendendo? 

Noi non abbiamo più denaro per pagare le spese condominiali, non abbiamo soldi per mangiare, non possiamo mandare i figli all’asilo, non abbiamo i soldi per pagare nemmeno questo. Non abbiamo nemmeno la possibilità dare ai nosti bambini una merenda quando vanno a scuola, perchè la pensione minima è di 30 dollari mentre lo stipendio minimo è di 45 dollari. 

E’ una cosa impensabile, per non parlare delle madri che crescono i loro figli senza un padre e non ricevono nessun aiuto dallo Stato. E’ una catastrofe. Sono convinta che la situazione sia destinata a peggiorare, perchè chi sta oggi al governo cerca di risolvere la situazione economica usando la forza bruta, ma l’economia non sopporta un tipo di intervento del genere. 

L’economia può svilupparsi solo quando si ha libertà di movimento, quando è libera di espandersi, giusto? Invece, non fanno altro che nascondere la verità, cercando di risolvere i loro problemi gestionali.

Oggi al potere si trova il clan di Poroshenko, l’altro clan è quello di Kolomojsky. In mezzo a questi clan si trovano i… non voglio usare una brutta parola… diciamo i galoppini di questi due oligarchi, i quali ricoprono cariche di deputato. Cioé tutta la Rada (il parlamento) oggi è composta quasi esclusivamente dagli aiutanti di questi due oligarchi. Parliamo dei capi militari, parliamo delle segretarie o delle amanti. 

Non volevo usare questa parola, non importa. Sto parlando di persone che hanno 23, 24 anni… Come sono arrivati a ricoprire quelle cariche? Una segretaria che a 24 anni diventa membro del consiglio supremo! Cosa ha fatto per meritarselo? E non finisce qui, perchè poi sono presenti anche persone con dei gravi disturbi mentali. Persone che hanno messo bombe artigianali sotto le statue di Lenin. Un certo Masichuk. Masichuk (l’ex segretario del battaglione Azov) lavora per un certo Liashko nel suo gruppo di deputati. Si tratta di un vero e proprio terrorista. Questo individuo ha messo una bomba in un luogo dove si trovavano anche dei bambini, una bomba carica di bulloni. Per fortuna quelli della SBU (servizi di sicurezza interna ucraini) sono riusciti a disinnescarla. 

Questa bomba avrebbe potuto fare una strage. Oggi ricopre la carica di deputato. Oppure parliamo del battaglione Aidar, che oggi è accusato di aver commesso crimini contro l’umanità: il capo di questi criminali è un deputato. Ma di cosa stiamo parlando? E queste sono le persone che fanno le leggi! Ma quali leggi possono votare questi quando si presentano al parlamento armati di bombe a mano come Jarosh (comandante di un battaglione considerato criminale di guerra)? Jarosh ha minacciato di farla esplodere direttamente in parlamento: oggi è ricercato dalla Interpol. Vi rendete conto in che situazione ci troviamo!? 

Mentre i telegiornali ogni giorno ci raccontano favole sui terroristi del sud-est. Poi vai nel sud-est e scopri una situazione completamente diversa, drammatica, persone semplici che soffrono, gli ospedali pieni di feriti, lamenti di sofferenza, donne e bambini uccisi, 10.000 morti. Le persone poi si rendono conto del fatto che sono state semplicemente ingannate, che non è colpa del Donbass o di Putin se il dollaro si cambia a 40 grivnia.

Poroshenko, Porubij, Yazenuk oggi ricevono miliardi di sussidi dalla UE e dagli USA. Dove sono questi soldi? Questi soldi vengono investiti in guerra e le imprese militari sono tutte in mano agli oligarchi. I prezzi qui sono tutti aumentati: il pane, la benzina che costava 10 grivnia, oggi ne costa 28. 

Nel frattempo il Fondo Monetario Internazionale (che fece un prestito allo Stato ucraino) ha imposto l’obbligo di congelare gli stipendi e le pensioni a 45 e 30 dollari. Sono stati licenziati 250mila insegnanti e 150mila medici. Queste persone come fanno a sopravvivere? I soldati dell’esercito ricevono delle telefonate dai familiari che raccontano loro la situazione drammatica nelle loro città. E chiedono loro di chi stiano difendano gli interessi. 

Di Poroshenko? Di Parubij? 40 milioni di persone sono finite in ostaggio di una delle tecniche più spaventose mai viste prima. Una tecnica disumana che sfrutta le persone per mettere a segno una serie di colpi di stato, lacerando il paese dall’interno. Siamo un paese-cavia. E tutto perché qualcuno non riesce a tollerare il fatto che la Russia si stia riprendendo e che l’Ucraina potrebbe nuovamente rientrare nell’orbita del mondo slavo.


Siate come Serpenti

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Fin dai tempi più antichi l’uomo è stato incuriosito dalla natura e dalle cose che lo circondano, principalmente quando queste sono “diverse” o sembrano “strane” ai suoi occhi; probabilmente è per questa ragione che la figura del serpente, come vedremo, è stata oggetto, sia nel bene che nel male, di ogni genere di leggenda, entrando a far parte del patrimonio culturale della maggior parte delle grandi civiltà del mondo antico, divenendo oggetto di culto, di studio e di mito.

Graficamente il serpente è una linea. Ma è una linea vivente che può prendere la forma di tutti gli ambienti che lo circondano, la cui flessibilità consente gli atteggiamenti più inaspettati. Ciò spiega come il simbolismo del serpente sia naturalmente doppio: esso rappresenta la carezza e la sorpresa.

Sono questi i significati con i quali entra a far parte del linguaggio iconografico di tutti i popoli del mondo: esso esprime da un lato l’idea della sessualità e dell’incantamento, dall’altra della sottigliezza, dell’astuzia. Dunque un duplice significato (sensualità creatrice e malvagità diabolica) che ritroviamo in tutte le culture, dalle più antiche a quelle più sviluppate. [1]

Il serpente ha avuto un ruolo nella cultura umana molto tempo prima del Medioevo o dell’epoca dei Romani. Troviamo tracce di culti ofitici in tutto il mondo, in tutte le epoche.

Simbolicamente il serpente passa attraverso la parte negativa del mondo e, si rigenera nel massimo grado della positività, divenendo il sole, donatore di vita. Questa rigenerazione, comune anche ad altre religioni, è probabilmente la trasposizione mitologica di un evento biologico tipico di tutti i rettili: l’esuviazione (o muta), durante la quale il serpente, crescendo, perde completamente la pelle vecchia, lasciandola appesa a un ramo o a una roccia, mostrando una nuova pelle, più lucida e bella.

Questo evento naturale, che ha luogo regolarmente durante la vita di ogni rettile, ha spesso portato a credere le antiche civiltà nell’immortalità del serpente e nella sua continua rigenerazione.

Nella simbologia della religione egizia questo rettile ha un significato di grande importanza. L’ureo rappresenta un simbolo di magnificenza e di rispetto: esso era infatti una parte del copricapo indossato dai grandi sovrani egizi ed era costituito da una statuetta che raffigurava un cobra eretto, spesso d’oro, che era posato sulla fronte di chi lo indossava, conferendogli supremazia e rispetto agli altri.

ureo

La leggenda del serpente piumato non fu proprio degli antichi egizi, anche le popolazioni precolombiane veneravano una divinità a metà fra l’uccello e il serpente. Si tratta del dio Quetzalcóatl, e la civiltà è in particolare quella degli Aztechi. Biologicamente parlando questa divinità altro non era che l’unione di due specie animali a quel tempo piuttosto comuni nel territorio occupato dagli Aztechi e ora in via di estinzione: il quetzal, uccello dotato di lunghe piume verdi sulla coda, venerato dagli Aztechi come incarnazione temporanea del loro dio, era stato “fuso insieme” con il boa costrittore, grosso serpente sudamericano.
 
quetzalcoatl

Simbolicamente, invece, Quetzalcóatl rappresenta il connubio indissolubile tra terra e cielo, tra naturale e divino, tra bene e male. Esso è infatti allo stesso tempo un dio sanguinario, al quale molte vittime umane vennero sacrificate, e donatore di vita. Il serpente piumato, per gli Egizi come per gli Aztechi, rappresenta inoltre il contatto con il mondo dei morti e anche per questo rappresenta un simbolo da rispettare e venerare.

Spostandoci dalle Americhe all’Asia, patria di un’infinita varietà di religioni, notiamo che il serpente ha avuto anche qui il suo posto nella mitologia e nella simbologia religiosa.

In India, nonostante da sempre nelle risaie muoiano ogni anno decine di persone a causa del morso dei serpenti, la divinità creatrice Vishnù, nell’iconografia classica è rappresentato seduto su un enorme serpente e con il capo attorniato da diversi cobra col cappuccio aperto.

Questo animale per gli indiani è sempre stato in stretta connessione con le divinità (nel buddismo infatti, secondo la tradizione, un cobra si pose sulla testa del Buddha in meditazione per coprirlo dai raggi del sole roventi) e soprattutto è in parte custode della conoscenza, ed è perciò un’entità da rispettare e onorare.
 
VISHNU

La religione cinese ha le stesse origini dell’Induismo e del Buddismo e, nella sua simbologia, compare da sempre il dragone, spesso anche dotato di piume. Il drago cinese è senza dubbio un’ulteriore accentuazione della figura del serpente, che in questo caso viene considerato antropicamente: esso rappresenta un simbolo propiziatore atto ad allontanare influssi maligni. È probabile che l’usanza del drago sia derivata dall’esigenza di “confortare” la popolazione cinese ai tempi delle grandi invasioni da occidente di Unni e Tartari, fornendo così un simbolo ancora più “potente” del normale serpente.

Al serpente è stato attribuito un valore mistico-religioso anche nelle civiltà europee. Molto conosciute sono ad esempio le statuette votive cretesi della dea che stringe nelle mani due serpi. Nella tradizione minoica il serpente è un elemento positivo e propiziatore, nonché un simbolo di fertilità legato alla sfera della simbologia di tipo sessuale (il serpente rappresenta, per i cretesi come per gli indiani, un simbolo fallico).

Nell’antica Grecia questo animale è, allo stesso tempo, simbolo di positività (abbinato spesso alla medicina) e di negatività, come è testimoniato dall’affresco nella “Casa dei venti” a Pompei, dove il piccolo Ercole è ritratto mentre uccide delle vipere, davanti allo sgomento degli adulti.
 
STATUE

Per gli antichi Romani invece il serpente era riconducibile, in particolare, a una divinità, Esculapio, considerato il custode della medicina. In più, ai Romani non era sfuggito il fatto che i serpenti sono esperti predatori di topi e ratti, e perciò erano soliti ospitare un serpente nelle loro abitazioni, ponendo così fine al problema della piaga dei roditori.

Possiamo dunque affermare che la figura del serpente nelle religioni antiche fu contraddistinta da un fortissimo aspetto di ambivalenza. Esso viene temuto per la sua velocità e per il suo veleno, molto spesso mortale. Nel contempo però vengono conferite a questi rettili capacità divine, molto spesso positive, il serpente quindi entra a far parte della religione come simbolo propiziatore e donatore di fertilità.

Così come esso è legato al mondo degli inferi, contemporaneamente fa parte del mondo solare, offre la vita ma anche la morte, conferisce autorità e ispira sicurezza in un popolo fragile ed indifeso, può uccidere con il veleno ma, proprio con questo si possono realizzare antidoti e medicine potenti.

