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TTIP: 10 motivi per non volere la NATO economica

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Questo trattato presenterà dieci fondamentali novità in grado di mettere in serio pericolo le democrazie delle generazioni future e la sostenibilità ambientale.
 
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Chi non sa quel che stanno apparecchiando con i trattati di libero scambio USA-UE come il terribile TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), probabilmente si troverà spiazzato dinanzi a così tante realtà agghiaccianti. Questo trattato presenterà dieci fondamentali novità in grado di mettere in serio pericolo le democrazie delle generazioni future e la sostenibilità ambientale. La padrona più influente dell’Europa di oggi, Angela Merkel, vorrebbe chiudere la partita addirittura entro il corrente anno.

Mi limiterò ad elencare i motivi per dire stop a questo piano scellerato partorito da personalità in odore di Trilaterale e Bilderberg (e per convincersi che Matteo Renzi commette il suo più grave errore ad appoggiarlo), intanto che 375 diverse organizzazioni sociali europee hanno rivolto un appello agli europarlamentari affinché non firmino un accordo che mette i profitti davanti alle persone.

La prima novità da ricordare del TTIP in fieri è il fatto che condannerebbe come “ostacoli al libero commercio” le restrittive e necessarie norme europee riguardanti la limitazione dell’uso di OGM (Organismi Geneticamente Modificati, usati per l’industria alimentare) e pesticidi chimici. Gli OGM rappresentano una grave contaminazione per le coltivazioni e non risolvono neanche lontanamente il problema della fame nel mondo, in quanto tali organismi non garantiscono un rendimento superiore rispetto alle colture tradizionali e non resistono alla siccità.
 
Gli OGM sono l’ennesimo tentativo di speculazione di multinazionali come la Monsanto o la Bayer. I danni economici-ambientali sarebbero assai importanti con un ulteriore impoverimento degli agricoltori, la standardizzazione delle pratiche agricole e la perdita di biodiversità, ossia la variabilità biologica degli organismi presenti nell’ecosistema.

Il secondo punto preoccupante del trattato in preparazione riguarda le privatizzazioni di acqua ed energia. Si prevedono pesanti sanzioni per distorsione del libero mercato contro chi dovesse opporsi alla privatizzazione in questi due ambiti fondamentali.
 
La terza novità riflette uno dei principali problemi in Italia, cioè la scomparsa di una vera ed autonoma sovranità nazionale sui pubblici servizi. Il TTIP limiterebbe totalmente il potere degli stati di organizzare servizi idrici, sanitari ed educativi. Beninteso, si è dovuto attendere il TTIP per vedere detronizzato lo stato italiano: l’Unione Europea ad esempio aveva già imposto all’Italia il Fiscal Compact (un carico di circa 50 miliardi di euro all’anno per un ventennio), in aggiunta alla già pesante imposizione dei governi-fantoccio degli ultimi anni, con tagli pesanti sulla sanità e la scuola pubblica per recuperare i fondi necessari a questo prelievo. Altro fattore a dir poco limitante per l’Italia è senza dubbio l’enorme debito pubblico, che aumenta ogni secondo di 2735 euro.
 
Se sommiamo questo continuo e vertiginoso incremento al mastodontico debito già esistente possiamo tirare le somme su quanto sia diventato pesante l’indebitamento dell’Italia nei confronti di banche, imprese e persone fisiche che hanno sottoscritto titoli di stato in Italia. Ciò apre un’altra finestra ancora, che si affaccia sull’altra grave perdita di sovranità, quella monetaria (persa da tutti i paesi che hanno firmato i trattati di Maastricht e Lisbona). In realtà è sufficiente distinguere tra due tipi di moneta presenti nei mercati internazionali:la moneta sovrana e non sovrana. La prima comporta grandi vantaggi ai paesi detentori in quanto dotata di alcune fondamentali caratteristiche:

 - APPARTIENE ESCLUSIVAMENTE ALLO STATO CHE LA EMETTE.

 - È INCONVERTIBILE CON ALTRI BENI CONCRETI(ad esempio oro).

 - SI AVVALE DEL FLOATING (non cambiabile attraverso un tasso fisso con altre monete).

 - CON LA MONETA SOVRANA IL DEBITO PUBBLICO NON SI PRESENTA COME UN PROBLEMA IN GRADO DI CONDIZIONARE TUTTO IL RESTO, IN QUANTO LO STATO NON HA PIÙ L’ASSILLO SUL MODO DI RIPAGARLO.

Gli Stati con monete sovrane non a caso rappresentano alcune delle maggiori potenze economiche-finanziarie mondiali. Tutti gli stati che come l’Italia hanno aderito invece alla moneta unica dell’euro, si sono ritrovati con una moneta non propria , perdendo di fatto la capacità di stampare moneta e riducendo così i propri paesi ad una condizione dipendenza nei confronti del Fondo Monetario Internazionale e dei “mercati”.

Sono nel frattempo divenute delle grandi potenze economiche quelle nazioni che non hanno aderito alle politiche di privatizzazione contenute nel diktat del Washington Consensus (seguite invece dagli stati membri dell’Unione Europea con i risultati che oggi tutti conosciamo). Il Washington Consensus è un sistema che impone la liberalizzazione dei mercati, la sospensione di barriere commerciali, l’attuazione di un programma di privatizzazioni, l’eliminazione dei controlli sui prezzi, il licenziamento dei lavoratori dal settore pubblico ed un completo controllo delle politiche economiche nazionali, per mezzo anche della Banca Mondiale. In un certo senso il Washington Consensus è il precursore del ben più estremo e pericoloso TTIP mirato ad assoggettare l’Europa.

Un quarto elemento dovrebbe far scattare un grande allarme: le nuove regole tenderanno a deregolamentare ancor di più la legislazione sul lavoro come già accaduto con le politiche di austerity messe in atto dall’Unione Europea.

Il quinto principio guida ha a che fare con la finanza ed è ancora laissez-faire. La tutela è tutta per le speculazioni bancarie e finanziarie, con maggiori difficoltà sui controlli dei movimenti di capitali.

La sesta tendenza in gioco è la riduzione della disponibilità di beni essenziali e della libertà di espressione artistica-intellettuale degli individui.

Il settimo punto difenderebbe l’innovativa ma pericolosa tecnica di estrazione del gas nota come fracking (ossia la fratturazione idraulica). Con tale metodo è possibile estrarre gas anche da sorgenti non convenzionali, ad esempio dalle rocce di scisto (il gas ottenuto con questa procedura è infatti soprannominato gas di scisto). Anche in questo caso gli Stati Uniti hanno dato prova di irresponsabilità diffondendo il fracking senza la minima salvaguardia dell’ambiente (con consumo elevatissimo d’acqua, uso di sostanze chimiche, emissioni di metano climalteranti, ecc.) Le compagnie estrattive interessate a questo settore avrebbero diritto a risarcimenti da parte degli stati che impediscono la pratica del fracking (ad esempio la Francia).

L’ottavo punto rilevante che rischiamo di ritrovarci nel trattato è probabilmente quello che apre scenari più inquietanti circa la privacy on line dei cittadini. Le normative europee a tutela dei dati personali (già inesistenti negli USA) verrebbero indebolite, facilitando la violazione di ogni attuale concetto di privacy dei cittadini da parte di società private e multinazionali.

La nona implicazione del TTIP consiste nel cancellare completamente la libertà degli stati di legiferare autonomamente. Anche se, a dire il vero, tutto questo sta già avvenendo, anche in Italia.

La decima innovazione normativa del trattato incentiverebbe l’importazione di biomasse americane che non rispettano i limiti di emissioni di gas serra.

Per farla breve il TTIP è una vera e propria dichiarazione di intenti criminali, una lotta di classe all’incontrario condotta da poteri forti a favore di grandi gruppi bancari, società finanziarie, multinazionali, con ricadute devastanti in termini di privatizzazioni, precariato e sconvolgimenti ambientali.

Ormai non è neppure tanto difficile risalire ai responsabili di questo grande disegno economico che sta allargando sempre più miseria e sofferenze.
 
L’interfaccia più conosciuta di questo potere molto opaco ha i nomi ormai conosciuti del Gruppo Bilderberg, del CFR (Council of foreign relations) e della Commissione Trilaterale, il giro di think tank rockefelleriani con vari gradi di finta trasparenza che fanno filtrare il disegno del cosiddetto nuovo ordine mondiale, che intanto comincia con un nuovo riordino del sistema atlantico.
 
Le idee di questi cenacoli incarnano lo spirito del neoliberismo economico e della globalizzazione: grande potere a multinazionali, corporazioni e privatizzazione dei servizi di prima necessità. Una sorta di NATO Economica, e come l’altra NATO costruita in modo che abbia una netta trazione nordamericana, un’Europa suddita, e una Germania preponderante con funzioni di gendarme continentale.I bracci operativi della Trilaterale sono sempre quelli del Washington Consensus: Fondo monetario internazionale e Banca mondiale. Il sistema fa riferimento alle leve bancarie manovrate dai magnati David Rockfeller (uno dei fondatori del gruppo Bilderberg e della Trilaterale ed ex-presidente del CFR americano), Jacob Rotschild e Soros.
 
C’è materia per riflettere su un sistema economico basato sulla privatizzazione dei beni di prima necessità. Poi considerate se vi piace. Vi sembra democratico un sistema di potere opaco e in mano a pochissimi oligarchi che tiene in pugno le nostre vite attraverso l’emissione della moneta a debito e la creazione di precariato? Vi sembra etico favorire la diffusione di OGM senza nessun principio di prudenza rispetto alle possibili enormi conseguenze su vastissime popolazioni? Potrei fare domande all’infinito, ma propongo già una prima risposta: tutto questo va fermato.
 
A margine va notato anche un altro aspetto. Il trattato ha una chiara valenza anti-russa, e taglia l’Europa fuori da una conveniente integrazione di linee economiche e nuove “vie della seta” nell’Eurasia. Già oggi le sanzioni contro Mosca, adottate per via di fortissime pressioni USA, fanno danno solo nel Vecchio Continente. Gli USA hanno addirittura incrementato il commercio con la Russia.
 
Sembra già l’annuncio della grande fregatura: a pagare è l’Europa.
 

1992 - L'Inizio della Fine

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Storicizzare significa “archiviare”, “dissociarsi”, “lavarsi le mani”. È qui il grande imbroglio. Siamo ancora dentro Mani Pulite e oggi più che mai subiamo violentemente le sue ripercussioni ideologiche.
 
Tra queste la perdita di sovranità politica, economica e militare.
 
leoni
 
Dopo la Roma della banda della Magliana e la Napoli della Camorra, tocca alla Milano delle tangenti. Pur scollegata dal circuito generalista, la nuova serie televisiva ideata da Stefano Accorsi, diretta da Giuseppe Gagliardi e lanciata da Sky non è passata inosservata.
 
Una massiccia dose pubblicitaria, 725mila spettatori per le prime due puntate e una prevedibile risonanza mediatica. 1992 è uno spaccato sull’Italia di Mani Pulite, dove ad intrecciarsi non sono soltanto gli affari e la politica ma anche le showgirl, il sesso, la televisione, il pubblicitario. Accanto alle mazzette, viene raffigurata l’ascesa trionfante del berlusconismo mediatico, pura continuazione del Sessantotto trotzkista, con il libertario che fa rima con il liberale.
 
L’intenzione della regia sembra quella di voler storicizzare, in maniera spettacolare, l’epoca che avrebbe messo fine alla Prima Repubblica, regno della corruzione e della malapolitica. Da qui il dipinto volgare scandito dai luoghi comuni che vede la Lega Nord – partito che in realtà nasce in quegli anni proprio come reazione al sistema delle tangenti – ritagliarsi degli spazi politici in un lasso  di tempo brevissimo.
 
Pertanto storicizzare significa “archiviare”, “dissociarsi”, “lavarsi le mani”. È qui il grande imbroglio. Siamo ancora dentro Tangentopoli. In fondo,  come la Lega di Umberto Bossi, il Movimento 5 Stelle è nato come reazione a questo sistema in cui gli scandali sono all’ordine del giorno (dal Monte dei Paschi di Siena fino all’Expo di Milano passando per il Mose di Venezia e Mafia Capitale).

1992, è l’affresco conformista, sbrigativo, poco coraggioso, privo di tecnicismi, dunque privo di denuncia, dove l’Italia si divide in buoni (magistratura) e cattivi (politici e imprenditori). Tutti conosciamo l’Italia dei pompini, delle cambiali, dei compromessi, dei sorrisi. La conosciamo bene perché, in un modo o nell’altro, ci tiene tutti a galla. 
 
L’Italia fa comodo a molti italiani, come al gruppo Fininvest di Silvio Berlusconi quanto a quello di Sky di Rupert Murdoch, che proprio in quegli anni, grazie alle conseguenze politiche di Tangentopoli, ha ottenuto enormi benefici dalla liberalizzazione del mercato televisivo, non a caso Sky Italia nacque nel 2003 dalla fusione delle prime tv a pagamento Tele + e Stream Tv.

Quello che invece non si racconta, almeno da quanto traspare nei primi due episodi, è il 1992 come inizio della fine. Fu “Mani Pulite” che spazzando via le forze politiche della Prima Repubblica, accelerò l’accordo sacro e segreto tra la destra e la sinistra parlamentare che nel 2011 si è svelato con il governo Monti, appoggiato da PD e PDL, e che oggi si è concretizzato con il renzismo in perfetta continuità con il berlusconismo.
 
A distanza di un paio di decenni si è potuto verificare come l’affaire Tangentopoli è stato un vero e proprio intervento chirurgico che ha eliminato progressivamente gli ultimi baluardi al capitalismo transnazionale pilotato da un’elite finanziaria e cosmopolita (i rapporti tra Antonio Di Pietro e le stanze d’Oltreoceano sono stati ampiamente denunciati da Bettino Craxi tramite la figlia Stefania).
 
Da una parte il Congresso di Rimini (3 febbraio 1991) sancì la fine del Partito Comunista Italiano, dunque il tradimento dei lavoratori, che si trasformò in Partito Democratico di Sinistra, dall’altra, terminò l’esperienza del “Pentapartito” (patto siglato nel 1981 tra il democristiano Arnaldo Forlani e il segretario del Partito Socialista Bettino Craxi, il tutto con la benedizione di Giulio Andreotti) il quale aveva ostacolato l’estensione delle logiche neoliberiste attraverso una sorta di alleanza tra una “destra dei valori” incarnata dalla DC e una “sinistra nazionale” risollevata  dal PSI, che non teneva in considerazione gli accordi di Yalta e gli interessi anglo-americani in Italia (vedi il caso di Sigonella o l’appoggio all’OLP). A seguito di quella vicenda giudiziaria, il PCI si convertì al capitalismo, la Vecchia Democrazia Cristiana (come partito) fu sciolta, mentre Bettino Craxi, capro espiatorio e vero bersaglio di Di Pietro, scelse di lasciare il Paese trasferendosi ad Hammamet.

Dal 1992 in poi, il centro-destra e il centro sinistra, sono diventati perfettamente organici all’ideologia liberale-progressista. Da Amato a Ciampi, da Dini a Prodi, da Berlusconi a Renzi l’ideologia di fondo, eccetto qualche sussulto di libertà, è stata sempre la stessa: accettazione delle “missioni di pace” ordinate dalla Nato, subordinazione alle direttive economiche e sociali dell’Unione Europea, approvazione delle liberalizzazioni/privatizzazioni dei settori strategici del Paese. Checché ne dicano Accorsi, Gagliardi e Murdoch, questo è stato il 1992.
 
Ben più di una fiction.
 
 

Il Significato Esoterico-Ermetico del Caduceo

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Parlando degli  antichi simboli condivisi da differenti  culture antiche, dobbiamo sicuramente  fare un accenno al simbolo comunemente noto come Caduceo. L’origine mitologica  del simbolo lo fa risalire al mito di Ermes (il dio Mercurio dei Romani), figlio di Zeus e della ninfa Maia, il quale, sul monte Citerone, si imbattè in due serpenti che combattevano tra di loro. Quando Ermes, per porre fine alla lotta, gettò tra i due contendenti la verga d’oro regalatagli da Apollo, i due rettili vi si attorcigliarono immobilizzandosi: era nato il Caduceo, successivamente ornato con le ali dei calzari del dio greco.
 


Il Caduceo è uno dei simboli più antichi della storia dell’umanità, comune a civiltà diverse, lo troviamo per esempio a  Cartagine presso i Fenici, gli Hittiti, gli Ebrei, gli Egiziani. La sua immagine, raffigurante due serpenti attorcigliati in senso inverso intorno ad una verga ornata d’ali, è stata rinvenuta, oltre che nei templi greco-romani, su tavolette indiane dell’antica civiltà vedica e altrove. Il reperto archeologico più anticoè una coppa appartenuta al re Guda della città mesopotamica di Lagash, alla confluenza dei fiumi Tigri ed Eufrate, sulla quale è nitidamente inciso il simbolo. 