Questa ambivalenza dei serpenti fu però rimossa dalla religione cristiana, dalla quale questi rettili ricevettero un’accezione puramente negativa, a partire dal serpente tentatore del paradiso terrestre, per continuare poi con la serpe infernale che porta sul dorso l’anticristo, rappresentando l’oscurità, il pericolo.

Questa interpretazione negativa di questi animali può essere considerata come una evoluzione o involuzione della religione cristiana. Secondo l’Antico Testamento Mosè innalza il serpente al cielo e Dio chiederà a lui di essere “innalzato” così come il serpente, dimostrando dunque che la figura di questi rettili era ben diversa da quella attuale.

Sempre tramite la Bibbia, si ha testimonianza di un culto ofidico anche nell’antica religione ebraica, all’interno della quale questi rettili, raffigurati come serpenti di bronzo, rappresentavano sia il bene che il male; l’adorazione del serpente di bronzo fu però estirpato dalla religione ebraica tramite la distruzione completa dei templi a esso dedicati.

Nella religione cristiana il serpente è divenuto il simbolo tipico di Satana. Tale attribuzione si riferisce al racconto biblico del Giardino dell’Eden, dove l’uomo e la donna infransero la legge di Dio. Nella Bibbia esso rappresenta sia l’incarnazione del nemico, come nell’episodio del paradiso, sia il Salvatore crocifisso come nel racconto del “serpente di bronzo” che Mosè pianta nel deserto.

Maria Vergine viene ritratta mentre comprime col piede la testa di un serpente, una raffigurazione che rappresenta la sconfitta del peccato.
 
VERGINE

Una serpe in un calice sta ad indicare che la bevanda è avvelenata. L’invidia, i cui pensieri sono maligni poiché si ciba di carne di serpente, ha anch’essa questo animale come simbolo. Un serpente con la testa di donna rappresenta l’inganno. Nella mitologia greca la donna che al posto dei capelli aveva dei serpenti era Medusa.
 
MEDUSA 

Minosse, colui che giudica le anime dell’inferno, avvolge la coda di serpente attorno al proprio corpo un numero di volte corrispondente al cerchio infernale di destinazione del dannato. Ercole, neonato, uccide due serpenti a mani nude, da adulto ucciderà l’Idra. Il serpente è anche simbolo della prudenza (Matteo, 10, 16: “siate prudenti come i serpenti”) questo significato spiegò anche la connessione del serpente con Minerva, dea della sapienza.
 
[1] Edouard Urech, Dizionario dei Simboli Cristiani, Arkeios editore, pag. 227

https://isimbolinellacomunicazione.wordpress.com/2013/02/21/il-serpente/

La favola del mugnaio buono e del banchiere

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Ecco cosa succede quando la politica antepone gli interessi dei potentati economici e le logiche della finanza al benessere del proprio popolo... Lo strapotere dell'oligarchia finanziaria è disumano.
 
Riproponiamo l'articolo apparso su http://www.libero-pensiero.net l'articolo a firma di Angelo Consoli intitolato "La favola del buon mugnaio e del banchiere" e mirabilmente introdotto dall'economista Sergio di Cori Modigliani
 
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La favola del mugnaio buono e del banchiere. Un’idea e una interpretazione progressista che il Dr. Angelo Consoli ci regala, insieme ad una peculiare proposta.

Yannis Varoufakis, attuale ministro dell’economia greco, è salito alla ribalta mediatica italiana soltanto il 28 Gennaio 2015, dopo essere stato eletto.

New deal
 
Non aveva neppure preso in mano la penna per firmare la sua nomina, che in Italia la destra organizzata, insieme alla Sinistra Stracciona Parassitaria, in totale quanto inconsapevole condivisione politica -con rare eccezioni, come il quotidiano Il Manifesto- lo descrivevano come un emissario di Mario Draghi, un bandito, un mascalzone al servizio della Troika.
 
Gran parte degli statisti da tastiera italiani non sapeva che Varoufakis avesse un suo blog fondamentale, presente sul web da cinque anni, con milioni di utenti nel mondo, dove parlava di economia, spiegava l’evoluzione della crisi greca, in parallelo all’involuzione del paese e al generale declino dell’Europa.
 
Certo, il suo blog aveva il difetto di essere scritto in inglese, grave difetto che impedisce ai rivoluzionari feisbucchiani di avere accesso alle informazioni reali internazionali. In Italia, le grandi visioni globali si infrangono sulle montagne delle Alpi o affondano nelle acque del canale di Sicilia, non vanno mai oltre.
 
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Siccome da noi, negli ultimi anni, molti improvvisati grandi esperti d’economia, sia a destra che a sinistra, sono riusciti a convincere i fruitori dei social network di avere in mano la verità e il nocciolo della situazione economica mondiale, un accademico con solido curriculum vitae interessa poco.

Si dà il caso che Varoufakis sia stato interlocutore per anni di Paul Krugman, di Galbraith, di Joseph Stiglitz, di Noam Chomsky, e anche di Jeremy Rifkin, il visionario autore della “terza rivoluzione industriale”.

Il rappresentante in Europa per quanto riguarda la comunicazione di Rifkin è il Dr. Angelo Consoli, paladino ambientalista e noto attivista, come soggetto politico, di una visione empatica dei bisogni collettivi, che ruotano intorno all’applicazione di quello che ha definito “Territorio Zero”, per poter affrontare i bisogni e le necessità esistenziali dei cittadini europei attraverso l’evoluzione verso una forma di autonomia e di indipendenza che produce ricchezza.
 
Questa formula lancia sullo scenario politico internazionale un’autentica modificazione dell’approccio corrente, introducendo la nuova figura futuribile del mondo che verrà: i prosumers, ovvero i consumatori che invece di essere passivi e piatti ricettori dei bisogni di chi deve realizzare profitto, grazie all’uso della tecnologia avanzata, si trasformano in produttori dei propri bisogni. La sintesi tra produttori e consumatori in un’unica figura, rappresenta oggi la visione vincente del futuro.

Qui di seguito, per i lettori di questo blog, oggi presentiamo un succoso e complesso articolo del Dr. Angelo Consoli composto da diverse parti: una informativa, una esplicativa e un’altra propositiva.

Con l’aggiunta finale di un ambizioso progetto sponsorizzato (toh che sorpresa!) dall’economista Yannis Varoufakis.
Il suo corpo è stato ritrovato ieri nelle acque del Lago di Salto vicino Rieti dove viveva e lavorava.
 
Si chiamava Silvio Paoselli, ed era un mugnaio a km zero, che molti affezionati clienti del Mercato contadino dei Castelli Romani conoscevano per le sue farine, preparate con cura e consegnate con amore a molti panificatori locali.
 
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Si è tolto la vita dopo la messa all’asta del suo antico mulino che era tutta la sua vita, ma purtroppo gli era stato tolto per difficoltà economiche.

Prima di togliersi la vita ha inviato un sms alla sua famiglia e ai colleghi del mercato contadino per chiedere di prendersi cura dei suoi asinelli. “Anche la vita di Silvio è stata venduta all’asta”, hanno scritto i suoi amici contadini del Mercato Contadino che lo hanno voluto ricordare sporcandosi il volto di farina per omaggiarlo, mentre impastavano la sua farina.
 
“Chiediamo che gli speculatori che hanno comprato all’asta il mulino di Silvio non debbano fare del manufatto aziendale un utilizzo diverso da quello per cui Silvio ha sacrificato la sua vita. Chiediamo che non vengano consentiti cambi di destinazione d’uso di quel manufatto. Chiediamo che la triste vicenda della morte di Silvio sia dibattuto dal Consiglio comunale, da convocare con urgenza in seduta straordinaria per trovare un modo per impedire qualunque speculazione su quel manufatto”. Così Elisa Di Gennaro, presidente dell’Associazione km0, soggetto gestore del Mercato Contadino, che sì è mobilitata assieme a tutti i produttori che ogni settimana portano cibo fresco e buono nelle nostre case, e, a nome di tutti i produttori del Circuito ColtivEndo dei Mercati Contadini,in un appello al Sindaco del Comune di Contigliano, in cui si trova il mulino di Silvio.
 
“Non deve più accadere – dichiara l’allevatore Erminio Latini – che si perdano terre e beni aziendali per aver saltato qualche rata di mutuo. Deve essere immediatamente istituito un fondo di solidarietà per salvare le piccole aziende in crisi. Non si pignorano intere vite”.
 
Oreste Molinari, consigliere del Consorzio Tutela Frascati, ricorda che “analoghi gravi problemi li viviamo anche nel settore vitivinicolo, dove la crisi continua a mietere vittime. Chiediamo anche al Ministro dell’Agricoltura di contribuire per l’istituzione di un fondo di solidarietà per sostenere i piccoli imprenditori agricoli che rischiano di veder pignorati e venduti all’asta i beni aziendali ”.
 
Qui dobbiamo però fare un passo indietro e analizzare la situazione con occhiali completamente nuovi.
 
La piccola agricoltura (e la piccola impresa in generale) sta vivendo sulla propria pelle una situazione debitoria ormai insostenibile, anzi in un reversal of responsibilities degno di Matrix, sta pagando colpe non sue. La classica vittima che paga le colpe del suo carnefice. Ma procediamo con ordine.
 
LA LOGICA DEL DEBITO E L’ERA DEL PETROLIO.
 
Il debito e la sua logica sono nati con l’economia della seconda rivoluzione industriale, basata sul petrolio, ossia una fonte energetica che per raggiungere economie di scala e profitti astronomici ha necessitato una altissima intensità di capitali. Chi è stato in grado di fornire tali capitali, oggi domina il mondo e impone le sue regole come se fossero le tavole della legge scolpite da Dio nelle tavole di marmo di Mosè sul Sinai!
 
Ed è così che con il tempo, nell’economia fossile è stato totalmente capovolto il rapporto fra finanza e economia. Inizialmente nata in funzione delle esigenze di finanziamento delle imprese nell’economia reale, la finanza oggi si trova a dominare l’economia reale in un gioco di specchi in cui il virtuale domina il reale nell’interesse di pochissimi gruppi finanziari mondiali che hanno permesso la realizzazione delle infrastrutture dell’economia fossile conquistando un ruolo di preminenza (vedi prevaricazione) verso chi produce beni e servizi reali nell’economia.
 
L’ASSERVIMENTO DELL’ECONOMIA REALE ALLA FINANZA SPECULATIVA.
 
Questo processo di asservimento dell’economia reale all’economia finanziaria speculativa, è stato graduale e non brutale (altrimenti avrebbe causato rivoluzioni) e ha prodotto un mondo estremamente diseguale in cui le 300 persone più ricche del mondo possiedono un patrimonio pari alla ricchezza dei 4 miliardi di persone più povere, costrette a vivere sotto la soglia di sussistenza (identificata dall’ONU in 2 dollari al giorno).
 
Certo, l’era del petrolio ha anche garantito uno sviluppo tecnologico in grado di facilitare la vita, il benessere di una minoranza di esseri umani, e una compressione dello spazio tempo con viaggi e comunicazioni molto più veloci e una vertiginosa accelerazione dei ritmi vitali e professionali, (cosa che non è ancora stato dimostrato sia positiva per l’essere umano), ma ha comportato una devastazione ambientale e climatica senza precedenti, perché si è trattato di un processo storico ad altissima entropia in grado di mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa genere umano.
 