Il termine caduceo deriva dal greco Karkeion (araldo, messaggero) e rappresentava il simbolo di Ermes o Mercurio,messaggero degli dei, che lo esibiva come simbolo per dirimere le liti. Ma prima che a Mercurio, il magico bastone venne attribuito come emblema a Ermete Trismegisto, mitico progenitore dell’arte magica tradizionale, intesa come sintesi del sapere universale in ogni sua applicazione: medicina, legge morale, filosofia, religione, scienze naturali, matematica, etc. Il mito di Ermete risale alla più remota civiltà egizia, ripreso poi dalla mitologia greca che ne trasse il dio Hermes poi divenuto Mercurio con i Romani.
 
guda

Omero nell’Iliade (canto XXIV) descrive così l’uso che fa  Hermes del Caduceo: “La bacchetta mediante la quale il dio incanta al suo piacere gli occhi dei mortali o sveglia coloro che dormono. Negli Inni omerici (III,529) il caduceo ermetico è detto “aureo”,  ed ha la virtù di fascinare gli occhi dei mortali e di addormentarli, di attrarre i morti dagli inferi, di cambiare in oro gli oggetti toccati. È simbolo di prosperità e di pace anche presso i Romani.

Di questo simbolo si parla anche nella bibbia sempre con il nome di “Caduceo” come bastone di Aronne fratello di Mosé.

In lingua greca vuol dire “araldo di pace”. Ancora oggi il pastorale degli archimandriti, che è a forma di T, termina con due serpenti che si affrontano, talvolta sormontati da una croce
 
caduceo2

È evidente che qualcosa di esoterico ancora sussiste nell’Ortodossia,  ma nel tempo il vecchio simbolo ha in alcuni casi  subito delle modifiche cambiando sia struttura che significato. Per la Chiesa Romana per esempio ha perso il simbolismo antico delle grandi Iniziazioni, ed è stato sostituito dal pedum (il pastorale romano) che ha cima ricurva alla maniera del pastore.

Nel suo “Symbolisme Hermétique“, Oswald Wirth identifica i due serpenti attorcigliati sulla verga d’oro alle correnti di polarità contraria del grande agente magico, conosciuto dagli occultisti sotto il nome di Luce Astrale. L’Iniziato deve saper captare queste forze,  allo scopo di utilizzarle a tempo e luogo per dominare la Natura e ottenere effetti che il volgo ritiene miracolosi. Nei riti massonici e cristiani esoterici si attirano con la mano sinistra le forze diffuse nel Tempio (Etere, Mercurio dei Filosofi), e con la mano destra le si concentrano su se stessi  (coagulazione e fissazione del Mercurio).
 
In Oriente il simbolo dei due serpenti attorcigliati alla verga trova riscontro nelle due correnti, Pingala e Idâ che si avvolgono al Merudanda: la prima è di colore rosso, calda e secca, paragonata al Sole e allo Zolfo alchemico, mentre la seconda, Idâ, è fredda e umida come il Mercurio alchemico e viene correlata alla Luna per il suo argenteo pallore.
 
marundada
 
Il caduceo è costituito da un bastone dotato di due ali e simboleggia il primato dell’intelligenza che si pone al di sopra della materia per poterla dominare per mezzo dell’intelligenza; i due rettili che si accoppiano sono visti come il simbolo della polarità del bene e del male tenuta in equilibrio dal Dio che ne controlla la forza. Essi sono attorcigliati in senso inverso fino alla sommità e posti l’uno di fronte all’altro. In questo intreccio il serpente maschio, di ascendenza solare, è posto a destra, mentre quello femmina, di ascendenza lunare, è posto a sinistra.

Il caduceo indica  la capacità di conciliare tra loro gli opposti, creando armonia tra elementi  diversi come l’acqua, il fuoco, la terra e l’aria. Per questo motivo ricorre frequentemente anche in alchimia, quale indicazione della sintesi di zolfo e mercurio.

Riferito all’Universo, indica la capacità di dominare il caos e di porre ordine in esso, creando armonia tra le diverse tendenze che ruotano intorno all’asse del mondo (Axis mundi).
 

Metafisicamente, rappresenta la discesa della materia primordiale nella materia grossolana.

Riferito al corpo umano, indica il potere taumaturgico di colui che è in grado di portare armonia in un organismo malato.

Nei giorni nostri lo vediamo spesso usato al posto del bastone di Asclepio, associando il caduceo con la medicina, specialmente negli Stati Uniti. Il simbolo è invece usato in Italia come emblema dell’Ordine dei Farmacisti, anche se storicamente i due simboli ebbero significati distinti.

Secondo alcuni autori, sia il bastone di Asclepio, con un serpente attorcigliato, sia il caduceo di Hermes, con due serpenti, deriverebbero dall’antico metodo, tuttora in uso, di estrazione dai tessuti sottocutanei della femmina adulta di Dracunculus medinensis (metodo diffuso in molte regioni rurali dell’Africa e del Medio Oriente) per arrotolamento su un bastoncino; l’operazione, che poteva durare giorni, doveva essere eseguita da medici molto esperti, perché il verme non si rompesse durante l’estrazione.
 
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Il Caduceo è presente anche nell’iconografia cinese dei draghi alati (che a differenza di quelli occidentali hanno accezione positiva e sono  simbolo di benessere), nella leggenda azteca di Quetzalcoatl  (il Dio che rinasce in forma di serpente piumato), nella filosofia indiana (dov’è associato all’albero della vita) e nell’esoterismo buddista (che accomuna il sacro bastone all’asse della terra).

È significativo che anche l’insegnamento tantrico ponga il simbolo in relazione ai meccanismi sia dell’universo sia del corpo umano: in quest’ottica, i due serpenti rappresentano la forza primordiale (Kundalini) che si leva dal fondo della schiena per innalzarsi su per la spina dorsale attraverso i vari chakra, fino alla fontanella del cranio, sede dell’energia pura da cui scaturisce lo spirito evolutivo dell’uomo.
 


Secondo la cultura orientale il caduceo illustra chiaramente il concetto base del Corpo sottile. Le vorticose energie ascendenti dei serpenti producono un vortice di potenza che viene usato nel Tantra per la trasformazione personale. I due serpenti sono associati con le immense energie solari e lunari e rappresentano la parte destra e sinistra del corpo. Si intersecano tra di loro e attraversano in continuazione il Grande Fiume centrale.
 
kundalini

Secondo una variante del mito il Caduceo rappresentato con due serpenti avvolti a spirale, è la rappresentazione fisica del bene e del male presenti nell’intero mondo, tenute in equilibrio dalla bacchetta del dio Ermes (oppure Asclepio), che ne controlla l’equilibrio.

Il Doppio Serpente, fra le immagini archetipiche, è tra le più antiche e diffuse. La ritroviamo nell’incisione sopra la coppa libatoria del re Mesopotamico Gudea ( 2000 a.c.), nell’immagine del caduceo alchemico, in quella del caduceo ermetico, compare dipinta su un altare azteco, mirabile esempio di arte precolombiana ( xv sec). Addirittura in una miniatura ( x sec.) raffigurante Adamo ed Eva, nell’immagine di un serpente a due colori che si attorciglia intorno al tronco di un albero. Come rappresentazione della Kundalini che si innalza avvolgendosi lungo i sette chakras.
 
Per quanto riguarda la presenza dei serpenti va ricodato che gli antichi, come narra Plinio, davano al serpente intelligenza e sentimenti particolari, tanto che certi serpenti di Soria non offendevano quelli del paese mentre erano terribili contro i forestieri. Quest’animale era tenuto dagli antichi in grande considerazione per la sua vita misteriosa e sotterranea, per la sua capacità di secernere veleni mortali e per la sua grande velocità pur senza organi motori, nonché per la sua capacità di ipnotizzare le sue prede. Il serpente è  simbolo di potenza: lo troviamo sulla testa dei re d’Egitto, come ornamento e simbolo insieme. Inoltre, il Caduceo è un simbolo che veniva rappresentato sui monumenti egiziani costruiti prima di Osiride: astronomicamente la testa e la coda dei due serpenti rappresentavano i punti dell’eclittica in cui il Sole e la Luna si incontrano, quasi in un abbraccio.
 


Nella Bibbia il serpente possedeva una doppia valenza, aspetto ambiguo tra i valori simbolici di vita e morte, fecondità e tentazione. Mosè aveva un bastone con serafino in bronzo attorcigliato dotato di poteri tali da consentire di ridare vita ai moribondi. Nel libro dei Numeri è riportato che il popolo di Israele, per l’insofferenza a cibarsi di manna nel deserto, fu punito da Dio con il morso di serpenti velenosi. Dietro mediazione di Mosè, poi Dio stesso suggerì un rimedio:”Fatti un serpente, e mettilo sopra un’asta: e accadrà che, chiunque sia morso, se lo guarda vivrà. E Mosè fece un serpente di rame, e lo mise su un’asta, e accadde che, se un serpente aveva morso qualcuno, quando questi osservava il serpente di rame restava in vita” (Num. 21:8-9). Si sviluppa così la prerogativa duplice del caduceo: il bastone inteso come mediatore e il bastone che salva dal male e dal pericolo ridonando la vita a chi era in procinto di perderla

E’ leggittimo pensare alla reminiscenza di un contatto con esseri anguiformi: tale interpretazione è stata propugnata da vari studiosi. Credo, però, che, se concentrassimo l’attenzione non tanto sul serpente, i cui significati sono numerosi ed anche antitetici, ma sul materiale con cui fu costruito,  il bronzo (o rame), e su come questi materiali sono stati impiegati, si potrebbero scoprire interessanti correlazioni, ad esempio con l’oro che secondo la Torah, rivestiva sia all’interno sia all’esterno, il legno di cedro con cui era stata costruita l’Arca dell’Alleanza. Il collegamento con l’Arca è individuabile pure in una tradizione, secondo la quale in origine la cassa conteneva un serpente, poi l’effigie di un dio serpente. Questo animale ricorda, per i suoi movimenti sinuosi e repentini, la folgore. Quindi è lecito pensare che si tratti di  manufatti che hanno lo scopo di operare con la corrente…
 

Nelle antiche scritture e nelle rappresentazioni figurative di molte cultura, appare sovente il caduceo che, per il genere umano rappresenta l’antenna di comunicazione con “DIO” che è l’universo ordinato.

Si racconta che Dio disse a Mosè di avvolgere sul suo bastone dei fili di rame intrecciato, ma Mosè essendo un uomo poco pratico   ed ammalato affidò il compito al fratello, il grande sacerdote Aronne. Il bastone di Aronne, che era vetusto di anni e consunto dall’uso, dopo tale operazione, germogliò improvvisamente e fece dei prodigi al cospetto del faraone. Questi  con lo stesso artifizio riusci a replicare, coi sui maghi, lo stesso prodigio di far intrecciare due serpenti in un bastone alato.

Secondo la leggenda bibblica Mosè aprì le acque del mar morto con quel bastone caduceo, che quando veniva   battuto o sulla roccia faceva sgorgare acqua pura dalla roccia viva. Un bastone prodigioso che Dio o chi per lui ha voluto fosse interloquitorio coll’ordine dell’universo e che è il più antico, primordiale simbolo della rozza comunicazione tra l’universo e gli animali viventi. Il simbolo rappresenta in se stesso una simmetria bilaterale pari e contraria che andrebbe interpretata come riordino del caos universale, l’autentica comunicazione di Dio con le intelligenze da lui dispensate alle forme viventi. Il povero Shmitt a distanza di migliaia di secoli riprodusse la “caduceus coil”, una riproduzione efficiente di riordino di ciò che abbiamo perso coi nostri pensieri in ogni frazione di millesimi di secondo in pensieri  ordinati spesso recepiti sotto forma telepatica da altri individui che fanno parte di quella stessa intelligenza. Pensieri che involontariamente o volontariamente trasmettiamo e comunichiamo e che viene volgarmente interpretata come  forma di magia.
 
gussola


Nella leggenda biblica si trova un’altro passo di un bastone parzialmente scortecciato (a formare un caduceo?) che Dio chiese a Giacobbe di costruire e gettare nella fonte dove si sarebbero abbeverate le pecore pregne, facendo in modo che le stesse pecore vedessero quel bastone. Quelle pecore pregne che avevano visto quel bastone immerso nell’acqua partorirono agnelli chiazzati che spettavano a Giacobbe mentre gli agnelli bianchi al suocero Labano. Con questo stratagemma pare che nascessero tutti  agnelli chiazzati. Ora trattiamo questi eventi tratti da testi antichisimi quindi prendiamo il racconto nel suo complesso per il suo valore semantico non certo per la sua scientificità.

Su una statuina in oro, raffigurante il Faraone Ramsete II, così come in alcune incisioni della cultura fenicia, cartaginese, greca e romana, si può osservare una strana sfera sormontata da due “antenne”, che per l’archeologia tradizionale svolgerebbe una “funzione esclusivamente rituale”. Va ricordato, tuttavia, che sia presso i Sumèri (epopea di Gilgamesh) che presso i Romani (il dio Mercurio) la “sfera con le antenne” veniva stilizzata nel caducéo, il magico bastone con due serpenti avvinghiati, che consentiva ai possessori di accedere ad altri “mondi” e ad altre “dimensioni”. Per questi motivi, Mario Pincherle ha ipotizzato che il caducéo fosse in realtà una “bussola pelasgica” , così come appare in alcune raffigurazioni provenienti dall’antico recinto cartaginese di Tanit e oggi ricostruita con materiali moderni, perfettamente funzionante (link).

L’interpretazione del caduceo come strumento di navigazione, (una vera e propria bussola ante litteram), deriva dall’interpretazione di alcuni reperti, come per esempio una stele Cartaginese, dove troviamo il Caduceo montato come strumento di navigazione a prua di una nave punica. Dalla struttura della nave raffigurata sembra poter dedurre che essa è databile tra il V e il IV secolo a.C, avendo la prua ricurva in avanti e il ponte molto alto, come nelle navi di quel periodo. Il rostro posto davanti ai paramezzali farebbe poi pensare ad una vera e propria trireme da guerra. Ma quel che più ci interessa è la ‘sfera’ sormontata da una sorta di ‘corna’ e munita di due ‘nastri ‘ fluttuanti al vento.

Secondo l’interessante ipotesi avanzata da Pincherle, la ‘sfera’ rappresentava un sensibilissimo ‘giunto girevole’ che permetteva la rotazione dell’elemento magnetico della bussola, una vera e propria ‘calamita’, le cui ‘espansioni polari’ erano raffigurate appunto come ‘corna’.La sfera munita dell’elemento sensibile al campo magnetico terrestre poteva, sotto l’effetto del vento, trascinare in deriva di qualche grado la bussola ma veniva riportata nella corretta posizione proprio grazie ai due nastri avvolti a spirale sul calamo, l’asse meccanico della bussola, che agivano come molla di ritorno..
 
bussola

Una interpretazione fuori dal coro ma che vale la pena di considerare rispetto alla simbologia del caduceo la troviamo  nel concetto di terza forza che abbiamo trattato in questo articolo. I due serpenti rappresentano le due forze contrapposte che generano la terza forza e il caduceo è il mezzo in grado di intercettarla. Questa energia che sembra nascere spontaneamente dal nulla, che sembra  quindi avere una valenza  divina,  ha affascinato i popoli antichi e ha fatto nascere la mitologia legata ai poteri del caduceo.

Secondo la tradizione ebraica il “verme divino” era considerato un attrezzo di origine celeste; raramente veniva affidato agli umani; ad essi il Signore “dovette trasmettere saggezza e conoscenza perché fossero in grado di eseguire i lavori”. Di esso il trattato Abot, che fa parte del Talmud babilonese, ci dice che fu creato da Dio nei sei giorni della creazione del mondo e che venne portato dal cielo agli uomini dal “guardiano del cielo Ashmedai” (un Vegliante poi demonizzato con il nome di Asmodeo), e che Mosè lo utilizzò nel deserto per costruire l’Efod, il pettorale di Aronne (munito dei misteriosi Urim e Tummim di cui si parla nel secondo capitolo).
 

Lo Shamir era custodito nel Tempio di Gerusalemme (e prima, prevedibilmente, nell’arca dell’alleanza); secondo lo Zoar, spaccava e tagliava ogni cosa, tant’è che “per la costruzione del Tempio di Gerusalemme, grazie al suo utilizzo, durante i lavori, non si udì rumore di martelli, scalpelli, picconi o di altri utensili (1 Re 6,7 e Talmud babilonese). Come un moderno strumento laser, effettivamente, non produceva rumore; adoperato per tagliare e forare, se ne conoscevano di diverse grandezze. Re Salomone ne cita uno piccolo “come un chicco di grano”. Questa tecnologia rivoluzionaria andò peraltro perduta. Nel trattato Mishnajot si dice che “quando il Tempio di Gerusalemme fu distrutto, lo Shamir sparì…”.

Nelle mitologie della Mesopotamia, dell’Egitto e della Grecia, l’albero, con il serpente accanto o attorcigliato ad esso, era l’Albero della Vita della Grande Madre Dea, e il serpente era la sua forma manifesta nel tempo, che ininterrottamente muore e si rinnova, simile alla luna che esce dalla sua ombra come il serpente sguscia dalla sua pelle. Su entrambi i lati di questo Albero della Vita, Axis Mundi, siedono o si ergono, in numerose opere d’arte, le incarnazioni femminili e maschili di questo mistero centrale: la dea stessa in riconoscibile forma umana, e il suo consorte, che, come il serpente e la luna, muore suo amante e rinasce suo figlio, in un rituale raffigurante il processo continuo alla base dei cicli visibili di vita e morte.
 
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Nella Figura, la femmina seduta è la Dea Madre sumera dell’Età del Bronzo e il serpente in spire verticali dietro di lei è l’immagine del suo potere rigenerativo. Dall’altro lato dell’albero, in identica postura, siede il figlio-amante, detto “Figlio dell’Abisso: Signore dell’Albero della Vita”, il cui ruolo di fecondatore della fonte di vita è rappresentato dalle corna taurine sulla sua testa.
 
Poiché il serpente e il toro posti ai due lati del sigillo sono entrambi immagini delle manifestazioni di vita e morte incarnate dalla dea, si crea un’autentica immagine speculare, di unificazione degli opposti in un’unica visione. Inoltre, sia la madre che il figlio-amante tendono la mano verso il frutto che pende dall’Albero della Vita, offrendo contemporaneamente i doni, lei dell’immortalità e lui dell’illuminazione.
 
E’ la storia perenne del matrimonio sacro di zoe e bios, rappresentato in molteplici forme – Inanna e Dumuzi, Ishtar e Tammuz, Iside e Osiride, Afrodite e Adone, Cibele e Attis –, tutte immagini di riconciliazione e di affermazione.
 

L'Isola Bouvet. La Base Segreta del NWO

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Il segreto del quartier generale del NWO, potrebbe essere stato scoperto nell'ultimo posto esistente sulla Terra su di un'isola?

Nonostante sia la località più remota del pianeta Terra, l'isola vulcanica "Bouvet Island" ubicata nel sud antartico, ospita il top del livello internazionale di internet, con il codice di dominio BV, fa parte dei recenti misteri irrisolti, come viene descritto nel video qui sotto che fa parte di una serie di tre.

Secret NWO Island Headquarters Discovered? The Last Place On Earth...

I fatti che abbiamo scoperto ci portano a credere che l'isola sia una sede segreta del Nuovo Ordine Mondiale, che è stata scoperta in una delle regioni più remote del pianeta Terra.

E' anche la sede di una serie continua di attacchi informatici della guerra internet lanciate in tutto il mondo, nonché un punto di controllo HAARP per la nefasta guerra elettronica del NWO.

Lontano dall'umanità nel Sud dell'Oceano Atlantico, tra il Sud America, Sud Africa e l'Antartide, si potrebbe disegnare un cerchio con un raggio di 1000 miglia intorno a Bouvet Island dove non si trova nessuna altra terra emersa.

Governato dalla Norvegia dal 1930, è stata costituita come una riserva naturale, una zona senza abitanti umani, ma il top per codice del dominio internet rimane un mistero.

L'IP vichingo norvegese, traccia gli attacchi web in diretta via internet che provengono da tutto il mondo. Il simbolo Mil/Gov di un paese è un simbolo speciale, è un esagono, nel guardare e spiegare gli attacchi internet, abbiamo trovato che questa posizione è uno dei più attivi attaccanti, spesso più attiva della Russia e la Cina messi insieme.

Già nel 2012 YouTube il videografo  revmichellehopkins ha scoperto un misterioso segnale HAARP che è stato emanato dalla stessa posizione del sud Atlantico, come lo si è visto nel primo screenshot e condiviso nel terzo video qui sotto.

Stranamente, i ricercatori hanno recentemente visitato la remota Isola Bouvet e hanno catturato in lontananza un video  flash/esplosivo, come viene mostrato negli screenshot 2 e 3 che possono essere visti al minuto 03:30 del video qui sotto.

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La zona circostante all'isola Bouvet era già un posto misterioso irrisolto nel 1979 che da allora è stato pesantemente censurato, un posto chiamato l'incidente della Vela, è stato creduto essere dove vi è stata una grande esplosione nucleare che ha mandato in panico l'allora amministrazione di Jimmy Carter, dove è stata ripresa da parte degli Stati Uniti dal satellite Vela 6911 come si evince nel video qui sotto.

La Buouvet Island è stata chiamata con l'epiteto perfetto di "genio del male", è una costa rocciosa quasi impenetrabile, con scogliere che si inerpicano verso l'alto del cielo, oltre ad essere un migliaio di miglia di distanza dalla civiltà, viene nascosta in molte fotografie di Google Earth, considerando tutto quello che oggi sappiamo, potrebbe questo luogo essere l'ideale per occultare i segreti del NWO?


Il Flash del Sud Atlantico - L'Incidente Vela

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L’incidente Vela, noto anche come Flash del sud Atlantico si verificò il 22 settembre 1979 tra l’Atlantico del sud e l’Oceano indiano a sud del Sud Africa. I satelliti statunitensi Vela 6911 rilevarono il tipico “doppio lampo” (il primo breve e molto intenso seguito da uno più lungo e meno luminoso) di una esplosione nucleare in atmosfera. La potenza stimata era di due o tre kilotoni.


Tuttavia esistono dei dubbi circa l’attendibilità dell’osservazione. Il satellite in questione era stato lanciato più di 10 anni prima, ed aveva passato già da due anni il limite di vita operativa previsto. Già all’epoca del fatto era noto un guasto ad un sensore di impulsi elettromagnetici, e, nel luglio 1972, aveva avuto una avaria ai sistemi di memorizzazione dei dati, poi risoltasi da sola nel marzo 1978.

I primi rapporti del governo degli Stati Uniti dei mesi successivi al rilevamento, dichiaravano che il lampo era stato senza dubbio generato da una esplosione nucleare.

Il mistero ancora più fitto era su quale nazione avesse la responsabilità del test nucleare. I primi indiziati furono senza dubbio le grandi superpotenze nucleari Unione Sovietica e Cina, ma è improbabile che i due colossi comunisti avessero ancora interessi a eseguire test nucleari in atmosfera, specie se si pensi che la potenza dell’esplosione fa supporre che si trattasse di una tecnologia ancora arretrata.

Successivamente furono indicati come responsabili il Sud Africa e Israele. Il Sud Africa a causa della posizione geografica molto vicina al luogo del rilevamento, Israele a causa del suo documentato programma nucleare attivo in quegli anni. Ma è difficile pensare che Israele sia riuscito a organizzare un simile test, così lontano, senza il supporto del Sud Africa appunto o degli Stati Uniti. Inoltre, dopo l’apertura degli archivi governativi del sudafricani si è appreso che la nazione non fu in grado di realizzare in autonomia test nucleari prima del novembre 1979 (due mesi dopo il rilevamento).

L’amministrazione americana di Carter creò una commissione di esperti con lo scopo di valutare l’attendibilità dei dati forniti dal satellite. Nell’estate 1980 la commissione dichiarò che, con tutta probabilità, non si trattava di una esplosione atomica ma che non erano in grado comunque di stabilire la natura del fenomeno. La commissione indicò come causa del fenomeno la possibile collisione del satellite Vela con un meteorite, portando come prova che solo uno dei due satelliti aveva riscontrato il fenomeno e che nessuna delle ricognizioni aeree effettuate nell’area dall’aviazione aveva riscontrato la presenza di radiazioni.

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Il rapporto della commissione suscitò il dubbio che le spiegazioni fornite avessero dei motivi politici.

Infatti sia il Sud Africa che Israele erano alleati degli Stati Uniti. La notizia di un eventuale test atomico dei due paesi avrebbe messo in cattiva luce anche gli USA poichè, se il Sud Africa non godeva di un’ottima reputazione internazionale (a causa dell’apartheid), Israele era uno stretto alleato americano ed era al centro delle polemiche per la guerra contro i Palestinesi.

Inoltre Carter aveva lavorato intensamente sulla strada della non proliferazione nucleare e se fosse stato accertato che un paese di ambito USA avesse effettuato un test a scopi militari ci sarebbe stata una vigorosa protesta internazionale, causando seri problemi al negoziato che aveva portato nel 1978 alla firma degli accordi di Camp David.

Per questi motivi molte delle informazioni relative a questo evento sono ancora segrete.

L’ipotesi dell’esplosione atomica restava certamente la più valida, specie in considerazione del fatto che il satellite Vela aveva già segnalato correttamente ben 41 test nucleari in atmosfera, poi confermati anche da altre fonti. Nello stesso momento, infatti, il telescopio spaziale di Arecibo rilevava una anomalia nella ionosfera. Pochi mesi più tardi, durante un test condotto nell’Australia Occidentale venivano rilevate quantità anomale di radioattività. Gli scienziati di Los Alamos, responsabili del Progetto Vela continuavano a dichiarare che il satellite aveva funzionato correttamente.

Dal 1980 a oggi sono emerse nuove prove, ma non si è ancora arrivati ad una risposta definitiva.

Nel febbraio 1994 un ex alto ufficiale della marina sudafricana, in carcere come spia sovietica, dichiarò che il test era una operazione congiunta israelo-sudafricana che non avrebbe dovuto essere scoperta ma che invece costrinse gli Stati Uniti a turare la falla.

Il 20 aprile 1997 il quotidiano israeliano Ha’aretz citò il ministro degli esteri sudafricano che confermava il lampo luminoso del sud Atlantico come un test sudafricano. Poco dopo lo stesso ministro smentì dicendo di essere stato frainteso mentre riportava solo alcune voci che circolavano da anni.

Alcune informazioni in possesso degli Stati Uniti sono state più recentemente declassificate, ma non c’è ancora niente che possa dare una risposta conclusiva e definitiva alla storia.

La Distruzione degli Archetipi

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Tutti noi siamo molto colpiti dalla furia iconoclasta dell’ISIS, che distrugge ogni giorno, con ostinata perversione, le tracce archeologiche del grande passato dell’impero Assiro. I Talebani fecero lo stesso con i bellissimi Buddha di Bagram. Ed ogni volta che ci sono fanatici diretti da poteri oscuri avviene lo stesso, in tutta la Storia: il rogo della biblioteca di Alessandria da parte di fanatici cristiani, l’ondata distruttiva iconoclasta nell’impero bizantino dell’ottavo secolo, la distruzione della biblioteca di Costantinopoli da parte di certi cavalieri crociati, la lotta talvolta feroce alle immagini religiose da parte di certe frange protestanti, la distruzione della cattedrale di Cluny da parte dei sanculotti francesi… Fino all’incendio del Goetheanum di Rudolf Steiner da parte di un fanatico di ispirazione gesuita. Solo per citare alcuni esempi di una lunga serie di fanatismi distruttivi.
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La nostra cultura occidentale ha avuto il grande merito di imparare a preservare le vestigia del passato, come base culturale delle nostre radici, della nostra storia. Come testimonianza preziosa e spesso artisticamente nobile delle nostre origini.

Proprio per questo ci sentiamo feriti ed offesi nel profondo dalle devastazioni e dalle distruzioni operate da questi fanatici. Mostrate con grande evidenza da tutti i media. E filmate con cura dall’ISIS, proprio per noi.

Perché lo fanno, ammesso che le informazioni e le immagini che ci arrivino siano del tutto vere? Dal nostro punto di vista nulla di nuovo: tutta la condotta della guerra, del terrorismo e degli aspetti religiosi e culturali, mira chiaramente ad alimentare un grande fronte di nemici occidentali. Mira a suscitare talmente tanto odio e tanta paura in noi occidentali, da alimentare una onda di cattivi sentimenti capace di ostacolare le nostre coscienze in risveglio. Mira a creare una emergenza, una ferita, un vortice che a partire dal Medio Oriente sia capace di portare in tutto il mondo la malattia della guerra, del terrorismo, della rabbia, della paura, della divisione.
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Una strategia ispirata e sostenuta da poteri oscuri occidentali anticoscienza, che attraverso servizi segreti e gruppi di potere finanziari e petroliferi alimentano e rafforzano l’immagine di un violento e pericolosissimo Islam radicale e feroce. Non solo per bloccare con l’odio e la paura le nostre coscienze, ma anche per conseguire il risultato di un ingigantimento degli apparati militari e di sicurezza occidentali che servono a controllare meglio noi occidentali. Ed a ridurre le nostre libertà.

Ogni colpo di mazza o di ruspa alle opere d’arte assire è un colpo alla nostra anima da parte di questi poteri. Così come ogni gola tagliata, ogni azione terroristica. Ogni azione fanatica e feroce di questi poveracci, burattini inconsci di quegli stessi poteri occidentali che considerano loro nemici. Così come ogni reazione di paura o di rabbia da parte nostra.

Ma in questa vicenda delle distruzioni dei manufatti assiri, come in altri casi del passato, c’è anche qualcosa di più…

C’è la evidente intenzione di distruggere qualcosa di più importante, qualcosa di non apparente dietro le fattezze nobili - ed in parte incomprensibili alla nostra cultura materialista – degli antichi Dèi, dei Re sacerdoti, degli iniziati, degli esseri fantastici mezzi uomini e mezzi animali.

In quelle fattezze quei popoli non riflettevano la loro barbarie e la loro superstizione, ma in ognuna di quelle forme archetipiche era contenuta e impressa la loro visione di un rapporto profondo con gli stessi esseri spirituali superiori che circondano e guidano anche noi ora… Erano le visioni degli uomini di allora della grandi qualità divine che dal cosmo entrano nella Terra, nel destino e nella vita umana per aiutare la nostra evoluzione.
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Comunque quei manufatti sono ancora portatori di profonde risonanze spirituali, in grado di tornare a vibrare con le coscienze in risveglio della nostra epoca e delle epoche future. Sono in certi casi alcuni dei “fili di Arianna” rimasti nel labirinto del materialismo per aiutarci a ritrovare la luce del senso spirituale delle vicende umane. La luce delle molteplici qualità divine archetipiche che ci circondano. Quelle che gli antichi chiamavano Dèi, Animali Sacri, o esseri umani divinizzati. E che la cultura cristiana occidentale ha chiamato Logos, Padre, Cristo, Maria, Angeli, esseri del Tetramorfo (Leone, Toro, Aquila, Angelo), o iniziati, o mistici…

Sono manufatti di fronte ai quali qualsiasi anima sensibile ed in risveglio spirituale prova un qualcosa di più che la semplice ammirazione estetica materialista… Prova un brivido, un ricordo, una emozione profonda che spinge verso un presente ed un futuro più elevati del deserto della materia.

Sono un canale di connessione tuttora operante con i misteri dello Spirito sulla Terra…

E anche per questo vengono distrutti dai burattini feroci dei poteri oscuri occidentali anticoscienza.

Ma questo non avviene solo in Medio Oriente. Questo avviene ovunque nel Mondo dovunque arrivino i poteri oscuri che vogliono ostacolare il risveglio degli spiriti umani.

Ovunque la cultura scientista e materialista dominante tende a despiritualizzare la nostra civiltà. In tutti i settori. Cercando di ridurre tutto a grigia, soffocante e disperata competizione per i beni materiali e per il soddisfacimento delle nostre pulsioni più basse.

Il discorso è molto vasto, e dei vari aspetti di questo tema fondamentale scriviamo da anni in tanti articoli di questo Magazine. Ma vogliamo ora restringere il campo di osservazione alla distruzione iconoclasta degli archetipi operata dagli stessi poteri anche in occidente. Con campagne distruttive potenti ed efficaci, anche se ovviamente molto più sottili delle fisiche mazzate con le quali i fanatici dell’ISIS distruggono le fattezze antiche dei grandi Archetipi spirituali.

Artefici di questa distruzione di Archetipi sono soprattutto i grandi media del potere, che impongono un condizionamento globale alle masse, sedotte dalle immagini televisive e cinematografiche. Sedotte dalla ampiezza degli schermi, dal 3D dai colori incredibili, dai suoni invadenti, dalle scenografie fantastiche, dalle trame accurate, dai costumi bellissimi, dalla fotografia iperrealistica, dalla sollecitazione evidente delle pulsioni più basse: il denaro, la gola, il sesso, il lusso, la competizione di tutti contro tutti per qualsiasi cosa…

Trasmissioni di tutti i tipi che mettono una contro l’altra le persone su qualsiasi argomento, dal ballo, al canto, al nozionismo, alla cucina, alla seduzione sessuale, alle imprese estreme corporee… per acquisire denaro, fama, accrescimento dell’ego… Competizione su temi e argomenti tutto sommato secondari della vita, a volte futili, come fossero il fine delle nostre vite per il quale vale la pena di combattere strenuamente “contro” gli altri…

Film e serie televisive che sempre di più propongono trame prive di senso, che vogliono convincerci del fatto che la vita sia priva di senso. E che quindi l’unico approccio plausibile alla vita sia quello della predazione degli altri e del soddisfacimento dei propri piaceri sensoriali, o delle pulsioni di potere del proprio ego.
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In queste trame manca quasi sempre una “morale”, una etica di fondo. In queste storie essere etici o non etici nella vita non conta nulla. Quello che conta è solo la prepotenza, la violenza, il denaro , il sesso, la mancanza di scrupoli, la fortuna, il caso, il prevalere sugli altri…

E perfino i documentari naturalistici che una volta ci affascinavano con le bellissime immagini e descrizioni degli esseri della Dea Madre, ora sono sempre più spesso descrizioni di animali pericolosi ed assassini, di violenze tra animali, di uragani feroci, di natura solo devastatrice…

E la Storia viene presentata quasi solo come una serie di violenze e brutture senza senso… mentre l’Arte come una sequenza di espressioni spesso solamente estetiche di mode o della bravura artigiana o della psiche degli artisti.