E comunque questo modello fossile ha oggi ha raggiunto i limiti della sua efficienza, e non funziona più perché presuppone un mercato senza regole in cui alla fine il potere di acquisto del lavoratore medio viene eroso fino all’impoverimento, e una economia di mercato senza consumatori finisce per morire. Nella jungla in cui vige la legge del più forte, arriva sempre il momento in cui il leone ha mangiato anche l’ultima delle gazzelle e poi o diventa erbivoro o muore di fame.
 
Ma usciamo dalla metafora zoologica e torniamo all’analisi dei meccanismi di funzionamento del capitalismo finanziario predatorio e senza regole che uccide i piccoli imprenditori.
 
Bisogna capire che allo sfruttamento delle fonti fossili si è affiancato un imponente apparato ideologico che, forte dell’analisi pseudo scientifica dei “Chicago boys” (la scuola di Chicago dove è nato l’ultraliberismo economico), è riuscita a imporre scelte scellerate ad una politica asservita e corrotta, legata ideologicamente al carro dell’ultraliberismo economico sia nelle sue espressioni di “destra” che in quelle di “sinistra”.
 
E’ così che durante la seconda rivoluzione industriale la libertà di commercio internazionale promossa in modo dittatoriale da organismi internazionali come FMI, WTO, e quella Troika responsabile del disastro greco è diventata di fatto un Totem intoccabile.
 
Questo commercio internazionale premia la filiera lunga e i suoi profitti stratosferici, e punisce i piccoli agricoltori di qualità come Silvio.
 
E infatti, appena arrivata nel Paradiso dei Giusti, il nostro buon mugnaio romano si sarà incontrato con migliaia di suoi colleghi che parlano la lingua di Aristotele e Platone. Tutti scomparsi negli ultimi anni a causa di quella nefanda politica di rientro da un debito puramente nominale e artificiale imposta con disumane regole internazionali e europee dettate non da cittadini e nell’interesse dei cittadini ma da gruppi di potere finanziario internazionali nel loro esclusivo interesse.
 
LA CRISI DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E UN GRUPPO DI PSICOPATICI ALLA GUIDA DEL MONDO.
 
I grandi speculatori finanziari che dirigono le grandi banche d’affari sono solo dei volgari scommettitori incalliti e malati, dei veri e propri psicopatici del gioco d’azzardo che i media mainstream generosamente continuano a chiamare “mercati finanziari” e che per vivere hanno bisogno di dominare e distruggere l’economia reale determinando quello che il grande sociologo torinese Luciano Gallino ha chiamato la “redistribuzione del reddito dal basso verso l’alto”. (Luciano Gallino La Lotta di Classe dopo la lotta di Classe – Edizioni Laterza, pag 104 e seguenti.)
 
Questa è la crisi della seconda rivoluzione industriale, ed è una crisi terminale. I fondi di solidarietà per le vittime della crisi sono un palliativo/placebo totalmente inefficaci se vogliamo agire sulle cause della crisi anziché sui suoi effetti.
 
Non ci sono possibili cure nè rimedi all’interno delle logiche interne al modello economico che questa crisi ha generato (fra cui, appunto, la logica del debito).

Le grandi banche d’affari mondiali, (principalmente americane ma non solo americane), hanno imposto le loro regole e i loro parametri decisi a tavolino dai suddetti economisti di Chicago, la banda guidata dall’economista-gangster (altro che Al Capone), Milton Friedman, ispiratore delle politiche della Thatcher, di Reagan, Pinochet e tutte le più vergognose gerarchie politiche degli ultimi 40 anni.
Le regole economiche stabilite da questi economisti, espressione della grande finanza speculativa non hanno assolutamente nessun riscontro nella realtà né recano alcun vantaggio ai cittadini comuni che però le accettano perché bombardati costantemente da media compiacenti che presentano la logica del debito e il capovolgimento del rapporto economia/finanza come normale invece che come una aberrante deviazione.
 
PARAMETRI ECONOMICI ARBITRARI IMPOSTI COME VERITA’ ASSOLUTE.
 
Ad esempio l’idea che la stabilità economica di un paese debba giudicarsi a partire dal rapporto fra il suo PIL e il suo debito/deficit, e addirittura la sua quantificazione in percentuali totalmente arbitrarie inventate da oscuri funzionari quasi per scherzo (si veda al riguardo la puntata di Presa Diretta sul debito di domenica 1 marzo su Rai 3), è solo una rispettabilissima opinione.
 
E ci sono anche opinioni opposte come quelle del gruppo di economisti che fanno capo alla scuola di premi Nobel Joseph Stiglitz e Paul Krugman in America o degli economisti francesi Philippe Askenazy, Thomas Coutrot, André Orléan e Henri Sterdyniak, autori del “Manifesto degli Economisti Sgomenti (2010 edizioni Les Liens Qui Libèrent per la Francia e Minimum Fax per l’Italia), firmato da altri 150 economisti francofoni fra i quali il mio amico, il professore belga Eric Toussaint, coordinatore del gruppo di lavoro che ha dichiarato illegittimo in quanto immorale il debito dell’Ecuador per il Presidente Rafael Correa, e ha curato la costituzionalizzazione del divieto di indebitamento per il Paese sudamericano, sulla qualcosa, proprio Toussant ha scritto un saggio per il libro Manifesto Territorio Zero curato da me e Livio de Santoli nel 2013 (Territorio Zero – Edizioni Minimum Fax 2013 – pagg. 101 e seguenti) .

E dunque una opinione nemmeno maggioritaria in dottrina economica, che vede nel contenimento dell’inflazione e della spesa pubblica e nella limitazione dei redditi e dei diritti dei lavoratori un segnale di benessere dell’economia, è diventata la base ideologica per la costruzione dell’Euro in Europa e per le pratiche disumane su scala planetaria del Fondo Monetario Internazionale a vantaggio esclusivo della grande speculazione finanziaria internazionale.
 
DALLO SCHIAVISMO ALLA SCHIAVITU’ DEL DEBITO.
 
Si è costruita la logica dell’indebitamento come leva per impossessarsi delle risorse naturali di paesi che non potevano più essere sfruttati tramite strumenti quali il colonialismo, l’imperialismo e prima ancora lo schiavismo.
 
Questa spoliazione oggi assume la forma delle cosiddette privatizzazioni autorevolmente “suggerite” dai medesimi organismi finanziari che creano il debito come ricetta per la stabilizzazione finanziaria dei paesi “a rischio”, su tutto il pianeta.
 
Purtroppo questa verità non viene mai raccontata, perché i media di tutto il mondo (e principalmente quelli italiani) preferiscono raccontare in modo assolutamente acritico, la favola del debito, dei mercati finanziari, della inevitabilità dell’energia da fonti fossili della filiera lunga agroindustriale, degli OGM e del consumismo esasperato come misura della modernità e del benessere di un paese.
 
Questa ardita fabbricazione che non resisterebbe a nessun testo di logica e coerenza, è purtroppo diventata la base per la costruzione dell’Unione Monetaria Europea, e non è mai stata messa in discussione da nessun leader europeo né di destra né di sinistra.
 
IL NEW DEAL DI ROOSEVELT NON CI HA INSEGNATO NIENTE.
 
Eppure già dal 1929, dopo il grande crack di Wall Street, il presidente Franklin Delano Roosevelt, aveva identificato nell’ingordigia delle grandi banche d’affari (=speculative), il nemico principale della felicità dell’uomo, e aveva cercato di metterle un freno con il suo New Deal ispirato alle politiche visionarie ma efficaci dell’economista britannico John Maynard Keynes, ossia delle politiche di intervento massiccio dello Stato nell’economia per creare lavoro e modernizzare le infrastrutture.
 
Un esempio particolarmente pregnante di queste politiche fu l’istituzione della R.E.A. (Rural Electric Administration), firmata da Roosevelt nel 1935, con l’obiettivo specifico di portare energia idroelettrica (quindi rinnovabile) a tutta l’America rurale.
 
Questa impresa epocale ottenne risultati stupefacenti in pochissimo tempo. In meno di due anni vennero elettrificate 300.000 fattorie con l’estensione di 117.000 km di cavi elettrici, il tutto gestito non dalla società elettrica (che era recalcitrante e remava contro), ma da migliaia di cooperative elettriche promosse dagli stessi agricoltori in perfetta linea con il modello distribuito (che si sta affermando solo oggi), agricoltori che “si procuravano le competenze necessarie sia per gestire le cooperative sia per costruire le linee elettriche.
 
L’investimento nell’elettrificazione procurò alle comunità rurali vantaggi incalcolabili. Esso permise di prolungare l’attività produttiva giornaliera, di compiere con meno fatica i lavori più pesanti, di aumentare notevolmente la produttività agricola, e di migliorare il benessere fisico ed economico di milioni di famiglie. Nei primi 5 anni del programma R.E.A. furono collegate alla rete elettrica oltre 12.000 scuole rurali. Con l’arrivo della luce elettrica gli allievi furono in condizione di estendere la propria giornata di studio, potendo svolgere i compiti assegnati anche la sera dopo aver sbrigato le faccende quotidiane” (Jeremy Rifkin, La Società a Costo Marginale ZERO Mondadori 2014 – pag. 294 e seguenti)
 
Sul piano legislativo la più grande conquista del New Deal Roosveltiano fu il “Glass-Steagall Act, che impose la separazione fra banche di affari e banche di risparmio in modo da evitare, come era accaduto nel 1929, di coinvolgere i piccoli risparmiatori nelle spericolate operazioni finanziarie dei grandi speculatori.

Nacque così la più potente limitazione legislativa delle speculazioni finanziarie di tutti i tempi, ed è divertente considerare che il Glass Steagalll Act è stato abolito non da accaniti leader dell’ultra destra come Reagan o Bush, ma da una amministrazione “di sinistra” come quella di Bill Clinton, nel 1996, (con la pretestuosa argomentazione che “l’eccesso di regolamentazione avrebbe impedito lo sviluppo adeguato dell’innovazione finanziaria”, un mantra dell’ultra liberismo economico) e questo ha dato la stura alle speculazioni finanziarie e le frodi che avverranno nei decenni successivi e che culmineranno nella crisi del sub prime del 2008″ (Damien Millet-Eric Toussaint, DEBITOCRAZIA, pag. 80).
 
Con l’abrogazione del Glass Steagall Act si è realizzato un modello di creazione e vendita di prodotti derivati senza nessuna affidabilità perché ottenuti dallo “spacchettamento” di crediti ormai inesigibili in quanto generati per sostenere “a debito” i consumi americani che altrimenti non sarebbero mai ripartiti a causa del trentennio di follia ultraliberista Reganiana, che ha distrutto il mercato interno detassando i profitti astronomici delle multinazionali e permettendo loro di rilocalizzarsi in paesi dove la forza lavoro costava meno che in America.
 