Perfino le storie ideali come quella del Graal, la vicenda di Cristo, la storia di Artù, ecc.. vengono narrate come storielline prive di senso e piene di imbrogli. Prive di pulsioni ideali e di autentica capacità di sollevare gli uomini al di sopra della materia… verso il Cielo. Incapaci di aiutarli a portare il Cielo in Terra. In questi giorni persino la vicenda archetipica e meravigliosa di Re Artù e di Merlino viene presentata da Sky, nella serie Camelot, come la storia di un giovane un po’ fessacchiotto trasformato da un inquietante e truffaldino Merlino (vedi immagine a fianco) in un ambizioso leader senza scrupoli osteggiato dalla prostituta nera Morgana.
In un’orgia di sesso e di violenza gratuita. Nessun riferimento alla missione storica dell’iniziato atlantideo arturiano o alla vicenda di Merlino come immagine archetipica del mago bianco al servizio della crescita umana. La vicenda della spada nella roccia diventa un trucchetto per agguantare il potere del trono, invece che la realizzazione della liberazione del pensiero operativo umano dalla roccia dell’egoismo grazie al coraggio di un cuore che vuole il Bene. Meno male che esistono anche - pochissimi - esempi luminosi di comunicazione di archetipi come la saga del Signore degli Anelli.
Ma che non sono certo la parte maggiore di ciò che ci viene presentato a valanga dai grandi media.

Una enorme campagna ben organizzata invade l’Occidente ed il Mondo cercando di distruggere una serie di Archetipi positivi. Una vera e propria sottile, ma efficace e potente furia iconoclasta si abbatte da qualche decennio in modo crescente contro gli ideali umani e spirituali per distruggerli: l’Etica, la Concordia, l’Armonia, la Fratellanza, il Perdono, l’Uguaglianza, il Pacifismo, la Non Violenza, la materia al servizio dello Spirito, l’Amore per gli altri come alimento, base e obiettivo della vita, la Bellezza e la Bontà della Natura, l’Amore per la Terra e le sue Creature, la ricerca del Bene superiore di Tutti, attraverso, ma anche al di là della materia.

Grandissime concentrazioni mediatiche, come Sky o le grandi reti nazionali o commerciali, vengono adoperate per diffondere in tutto il mondo questa furiosa campagna iconoclasta, distruttiva degli archetipi della coscienza, proprio nei decenni in cui una parte delle coscienze umane si sta veramente risvegliando alla solidarietà, all’amore per la Natura, per le piante e gli Animali, alla voglia di una politica migliore, di una finanza etica, di una scienza e di una cultura attente ai valori umani.

Ma non dobbiamo farci annichilire dal chiasso degli orchi: noi abbiamo le forze per resistere e per accrescerle ulteriormente proprio resistendo e superando queste sfide alla nostra coscienza.

Non ci faremo spaventare dalla furia iconoclasta e barbara dell’ISIS, e allo stesso modo non dobbiamo farci condizionare dall’onda mediatica depravante dell’animo umano in corso attraverso i grandi media del potere.

Possiamo contrastare questa onda infame coltivando in noi e diffondendo quanto più possiamo Ideali, Pensieri e Sentimenti elevati, Amore, Azioni Etiche, genuina voglia di Bene per tutti, Fratellanza, Uguaglianza, Libertà vera dai condizionamenti della materia, del potere e del nostro lato oscuro ed egoista. Amore per gli esseri della Natura e per la Terra.

Possiamo farlo e dobbiamo farlo, per salvare il mondo dalla barbarie diffusa dai poteri anticoscienza ovunque, in Oriente come in Occidente.

Siamo noi in quest’epoca della coscienza gli esseri fantastici dotati della Corona dell’Iniziato aperta al Cielo, della Barba della Saggezza, delle Ali d’Aquila del Pensiero e del Cuore di Leone… usiamoli per il Bene!

La storia infinita degli anglo-sassoni e del dominio del mondo

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Da centinaia di anni viene messo in scena sempre lo stesso copione. Da quando è crollato l'Impero romano, lasciando il mondo nel caos e alle prese col delirio di onnipotenza anglo-sassone, l'umanità intera si è trovata ad assistere, con sempre maggiore frequenza a una commedia buffa, replicata decine di volte, con piccoli adattamenti.

Parziali aggiustamenti, decisi, di volta in volta, per meglio conformarla alle esigenze specifiche. E così che tu fossi Carlo V o il Re Sole, o magari Napoleone, o Ottone di Bismarck, o il Kaiser Guglielmo II, l'Imperatore Francesco Giuseppe, oppure Mussolini, o Hitler, o Saddam Hussein, Milosevic, Gheddafi e, per ultimo, Assad, la commedia che viene mandata in scena è sempre stata uguale e prevede il medesimo schema e la stessa opera di demonizzazione preventiva.

Anche adesso, con la Siria, la si ritrova, ugualmente modulata, su tutti i quotidiani e in tutte le trasmissioni televisive, di destra come di sinistra. In quanto totalitario, infatti, il sistema della manipolazione organizzata e dell’industria culturale occupa integralmente la destra, il centro e la sinistra. Il messaggio dev’essere uno solo, indiscutibile. Armi chimiche, armi di distruzione di massa e violazione dei diritti umani.

Con queste accuse, la Siria è stata non molto tempo fa presentata mediaticamente come l’inferno in terra e per questa via, si prepara ideologicamente l’opinione pubblica alla necessità dolorosa ma inderogabile del bombardamento, naturalmente in nome dei diritti umani, della democrazia, dell'autodeterminazione e della libertà.

Alla demonizzazione preventiva come preambolo del “bombardamento etico” siamo abituati fin dall’insediamento, nel 1945, di questa feroce monarchia universale. Un meccanismo che è stato attivato contro tutti i popoli e le nazioni che non si sono sottomessi al suo dominio. Iraq 1991, Jugoslavia 1999, Afghanistan 2001, Iraq 2004, Libia 2011: queste le principali fasi del progetto di sottomissione dell’intero pianeta alla potenza militare, culturale ed economica degli Stati Uniti, eredi e successori dell'Impero Britannico nel delirio angolsassone di dominio del mondo. La Siria è l'obiettivo corrente, quello sul quale, fino a ora, si stanno rompendo i denti.

L’apparato dell’industria culturale si è già mobilitato da tempo, diffamando in ogni modo lo Stato siriano, in modo da porre in essere, a livello di opinione pubblica, le condizioni per il necessario bombardamento umanitario. Il presidente statunitense Obama non perde occasione per presentare la Siria come il luogo del terrorismo e delle armi di distruzione di massa, in modo che l’opinione pubblica occidentale sia pronta al bombardamento del nemico.

La provincia italiana – colonia della monarchia universale – ripete urbi et orbi il messaggio ideologico promosso dall’impero. È uno spettacolo vergognoso, la prova lampante (se ancora ve ne fosse bisogno) della subalternità culturale, oltre che geopolitica, dell’Italia e dell’Europa alla potenza mondiale che delegittima come terrorista la resistenza dei popoli e degli Stati che non si piegano al suo barbaro dominio.

Il primo passo da compiere, per legittimare l’invasione imperialistica camuffata da interventismo umanitario, in una mossa di apertura a scacchi che è sempre la stessa da secoli, è la reductio ad Hitlerum (ovvero colui che stato deliberatamente plasmato quale incarnazione stessa del male e archetipo dello stesso, utilizzando lo stesso identico copione che abbiamo descritto) di coloro che sono a capo degli stati da invadere, non a caso spregiativamente denominati rogue states, “stati canaglia”, in una totale delegittimazione a priori del loro stesso diritto all'esistenza: da Saddam Hussein a Gheddafi, da Chavez ad Ahmadinejad, la carnevalata è sempre la stessa. Tutte le forze che non si piegano al nomos dell’economia di cui è alfiere la monarchia universale vengono ridotte a nuovo Hitler e a nuovo nazismo, ossia due definizioni tombali cui nulla può essere opposto se non si vuole incorrere nella peggiore eresia possibile.

Del resto, l’invenzione mediatica di sempre nuovi Hitler sanguinari si rivela immancabilmente funzionale all’attivazione del “modello Hiroshima”, ossia del bombardamento legittimato come male necessario. Dove c’è un Hitler, lì può e deve esserci anche una nuova Hiroshima. L'oscena simmetria di tale ragionamento non lascia scampo alcuno e l’ideologia polivalente della pax romana viene gettata in discarica da questi mercanti di denaro a favore della barbarie fine a se stessa.

La monarchia universale, nella sua ansia di imporre il Nuovo Ordine Mondiale qualifica quindi come pace la propria guerra e delegittima come terrorismo e barbarie quella di coloro che le si oppongono. Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant: (fanno il deserto e la chiamano pace), il vecchio adagio di Tacito non è mai stato tanto attuale. La reductio ad Hitlerum si accompagna pressoché sempre all’impiego ideologico del concetto di umanità come titolo volto a giustificare – come già sapeva Carl Schmitt (cfr. “Il concetto del politico”) – l’ampliamento imperialistico.

La guerra che si autoproclama umanitaria serve non solo a glorificare se stessa, ma anche a delegittimare il nemico, a cui è negata in principio la qualità stessa di uomo. Contro un nemico ridotto a Hitler e quindi a essere non umano, il conflitto può allora essere spinto fino al massimo grado di disumanità, in una completa neutralizzazione di ogni dispositivo inibitorio di una violenza chiamata a esercitarsi in forma illimitata. Nella II GM quando consolidarono questi concetti fecero un milione di morti (donne e bambini) in pochi giorni con i bombardamenti a tappeto sulle città tedesche e poi, non contenti, tirarono due atomiche sul Giappone.

Vale la pena di leggere il profetico passo di Schmitt: "...Un imperialismo fondato su basi economiche cercherà naturalmente di creare una situazione mondiale nella quale esso possa impiegare apertamente, nella misura che gli è necessaria, i suoi strumenti economici di potere, come restrizione dei crediti, blocco delle materie prime, svalutazione della valuta straniera e così via. Esso considererà come violenza extraeconomica il tentativo di un popolo o di un altro gruppo umano di sottrarsi agli effetti di questi metodi “pacifici”...". È questa l’essenza dell’odierna “quarta guerra mondiale”, puntualmente dichiarata contro i popoli che aspirano a sottrarsi all’imperialismo statunitense (e subito dichiarati terroristi, assassini, nemici dei diritti umani, “Stati canaglia”, ecc.).

La dimensione storica viene sostituita, a livello di prestazione simbolica, ora dallo scontro religioso tra il bene e il male (identificati rispettivamente con l’Occidente a morfologia capitalistica e con le aree del pianeta che ancora resistono), ora dal canovaccio della commedia che, sempre uguale, viene impiegato per dare conto di quanto accade sullo scacchiere geopolitico: il popolo compattamente unito contro il dittatore sanguinario (Assad in Siria), il silenzio colpevole dell’Occidente, i dissidenti “buoni”, cui è riservato il diritto di parola e, dulcis in fundo, l’intervento armato delle forze occidentali che donano la libertà al popolo e abbattono il dittatore mostrando con orgoglio al mondo intero il suo cadavere (Saddam Hussein, Gheddafi, ecc.).

A rimorchio del pensiero egemone, la sinistra italiana continua a rivelare, anche in questo, una subalternità culturale che farebbe ridere se non facesse piangere: da “L’Unità” a “Repubblica” l’allineamento con l’ideologia dominante è totale (ed è, per inciso, un’ulteriore prova a favore della tesi circa l’ormai avvenuta estinzione della dicotomia tra una destra e una sinistra perfettamente interscambiabili, composte da nietzscheani “ultimi uomini”). La parabola che porta da Antonio Gramsci a Massimo D’Alema è sotto gli occhi di tutti e si commenta da sé.

Secondo questa patetica commedia, tutti i mali della società vengono imputati al feroce dittatore di turno (sempre identificato dal circo mediatico con il nuovo Hitler: da Saddam a Gheddafi, da Ahmadinejad a Chávez), che ancora non si è piegato alle sacre leggi di Monsieur le Capital; e, con movimento simmetrico, il popolo viene mediaticamente unificato come una sola forza che lotta per la propria libertà, ossia per la propria integrazione nel sistema della mondializzazione capitalistica.

Come se in Siria o in Iran, o a Cuba e nella Corea del Nord vi fossero solo dissidenti in attesa del bombardamento umanitario dell’Occidente...

Wernher Von Braun e la Falsa Invasione Aliena

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Poco prima di morire il pioniere dei razzi V2, Wernher von Braun, ex Ufficiale delle SS durante la dittatura nazista, poi delegato al NASA’s Deputy Associate Administrator for Planning, rilasciò delle dichiarazioni alquanto agghiaccianti alla Dottoressa Carol Rosin, nelle quali dichiarò che per sostenere l’enorme complesso militare delle armi spaziali, si sarebbero dovute creare a tavolino una serie di “minaccie” alla sopravvivenza della specie umana, al fine di ottenere il libero consenso degli oppositori di questo progetto.

Secondo quanto riferito da von Braun, queste minaccie comprendevano la falsa creazione di un “nemico” terroristico; devastanti impatti di asteroidi ed infine un attacco alieno.
Wernher von Braun e la mancata Invasione Aliena
Se avete visto il video potete aver già una visione più ampia del discorso che verrà intrapreso qui di seguito. La dottoressa Carol Rosin (http://peaceinspace.com/) ha creato scompiglio nel mondo governativo con queste parole. Ma non tanto quelle riguardanti esseri alieni, oramai l'opinione pubblica, soprattutto americana e inglese, crede che gli UFO esistano e per fortuna una piccola parte ha capito che i governi sanno e non dicono. La cosa che ha suscitato clamore è il progetto dei governi di creare una serie di problemi da combattere, in modo da poter raggiungere i propri scopi senza indignare nessuno.

E' sempre il solito ragionamento PROBLEMA - REAZIONE - SOLUZIONE, tu devi fare qualcosa che creerebbe nell'opinione pubblica indignazioni, pertanto devi creare qualcosa che giustifichi la tua azione, così la gente dirà "era costretto a farlo perchè...". La dottoressa parla di tre principali "minacce" create a tavolino negli anni antecedenti al 1972:

1) Creazione di un pericolo terrorismo.
2) Pericolo impatto asteroidi.
3) Minaccia aliena.

Bè, evidentemente fino ad ora abbiamo raggiunto il punto due, e vi spiego il perchè.

L'attacco terroristico e la conseguente caccia all'uomo è rappresentato al meglio dall'9\11. Oramai se ne è sicuri, dietro all'9\11 ci sono ricavi economico\finanziari e anche se la teoria dell'autoattentato provoca indignazione e non raccoglie consensi nell' opinione pubblica, è palese per chi studia ed analizza i fatti di quel maledetto giorno di settembre che il tuto sia stato organizzato con ologrammi, dinamite piazzata precedentemente (perchè il 8\11 è stato l'unico giorno nella storia del WTC in cui non erano presenti i cani anti-bomba?), e demolizioni controllate.

Quindi il primo punto è stato centrato, e come possiamo vedere non è ancora finito, con la presunta minaccia Iran. Secondo punto: asteroidi che colpiscono la terra creando situazioni simili a "Armageddon". Bè, ogni giorno si scoprono nuovi astri che potrebbero entrare in collisione con la Terra, in primis il presunto asteroide che dovrebbe colpire la Terra (4 probabilità su 10) il giorno di Pasqua del 2036, per non parlare della notizia diffusa dal sito http://segnidalcielo.it secondo il quale cito testualmente: "C'è un asteroide in rotta di collisione con la Terra. Questo asteroide misura 8/10 miglia di lunghezza e 6/10 miglia di larghezza (1,4 km di lunghezza per 1 km di larghezza).

In base alla sua attuale traiettoria dovrebbe cadere nel Nord Atlantico quest'anno alle 2:30-3:00 pm. EDT circa del 15 Novembre 2008. La localizzazione del punto d'impatto è nell'oceano a 36 gradi di Latitudine Nord e 65 gradi di Longitudine Ovest, (circa 100 chilometri a nord di Bermuda e 750 miglia a est di Capo Hatteras, North Carolina." Suppongo che anche il secondo obbiettivo è stato centrato, tutto con l'ausilio del popolo che appena sente notizie su asteroidi alza immediatamente il volume della tv per sapere quanti giorni gli restano da vivere.