Questi prodotti finanziari tossici (gli ormai tristemente famosi subprime) hanno intossicato tutta la finanza mondiale e sono alla base del crack del 2008. Al riguardo fanno notare sempre Millet e Toussaint nel già citato Debitocrazia (pag.85) “Nell’era dei prodotti derivati, le banche cumulano migliaia di crediti in pacchetti finanziari denominati CDO (Collateralized Debt Obliogations che sono in pratica giochi di prestigio che un debito lo fanno diventare un credito e quindi lo rendono vendibile ndr).
 
Dopo di che vendono questi pacchetti ad altri investitori e fanno utili intascando le commissioni. Le convenienze dunque sono cambiate e spingono ormai ad assicurarsi la vendita del massimo numero di pacchetti di derivati. La qualità delle attività su cui poggiano questi derivati, come il credito ipotecario delle famiglie a basso reddito è divenuta una preoccupazione secondaria. In fin dei conti se questi crediti non venissero rimborsati, le perdite non sarebbero assunte dalle banche ma dagli investitori che hanno acquistato dei CDO.
 
E’ importante sottolineare che tutti gli anelli della catena del credito erano legati da un elemento comune: la frode. Dalla sottoscrizione dei crediti ipotecari da parte delle famiglie passando per l’elaborazione dei CDO con la benedizione delle agenzie di rating, fino alla vendita a investitori istituzionali, tutte le tappe del processo sono caratterizzate dall’assenza dei documenti necessari o dalla loro falsificazione con l’inganno sistematico dei clienti da parte delle istituzioni finanziarie. Nonostante l’FBI abbia dato l’allarme fin dal 2004, sulla natura endemica della frode nel mercato dei crediti ipotecari, nessuna autorità competente ha cercato di regolamentare questa attività”.
 
I BANKSTERS AMERICANI E IL CONTAGIO DELLA FINANZA MONDIALE.

Questi Banksters non erano dunque poche mele marce isolate e poi neutralizzate. Essi erano i principali protagonisti dei cosiddetti mercati finanziari internazionali e avevano il potere di condizionare le scelte legislative e amministrative dei governi.
 
Tanto è vero che essi riuscirono a imporre a George Bush prima e a Obama poi, il famoso T.A.R.P. (Troubled Asset Relief Program) che con la scusa di tutelare gli interessi dei piccoli risparmiatori ha sprecato 7.800 miliardi di dollari dei contribuenti americani per salvare istituzioni finanziarie che dovevano fallire (vedete l’interesse di ripristinare il Glass Steagall Act per impedire a questi banditi di giocare con i risparmi dei cittadini?).
 
E i Banksters riuscirono anche a farla franca. Infatti, ci ricordano ancora gli autori di Debitocrazia (pag. 87), che “malgrado questo massiccio aiuto finanziario accordato alle principali banche e istituzioni finanziarie, il governo americano non ha preso nessuna iniziativa per portare in giudizio i responsabili di questa gigantesca frode e recuperare così i fondi pubblici spesi, e ancor meno per cambiare le pratiche e il modo di operare di queste istituzioni al contrario di quanto era avvenuto durante la Grande Depressione”.
 
Le grandi banche d’affari responsabili della grande crisi del 2008, sono le stesse che hanno imposto (direttamente e indirettamente) i parametri folli di governance dell’EURO, ottenendo favori inauditi. Uno per tutti: il divieto previsto dall’art. 101 del trattato di Maastricht (poi ripreso all’art. 123 del trattato di Lisbona) per la Banca Centrale Europea di essere “prestatrice di ultima istanza” ossia di assumere direttamente i titoli del debito dei paesi della zona Euro. La BCE questi titoli può solo comprarli prestando le somme necessarie a banche d’affari private a tassi ridicolmente bassi, perché esse li prestino ai paesi in difficoltà a tassi scandalosamente alti, che innescano la spirale di un debito fuori controllo (esattamente quello che è successo in Grecia, come vedremo) .

Una norma che non ha nessuna spiegazione logica se non quella di mettere i governi UE alle dipendenze delle banche d’affari e dei mercati finanziari per sovvenire alle proprie esigenze di finanziamento.
 
NON PER LA GRECIA MA PER L’EUROPA.
 
Varoufakis e Tsipras sono i primi a ribellarsi a questa logica finanziaria che nasconde una vera e propria dittatura dei mercati, e a mettere a al centro dell’azione comunitaria l’interesse del cittadino e dell’essere umano invece che il profitto della grande finanza mondiale.

Prima di Varoufakis non era mai stato dato di ascoltare un ministro delle finanze che pronuncia le parole “In Grecia siamo di fronte a una vera e propria catastrofe umanitaria.”

E la sua contestazione delle politiche di austerità imposte dalla troika è giustificata sulla base del fatto che esse sono sbagliate per l’Europa intera non solo per la Grecia.
 
Infatti, l’eccessiva enfasi sul taglio del debito ha prodotto maggior debito perchè ha generato un aumento più che proporzionale dei tassi di interesse in una spirale disastrosa in cui si contrae debito solo per pagare una parte degli interessi del debito pregresso, e quindi la massa di debito invece di diminuire aumenta. Al tempo stesso le sciagurate e fallimentari ricette della troika hanno prodotto effetti negativi sul piano macroeconomico: ossia la depressione causata dai tagli di bilancio ha provocato una diminuzione del PIL in misura più che proporzionale rispetto alla riduzione del debito, di fatto peggiorando il rapporto fra debito/deficit e PIL anziché migliorarlo.
 
Effetti negativi ma prevedibilissimi, e infatti tutti gli economisti non accecati dall’ultraliberismo di Chicago, li avevano ampiamente previsti.
 
GERMANIA E GRECIA UNITE NELLA LOTTA.
 
Sostiene Varoufakis che le politiche deflazionistiche di austerità imposte in tutta l’Europa non funzionano, in Grecia come in Germania, dove la disoccupazione c’è, anche se è uscita dalle statistiche e dove i lavoratori sono stati costretti ad accettare riduzioni di salario e diritti umilianti dalla famosa riforma del lavoro di Schroeder (toh! ancora un leader di sinistra che fa le riforme per la destra ultraliberista e speculatrice finanziaria… ma che strano!).

Peraltro la cosa ci riguarda da vicino perché alla riforma tedesca del mercato del lavoro, che ha portato misera, disperazione e sottoccupazione anche nella virtuosa e civilissima Germania si ispira il famigerato Jobs Act renziano. Il servizio di Presa Diretta del 1 marzo su Rai 3 svela realtà occultate fino ad ora sull’economia tedesca e rimane uno dei pochi momenti di grande televisione in questo sventurato paese.
 
A un certo punto perfino il Fondo Monetario Internazionale, membro della troika, ha messo in dubbio l’efficacia delle ricette imposte alla Grecia, ma senza nessun risultato a causa dell’intransigenza proprio del Commissario agli affari economici e finanziari Olli Rehn (ciò che è paradossale visto che la Commissione doveva in principio mostrare maggiore sensibilità per i propri cittadini rispetto a un FMI legato a interessi finanziari internazionali).
 
LA MESSA IN STATO D’ACCUSA DELLA COMMISSIONE BARROSO PER CRIMINI CONTRO L’UMANITA’.
 
A questo stadio è impossibile prevedere come finirà il braccio di ferro fra il governo greco e la troika, ma è altrettanto impossibile non rendersi conto che un fallimento del tentativo greco condannerebbe tutta l’Europa a un ritorno verso strategie finanziarie disastrose.
 
Diventa quindi interesse di tutti coloro che si oppongono alla “dittatura dei mercati” (imposta con zelo sospetto dalla Commissione Barroso), sostenere i greci in tutti i modi e in tutte le istanze. In particolare, per appoggiare il tentativo greco, mi sento di ritornare a suggerire quanto avevo proposto (senza alcun riscontro) più di un anno fa ai vertici del Movimento 5 Stelle:
 
1) Battaglia immediata per il ritiro delle proposte della Commissione sull’Unione Bancaria Europea (che dovrebbe istituzionalizzare quella vergogna legalizzata che è il salvataggio delle banche con i soldi pubblici), e sua sostituzione con un Glass Steagall Act Europeo per proibire qualunque confusione fra banche di risparmio e banche d’affari, e dunque impedire che le speculazioni finanziarie possano distruggere i risparmi dei cittadini.
 
2) Adesione all’ICE (proposta di legge popolare su scala europea) per un Green New Deal for Europe mirante a far ottenere la sovranità economica, energetica e alimentare ai cittadini d’Europa, tramite il riorientamento degli investimenti infrastrutturali verso le tecnologie della Terza Rivoluzione Industriale (internet delle cose, energie rinnovabili, smart grid, finanziamento a fondo perduto e su parametri non coercitivi dei distretti europei della stampa 3D). Integrazione di queste proposte con una battaglia per il reddito di cittadinanza europeo.
 
3) Battaglia politica senza quartiere in sede di Parlamento Europeo per la messa in stato d’accusa non di Juncker, ma della Commissione Barroso.

Qualcuno potrebbe obiettare che Barroso è ormai stato ormai sostituito da Juncker e che il vero bersaglio della battaglia contro quest’Europa delle banche e della grande finanza speculativa dovrebbe quindi essere quest’ultimo.

Mi permetto però di insistere con la mia idea.
 
E’ vero che Juncker si è inventato per anni regimi fiscali di comodo a vantaggio di tutti i peggiori grandi evasori del mondo nel suo Lussemburgo, sottraendo miliardi alle finanze pubbliche del resto d’Europa, ma è altrettanto vero che la Commissione Barroso, imponendo con furore integralista le ricette ideologiche sbagliate della troika, si è macchiata di quello che definisco un crimine contro l’umanità (oltre che di manifesta incompetenza in materia economica per le ragioni splendidamente indicate da Varoufakissul suo blog e non da oggi.
 
Me ne sono occupato proprio il mese precedente alla sua nomina nel governo Tsipras, in questo mio articolo del 24 dicembre
 
 
Barroso e Rehn, ancora oggi vanno predicando rigore e austerità. Il primo da superpagatissimo conferenziere in giro per il mondo, e il secondo da Vice Presidente del Parlamento Europeo, carica alla quale ha potuto accedere solo grazie al patto scellerato fra gruppi politici che ha escluso il molto più degno Fabio Massimo Castaldo, reo solo di essere parte di un gruppo impresentabile e totalmente decredibilizzato, il notorio EFDD di Nigel Farage (e mi fermo qui per non spostare su altro l’oggetto dei questo post).
 
Questa Europa partigiana di un integralismo ultra-liberista disfunzionale è, come dice il mio amico blogger Alessandro Visalli
 
(http://tempofertile.blogspot.it/) “antropologicamente distruttiva. Essa vede i rapporti umani solo in termini di competitività ed è incapace di riconoscere che il valore si crea quando gli uomini lavorano insieme e cooperano, e si distrugge quando si separano e lottano gli uni contro gli altri. In quel caso si ha solo trasferimento e cattura di energie, inibizione e distruzione di natura in noi e fuori di noi”.
 
I due principali interpreti di questo integralismo europeo sono stati Barroso e Rehn. Le loro mani sono sporche del sangue di Silvio Paoselli, e di quello di migliaia di altri piccoli imprenditori italiani, greci, spagnoli, portoghesi, ma anche tedeschi, francesi e di tanti altri paesi, morti per le loro sciagurate ricette economiche imposte col ricatto e la forza.
 