Ma non vi siete accorti di tutte queste notizie provenienti dall'Inghilterra riguardanti avvistamenti UFO soprattutto da parte di militari? Ma secondo voi se ci fosse un fondo di realtà i militari avrebbero cotanta libertà di espressione?

Purtroppo mi accorgo anche io di questa disinformazione, bisogna essere attenti, filtrare le notizie che ci arrivano, se prendiamo tutto per vero ci troveremo in un mare di scartoffie che complicheranno solamente la strada per capire cosa sta accadendo effettivamente nel nostro mondo.

Queste sono dichiarazioni abbastanza datate, infatti potete vedere voi stessi come quelle "profezie" si sono avverate.

Stiamo all'occhio, non crediamo alle bufale delle invasioni aliene, 50 anni di cinematografia deviata ci possono ingannare ma dobbiamo rimanere saldi e prendere le notizie con le pinze ora come non mai.

Quando e perché Bankstein eliminò Aldo Moro

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Se recuperassimo l’idea di Aldo Moro di emettere biglietti di stato a corso legale senza bisogno di chiedere banconote in prestito via Bankitalia-Bce, potremmo non soltanto assolvere i vari bisogni del popolo italiano, ma anche varare un bel corso gratuito di criminologia monetaria e bancaria.
 
Fu infatti così che i governi Moro finanziarono le spese statali, per circa 500 miliardi di lire degli anni ‘60 e ‘70, attraverso l’emissione di cartamoneta da 500 lire “biglietto di stato a corso legale” (emissioni “Aretusa” e “Mercurio”).
 
La prima emissione fu normata con i DPR 20-06-1966 e 20-10-1967 del presidente Giuseppe Saragat per le 500 lire cartacee biglietto di Stato serie Aretusa, (Legge 31-05-1966). La seconda emissione fu regolata con il DPR 14-02-1974, del Presidente Giovanni Leone per le 500 lire cartacee biglietto di stato serie Mercurio, DM 2 aprile 1979.
 
1191

Questa moneta di stato tra l’altro aveva l’importante funzione di immettere denaro senza debito che rendeva solvibile – almeno in parte – il sistema usuraio poiché serviva per pagare gli interessi per i quali il sistema bancario NON emetteva moneta e strozzava il paese (come invece ora fa). L’idea era stata copiata dal periodo fascista in cui tante opere pubbliche vennero finanziate a questo modo.
 
Mentre l’analoga operazione di emettere Am-Lire da parte degli occupanti alleati fu una vera e propria opera di falsari che imposero la loro moneta a suon di bombardamenti addebitandola per lo più a debito pubblico (una perdita di circa 300 miliardi di lire dell’epoca 1943-1952, oltre a tutti i beni di cui si erano appropriati con questo denaro falso). Fu Giovanni Leone a firmare l’ultimo DPR con cui si emettevano le 500 lire.
 
Sia Moro che Leone non ebbero gran fortuna e sappiamo come vennero ringraziati da Bankenstein…
 
Ma ora c’è internet, ora sarebbe molto più facile impedire la reazione della bancocrazia totalitaria diffondendo la conoscenza della materia. Infatti, col senno di poi, non è difficile capire a cosa doveva portare il disegno del terrorismo nel nostro paese: gli anni di piombo si chiusero con due stragi nell’anno del Trattato di Maastricht, il 1992…
 
Questo trattato è un papello tra “Stati” e banchieri mannari, il cui risultato oggi è sotto gli occhi di tutti. Ci ha portato al golpe morbido del governo Monti…
 
Comunque, in seguito all’assassinio di Moro e alle dimissioni anticipate di Leone, l’Italia smise di emettere cartamoneta di Stato. La bancocrazia ci aveva anche provato prima a ricattare lo Stato, emettendo i famosi miniassegni per erodere il signoraggio che lo stato guadagnava con la propria moneta, ma poi, non essendo la “misura” sufficiente, ricorsero ai mitra e bombe. Ricordatevi che il terrorismo in Italia inizia con due attentati dinamitardi negli anni ‘60 contro due banche di Stato (all’epoca): Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano e BNL a Roma…
 
Oggi lo Stato guadagna decisamente spiccioli con il conio delle monetine, dove i margini e la quantità di signoraggio sono niente rispetto all’emissione di cartamoneta e denaro virtuale, proprio una mancia per salvare le apparenze. Dobbiamo proporre di introdurre con vigore una cartamoneta complementare nazionale chiamata Biglietto di stato, con cui soddisfare i bisogni interni del paese.
 
Questa cartamoneta non influirebbe sui parametri di Francoforte, non creerebbe debito e darebbe la libertà al paese di soddisfare tutte le esigenze di base della cittadinanza. La Moro-nomics è un’alternativa degna di essere seriamente presa in considerazione.
 
 
 
 

 

Gli Oceani di Marte

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Utilizzando alcuni tra i telescopi più potenti al mondo, un team di astronomi ha stabilito che 4 miliardi di anni fa un oceano ricopriva una parte significativa di Marte, circa il 20% del pianeta.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Science, rafforza dunque la teoria secondo cui una volta la superficie del pianeta rosso era coperta d'acqua. L'ipotesi era nata in precedenza in seguito all'osservazione di alcune tracce rimaste sulla superficie di pianeta: ciottoli, antiche linee di costa, delta di fiumi e minerali che devono essersi formati in ambiente acquoso.

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Questa volta invece l'analisi si è concentrata sul vapore acqueo esistente oggi nell'atmosfera marziana. Un team di scienziati, guidati da Geronimo Villanueva del NASA Goddard Space Flight Center, ha misurato la luce solare che si riflette sulla superficie di Marte e attraverso l'atmosfera, rilevando la composizione chimica del vapore. L'idrogeno presente nell'acqua, sia su Marte che sulla Terra, è disponibile in due varietà: idrogeno ordinario, i cui nuclei contengono solo un protone, e idrogeno pesante, noto anche come deuterio, il cui nucleo è costituito da un protone e un neutrone.

Le acque della Terra e di Marte in origine avevano proporzioni identiche di idrogeno ordinario e deuterio, ma Marte ha una gravità più debole, per cui l'idrogeno ordinario è gradualmente uscito dall'atmosfera, disperdendosi nello spazio. Come risultato, oggi le acque di Marte hanno una percentuale di deuterio sette volte superiore rispetto alla Terra. Dal momento che gli scienziati possono stimare il tasso di fuga che ha portato a questo squilibrio, Villanueva e colleghi hanno calcolato quanta acqua era presente una volta sul pianeta.

Si è scoperto così che la quantità di liquido era tale per cui, se avesse coperto l'intera superficie in modo uniforme, avrebbe raggiunto una profondità di circa 137 metri. “Probabilmente però formava un oceano più profondo (almeno un chilometro e mezzo) nell'emisfero settentrionale, dove l'altitudine è molto minore”, afferma Villanueva. 

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L'oceano primitivo di Marte era più grande del nostro mar Glaciale Artico. L'87 per cento di quell'acqua si è oggi disperso nello spazio, mentre il resto si trova ancora sul pianeta, intrappolato nella calotta polare. Illustrazione di NASA / GSFC

“I risultati sono credibili”, commenta James Kasting, uno scienziato planetario presso la Penn State. Ma suggeriscono solo quale poteva essere la quantità minima di acqua presente un tempo su Marte: “Credo che in realtà fosse molta di più”.

Kasting, in un paper del 2014, sostiene infatti che ai primordi l'atmosfera marziana fosse insolitamente ricca di idrogeno pesante e che gran parte di esso sia fuggito assieme all'idrogeno ordinario. Se così fosse, questo inciderebbe in modo significativo sulle stime.



In entrambi i casi, però, sembra che anticamente Marte fosse molto più umido e caldo di adesso. 

L'acqua era per lo più in forma liquida invece di essere racchiusa in calotte polari ghiacciate e, proprio questo, l'ambiente era ospitale: l'idea che sia esistita la vita su Marte è sempre più forte.

Il Fleur de Lys e l'Utero della Stirpe Nephilim semidivina

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Vi è un simbolo ricorrente che a mio avviso è di rilevante importanza; strumento e chiave di lettura fondamentale per le indagini che portiamo avanti in questo thread...

Il Fleur-de-Lys

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Il giglio stilizzato è l'elemento più diffuso nella simbologia araldica. Il primo utilizzo documentato del giglio in forma di "seminato" su uno stemma reale appartiene al principe Luigi, il futuro re Luigi VIII, nel 1211, dove aveva i colori che ancora oggi sono ufficializzati nel blasone dello stato francese: oro su fondo azzurro. In precedenza, Luigi VII aveva sfoggiato il disegno di un giglio stilizzato che aveva chiamato "Fleur-de-Lys", il nome francese del fiore che ricordava, in un'assonanza fonetica, la locuzione "Flor de Loys", cioè il "fiore del re Luigi".

La tradizione, però, attribuisce al simbolo un'origine ancora più antica: si dice, infatti, che esso fosse stato adottato dal re merovingio Clodoveo nel V sec., dopo una battaglia vittoriosa contro i Visigoti, combattuta a Vouillé, ad ovest di Poitiers, nei pressi del fiume Lys, in Belgio, dove questo fiore cresce in abbondanza (si tratta, ovviamente, non del comune giglio di giardino, ma di una sua variante chiamata "iris delle paludi" o "iris gialla", nome scientifico: Iris pseudacorus L.). 

Clodoveo era stato convertito al cristianesimo dal vescovo Remigio nei pressi di Reims (vedi, in proposito, l'articolo sull'Abbazia di Saint-Remi) e da questo momento in poi il giglio, che è un ben noto simbolo di purezza e castità, è diventato il simbolo dei re cristiani di Francia. La simbologia cristiana vede nei suoi tre petali stilizzati un'allusione alla Trinità divina e nella base orizzontale la figura di Maria, di fondamentale importanza per comprendere il mistero trinitario in quanto fu da lei che, attraverso l'intervento divino del Padre, s'incarnerà il Figlio, e dai due emana lo Spirito Santo.

Questo concetto si trasformerà successivamente con il diffondersi delle teorie pseudo-storiche associate al Santo Graal ed alla discendenza di Cristo. Il "Fleur-de-Lys" viene così associato alla "Stirpe Reale": la base del simbolo rappresenterebbe, secondo questa nuova concezione, Maria Maddalena mentre i tre petali non sono altro che i figli che essa ebbe da Gesù: Tamar, Joshua e Josephes. 

Il tema della "Linea di Sangue Reale" venne per la prima volta presentato ad un pubblico più vasto nel 1982, con l'uscita del saggio "Il Santo Graal" di Baigent, Leigh e Lincoln. Nelle loro teorie, la linea di sangue passerebbe per i sovrani Merovingi, e questa "origine divina"è alla base della leggenda che vedeva il re Meroveo, dal cui nome derivò quello della dinastia, generato da un mostro marino uscito dal mare.


Proviamo a fare un passo ulteriore...

Dal Fleur-de-lis al fiore della vita tra gigli e tridenti

Sono molti gli antichi simboli che travalicano confini spaziali e temporali e che continuano a stuzzicare la curiosità dell’uomo moderno che ha dimenticato le origini delle sue stesse conoscenze. Uno dei simboli più affascinanti che ha accompagnato in varie forme l’umanità nei secoli è il simbolo del fleur de lis. Ad esso sono stati attribuiti molteplici significati ed è stato conosciuto con molti altri nomi.

L’origine del “fleur-de-lis” è stato dibattuto per secoli. Ci sono da considerare alcune questioni collegate tra loro rispetto a questo simbolo:

Non si conosce con sicurezza la sua origine, quello che è noto e che ad un certo punto è stato adottato dai re di Francia. Non è chiaro neanche cosa questo simbolo rappresenti veramente e le principali teorie tendono a dargli un significato floreale.

Anche se il simbolo che ha assunto più recentemente fama per il suo collegamento con la dinastia merovingia esso non nasce con essa. Infatti lo possiamo ritrovare in molti luoghi, molto prima dei tempi araldici, già fino dall’antica Mesopotamia. E’ essenzialmente un fiore stilizzato che serviva come elemento decorativo ed stato associato nel tempo alla regalità, specialmente nell’alto medio evo

Il suo utilizzo in araldica si può fare risalire al 12° secolo. Con certezza è stato dapprima adottato in forma di serie su un campo monocolre dal re francese Filippo II (1180-1214) e forse già dal padre Luigi VII (1137-80). Almeno dal 1200 lo stemma con base azzurro e con una serie di “fleur-de-lis”di colore oro viene associato alla monarchia francese. Esso appare su monete e sigilli dal 10° secolo almeno. 

Tipicamente si trova nell’impugnatura dello scettro o decora il bordo della corona, oppure viene retto in mano in versione ingigantita assieme allo scettro. Quindi dall’11° al 12° secolo c’è una forte associazione tra questo simbolo e la sovranità regnante. Monete dell’imperatore Federico I lo mostrano mentre regge questo scettro. Si suppone che già al tempo avesse assunto il nome di fleur-de-lis e avesse forti connotazioni religiose, specialmente legate alla Vergine Maria, e più tardi (nel 14° secolo) alla Trinità.

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Sigillo di Filippo II Augusto, Re di Francia, 1180.
Legenda: Filippo Dei gratia Francorum rex “.

Dal “trattato di Araldica” di Michel Pastoureau Parigi 1979:

l’uso del fiore stilizzato chiamato solitamente “fleur de lis” è comune a tutte le epoche e tutte le civiltà. Si tratta di un tema essenzialmente grafico trovato su cilindri mesopotamici, bassorilievi egizi, ceramiche micenee, tessuti sassanidi, monete galliche e mamelucche, vestiti indonesiani, emblemi giapponesi e perfino su totem Dogon.

i vari scrittori che hanno discusso l’argomento concordano che ha poco a che fare con la grafica del giglio;non sono d’accordo se si tratta di una derivazione del giglio, del loto o della ginestra, o se rappresenta un tridente, una freccia, una doppia ascia, oppure una colomba o un piccione e comunque riteniamo che la cosa abbia poca importanza.

Il punto essenziale è che è una figura molto stilizzata, probabilmente un fiore che è stato usato come ornamento o come emblema da quasi tutte le civiltà del vecchio e nuovo mondo.

I più antichi esempi conosciuti di fleur-de-lis simili a quelli usati nel mondo occidentale medievale e nei tempi moderni si possono trovare sui bassorilievi assiri dal 3° millennio A.C. ai trova in diademi, collane, scettri, e sembra già che assuma il significato di attributo reale. 

Quelli che si trovano successivamente a Creta, in India ed in Egitto, probabilmente hanno un significato simile. In numismatica, troviamo i fleur-de-lis su monete greche e su alcune monete romane della Repubblica o dell’Impero e soprattutto sulle monete galliche. [Il libro mostra tre monete: una moneta gallica (1° secolo DC), una moneta mamelucca (1390) e una moneta di Luigi VI di Francia (1110-1130), tutte mostrano un inconfondibile fleur-de-lis (almeno la sua metà superiore, e una sorta di triangolo nella parte bassa)]. se nelle monete greche e romane, è una fiorone di forma variabile, in quella celtica è un vero fleur-de-lis araldico come riappare nel 13mo secolo.

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Pur mantenendo il suo significato di attributo regale, le fleur-de-lis acquista nel Medioevo un forte significato cristico, che deriva (tra gli altri) dal celebre versetto del Cantico dei Cantici (2: 1): “ego flos campi et lilium convallium ” ripetuto e commentato molte volte da San Girolamo a San Bernardo. 

Quindi non è raro, fino alla fine del 12° secolo, vedere Cristo rappresentato tra gigli o fioroni stilizzati, il cui disegno potrebbe ricordare anche la Trinità del Chrismon (il monogramma di Cristo). Poi, lentamente, a questo contenuto cristico si aggiunge il simbolismo legato allo sviluppo del culto di Maria, e al versetto successivo del Cantico dei Cantici (2: 2): «sicut lilium interrelazioni Spinas, sic amica mea interrelazioni Filias” e molte parti delle Scritture e dei Padri della Chiesa, in cui il giglio è presentato come simbolo di purezza, verginità e castità. 

Nell’iconografia, il giglio diventa un attributo preferito della Vergine Maria e lo rimarrà fino al 16° secolo.

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Possiamo trovare una versione stilizzata del fleur-de-lis in un urna da Oaxaca Mexico, in fornellini di ceramica per bruciare incenso del periodo Classico (200-650 C.E.) dall’antica città di Palenque, e come un simbolo in Mesoamerica collegato all’albero della vita, e al sacro fungo (la frutta proibita) che cresce sotto, alla trinità degli dei creatori legati al pianeta Venere o come la stella della resurrezione divina.

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Nella civiltà Zapotec i glifi a includono il simbolo in fondo a destra,racchiudente un simbolo di autorità, resurrezione e trinità degli dei creatori.

In alto a sinistra c’è un disegno di una pietra olmeca (900-500 aC), raffigurante una divinità alata coronata con un simbolo del Fleur de lis che assume un significato simile a quello attribuito nel vecchio continente.

Il disegno successivo rappresenta una Stele, presso il sito archeologico di Coba in Quintana Roo, Messico, che ritrae i un sovrano Maya coronato con un simbolo simile nella forma al Fleur de lis che assume un significato simile al vecchio continente.

Il sovrano Maya è raffigurato mentre impersona il Dio Maya Chac-Xib-Chac. Egli regge una “barra con un serpente a due teste” nota come barra cerimoniale bicefala che rappresenta l’”albero del Mondo” noto come il Wakah Chan ( “sollevato verso il cielo”), un portale sacro che porta al mondo soprannaturale dell’immortalità. (ndr le quattro direzioni sono collegate da una gigantesca croce che sorge per divenire Wakah Chan, l’albero del mondo che collega il cielo la terra e il mondo degli inferi. 

Nella mitologia maya rappresenta il momento della creazione ed è connessa al luogo dove ha inizio il mondo chiamato posto delle canne). La barra cerimoniale potrebbe rappresentare un’icona cosmologica dell’albero del Mondo, ossia degli “axis mundi”, un portale dell’alto e del basso legato alla natura dualistica del pianeta venere. Il sovrano indossa abiti in cui è codificato il potivo a tre punti, un simbolo sacro delle tre pietre del cuore della creazione legate anche alla trinità dei creatori.

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In alto a destra un re assiro (722 aC-705 aC) indossa un casco coronato con il Fleur-de-lis, che simboleggia la divinità e sovranità e una trinità di dei. Si noti la simbologia del numero 3 codificato nell’Albero della Vita. Il sovrano è ritratto in piedi di fronte l’Albero della Vita, con il Fleur-de-lis codificato alla base, che simboleggia la saggezza, l’immortalità, e resurrezione divina.

A destra c’è una lastra di pietra babilonese (dalla parete nord del palazzo di Re Sargon a Durrukin, 713-716 BC) raffigurante una divinità alata che indossa un casco coronato ancora con il simbolo del Fleur de lis.

Il dio alato è raffigurato mentre porta un secchiello rituale in una mano e una pigna dall’albero della vita eterna nell’altra.

Nelle lingue maya parola Chan significa sia il cielo e il serpente, ed è il codice per indicare l’immagine del portale del cielo serpente che allude al percorso degli dei e al viaggio dei primi antenati nel loro cammino dento e fuori dagli inferi durante le cerimonie sanguinose, e alla morte e resurrezione. 

Gli antichi Maya credevano che gli dei che hanno creato il mondo attuale abbiano sollevato il cielo mettendo un asse verticale che indica l’alto e il basso al centro del cosmo

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In alto a sinistra è una scena finale dal manoscritto precolombiano conosciuto come il Codex Laud. La scena sembra raffigurare una divinità serpente (Quetzalcoatl) immaginata come l’Albero della Vita o Albero del Mondo, che riporta i tre fleur de lis simboli. Potrebbe rappresentare la trinità dei dei creatori in mesoamerica

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Incensiere raffigurante un dio Maya che indossa il copricapo chiamato dagli studiosi il copricapo del dio giullare. Guatemala 250-900 Ac.

Qui di seguito alcune opere artistiche che riportando il simbolo del Fleur de lis

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Abbiamo quindi visto che il simbolo del Fleur de lis appare nell’arte della Mesopotamia approssimativamente allo stesso tempo nella storia con la presenza degli antichi Olmechi. E’ sorprendente come l’emblema del fleur del lis nell’arte omeca e iconografia porta lo stesso simbolismo della divinità che abbiamo nel Vecchio mondo, legata alla trinità degli dei, esso è legato all’Albero della vita ed è un frutto proibito. 

Molto prima dei viaggi di Cristoforo Colombo un popolo potente conosciuti come olmechi emersero dalla giungla paludosa della costa del Golfo che oggi chiamiamo Messico attorno al 1500-1200 AC. L’aumento della presenza di questa civiltà lascia perplessi gli archeologi. Questa cultura infatti sembra provenire dal nulla nella zona di San lorenzo nel Chiapas.

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Ma il simbolo lo possiamo ritrovare anche in altre parti del sud america e a volte in collegamento con immagini Feline. Qui di seguito una ceramica policroma”bottiglietta per il veleno” dal Peru, cultura Wari 500-100 AD, che mostra una deità felina con la codifica del Fleur De lis sulla schiena..

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Di seguito un’immagine dal Guatemala che mostra una coppia di giaguari in associazione con l’albero della vita e il a Fleur de lis.

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Immagini da stucchi a Campeche con Fleur de lis e giaguari

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Vediamo altre immagini ma dal vecchio mondo relativi a collegamenti tra felini e Fleur de lis:

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Alcuni esempi di fleur de lis lo troviamo legato alla cultura ebraica:

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Il Fleur de lis è stato ritrovato su alcuni manufatti religiosi ebraici sequestrati in Damietta Egitto. Il fleur de lis è uno dei simboli sacri che rappresenta la vera linea di sangue ebraico.

alcune monete indiane antiche con rappresentazione del fleur de lis

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Un’immagine molto cuirosa che potrebbe essere legata al Fleur de lis la troviamo nella cultura indu e prende il nome di Ahmuvan:

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Qui sotto portale del 16° secolo nel Tempio Padmanabhaswamy localizzato a Thiruvanthapuram India. Le porte del tempio rappresentano il serpente doppio e il simbolo del Flerud de Lis.

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L’aquila bicefala o l’uccello a due teste sono un tema comune nella mitologia indu e nell’arte precolombiana. Nella mesoamercia gli uccelli a due teste e i serpenti a due teste erano collegati alla sacralità e alla sovranità, così come alla natura dualistica del pianeta venere.

Alcune immagini del Fleur de lis nell’arte buddista:

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Ci sono altre raffigurazioni che potrebbero essere ricollegati alla simbologia del fleur de lis

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E forse se ricerchiamo più profondamente nel nostro passato, arriveremo alla conclusione che questo simbolo è molto ma molto piu’ antico e il suo significato si è completamente perso nei secoli:

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Giglio di Trieste

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Nel “Tesoro” della elegante Cattedrale trecentesca di San Giusto a Trieste, formata dall’unione di due chiese romaniche, eretta sulle fondamenta di una Basilica paleocristiana che a sua volta sorgeva su strutture di un edifico sacro romano) si conserva ancora oggi una Alabarda detta di “di San Sergio” che si racconta sia caduta dal cielo. 

In realtà, da un’analisi della forma (slanciata all’asta e fiancheggiata da due bracci o raffi, uno più corto dell’altro) si nota che non si tratta di un arma romana ma “corsesca” di epoca medioevale. Fabbricata in Persia o, comunque, in Medio Oriente. 

Quasi certamente proveniente dalla Terrasanta come bottino di guerra della Prima Crociata a cui parteciparono anche molti Triestini. Aldilà delle leggende, l’Alabarda della Cattedrale ha una caratteristica che l’avvicina a determinati oggetti, sparsi in tutti i continenti, che per alcune loro peculiarità sono avvolti nel mistero e hanno spesso suscitato le ipotesi più affascinanti, straordinarie o stravaganti. Come quelle di essere il retaggio di una civiltà superiore scomparsa migliaia di anni prima della storia da noi conosciuta oppure di provenire da altri mondi. 

Infatti, l’Alabarda Triestina è fatta in una lega particolare che non si ossida. E’ immune alla ruggine ed è impossibile rivestirla d’oro. Gli appassionati e gli studiosi di antichi enigmi, andranno certamente con il pensiero alla famosissima “Colonna che non s’arrugginisce”, che si innalza in India, presso la città di Mehauli.

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L’Alabarda è stata forgiata probabilmente con il cosiddetto acciaio indiano (ferro meteorico e platino) celebre nel Medio Evo per la sua capacità di non perdere la lucentezza e per la specifica robustezza. Effettivamente, per quei tempi, si trattava di un arma tecnicamente avanzatissima.

Quanto al racconto della sua provenienza celeste, si riallaccia a molti miti, in genere di fondazioni di stirpi o città o di investitura di condottieri e capi popolo. Ad esempio, si narra che il capo Unno Attila, decise di lanciarsi alla conquista dell’Impero Romano, dopo che un misteriosa “Spada magica”, precipitata dal cielo, aveva ucciso una giovenca. Nell’arma, il capo barbaro asserì di aver riconosciuto la Spada che un tempo veniva adorata dagli antenati nelle immense distese dell’Asia. La sua ricomparsa era quindi un segno di buon auspicio. 

E come non pensare a tutta la serie di altre “spade fatate” o “lance sacre” che hanno attraversato il Medio Evo, contemporanee dell’Alabarda Triestina. La quale è attestata con sicurezza, quale Stemma Cittadino, sin dal XIII secolo. Visto che compare su alcune monete coniate dal Vescovo Volrico. Alcune di queste “Armi” dai poteri mistici e misteriosi sono famosissime. Come l’Exscalibur di Re Artù, la “Durlindana” del Paladino Orlando e la vera “Spada nella Roccia”, ancora visibile nell’Eremo di Montesiepi, presso la diruta e suggestiva Abbazia di San Galgano, in Toscana.

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Molte sono le spade famose nella storia a cui sono stati riferiti speciali poteri. Un manufatto però ha suscitato interesse fuori dal comune per il singolare alone di misticismo e devozione che lo avvolge Si tratta della Heilige Lance, in tedesco letteralmente “Sacra Lancia”,che secondo la leggenda sarebbe la Lancia di Longino usata per trafiggere il costato di Gesù.

Finita in possesso dell’Imperatore Costantino, la Heilige Lance sarebbe stata impugnata durante la decisiva battaglia di Ponte Milvio, alle porte di Roma, contro l’usurpatore. Da quel momento la “Lancia” divenne un attributo della Potestas e Divinitas degli Imperatori Romani Cristiani. Sempre secondo la tradizione, grazie ad essa Teodosio sconfisse i Goti (385) e il generale Ezio, “l’ultimo dei Romani” bloccò Attila. Con il crollo dell’Impero Romano d’Occidente, la Reliquia sarebbe passò alla stirpe Carolingia e fu brandita anche da Carlo “Magno”. 

Dai Carolingi, la “Lancia Sacra”, passò agli Imperatori Sassoni, poi agli Svevi, ed infine agli Asburgo. Al termine della Prima Guerra Mondiale la Città di Trieste venne premiata con il titolo di Urbs Fidelissima. L’ Imperatore Federico III, in premio per la fedeltà mostrata dai Triestini durante la Guerra contro Venezia, con un “Diploma Imperiale”, confermò la mistica Alabarda, quale Stemma cittadino. Aggiungendovi l’Aquila Bicipite.

L’Alabarda Triestina va vista nell’ottica di questi oggetti e reliquie straordinarie, sopra elencate. Le cui vicende, i miti, i racconti sorti attorno ad esse, veri o falsi che siano, fanno comunque parte del Patrimonio Culturale del nostro Continente e della Civiltà Occidentale.

Il simbolismo del “Fleur de Lis” nell’araldica e nella storia

Si possono notare i vari temi: i tre petali che ricordano la trinità, gli angeli portano lo scudo perchè difendono l’esercito di Francia, la colomba che discende dal cielo richiama la leggenda del battesimo di Clodoveo quando una colomba portò la sacra unzione a San Remigio

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Vetrata con la forma di Fleur de Lys, nellaCattedrale di Bourges, 15° secolo.

La Leggenda 

La traduzione di “fleur-de-lis” è fiore del giglio. Questo simbolo che rappresenta un giglio o un fiore di loto stilizzato ha molteplici significati. Tradizionalmente è stato usato per rappresentare la famiglia reale francese, e in questo senso si intende rappresentare la perfezione la luce e la vita.

La leggenda narra che un angelo ha presentato Clodoveo, il re merovingio dei Franchi, con un giglio d’oro come simbolo di purificazione dopo la sua conversione al cristianesimo. Altri sostengono che Clodoveo ha adottato il simbolo quando quando le ninfee gli hanno mostrato come riuscire ad attraversare un fiume e così ad ottenere la vittoria in battaglia.

Araldica 

Nel XII secolo Re Luigi VI oppure Re Luigi VII (le fonti sono discordi) è diventato il primo monarca francese ad usare il “fleur-de-lis” sul suo scudo. I re inglesi successivamente hanno usato il simbolo sui loro stemmi per enfatizzare le loro pretese al trono di Francia. Nel XIV secolo il “fleur-de-lis” era incorporato spesso negli stemmi di famiglia che erano cuciti nelle vesti che i cavalieri indossavano sopra la loro corazza che prendeva il nome di “veste d’arme” ossia lo stemma. lo scopo originale di identificazione in battagli si sviluppò in un sistema di designazione di status sociale dopo il 1483 quando re Edmondo IV stabilì il collegio di ‘araldica” per supervisionare e garantire i fregi degli armamenti.

Religione e Guerra

Giovanna d’arco quando condusse le truppe francesi alla vittoria contro gli inglesi in aiuto del Delfino Carlo VII nella sua ricerca per il trono di francia, portava una bandiera bianca che mostrava la benedizione divina sull’emblema reale francese, il Fleur-de-lis.

La chiesa romana cattolica utilizzava il giglio come emblema speciale della Verigne maria

Grazie ai suoi tre “petali” il fleur-de-li è stato anche usato per rappresentare la Santissima Trinità

Le unità militari, incluso delle divisioni della fanteria americana, hanno usato la somiglianza del simbolo con la punta del diamante per identificarlo con il potere e la forza militare.

Un simbolo internazionale presente in diverse culture e sempre come a identificare sovranità e divinità... E' come se il "Fleur de Lys" identificasse gli appartenenti di quella particolare 'stirpe' di semidei discendente dell'aristocrazia antidiluviana di cui cerchiamo di definire e comprenderne la storia e che ha avuto origine quando "i figli degli dei" si unirono alle "figlie degli uomini"

Un ultimo tassello...

fleur de lys.jpg







La Seconda guerra mondiale non fu una guerra contro il "Male Assoluto" - di S.Santoru

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Nei libri di scuola e nella versione dominante comunemente accettata, i motivi che portarono allo scatenarsi della Seconda Guerra Mondiale sono stati considerati tutti riconducibili alla "megalomania", vera o presunta, di Hitler, dei suoi gerarchi e dei suoi seguaci.


Essi avrebbero pianificato una guerra totale, basata sullo sterminio di chi non era o non la pensava come loro, e a fine guerra avrebbero imposto la supremazia della "razza ariana", ovvero, secondo la versione comune, delle persone bionde e con gli occhi azzurri, mentre il resto sarebbe stato schiavizzato e/o eliminato, sembra ad eccezione dello stesso establishment nazista, dove persone con queste caratteristiche "ariane" erano assai rare, a partire dal capo delle SS Heinrich Himmler, notoriamente di origine mongola, e dallo stesso Fuhrer, che secondo recenti esami sul DNA aveva pure origini ebraiche e berbere.

 

Quindi, la guerra, causata dall'espansionismo tedesco verso l'Europa dell'Est e dal "piano diabolico" hitleriano, sarebbe stata uno scontro tra il "Male Assoluto" e le forze del "Bene" che avrebbero alla fine trionfato liberando l'Europa e il mondo e assicurando decenni di pace,libertà e prosperità.

Lasciando stare le modalità di questa eroica "liberazione" (bombardamenti, stupri di massa e terrorismo ) già trattati ampiamente su questo blog, ciò che preme sottolineare è che in realtà le cose non sono così semplicistiche come sino ad ora sono state descritte, e la Seconda Guerra Mondiale fu sicuramente più uno gigantesco scontro tra interessi di grandi potenze, basato su enormi crimini da ambo le parti, che una lotta del "Bene" contro il "Male".


Prima di tutto, è ovvio che non si trattò di una guerra per la libertà o i diritti umani, tanto che tra i "buoni" Alleati vi era anche l'URSS di Stalin, che si era già macchiata dello sterminio di più di 7 milioni di ucraini (Holodomor,) e di molti altri milioni di dissidenti morti nei gulag, e i metodi brutali usati dai nazisti prima del 1939, gli usavano tutte le grandi potenze.


L'uso dell'eugenetica e dell'eutanasia non fu certo un'invenzione nazista, ma venne praticato sin dal 1899 negli USA, e tutti i programmi basati su ciò furono finanziati dalla Fondazione Rockefeller.



Fondazione Rockefeller che sostenne economicamente anche l'Aktion T4 nazista, tanto che il famigerato criminale di guerra Joseph Mengele fu largamente finanziato (come riportato su Wikipedia) dalla stessa, visto che in quel periodo, sulla scia del "darwinismo sociale" e culturale che imperava, tutto ciò era considerato "normale", e disabili, "matti" o individui non adeguati socialmente erano considerati una "resistenza al progresso" del mondo, tanto che com'è noto i sostenitori più accaniti di tali pratiche erano eminenti personalità progressiste e "democratiche", tra cui George Bernard Shaw ( che sostenne anche la politica eugenetica nazista ), mentre chi si opponeva era ritenuto un "nemico del progresso" e/o un "moralista".