Non rimarcarlo sarebbe anti pedagogico nei confronti della Commissione Juncker, che verrebbe così incoraggiata a proseguire su questa strada criminale e fallimentare. E non si renderebbe giustizia a chi ha perso tutto a causa loro. Anche la vita.
 
Non vale dunque la pena di provare ad affermare in modo inequivocabile i valori e i principi di una Europa che si doti di regole inflessibili contro i grandi speculatori e le grandi banche d’affari e invece sia capace di dimostrare comprensione e flessibilità e al limite (perché no, visto che abbiamo le famose “radici cristiane”) misericordia verso i piccoli imprenditori europei senza costringerli al suicidio, come il povero Silvio Paoselli?
 
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PS
di seguito il testo completo della proposta per la messa in stato di accusa della Commissione Barroso da me consegnato a tutte le forze politiche presenti nel parlamento italiano il 23 novembre 2013.
 
Il documento è storicizzato al novembre 2013, ma è utile a capire come si sarebbe potuto (e si potrebbe ancora) istruire un atto di accusa contro chi ha convertito il sogno europeo di Spinelli dopo 50 anni nell’incubo dell’Europa esattrice del debito degli ultimi 5 anni di follia integralista ultraliberista. Non è per questo che l’Europa è stata creata e condannare chi ha commesso questo europicidio, dovrebbe essere sentito come un dovere etico superiore da parte di chi si richiama alla politica dei e per i cittadini e non per le banche e gli speculatori.
 
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LA MESSA IN STATO DI ACCUSA DELLA COMMISSIONE BARROSO
 
PREMESSA
 
E’ notizia di oggi che Barroso sta intervenendo per domandare ulteriori tagli alla spesa pubblica nella legge di stabilità italiana. Perchè lo fa? Perchè ha istruzioni precise e deve mandare segnali a chi glie le ha date. Così facendo si insiste in ricette ultraliberiste totalmente disastrose per le economie europee, specialmente per il Mediterraneo. Ma facciamo un passo indietro.
 
In Europa, (come in Italia, ma in modo meno esplicito), c’è una confusione di obiettivi e di mezzi fra i principali gruppi. In particolare c’è il PPE che è un gruppo molto composito di cui fa parte anche Berlusconi, come ne fa parte la Merkel che Berlusconi non lo può nemmeno sentire nominare, o l’UMP francese che fa riferimento al movimento Chiracchiano post gollista di cui Sarkozy è capo riconosciuto (anche lui non esattamente amico di Berlus).

A sinistra abbiamo dai new laburisti alla Tony Blair (persone convinte che il problema sia il costo del lavoro…
 
a socialisti vecchio stampo stile gli spagnoli e buona parte dei tedeschi, a socialisti green (tipo i nordici, una parte dei tedeschi, e una parte dei francesi) a socialisti “inciucioni” tipo gli italiani e i greci e una parte dei francesi.
 
Il Presidente, Martin Schulz, (il “Kapò”) continua a ripetere che questo è il fallimento non dell’Europa, ma della visione che la Destra Europea ha imposto alle politiche europee, e tuona contro le banche, contro la finanza speculativa, e contro l’attacco ai diritti dei lavoratori.
 
Dopo aver tuonato, però, non piove e le chiacchiere tornano a zero, perchè sia socialisti che PPE, continuano a rimanere prigionieri della logica del debito con una sua supina accettazione acritica che perde di visto il vero problema, e cioè che la privazione di sovranità monetaria dei cittadini è solo la parte più evidente di una strategia precisa mirante a privarli di sovranità economica a partire dalla sovranità energetica e alimentare. Questo rende davvero passivo e arrendevole l’essere umano. E questo spiega anche il perchè della segretezza che circonda i relativi trattati (TITP, TISA etc)
 
BARROSO NON PUO’ CAVARSELA COSI
 
La Commissione Barroso si è trovata a gestire una crisi politica enorme originata dal referendum francese del 2005 (vedere nota in fondo alla pagina). Un secondo tentativo di far passare una Costituzione naufragò per l’opposizione degli olandesi.
 
Alla fine, sotto presidenza portoghese si riuscì a far passare un testo molto annacquato (che non si chiamava nemmeno più Costituzione) che fu sottoposto a referendum in Irlanda e passò per il rotto della cuffia. Entrò così in vigore il trattato di Lisbona (che regge le sorti dell’Europa attualmente).
 
Questo trattato praticamente non da alcun potere all’Europa politica e però al tempo stesso deve gestire l’Euro e una politica finanziaria Comune.
 
Per non farla troppo lunga, mancando una controparte politica (basti pensare che le sorti della (non) politica estera comune dell’Europa sono state affidate a un cosiddetto “Alto Rappresentante” come la baronessa Catherin Ashton, una aristocratica antieuropeista che non si vede mai in nessuna crisi internazionale), le banche d’affari e i grandi gruppi finanziari hanno preso il sopravvento, imponendo visioni e criteri ultra liberisti per la stabilizzazione delle economie della zona euro.
 
Basti pensare all’imposizione alla BCE di non fare da prestatore di ultima istanza ai governi in difficoltà ma di dover passare dalle banche private prestando loro il danaro a interessi ridicoli perchè loro lo riprestino agli stati in difficoltà a tassi usurai, il che conferisce loro un ruolo (parassitario) centrale.

Secondo i criteri imposti all’Euro dalle banche d’affari, i paesi della zona euro si devono attenere ad alcuni parametri per assicurare una convergenza fra le varie economie, che sono unicamente finanziari e ispirati ai famosi studi di due economisti ultra liberisti, Reinhart e Rogoff, che (come è noto) sono stati sbugiardati da uno studente universitario.
 
Questi parametri prevedono fra l’altro che il rapporto fra deficit (il disavanzo annuale) e PIL di ogni Paese non debba superare il 3% e il rapporto fra la massa complessiva del debito pubblico e il PIL non vada oltre il 60%. Se tali parametri sono “sforati” i paesi “sforatori” sono sottoposti a procedure di infrazione, a meno che non ottengano delle esenzioni. E qui vai col Festival dei due pesi e due misure! Infatti Quando ne avevano bisogno loro nel 2004, la Francia e la Germania ottennero tali esenzioni e tutti zitti!
 
Invece, quando è toccato alla Grecia, massima rigidità e applicazione totale anche delle sanzioni pecuniarie, che aggravano ancor di più la situazione del PIL. Insomma siccome le regole dell’EURO non prevedono la possibilità del Bail-out cioè la BCE non può finanziare il debito pubblico degli Stati membri, (il che è davvero assurdo, come dicevamo prima), la Grecia è stata abbandonata a se stessa e spremuta come un limone con applicazione ferrea delle ricette prescritte dalla troika BCE/COMMISSIONE/FMI.
 
Tali ricette erano non solo inique e stupide, ma anche sbagliate tecnicamente e frutto esclusivo di pregiudizi ideologici e accettazione acritica della visione ultra liberista coi suoi parametri di stabilità rigidissimi.
 
Ma siccome la rigidità eccessiva in natura non esiste, quelle ricette hanno avuto degli effetti indesiderati e dei risultati opposti a quelli voluti. In altre parole hanno provocato una caduta del PIL più che proporzionale rispetto alla compressione del deficit, e dunque il rapporto deficit e debito / PIL lungi dal migliorare con queste ricette incompetenti e in malafede è peggiorato facendo fare miliardi agli speculatori che avevano gli Swaps della Grecia (titoli derivati) e facendo perdere miliardi ai vari governi che adesso devono rimborsarli prendendoli dalle tasche dei cittadini con draconiane misure di austerità, e privatizzazioni (che significano svendita di asset strategici come il porto del Pireo ai cinesi, e sono la vera spiegazione del perchè di tanta follia finanziaria).

Perfino il fondo monetario internazionale si è dissociato dalla eccessiva rigidità della Commissione sul caso greco ammettendo l’errore dell’eccesso di attenzione al debito e di disattenzione alla crescita.
 
In altre parole il vero colpevole che ha distrutto l’economia del sud Europa è la Commissione. Infatti Pittella (che è un politico scafato) da Vice Presidente del PE si è subito affrettato a chiedere le dimissioni di Olli Rehn, il Commissario Finlandese che era venuto a Roma per commissariare la finanziaria. Ma così è troppo comodo! Se hanno le palle, i socialisti Europei devono chiedere le dimissioni di tutta la Commissione, perchè Olli Rehn non ha fatto altro che applicare direttive decise collegialmente con la responsabilità ultima del Presidente Barroso.

Va dunque fatta la guerra alla Commissione Barroso nel suo complesso e non solo a Rehen, e va richiesta la sua messa in stato di accusa per manifesta incompetenza o anche peggio.
 
IL PRECEDENTE SANTER
 
C’è un precedente: nel 1999 la Commissione Santer, che si era insediata nel 1995, venne sfiduciata per un contratto di consulenza di 20.000 euro concesso dalla Commissaria socialista Francese Edith Cresson al suo dentista
 
 
Adesso mi pare che la distruzione dell’economia della Grecia, del Portogallo, della Spagna e dell’Irlanda, e l’aver determinato la mancanza di liquidità che ha portato al suicidio migliaia di imprenditori e lavoratori sia leggermente più grave che concedere una consulenza non meritata di 20.000 euro. O no?
 
E la cosa peggiore è che questi incompetenti e disgraziati la stanno facendo franca! nessuno sta portando l’attacco al cuore del sistema. Se non lo facciamo noi chi lo farà?
 
Ecco: sull’attacco alla Commissione Barroso secondo me il M5S può costruire una campagna politica radicale per costringere i responsabili del disastro a fare i conti con i cittadini prima di andare a godersi la loro dorata (e immeritata) pensione.
 
Questo servirebbe anche a creare un gran movimento europeo per riaffermare la rivoluzione europea di Spinelli e riprendere la bandiera della sua Rivoluzione Europea, precocemente imbalsamata dalle eurocrazie parassitarie, e dunque sterilizzata in vuoti rituali federalisti a cui possono partecipare anche i peggiori esponenti della casta che Spinelli odiava non meno di Grillo), di cui ho parlato nel mio post l’Europa a 17 Stelle che ho linkato sopra, passando così dalla pars destruens alla pars construens.
 
Si tenga anche presente che i socialisti abbaiano ma non possono mordere. Nella Commissione Barroso ci sono anche molti Commissari socialisti e non possono sfiduciarli. Inoltre con Fabius in Francia devono stare molto attenti. Insomma gli unici che possono fare una battaglia politica per l’incriminazione di questa Commissione che si è macchiata di una incompetenza criminosa siamo noi! E possiamo far divampare l’incendio su scala europea! Perchè non dovremmo farlo?
 
CONCLUSIONI
 
Il Parlamento Europeo è una cassa di risonanza internazionale molto più importante del parlamento nazionale e là si possono far danni colossali al vecchio sistema. E si possono ottenere risultati inimmaginabili se comparati con quelli nazionali. In pratica (incredibile ma vero!) il “mandiamoli tutti a casa” è molto più facile a livello europeo, dove le regole vengono rispettate e non eluse o distorte a piacimento dei potenti. Facciamolo giocare a nostro vantaggio.
 