La discriminazione verso gli omosessuali era largamente praticata all'epoca, in quanto venivano considerati o "degenerati" o afflitti da "pazzia", e a riguardo "paradossalmente" per certi casi erano più tollerati proprio nella Germania nazionalsocialista, tanto che diversi esponenti del primo movimento nazista lo erano, a partire dal noto Ernst Röhm e altri membri delle SA, o dai componenti del movimento giovanile  Wandervogel, che costituì oltre al naturismo, una delle basi del movimento nazionalsocialista.


Sulla propaganda omofoba diffusa per dare contro a Hitler e ai nazionalsocialisti, sono molto interessanti gli studi dello storico omosessuale di sinistra Giovanni Dall'Orto

Alcuni manifesti antinazisti dell'epoca non lasciano spazio a dubbi:

Cartolina erotico-satirica contro Hitler, 1944 circa.

Poi, la discriminazione verso i Rom era ugualmente considerata "normalità" in quel periodo e anche più in là, basti pensare che nella "civilissima" e "progressista" Svezia l'eugenetica contro di essi finì ufficialmente solo nel 1975.


Anche l'antisemitismo era assai diffuso all'epoca, e secondo il quotidiano israeliano "Haaretz" , gli storici nascoscero l'antiebraismo di Roosvelt e Truman, e lo stesso Churchill a quanto pare non aveva molta simpatia per gli ebrei.

D'altronde, secondo diversi storici non fu mai fatto niente per evitare le persecuzioni degli ebrei in Germania, che erano ben conosciute oltreoceano, tanto che vi furono diverse campagne di boicottaggio contro la Germania sin da subito, e praticamente diverse organizzazioni ebraiche statunitensi e mondiali avevano già dichiarato "guerra" alla Germania nel 1933, prima dell'inizio delle stesse.


Il razzismo, la discriminazione verso i disabili e le minoranze e altro che viene identificato con il nazismo, non furono invenzioni dello stesso, ma erano semmai considerate "normalità" al periodo.

Ciò non significa certo minimizzare i tremendi crimini nazisti, ma portare la questione su un lato più realistico e imparziale, piuttosto del solito e ormai obsoleto paradigma che identificava la Seconda guerra mondiale come una lotta per salvaguardare la "libertà", la "democrazia" e i "diritti umani", quando in realtà si trattò di un conflitto tra meri interessi economici, militari e politici.

Il Sole Nero nelle Tradizioni ermetiche

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Le tradizioni ermetiche ed alchemiche parlano della esistenza di due soli: uno nascosto, formato da oro alchemico e l'altro, quello materiale, di oro normale. Secondo il Libro della Santa Trinità, l'uomo sarebbe stato formato tramite il fuoco del Sole Nero.

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Le teorie di Eraclito al riguardo furono essenziali per lo sviluppo della teoria di Filolao sul Sole o Fuoco Centrale.



E' incredibile come già nel V secolo a.C. Filolao fosse arrivato ad una elaborazione non geocentrica dell'Universo, avendo intuito l'importanza marginale della Terra e del Sistema Solare che, secondo la sua ispirata visione, ruotavano attorno all'Hestia, il Sole Centrale Universale.

 

C'è un altro spunto astronomico interessante, il collegamento tra Sole Nero e la compagna oscura di Sirio (Sirio A è la stella più luminosa del firmamento ed uno degli astri più vicini al sistema solare, alla distanza di 8,6 anni luce). Sirio B, la compagna oscura, venne scoperta solo nel 1862, ma i Dogon, una popolazione africana del Mali, ne conoscevano l'esistenza da secoli addietro.

"Secondo gli studi dei due antropologi Marcel Griaule e Germaine Dieterlen svolti nel 1931, poi rielaborati ed in parte manipolati dal libro The Sirius Mystery di Robert Temple, la stella Sirio, secondo la tradizione Dogon, ha una compagna chiamata Po-tolo (che significa qualcosa come granellino) identificabile con Sirio B, che è effettivamente una piccola stella (una nana bianca) compagna di Sirio, orbitante attorno alla primaria con un periodo di circa 60 anni.


Il mistero legato a Sirio B è dovuto al fatto che essa risulta invisibile ad occhio nudo, ed è strano pensare che essa fosse già conosciuta dai Dogon, non avendo essi alcun mezzo per poterla osservare. 

Così Temple risolve la contraddizione sostenendo che i Dogon in passato siano entrati in contatto con una civiltà extraterrestre che avrebbe dato loro queste informazioni. A rafforzare questa tesi contribuisce la tradizione Dogon ove si parla della venuta di dèi anfibi sulle loro arche." (Wikipedia, voce Dogon).

Il Sole Nero (Schwarze Sonne) esoterico ha notevole importanza nel Misticismo Nazista. Parrebbe che questo simbolo fosse già conosciuto nell'era delle Grandi Migrazioni, essendo stati rinvenuti alcuni fermagli femminili con tali caratteristiche. Goodrick-Clarke afferma, invece, che esso avrebbe origine medioevale e sarebbe la rappresentazione del movimento solare, con la ruota solare a dodici raggi che, a sua volta. deriverebbe dai dischi dei Merovingi (foto Disco di Limons), visualizzazione simbolica delle dodici stagioni e dei dodici segni zodiacali.

 

Questo simbolo è presente nel mosaico posto al pianterreno della Torre Nord del Castello di Wewelsburg, la cui costruzione fu iniziata nel 1603 in Nord Reno-Westfalia dal vescovo-principe di Paderborn Dietrich von Fürstenberg ed il cui nome deriva dal Cavaliere brigante Wewel von Büren.


Nel 1934, sotto la spinta dell'SS-Brigadeführer Karl Maria Wiligut, il Rasputin di Himmler, che sentiva presente in qual luogo un'enorme forza spirituale, Heinrich Himmler firmò un contratto di affitto del castello per 100 anni per la cifra simbolica di 100 marchi con il distretto di Paderborn. Entrambi erano convinti che si trattasse del mitico castello della Westfalia che secondo una leggenda sarebbe stato l'unico a resistere allo assalto degli Slavi dell'Est e che da lì i Tedeschi sarebbero partiti per la vittoriosa riscossa finale.


Wewelsburg è un nodo energetico particolarmente potente anche a causa della vicinanza al complesso megalitico di Externsteine nella Foresta di Teutoburgo. Ad Externsteine sorgeva l'Irminsul, pilastro sacro che regge l'Universo e collega il Cielo con la Terra, simbolo pagano identico all'albero cosmico della mitologia norrena: l'Yggdrasil, poiché entrambi sono la raffigurazione della realtà che sta dietro l'apparente ed effimero mondo materiale.


Externsteine venne profanata con la distruzione dell'Irminsul da Carlo Magno, quando, nel 772 sconfisse i Sassoni e li costrinse a convertirsi al Cristianesimo.

"Non bisognerà mai dimenticare ciò che successe a Verden nell'anno 782. (...) Là si era svolto il massacro. Quattromilacinquecento prigionieri sassoni  furono passati a fil di spada dai soldatacci cristiani di Carlo Magno."

Thule

Negli anni Venti del secolo scorso lo storico tedesco Wilhelm Teudt ipotizzò credibilmente che l'Irminsul sorgesse proprio ad Externsteine. Aderendo al Partito Nazista nel 1933 propose di rendere sacro il luogo per la commemorazione degli antenati.

Wiligut affermava che l'Irminismo era la vera religione rivelata da Cristo, addirittura nel 12.500 A.C. e che la Bibbia sarebbe stata scritta in lingua germanica.


VARO E ARMINIO

("Varo rendimi le mie legioni!", Augusto)

Il termine Irmin in Alto Germanico Antico indica Forza e Grandezza, elementi connaturati nel Pilastro Cosmico. Sempre nella Foresta di Teutoburgo si svolse la battaglia omonima tra i Romani condotti da Publio Quintilio Varo e un gruppo di tribù germaniche guidate da Arminius(nella foto, la statua a Detmold) il capo dei Cherusci, il cui nome era la romanizzazione di Irmin.


Varo condusse tre intere legioni romane alla distruzione, essendosi fidato ciecamente dei consigli di Arminius o Arminio, che egli considerava un fido alleato.

Nel fitto della Foresta di Teutoburgo, che i Romani non conoscevano affatto, si cacciò nella trappola dei germanici, portando i suoi 20.000 legionari allo annientamento al termine di tre giorni di accaniti combattimenti, resi vulnerabili da un campo di battaglia, tra fitta foresta e paludi, del tutto inadatto alle tattiche di guerra che avevano reso i Romani invincibili. Varo, l'ultimo giorno, si suicidò pur di non cadere vivo nelle mani dei barbari. La crisi aperta dalla disfatta obbligò Augusto a mandare tutte le truppe disponibili al comando di Tiberio Cesare per tamponare la falla apertasi ai confini settentrionali dell'Impero. Solo sei anni dopo Gaio Giulio Cesare Claudiano, detto Germanico, il figlio adottivo di Tiberio, riuscì a recuperare due dei tre labari della legioni massacrate e a raggiungere il campo di battaglia.

"Nel mezzo del campo biancheggiavano le ossa ammucchiate e disperse... sparsi intorno... sui tronchi degli alberi erano conficcati teschi umani. Nei vicini boschi sacri si vedevano altari su cui i Germani avevano sacrificato i tribuni ed i principali centurioni..." - Cornelio Tacito, Annales 

In ogni caso la vittoria di Arminio aveva dato i suoi frutti: l'esercito romano non varcò più il Reno, nel timore di una nuova disfatta ed anche questa vittoria germanica era ben presente nella mente di Himmler e Wiligut quando scelsero Wewelsburg come il luogo adatto per "... innalzare il livello spirituale dell'elite del Reich, i futuri arconti che dal castello di Wewelsburg avrebbero dispensato la saggezza germanica risvegliata." (Miguel Serrano, cfr. articolo Vitriolum).

HimmlerWilgut
Himmler e Wiligut

Il luogo era simbolico per un altro motivo storico. L'Ordine dei Cavalieri Teutonici,all'inizio del XIII secolo, aveva iniziato una lenta ma costante espansione verso i territori "pagani" ed i Cristiani ortodossi dell'Est.

Fino al 1242, quando lo Stato Monastico dei Cavalieri Teutonici subì una paurosa disfatta ad opera di Aleksandr Nevskij. Gli invincibili cavalieri corazzati germanici vennero battuti da una compagine di pescatori e contadini comandati dal Principe Nevskij, e costretti alla ritirata sul lago dei Ciudi. La superficie sottile di ghiaccio cedette sotto il peso della cavalleria corazzata, trascinando nei suoi freddi gorghi i sogni dell'espansione germanica verso Est, il Lebensraum, concetto che sarebbe stato ripreso nel Mein Kampf di Hitler e che avrebbe portato alla Operazione Barbarossa, l'attacco all'Unione Sovietica destinato a vendicare, nelle intenzioni del Führer, l'umiliante sconfitta patita dai Cavalieri Teutonici.


IL CASTELLO DI WEWELSBURG

 

E' ignoto se il mosaico dello Schwarze Sonne, situato nella sala a pianterreno della Torre Nord denominata Sala degli Obergruppenführer, fosse già presente quando Himmler acquisì il Castello o se sia stato semplicemente restaurato.


La Torre Nord era posta al centro della “freccia” o "lancia", forma in cui è costruito il corpo principale del castello, ed è espressione simbolica della Lancia di Longino, uno dei tanti reperti mistico-esoterici su cui mise le mani Himmler.


La freccia punta l'Est, il Lebensraum, fin dai tempi dei Cavalieri Teutonici. Rappresentava, in ultima istanza, l'onphalos, l'ombelico del Nuovo Mondo e della Weltanschauung propugnati da Adolf Hitler.

Taluno attribuisce la creazione del simbolo ad Himmler stesso, che sarebbe partito da un vecchio simbolo. Due sarebbero stati i riferimenti che avrebbe avuto in mente: la Tavola Rotonda, simbolo anch'esso esoterico e la Svastica, i cui bracci (che rappresentano la runa Sieg -Vittoria- mentre la doppia Sieg è l'emblema delle SS le SchutzStaffel, i Corpi di Protezione) vengono moltiplicati per 3, numero magico ed esoterico par excellence, dando luogo al 12, il numero della Rinascita Iniziatica. 

Comunque dubitiamo fondatamente che Himmler con la sue ridotte conoscenze storiche ed esoteriche abbia generato il disegno dello Schwarze Sonne a Wewelsburg (che sarebbe, se così fosse, attribuibile sicuramente a Wiligut).


Il mosaico era quasi sicuramente preesistente. Oltre alla fibbia ut supra, tante sono le fibule di fattura alemanna o franca, dal III al VII secolo d.C. raffiguranti ruote solari. D'altro canto la cosa non riveste grande importanza, in considerazione dell'identico significato mistico ed esoterico rivestito dal simbolo del Sole Nero.

Circa 13.000 anni fa, epoca in cui furono costruite le Piramidi di Giza secondo la datazione reale di Bauval ed Hancock, terminò la Età dell'Oro, quando la Luce Vera del Sole Nero, Schwarze Sonne, Sole Centrale, Sole Galattico, cessò di illuminare le coscienze superiori.

La nostalgia per l'Epoca dell'Oro è sopravvissuta per migliaia di anni.

I nazisti ne rimasero conquistati.

Peter Moon, nel suo libro "Schwarze Sonne" afferma l'unicità tra il simbolo della svastica ed il simbolo del sole Nero, espressioni della mitica Thule e di un’arcaica conoscenza.



Nel castello di Wewelsburg acquistato da Himmler, nella sala degli Obergruppenführer è raffigurato il sole centrale, lo Schwarze Sonne. Le pratiche iniziatiche andavano dall'uso di acqua distillata, opportunamente "potentizzata" da gocce di sangue di Adolf Hitler (secondo una tecnica di Rudolf Steiner), al fine di raggiungere una "mistica unione con la natura", alla "cerimonia dell'aria soffocante", dove gli iniziati venivano avvolti dalle spire del fumo provocato dal fuoco di una bandiera di quelle battezzate da Hitler stesso (cioè toccate dalla bandiera intrisa di sangue dei martiri del fallito putsch di Monaco del 1923).

Nazionalsocialismo Esoterico

IL SIMBOLISMO LEGATO AL NUMERO 12

L'Appeso, la lama XII dei Tarocchi, raffigura l'iniziazione tramite il sacrificio e simboleggia chi, con il sacrificio ha redento sè e gli altri, come Cristo, Odino, Attys, Mitra.

E questo ulteriore significato non poteva sfuggire ad Himmler che aveva nel suo entourage Oswald Wirth, esoterista e cartomante che scrisse un manuale ove riassumeva la chiave interpretativa di ciascuna lama dai membri dell'ordine occulto a cui apparteneva: i RosaCroce.

I Tarocchi

Il riferimento all'Odinismo - branca dell'Etenismo - e al Wotanismo e Irminismo cui abbiamo accennato, è ancora più chiaro considerando che il Paganesimo Germanico era tornato a nuova vita grazie al movimento romantico Sturm und Drang.

Tanto fermento mistico-religioso non poteva non attirare l'animo di Himmler, galvanizzato dal Misticismo Neo Pagano, dal revival dei Cavalieri Teutonici e dalla forti personalità Sassoni del Medio Evo tedesco, tanto da credersi la reincarnazione di Enrico I l'Uccellatore, di cui riempì il castello di statue e raffigurazioni.


E' da notare l'immagine della Crocifissione di Odino, simile alla lama dell'Appeso dei Tarocchi, ennesima dimostrazione della potente simbologia legata, nel mondo esoterico, al numero 12.


Himmler era letteralmente ossessionato dal numero 12, dalla sua importanza esoterica, mistica e numerologica, come è dimostrato dal fatto che impose la formazione di 12 divisioni Waffen SS, le SS combattenti, e che 12 fossero gli Obergruppenführer, gli Apostoli neri di un Profeta nero, lui stesso, ai diretti ordini del Messia del Male: Adolf Hitler. 12 sono le costellazioni, 12 i segni zodiacali, 12 i capitoli dell'epopea di Gilgamesh, 12 i mesi dell'anno, 12 gli Dei dell'Olimpo, 12 i Cavalieri della Tavola Rotonda... è infinita la simbologia legata al numero 12.

In un libro di Walther Blachetta, "Das Buch der deutschen Sinnzeichen", ripubblicato nel 1941, si evidenziava come il numero 12 rappresentasse il raggiungimento della perfezione, la completezza.

Come la Terra ruota attorno al Sole, così il Sole ruota attorno al Centro della Galassia ove risiede il Sole Nero. L'anno cosmico, il periodo di tempo per una completa rotazione del Sole attorno al Sole Nero, si compie in 25.860 anni, il mese cosmico dura 2.155 anni (un dodicesimo dell'anno cosmico) e, per la precessione degli equinozi, varia la costellazione in cui sorge il Sole nell'equinozio di primavera. Oggi sorge in corrispondenza dell'Acquario (Era dell'Acquario).