Nota sul referendum francese:
 
L’Europa delle banche e della speculazione sta vincendo su quella dei cittadini perchè si è arrestato il processo di integrazione politica dell’Europa, a causa dell’esito negativo del referendum sulla Costituzione Europea in Francia, un risultato che è dovuto prevalentemente all’attacco dei socialisti francesi in primo luogo quel Laurent Fabius che oggi è il ministro degli esteri di Hollande. (Si tenga presente che tutto questo per me non è sentito dire ma esperienza diretta del mio lavoro con Rifkin negli ultimi 12 anni).
 
In pratica, la Costituzione Europea, essendo stata elaborata da una “Convenzione” Europea che era stata fortemente voluta da Chirac (all’epoca potentissimo Presidente eletto con l’80% dei voti al ballottaggio contro Le Pen), che era stata presieduta da un altro gollista francese DOC (Giscard d’Estaing), sarebbe stato vissuto in Francia come una sconfitta domestica della sinistra dunque sia i socialisti che i comunisti fecero le barricate contro la Costituzione europea “di Chirac” esagerando gli aspetti ultra liberisti della mobilità dei lavoratori (il famoso mito dell’idraulico polacco) e sminuendo i vantaggi di una unione politica in termini di estensione dei diritti e delle tutele a livello mondiale sia con quello che all’epoca era considerato il “modello sociale europeo, che con una legislazione ambientale avanzatissima. Si veda per esempio un articolo dell’epoca sul referendum francese che sottolinea come la sinistra abbia avversato la Costituzione Europea
 
 
Per maggiori informazioni sulla Costituzione Europea:
 
 
PPS
Gli amici di Silvio (i cui funerali si sono svolti il 9 marzo 2015 a Rieti alle ore 15,30 presso la Chiesa Regina Pacis) si stanno organizzando per una raccolta pubblica di fondi che serva a salvare quel mulino venduto all’asta, per donarlo alla famiglia.

Per maggiori informazioni:
 
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Gli Angeli nella Cabala

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I cabalisti propongono il seguente elenco:

Il Erelim con Michael come capo,
Il Ishim con Sofonia diretto,
Bene Elohim con Hofniel diretto,
Il Malakim Uriel come loro leader,
Il Hashmalim Hashmal con il loro leader,
Il Tarshishim Tarsis con il loro leader,
Il Shinanim con Zadkiel diretto,
Il Cherubino Cherubini con il loro leader,
Il Ophanim con il leader Raphael,
La Serafini con Iehoel diretto.

Ma il Soda Raza offre, nel frattempo, una divisione di 12 gradi di angeli in sette cieli.

Nel "Maseketh Atziluth" dieci ranghi angelici sono riportati nel seguente ordine:

La Serafini con Samuele o Iehoel come leader,
Il Ophanim con Raffaello e Ophaniel come leader,
La Cherubini con Cherubiel come leader,
Il Shinannim con Zedekiel e Gabriel come leader,
Il Tarshishim con Tarsis e Sabriel come leader,
Il Ishim con Zaphaniel come leader,
Il Hashmalim con Hashmal come leader,
Il Malakim con Uzziel come capo,
Bene Elohim con Hofniel come leader,
Il Erelim con Michael come capo.

Maimonide, nel suo "Yad ha-Hazakah, Yesode ha-Torà"è di circa 10 righe di angeli:

Il Hayyoth
Il Ophanim
Il Erelim
Il Hashmalim
Il Seraphim
Il Malakim
L'Elohim
Bene Elohim
La Cherubini
Il Ishim

I nomi degli angeli

Hayoth ha qodesh

Questi sono gli Esseri di Santità, guidati dal Arcangelo Metatron.

Il loro ruolo è quello di preservare la vitalità della creazione anche di lasciare che il Santo Respiro. Non si può avvicinarsi quel perfetto equilibrio tra stato di amore e unità.

Secondo Ezechiele, il Hayoth stava presso il fiume Chebar, e il loro numero era 36.

VEHUIAH
Yeliel
Sitael
Elemiah
Mahasiah
Lelahel
Achaiah
Cahetel

Ofanim

Queste sono le ruote, guidati da Arcangelo Raziel. Secondo il lessico ebraico: אופן 'owphan o-fulvo' o אפן 'ophan o-fulvo'. Venendo da una radice che significa insolito "svolta" - 1) Wheel - 1a) ruota del carro - 1b) Ruota della visione di Ezechiele.

Haziel
Aladiah
Lauviah
Hahaiah
Yezalel
MEBAHEL
Hariel
Hekamiah

Aralim

Questi sono i Troni, guidati da Arcangelo BINAEL.

Lauviah
Caliel
LEUVIAH
Pahaliah
Nelchael
Yeiayel
Melahel
Haheuiah

Hashmalim

Questi sono perfettamente o domini, guidati da Arcangelo Tsadkiel.

Questi sono gli interpreti del Cielo e chi dà gli ordini. Decidono che cosa deve essere fatto e realizzato secondo finalità cosmiche di Dio.

Questi sono i H'asmalim della Kabbalah che sono attaccati al Sephirah Chesed. Questo nome deriva dal Hashmal la Visione di Ezechiele.

Ezechiele 1: 4-5: "Ho visto improvvisamente un vento di tempesta proveniente da nord che ha spinto davanti a lui una enorme nuvola attraversata fulmine. Questa nube è stato circondato da una luce abbagliante. Nel suo centro, c'era la lucentezza di un metallo nel fuoco. Nel mezzo, ho potuto vedere quello che sembrava quattro creature viventi; in apparenza, sembravano uomini. "

Spesso li consideriamo Hayyoth che sono a volte silenziosa e talvolta parlano: sono in silenzio quando le parole vengono emanati da Dio e parlano quando si ferma a parlare.

Nith-HAIAH
Haaiah
Yeratel
Seheiah
Reiyel
Omael
Lecabel
Vasariah

Serafim

Queste sono le virtù guidati da Arcangelo Kamael.

Il nome significa "bruciare" di שרפים: Esseri di fuoco, esseri di luce.

Essi sono associati con la preghiera e lode, perché hanno lasciato nelle più alte sfere suppliche e richieste puri.

In Isaia, sono descritti con sei ali: "2 Seraphim stava sopra di lui; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, e con due si copriva i piedi, e con due volava. 3. E uno gridava all'altro, e diceva: Santo, santo, santo è l'Eterno degli eserciti; Tutta la terra è piena della sua gloria! »

Nel lessico ebraico: 08314 שרף Saraf sega RAWF '1) serpente, serpente ardente - 1a) serpente velenoso. - 2) Seraph, serafini

Essi sono attaccati alla Sephirah Geburah.

Yehuyah
Lehahiah
Khavaquiah
Menadel
Aniel
Haamiah
Rehael
Yeiazel

Malakim

Queste sono le virtù o re, guidati dal grande Arcangelo Mikhael. מאלכים. Questi sono i messaggeri o re.

Sono quelli che applicano la potenza di Dio sulla terra per realizzare i miracoli di Dio. Collaborano con i poteri per eseguire le leggi dell'universo e per farli valere nell'universo.

Questi sono i Malakim della Kabbalah e sono attaccati alla Sephira Tiphereth.

Hahael
Mikael
Veuliah
Yelaiah
Sehaliah
Ariel
Asaliah
Mihael

Si noti che per Malachim e Serafim angeli, l'occultista Rinascimento Cornelio Agrippa scrisse due alfabeti magici rispettivamente porta il loro nome.

Elohim Malkhi

Questi sono i messaggeri, guidati da Arcangelo Haniel.

VEHUEL
Daniel
Hahasiah
Imamiah
Nanael
Nithael
Mebahiah
Poyel

Beni Elohim

Questi sono il Figlio di Elohim, o alchimisti, guaritori, guidata dal Raffaele. בני אלהים, partecipano al processo di guilgoul, "reincarnazione".

Nemamiah
Yeyalel
Harael
Mitzrael
Umabel
Hel-Iah
Anauel
Mehiel

Kerubim

Questi sono gli Angeli, Forti, guidati da Gabriele. Nella Scrittura, è gli esseri angelici rappresentate sulla Arca dell'Alleanza e che significa la presenza di Dio.

Salmi: "Ha guidato su un cherubino e volava, e lui salito sulle ali del vento."

Nel lessico ebraico: 03.742 כרוב ker-OOB '- 1) cherubino, cherubini - 1a) angelica - 1A1) Guardian of Eden - 1A4) Carro di Dio.

Genesi 03:24: "Egli scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante ogni modo, per custodire la via dell'albero della vita."

Exodus: «18 Farai due cherubini d'oro; li farai d'oro battuto, alle due estremità del propiziatorio. 19 Effettuare un cherubino, alla fine di questo lato, e un cherubino a fine Beyond: voi fanno i cherubini dal propiziatorio alle due estremità. 20 E i cherubini si stendevano le ali spiegate in alto, coprire il propiziatorio con le loro ali, e le loro facce sarà uno nei confronti dell'altro; volti di cherubini saranno rivolti verso il propiziatorio. 21 E metterai il propiziatorio sull'arca, sopra, e messo nell'arca la testimonianza che ti darò. "

Spesso rappresentiamo una moltitudine di occhi per simboleggiare la loro grande conoscenza perché sono custodi degli archivi di Dio. Sono aiuti alla giustizia divina.

Damabiah
Manakel
Eiaël
Habuhiah
Rochel
Yabamiah
Haiaiel
Mumiah

Ishim

Questi sono gli uomini soprannaturali. Questo ordine è stato vietato durante un concilio ecumenico della Chiesa cattolica romana, che ha dichiarato chiunque eretica credere in esso. In Kabbalah rappresentano angeli collegati a malkhuth.

Vediamo come la cabala identifica, categorizza e specifica ruoli e funzioni di ciascuna tipologia di angeli individuando per ciascun sottoinsieme un leader (o un ruolo/funzione di leadership).

E lo fa attraverso il suo tipico linguaggio criptico... ma volendo potremmo esercitarci nel tentativo di attribuire a ciascuna categoria sopraccitata una funzione più comprensibile tradotta secondo i canoni gerarchici attuali in virtù delle descrizioni che la cabala stessa ci offre.

Ovvio, la premessa è che in questo ambito consideriamo questi "Angeli" facenti parte della gerarchia di comando socio-politico-economico-militare della società antidiluviana... e quindi approcciandoci ad essi secondo una ottica puramente fisico-materiale.

Altro discorso è approfondire il tutto attraverso la chiave di lettura del metafisico e delle entità disincarnate di puro spirito ... ma, in tal caso secondo me si parla di soggetti diversi rispetti alla figura dell'"angelo" così come descritto nell'AT

Però, scusate se insisto, il termine "ANGELI" può essere fuorviante.

Infatti io non penso che le entità metafisiche e sovradimensionali di cui state parlando siano i medesimi soggetti, descritti come molto più fisici, nella Bibbia e identificati con il termine "angelo" (messaggero).

Credo si tratti di due entità ben distinte.

1) L'Angelo della Bibba = essere in carne ed ossa, inviato, ambasciatore, funzionario dell'Elohim di turno

2) Entità metafisiche = esseri sovrannaturali, anime disincarnate etc.etc. che i cristiani hanno confuso con la figura degli angeli biblici.

Domanda: se è vero che il nostro corpo biologico è l'avatar della nostra Anima sul piano fisico, perchè "entità metafisiche e sovradimensionali" non dovrebbero, alla bisogna e qualora fosse, utilizzare avatar biologici per manifestarsi a noi? 

Voglio dire, entità metafisiche e sovradimensionali, qui sul piano fisico, comunicano ATTRAVERSO altri individui, come ad esempio, medium e/o sensitivi. Possiamo escludere, quindi, che gli "angeli in carne ed ossa" della Bibbia, possano aver comunicato utilizzando questa modalità?

Non escludo che anche nel passato le "Entità metafisiche" abbiano comunicato a livello fisico ATTRAVERSO altri individui, come profeti, oracoli, e/o altri soggetti... Anzi, la cosa è estremamente probabile.

Solo, a mio avviso, queste non sono gli "Angeli" così come descritti nell'antico testamento i quali avevano tutt'altre caratteristiche rispetto anche a oracoli e/o medium e sensitivi ante litteram.

Eventuali aree di intersezione tra i due insiemi credo possano anche esistere, ma molto molto ridotte.

Più vicino alla figura che si intende parlando di piano astrale io penso possano essere gli 'oracoli', quali intermediari ponte tra le entità disincarnate del mondo metafisico e il piano materiale.

Gli "Angeli" che troviamo nell'antico testamento erano intermediari tra due livelli di potere gerarchico del piano materiale: quello palese e visibile del re, del sovrano, del sommo sacerdote, del leader di popolo, e quello occulto (ma non trascendente) dell'Elohim di riferimento.


Gli Shemsu Hor - I Nephilim in Egitto

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Nel tempio megalitico di Hal Saflieni, a Malta, erano sepolti uomini dal volume cranica straordinario. 

Questi crani sembrano appartenere ad uno strano ceppo umano e, se analizzati a dovere, potrebbero creare un ponte ideale tra le antiche culture mesopotamiche ed egizie con una razza di uomini sacerdoti identificati con il serpente.

Immagine

Ritorniamo da Malta dopo un soggiorno al seguito della troupe televisiva di Maurizia Giusti, la simpatica Syusy Blady di "Turisti per caso". 

Abbiamo ripercorso insieme le tracce di una storia antica che prendeva origine dalla presenza sull'isola di templi megalitici dedicati alla Dea Madre, figura taumaturgica adorata nella preistoria di quest'isola diventata, nel tempo, un importante centro di culto. Le riprese ci davano la possibilità di risolvere un mistero dagli interessanti risvolti. 

Si sapeva che fino al 1985 alcuni crani, ritrovati in alcuni templi preistorici di Malta a Taxien, Ggantja e Hal Saflieni, erano esposti nel Museo Archeologico della Valletta. Da qualche anno a questa parte però erano stati rimossi e messi in deposito. 

Da allora non erano più visibili al pubblico. Rimanevano quelle fotografie, scattate dal ricercatore maltese dott. Anton Mifsud, e dal collega dott. Charles Savona Ventura, foto che se da una parte provavano l'esistenza dei crani, dall'altra ci mostravano…la loro anormalità. Alcuni libri scritti dai due medici maltesi, che fin dal primo giorno del nostro soggiorno a Malta gentilmente ci fornivano le documentazioni necessarie per le nostre ricerche, mostrano infatti una collezione di teschi con anomalie e/o patologie strane. 

Linee di saldatura craniche a volte inesistenti, pareti temporali sviluppate anormalmente, occipiti trapanati e rigonfi come in seguito a traumi rientrati, ma soprattutto, un cranio dalla strana forma allungata, più grande e più strano degli altri, privo della saldatura mediana.

La presenza di quel reperto lascia pensare a diverse ipotesi, tutte percorribili. La similitudine con altri crani simili, dall'Egitto al Sudamerica, la deformazione particolare, unica nel panorama delle patologie mediche riferite a periodi così lontani nel tempo, (stiamo parlando di 3000 anni circa prima di Cristo) potrebbero essere una scoperta eccezionale. Quel teschio era frutto di una mutazione genetica antica tra razze diverse che avevano abitato l'isola?


I crani dolicocefali

La richiesta alla direzione del museo dagli organizzatori del programma per vedere e fotografare quei reperti, sarebbe certo naufragata miseramente se, durante una conferenza stampa in onore degli ospiti (Maurizia Giusti e noi di HERA naturalmente) voluta dal dottor Robert Zammit, dell'Ente Provinciale Turismo di Malta, non fossimo riusciti a suscitare l'interesse del ministro del turismo Michael Refalo, il quale, a fine conferenza, ci accompagnava personalmente e a passo di carica, nel vicino museo strappando al direttore la promessa di tirar fuori quei misteriosi crani, conservati lontano dalla vista di curiosi e ricercatori da circa 15 anni. 

Un paio di giorni dopo, infatti, guidati dagli stessi responsabili del museo, veniamo accolti in una zona riservata e chiusa al pubblico dove gli straordinari reperti erano stati portati per l'occasione lì, dinanzi ai nostri occhi sotto il controllo e la gentile disponibilità dell'archeologo del Museo della Valletta, Mark Anthony Mifsud, quasi omonimo del precedente ricercatore. I crani erano stati tutti trovati nell'ipogeo di Hal Saflieni, luogo dove vi era un pozzo sacro dedicato alla Grande Madre e dove venne trovata anche la piccola statua di una Dea dormiente associata ad un reperto con sopra inciso un serpente. I crani vennero tirati fuori uno alla volta dal box che li conteneva. 

Tra questi, tutti davvero interessanti, c'era quello che cercavamo. Il cranio mostrava una dolicocefalia molto pronunciata, cioè un allungamento della parte posteriore della calotta cranica, oltre alla mancanza della sutura mediana, tecnicamente chiamata "sagittale". Quest'ultimo particolare è stato considerato "impossibile" da medici e anatomisti ai quali ci siamo rivolti, mancando (fino a prova contraria) analoghi casi patologici nella letteratura medica internazionale. 

Si tratta di una caratteristica che rafforza l'anomalia di questo reperto e che ebbe il risultato di provocare un allungamento naturale del cranio nella zona occipitale (non dovuto quindi a bende o tavole impiegate nelle civiltà pre-colombiane). Crediamo che il ritrovamento di questo cranio e dei suoi simili ad Hal Saflieni non sia casuale.


I sacerdoti della Dea

Malta e Gozo sono state fin dalla preistoria centri di grande importanza, luoghi nei quali si effettuavano "cure mediche", oracoli e incontri rituali con i sacerdoti della Dea. Su entrambe le isole esistevano parecchi di questi santuari, centri taumaturgici, dove la Dea guaritrice, era attorniata da sacerdoti espressione diretta della divinità. 

È risaputo che il serpente nell'antichità era associato alla Dea e alle capacità di taumaturgia o guarigione. Il serpente era inoltre un animale ctonio, cioè appartenente al mondo sotterraneo. Pertanto un ipogeo dedicato alla Dea e al culto delle acque era il posto giusto per una gruppo sacerdotale che veniva definito in tutte le culture più antiche come i "sacerdoti serpente" (un epiteto ancora usato per gli sciamani - cfr. pagina 24). 

Forse quei crani trovati nell'ipogeo ed esaminati durante la nostra visita a Malta, appartenevano proprio a questi sacerdoti. Come abbiamo già detto presentavano un'accentuata dolicocefalia, in particolare quello al centro della nostra analisi. La sua testa allungata e i lineamenti tirati dovevano donargli aspetto serpentiforme tendendogli gli occhi e la pelle. Mancando la parte inferiore del reperto, possiamo solo speculare, ma quanto ipotizzato non deve essere lontano dalla realtà, una realtà peggiorata dal fatto che quella deformità gli creò certamente un problema di Deambulazione, costringendolo, visti i tempi, a…strisciare!

La mancanza della sutura mediana del cranio, e quindi l'impossibilità del cervello di espandersi uniformemente e radialmente nella teca cranica, fece sì che questo si sviluppasse nella zona occipitale del cervelletto, deformandone il cranio che si presentava quindi come un'unica calotta tra la zona frontale e occipitale. Ciò causò quasi certamente a quell'uomo dolori terribili fin dall'infanzia, ma probabilmente gli donava anche visioni che venivano considerate simbolo di legame con la Dea.

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Un'altra razza

Anche gli altri crani esaminati presentavano strane anomalie. Alcuni di questi erano più naturali e armonici rispetto al cranio oggetto della nostra attenzione, ma presentavano comunque una pronunciata dolicocefalia naturale, quindi si può, senza timore di smentita, trattarsi della caratteristica distintiva di una vera e propria razza, diversa rispetto alle popolazioni autoctone di Malta e Gozo. 

Una considerazione confermataci dagli stessi archeologi maltesi Anthony Buonanno e Mark Anthony Mifsud che alle nostre domande hanno risposto: "sono un'altra razza ma non sono stati eseguiti esami al C-14 o del DNA. Forse si tratta di individui provenienti dalla Sicilia". 

Discuteremo più avanti questo particolare. Intanto vale la pena sottolineare che uno di questi crani presentava segni inequivocabili di interventi chirurgici nella zona occipitale. I bordi di tre piccoli fori passanti, praticati nell'osso occipitale detto inion, ebbero il tempo di cicatrizzarsi, quindi il paziente sopravvisse all'operazione nonostante la lesione quasi certamente intaccò anche in questo caso le sue facoltà motorie.

Ma c'è dell'altro. Buona parte dei 7000 scheletri scavati nell'ipogeo di Hal Saflieni ed esaminati da Themistocles Zammit nel 1921, presentano deformazioni praticate artificialmente. Uno scheletro del gruppo scavato dall'archeologo Brochtorff Circle, mostra chiari segni di deformazione intenzionale con legami. Le deformazioni avvenivano per diversi motivi: iniziazioni, matrimoni, riti solari o punizioni per crimini sociali e trasgressioni.

Tutto l'apparato tribale di incisioni, perforazioni, rimozioni parziali o totali, cauterizzazioni, abrasioni, inserzioni di corpi estranei nei muscoli, come la modificazione dei corpi per scopi magici, medici o cosmetici, faceva parte di pratiche crudeli di per sé ma a "fin di bene" per la comunità. 

Perché questo accanimento nel martoriare il proprio corpo? Esisteva una qualche relazione tra i riti tribali e gli uomini dai teschi allungati? È possibile che, come accaduto per altre culture, le popolazioni successive tendessero a deformare i crani degli infanti per renderli simili a questa razza di "sacerdoti-serpente". 

A Malta tutto questo era praticato da un misterioso popolo che innalzava templi giganteschi alla Dea Madre tra il 4100 e il 2500 a.C. La presenza di questi crani potrebbe essere quella degli ultimi esponenti della più antica classe sacerdotale dei templi megalitici che, mai mescolatasi con le popolazioni del luogo, avrebbe continuato a riprodursi nei millenni attraverso unioni familiari (come normalmente accadeva in passato tra le élite) e, di conseguenza, impoverito a tal punto il suo patrimonio genetico fino a manifestare inevitabili patologie, sarebbe scomparsa.


Le origini

I crani da noi analizzati sono datati al 2.500 a.C. (ma potrebbero essere anche più antichi) una data in cui la storia megalitica di Malta si ferma, iniziando un periodo di buio storico e assenza di popolazione che durerà circa 300 anni, sino all'arrivo dei Fenici. 

Questi inizieranno a fare di Malta un loro avamposto nel Mediterraneo. Anche i Fenici erigeranno a Malta templi alla Dea Madre, da loro considerata Astarte, la Dea dal volto di serpente. 

Ancora una volta ci troviamo di fronte alla rappresentazione di una Dea associata al serpente e al potere di guarigione, quasi che i Fenici avessero voluto continuare una tradizione interrotta. Ma è la data del 2500 a.C. che presenta una chiave di lettura fondamentale per capire chi fossero questi individui dal cranio allungato e per usarla dobbiamo spostarci da Malta nel vicino Egitto. 

Il professor Walter. B. Emery, (1903-1971) noto egittologo che scavò a Saqqara negli anni '30 e autore del saggio Archaic Egypt, trovò proprio a Saqqara i resti di individui vissuti in epoca pre-dinastica, dal cranio dolicocefalo e più grande rispetto a quello dell'etnia locale, i capelli chiari, la corporatura più robusta e un'altezza superiore. 

Emery dichiarò che questo ceppo non era originario dell'Egitto ma aveva svolto in questo paese un ruolo sacerdotale e governativo di prim'ordine. Un ceppo tenutosi a distanza dalla gente comune, unitosi solo con le classi aristocratiche e che lo studioso associava agli Shemsu Hor, i "Seguaci di Horus". 

Gli Shemsu Hor sono riconosciuti quali classe sacerdotale dominante in Egitto in epoca predinastica (fino al 3000 a.C. circa), essendo menzionati nel papiro di Torino e nelle liste dei re di Abydos. È interessante notare che lo stesso Emery scrive: "verso la fine del IV millennio a.C. il popolo noto come "Seguaci di Horus" ci appare come un'aristocrazia altamente dominante che governava l'intero Egitto. 

La teoria dell'esistenza di questa razza è confortata dalla scoperta nelle tombe del periodo pre-dinastico, nella parte settentrionale dell'Alto Egitto, dei resti anatomici di individui con un cranio e una corporatura di dimensioni maggiori rispetto agli indigeni, con differenze talmente marcate da rendere impossibile ogni ipotesi di un comune ceppo razziale. 

La fusione delle due razze dev'essere avvenuta in tempi tali da essere più o meno compiuta al momento dell'Unificazione dei due regni d'Egitto". Insomma, quanto accaduto a Malta trova specchio in Egitto. È una corrispondenza interessante che in Egitto gli Shemsu Hor garantissero il rispetto di una religione solare e a Malta ancora oggi il sole sia chiamato "Shem-shi". "Shem"è una parola di origine "accadica" e non egizia, derivante dal termine babilonese per Sole cioè "Shamash". Questo prova che gli Shemsu Hor provenivano dalla zona della mezzaluna fertile. 

Un'ennesima corrispondenza è il fatto che questo ceppo sacerdotale dal cranio lungo scompaia in Egitto come a Malta nello stesso periodo, cioè tra il 3000 e il 2500 a.C. Chi scrive è però convinto che un terzo nucleo fosse presente nella zona dell'Eufrate, essendo divenuto parte di quel ceppo ariano conosciuto come Mitanni, chiamati dagli egizi "Naharin", cioè "Quelli del Serpente" (da Nahash, serpente). Ai Mitanni, che occuparono una zona del Kurdistan, appartenne anche Abramo (cfr. HERA 15 pag. 26), la cui descrizione è analoga a quella degli Shemsu Hor fatta da Emery (capelli chiari e corporatura robusta). 

La tradizione dei "sacerdoti serpente" (cfr. HERA 13 e 14) ha il luogo d'origine in Medioriente, con il centro principale proprio in Kurdistan, dove intorno al 5000 a.C. la cultura matriarcale di Jarmo rappresentava le dee madri come divinità dal volto di vipera e dal cranio allungato. 

Queste divinità successivamente verranno associate agli "angeli caduti" o Nephilim, la cui citazione più esplicita è rintracciabile nel "Testamento di Amran" dei rotoli di Qumran (cfr. HERA n° 6 pag.52) in cui si legge: "Uno di loro era d'aspetto terrificante, come un serpente e il suo manto era variopinto" e ancora "il suo volto era come una vipera e indossava tutti i suoi occhi". Si tratta, secondo chi scrive, non di divinità in senso stretto ma di individui in veste sacerdotale o sciamanica, appartenenti ad una cultura altamente sviluppata e profondamente saggia che ebbe rapporti con le società meno organizzate dell'epoca. I suoi membri vennero considerati "semi-dei", per la conoscenza da loro posseduta, proprio come avvenuto in Egitto per gli "Shemsu Hor". 

Analoghe statuine di dee madri dal volto di vipera si trovano infatti anche nella terra del Nilo, risalenti esattamente al periodo arcaico degli Shemsu Hor. Si può concludere che questi sacerdoti serpente furono il cui ceppo più antico che occupò inizialmente la mezzaluna fertile (in particolare Anatolia e Kurdistan), e l'Egitto (successivamente a migrazioni risalenti al 6000/4000 a.C. - cfr. HERA pag.10), sino ad arrivare all'isola di Malta per poi sparire introno al 2.500 a.C. Ma in Medioriente questa cultura sopravvisse e probabilmente ne fece parte uno dei più noti ed allo stesso tempo misteriosi faraoni d'Egitto. Si tratta dei citati Mitanni e del faraone Akhenaton. 

Il perché Akhenaton fosse legato ai Mitanni sarà oggetto di un altro articolo ma il modo con cui si fece ritrarre in statue e bassorilievi (e con lui, l'intera famiglia reale) è proprio quello di un individuo dal cranio allungato e un volto umano dalle fattezze di serpente, caratteristiche riscontrate nel ceppo pre-dinastico egizio menzionato da Emery oltre che essere la precisa rappresentazione delle fattezze dei Nephilim e probabilmente degli individui dal cranio allungato di Malta. Il cranio delle statue della dinastia amarniana e i crani di Malta risultano infatti pressoché identici, un fatto non casuale e provato anche dalle radiografie della testa di Tuthankamon, figlio di Akhenaton, che hanno presentato un cranio dolicocefalico. 

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In sostanza i crani di Malta sono le reliquie, archeologicamente ancora incomprese, di un ceppo sacerdotale che, in Egitto e a Malta, da epoche arcaiche arrivò sino al 2.500 a.C. È il gruppo che creò quel substrato religioso e spirituale che caratterizzò le più grandi civiltà del vecchio Mondo, a partire da tempi lontani, (il 6000 a.C. e forse persino oltre). Questo gruppo continuò a sopravvivere in Medioriente e in qualche modo si rifece vivo in Egitto intorno al 1351 a.C. dando vita, attraverso il faraone eretico Akhenaton, ad una riforma religiosa che mirava a restaurare l'antico ordine. Se si accetta l'ipotesi che questo faraone fosse legato in qualche modo alla figura di Mosé, allora il resto è storia nota.

La Diffusione del Neanderthal in Europa nell'ottica della "Out of Atlantis Theory"

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Una nuova analisi del DNA ha scoperto le prime valide prove genetiche secondo cui i “moderni” esseri umani (gli Homo sapiens) si incrociarono con i Neandertal, misteriosamente estintisi circa 28000 anni fa.

In più, l’accoppiamento tra le due specie apparentemente ebbe luogo nel Medio Oriente – e non in Europa come precedentemente ritenuto – poco dopo che gli esseri umani lasciarono l’Africa.

“Ora possiamo dire che, con ogni probabilità, vi fu un flusso di geni dai Neandertal agli uomini moderni”, dice un autore dello studio, Ed Green dell’Università della California a Santa Cruz.

Una ricostruzione di femmina di Neandertal (Joe McNally, National Geographic)

Non si tratta di una sorpresa per antropologo Erik Trinkhaus, le cui affermazioni sull’ibridazione tra Sapiens e Neandertal – che contraddicevano gli studi del DNA eseguiti fino ad allora – sembrano dunque essere confermate dalla nuova ricerca in pubblicazione su Science.

“Hanno finalmente visto la luce… perché è stato evidente per molti di noi che ciò accadde”, ha detto Trinkaus, della Washington University di St. Louis nel Missouri.

Trinkhaus ha aggiunto che la maggior parte degli esseri umani viventi probabilmente ha una composizione genetica derivata dai Neandertal molto maggiore di quanto non dica il nuovo studio: “Dall’1 al 4 % è veramente minimo,” sostiene lui. “Ma è il 10 %? 20 %? Non ne ho idea”.

Le tre ossa usate per il sequenziamento del DNA e provenienti dalla grotta di Vindija in Croazia (Science)

Gli scienziati hanno confrontato il genoma di cinque esseri umani viventi – originari di Cina, Francia, Papua Nuova Guinea, Sud Africa e Africa occidentale – con quel che ne sappiamo sul genoma dei Neandertal (il 60 % del totale; il sequenziamento di questo è frutto di un lavoro durato quattro anni e condotto dal Max Planck Institute e da altre università).

I risultati hanno dimostrato che il DNA dei Neandertal è identico al 99,7 % a quello degli uomini moderni, rispetto, per esempio, al 98,8 % che condividiamo con gli scimpanzé.

Inoltre, lo studio dice che tutti i gruppi etnici moderni, a parte quelli africani, portano tracce di DNA di Neandertal nel loro genoma. In un primo momento ciò ha reso perplessi gli scienziati: sebbene non ci siano fossili che provino la coesistenza di Neandertal e uomini moderni Africa, si pensa che entrambe le specie siano sorte su quel continente.

Tra l’altro, stando all’attuale documentazione archeologica, i Neandertal non vissero mai in Cina o in Papua Nuova Guinea, nella regione del Pacifico della Melanesia.

“Ma il fatto è che cinesi e melanesiani sono in stretta relazione con i Neanderthal” in quanto europei, dice un altro autore dello studio, David Reich, genetista al Broad Institute del MIT e a Harvard.



Come ha fatto dunque l’uomo moderno col DNA di Neandertal a finire in Asia e in Melanesia?

I Neandertal, dice lo studio, probabilmente si mescolarono con i primi Homo sapiens subito dopo la loro partenza dall’Africa, ma prima che si dividessero in diversi gruppi etnici e si diffondessero in tutto il mondo.

La prima occasione per incrociarsi probabilmente avvenne circa 60000 anni fa nel Medio Oriente, dove le testimonianze archeologiche mostrano che le due specie si sovrapposero per un certo tempo.

E non ci sarebbe stato bisogno di molti accoppiamenti per avere un effetto, dice Reich. Potrebbero esser stati sufficienti sia pochi che migliaia di “incontri” tra le due specie.

Diffusione dei Neandertal (Science)

Il nuovo studio non è il solo a trovare indizi di un incrocio tra Homo sapiens e Homo neanderthalensis.

Il genetista Jeffrey Long è co-autore di un nuovo studio, non ancora pubblicato, che mostra le prove d’ibridazione tra i primi uomini moderni e le specie “umane arcaiche” – non sono chiare quali – grazie alle analisi dei genomi di centinaia di esseri umani (ma non dei Neandertal).

Anche secondo questo lavoro l’incrocio si sarebbe verificato quando la nostra specie lasciò l’Africa.

“Nel momento in cui cominciammo il progetto, non avrei mai immaginato che ne avrei mai visto una conferma empirica”, ha dichiarato Long. “Quindi sono abbastanza felice di vederlo.”


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