Germanico (cfr. supra) identifica la costellazione dell'Acquario con Deucalione, uno dei pochi uomini salvatisi dal Diluvio Universale e figlio di Prometeo, il Titano che rubò il fuoco a Zeus e che, per il furto, venne incatenato da Zeus sulla cime del massiccio dell'Elbrus (cfr. infra) e condannato a vedersi divorato ogni giorno il fegato dall'aquila di Zeus, fegato che ricresceva di notte.

E' da considerare il legame tra il pianeta Mallona o Marduk, Prometeo per i Romani, il pianeta da cui proverrebbero gli Ariani ed il Caucaso, ove è posto l'Elbrus e sito ove si sarebbe arenata l'Arca di Noè (Monte Ararat).

Tra le tante ossessioni mistiche del Reichsführer va ricordato, altresì, il mito arturiano, al punto che fece porre, proprio nella famosa Sala degli Oberguppenführer, un'enorme Tavola Rotonda con 12 sedie ove riuniva i suoi Nuovi Cavalieri Teutonici.

All'interno del complesso di Wewelsburg furono allestite 12 stanze sempre a disposizione per i dodici cavalieri di Himmler.


L'idea della nuova ricerca del Sacro Graal venne ripresa in questi luoghi, facendo però riferimento alle ricerche di Jörg Lanz von Liebenfels che, sulla rivista Ostara, tanto amata dal Führer, riavvicinò il significato del Sacro Calice a quello di sang real.



L'Evoluto sa che la Reincarnazione è Reale

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"Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire." (Mt. 11, 12-14)

I discepoli gli domandarono: "Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?" Ed egli rispose: "Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro". Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista. (Mt. 17, 10-13)

Dunque, dal momento che lo stesso Cristo asserisce che Elia (profeta del Vecchio Testamento) e Giovanni Battista  sono  la  stessa  persona,  non  c'è  alcun dubbio sulla realtà della reincarnazione e il travisamento continuo di questo fatto "arrampicandosi sui vetri" contribuisce "maledettamente" a rallentare la presa di coscienza di una buona parte dell'Umanità.

Ma ecco cosa ci insegna l'altissima fonte ultrafànica dalla quale questo brano è tratto.

"Reincarnazione" di Rob Gonsalves

Da "Revelation of Ramala":

Il concetto di reincarnazione è conosciuto in tutto il mondo. Si possono trovare molte interpretazioni riguardo al suo vero significato ma, in poche parole, significa nascere di nuovo, vivere un'altra vita.

Numerose persone possono accettare che il loro Spirito continui effettivamente ad esistere su un altro piano dopo che è avvenuto il decesso, ma trovano difficile accettare il fatto di aver vissuto altre vite prima della loro attuale esistenza, come di poter vivere nuovamente in un corpo fisico in una fase successiva.

Niente che io possa dire servirà a persuadere sulla realtà della reincarnazione se non chi ne è già convinto nel profondo della sua coscienza, perché si tratta proprio di un fattore intimo, strettamente legato all'evoluzione di ogni singolo individuo.

Nel vostro mondo accadono spesso delle tragedie, per usare il termine che voi usate per descrivere questi avvenimenti. Quasi tutti i giorni leggete sui quotidiani di incidenti aerei o di auto nei quali sono rimaste uccise delle persone, di omicidi, di morti tragiche o di migliaia di esseri che sono trapassati per fame o per malattie...

Parecchi si chiedono: "Come può Dio permettere una simile sofferenza?" E in questo modo lasciano intendere che riversano sull'Eterno, o sul di Lui concetto, la responsabilità delle disgrazie accadute.

Se aveste una sola esistenza da vivere, se non aveste mai vissuto in precedenza e non vi fosse concesso di sperimentare nuovamente, allora forse potreste avere una certa giustificazione nel pensare che la vita è crudele, che non ha senso la morte di una persona nel fiore degli anni, privare dei bambini della loro madre, distruggere l'apparente felicità della vita su questa Terra.

William Bouguereau

Ma quelli di voi che percepiscono la reincarnazione come un dato di fatto... sanno che nulla su questo mondo avviene per caso e che tutto quanto riguarda la materia esiste ed è controllato da forze che trascendono l'immaginazione dell'Uomo...

Se accettate che la vita su questa Terra sia una scuola, allora dovete anche accettare che ci sia un ben preciso programma di studi, vacanze comprese, perché quando uno è giovane non può apprendere continuamente, senza un'interruzione.

I bambini frequentano l'anno scolastico per un periodo prefissato e poi fanno le loro vacanze. Questo è esattamente ciò che succede con la vita. Voi andate a scuola sulla Terra per un certo lasso di tempo e poi vi concedete una vacanza prima di farvi ritorno.

Quando vi ritornate, possedete già tutte quelle conoscenze che avete appreso nel corso della precedente sessione. Portate con voi l'esperienza delle vostre relazioni con i compagni e gli insegnanti, gli esami che avete sostenuto, i diplomi che avete conseguito e tutto ciò forma la base per i vostri ulteriori progressi.

Se avete fallito qualcuna delle vostre prove, allora vi si presenta l'opportunità di ripeterle dopo aver approfondito gli studi. Questa analogia è davvero una descrizione molto semplificata della vita fisica... Tuttavia, la cosa più importante da ritenere è che ogni vostra esistenza è pianificata.

Voi non solo scegliete il corpo in cui incarnarvi, i genitori che vi concepiranno, gli influssi planetari sotto i quali dovrete nascere, il paese nel quale dovrete vivere, il tipo di vita e il partner che sposerete, ma scegliete anche il momento del trapasso e il modo in cui lo compirete. 


Come ho detto prima, questa Terra è una scuola, e voi imparate anche facendo degli errori. Se vi trovate ad affrontare una sperimentazione e non la superate, dovrete con essa cimentarvi di nuovo... perché non potrete progredire – e l'esistenza è un continuo progresso, una spirale avvolgentesi verso l'alto – finché non avrete imparato quelle lezioni.

Per cui ne deriva che il vostro comportamento in un arco vitale, sia che foste un re oppure un mendicante, influenzerà moltissimo la vostra vita successiva. Molti di voi, lo so, conoscono il concetto di "Karma", che è stato descritto anche come Legge di Causa e di Effetto.

Quello che fate (pensate o dite; ndr) avrà una conseguenza. Ciò che emanate fuori di voi tornerà indietro, se non in questa vita, certamente in un'altra. Se ci pensate bene, è una Legge molto giusta. Tutto nell'Universo, dalle stelle e dai pianeti lassù fino alla natura quaggiù, è in equilibrio.

Non sarebbe secondo Giustizia se l'Uomo vivesse una sola vita e in quella vita potesse uccidere qualcuno e trarne dei vantaggi. La Legge della Creazione non conosce niente di simile alla mancanza di equilibrio...

Supponiamo, ad esempio, che in un eccesso d'ira abbiate commesso un omicidio. Ora, anche se vi siete pentiti di quello che avete fatto e avete imparato la lezione, la Legge del Karma afferma che siete debitori verso colui che avete ucciso di un pagamento analogo.

Questo non significa che tale persona debba a sua volta uccidervi ma, dal momento che con il vostro arbitrio forse le avete accorciato la vita, allora in una successiva incarnazione voi, di vostra libera volontà, sceglierete di sacrificare la vostra esistenza all'evoluzione o allo sviluppo di quell'individuo.

Sappiate che tutti gli incidenti occorsi nella vostra vita hanno un senso. Ogni volta che avete pensato quanto il destino si stesse accanendo contro di voi ha un significato. Perciò cercate di trovarlo. Passate in rassegna i vostri passi vitali ripensando a quello che avete fatto.

Josephine Wall

Esaminate gli accadimenti e le disavventure che vi sono capitati. Cercate di scoprirne il motivo nascosto e allora vedrete e capirete il vero scopo dell'esistenza. Il caso non esiste. Il destino cieco non esiste. Tutto quello che succede sulla superficie della Terra ha una ragione.

Dato che tutti voi siete nati con il dono divino del libero arbitrio, le vostre scelte avranno un effetto non solo su di voi ma anche su tutti coloro che vi circondano. L'uomo deve imparare ad essere responsabile nei confronti di se stesso e soprattutto verso i suoi simili.

Perciò il Karma si applica sia agli individui come alle città e alle nazioni, ed è ovvio, anche alla Terra nel suo complesso.

Io vi chiedo di guardare dentro la vostra vita, di capire il significato dell'equilibrio che la governa, di capire che il vostro Creatore, il Quale conosce ogni capello che avete sulla testa, SA ogni cosa che vi viene fatta o che fate, giustamente o ingiustamente.

Rendetevi conto che i vostri pensieri voluti, le parole dette e le azioni compiute causeranno un effetto in questa vostra esistenza come nelle successive. 

Voi non potete fare del male ad un altro Essere senza che il medesimo male, potenziato dalla negatività che attirate, vi ritorni indietro. Se l'Uomo d'oggi fosse consapevole di questo fatto, quanto più piacevole sarebbe vivere su questa Terra...


Perciò vi prego di motivare sempre il vostro operato con la spiritualità più pura e più elevata... È stato William Shakespeare che ha scritto:

Tutto il mondo è un palcoscenico,
ed uomini e donne son soltanto attori,
han le loro entrate e le singole uscite,
e molti ruoli ognun riveste nella sua stessa vita.

William Shakespeare aveva capito benissimo che l'arco vitale su questa Terra può essere paragonato ad una commedia, anche se su scala leggermente più vasta dei suoi piccoli capolavori teatrali, e che quando il vostro Spirito eterno si incarna a livello terreno sta semplicemente interpretando una parte nel grande dramma della vita...

Se Io vi svelassi il finale di questo dramma, se vi dicessi quello che accadrà sul piano fisico dell'esistenza, allora dove starebbe il senso dello spettacolo? Voi dovete vivere questi eventi, affrontarli ed imparare la loro lezione.

Perciò, dovete invocare la vostra energia intuitiva per ricevere la Saggezza del vostro Creatore.

Amon. Il Dio Nascosto

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L'origine del dio Amon, il cui nome significa ''il nascosto'', è come spesso accade per le divinità egizie, che probabilmente venivano adorate in forme e nomi diversi sin dalla più remota preistoria, ancora sconosciuta. È probabile che questo dio fosse in origine una divinità locale di Tebe e che ''risiedesse'' da gran tempo come nume tutelare nelle terre di Karnak.
 
La sua teologia, che vede in lui un dio dell'aria e della fecondità, si costituì probabilmente grazie ad alcuni prestiti mutati da dottrine e tradizioni liturgiche di importanti centri religiosi egizi, come Heliopoli, Hermopolis e Menfi, o anche da culti meno noti, come quello del dio Min di Coptos.
 
Re degli dei per eccellenza durante la grande fioritura del Nuovo Regno, Amon viene generalmente raffigurato come un essere umano che porta sul capo un'alta corona con due piume, oppure come un uomo a testa di ariete, animale a lui sacro. Il dio era circondato da un'accogliente famiglia: egli aveva infatti una moglie, Mut, e un figlio, Khonsu.
 
La personalità di questa grande divinità era comunque notevolmente complessa. Amon venne considerato dai sacerdoti tebani come il primo creatore dell'universo. I faraoni gli attribuirono molte ricchezze, favorendone costantemente il clero, soprattutto in occasione delle frequenti crisi di rappresentatività e legittimazione dell'una o dell'altra casa reale, in quanto era da Amon che dipendevano le sorti delle battaglie e il riconoscimento ufficiale del faraone vittorioso.
 
Ma Amon era anche colui che, con attitudini di misericordia e giustizia, proteggeva le vedove e gli orfani, nonché colui che ascolta ed esaudisce le preghiere degli ammalati, degli umili, degli oppressi.
 
Vi ricorda qualcosa? o qualcuno? a me si.

Amon fu insomma uno degli dei più potenti dell'antico Egitto e in ultima analisi è facile vedere come sia stata la politica ad assicurargli un tale successo. In qualità di dio dei re tebani che scacciarono gli Hyksos e delle loro casate, egli divenne il dio supremo dello stato liberato.
 
Durante il Nuovo Regno, lo splendore dei suoi templi, con le loro ricchezza e il ruolo dominante che esercitarono i suoi sacerdoti nelle vicende politiche, mostra chiaramente come il suo prestigio avesse superato quello di qualunque altra divinità egizia, avvicinando per alcuni aspetti il suo culto e la sua liturgia a quella e dimensione monoteista che stava indipendentemente e faticosamente maturando nella regione siro-palestinese e in quelli che sarebbero diventati i possedimenti degli Israeliti.
 
Tuttavia, a partire della XXI dinastia, Tebe e il suo dio inizieranno a perdere buona parte del loro antico prestigio e sarà il Delta del paese a guadagnare di nuovo più potere negli affari politici ed economici dell'Egitto.
 
Il grande Amon continuò a ricevere gli onori di un importante culto, ma le divinità delle altre province egizie, liberate dal giogo economico di Tebe, ritroveranno il favore perduto e a poco a poco il dio dei defunti, Osiride, forse ancora più caro agli abitanti del Nilo, in quanto protagonista della più grande aspirazione popolare, quella all'immortalità, prese in tutto il paese, il posto che era stato occupato da Amon.

Eppure l'identificazione tra il dio-ariete di Tebe e la causa nazionale della terra del Nilo rimase a lungo impressa nella coscienza dei suoi abitanti.
 
Quando Alessandro Magno scese n Egitto a liberare l'antico paese dei faraoni dal dominio persiano, si recò nella lontana oasi di Siwa, nelle terre a occidente del Delta: qui i sacerdoti riconobbero il ''nuovo faraone'' come un essere divino, figlio di Amon.
 
Le corna ritorte da ariete che, nei ritratti del conquistatore, affiorano sulle tempie, tra i riccioli della capigliatura, ricordano per sempre questa antica e arcana affiliazione, mistica e molto politica al tempo stesso.
 
 

Il Film "Lucy". La figura di Lucifero per i Player e le Fasi dell'Evoluzione spirituale alchemica

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Come sapete personalmente non riesco a dare esclusivamente valenza negativa al significato della conoscenza intrinseca e implicitata nel termine "Lucifero". Se Lucifero è conoscenza il giudizio sulla sua figura dipende da come questa conoscenza verrà usata.

Tutti aneliamo alla "conoscenza"... senza di essa resterebbe solo la fede e quindi l'asservimento all'intermediario di turno.
 
Attraverso la conoscenza noi ci emancipiamo. Poi questa conoscenza può essere usata dagli emancipati (gnostici?) per due scopi principali.

Possono essere scopi didattici (il mio Player B) per spingere altre persone a uscire dalla platonica caverna ed emanciparsi a loro volta.

Oppure possono essere scopi di dominio e controllo (il mio Player C) evitando che altri si emancipino e garantire il potere elitario di CHI SA nei confronti di CHI NON SA.
 
Oppure ancora possono essere scopi di tutela (il mio Player A) poichè l'Umanità non viene ritenuta pronta per potere conoscere.

Per questo apparentemente sia il lato positivo sia il lato negativo dell'esoterismo-alchemico sembrano rifarsi al culto luciferino... In effetti è davvero così, ma con logiche e finalità scopi completamente diverse.
 
Nel film Lucy troviamo ben rappresentate tutte queste logiche, che poi equivalgono alle fasi alchemiche della nigredo, rubedo, albedo, rappresentate anche nel videoclip di Gaga "Bad Romance", fasi necessarie per giungere appunto alla trascendenza, la stessa di Cristo sul monte Tabor...
 
"Lucy": è un film sulla filosofia di Lucifero, per capire la verità su tutto ciò, dobbiamo prima sapere che cosa sono, o pensano di essere i suoi promotori. Questo non significa necessariamente dimostrare quello che è in realtà e/o quello che per loro significhi. Ci sono così tante indicazioni per dimostrare ciò che i credenti di Lucifero promuovono, come il luciferismo, che di fatto NON E' il satanismo.
 
Cercheremo di farlo qui con questa esposizione.
 
 
Leggete qui sotto per comprendere quello che sto cercando di trasmettere.

"Lucy": un film sulla filosofia di Lucifero
 
Lucy di Luc Besson è un film su una donna con un potenziale celebrale del 100% invece (da come ci viene riferito) del 10% utilizzato dagli umani. Mentre molti spettatori sono stati confusi dallo strano mix del film di pseudo-scienza e scene d'azione, il nucleo del film si trova in tutto un altro contesto: è la filosofia luciferina delle élite occulte e il suo pendente futuristico, il trans-umanesimo.
 
Lucy è un film di fantascienza che combina profonde questioni esistenziali con un mucchio di scene d'azione che coinvolgono gangster asiatici. Anche se questa dicotomia non è stata ben accolta dalla critica, dietro tutto c'è un esoterico messaggio nascosto, Lucy è davvero più di un film in cui Scarlett Johanson viene rappresentata come una donna cazzuta -. Si tratta di un racconto allegorico che celebra la filosofia della élite: il culto di Lucifero.
 
 
Il fatto che il personaggio principale si chiami Lucy, è l'accenno del primo indizio che va verso la base filosofica del film. Sia il nome Lucy che Lucifero derivano dal latino "lux", che significa "luce". Lucifero in latino significa "portatore di luce", ed è considerato dai Luciferiani colui che ha portato la conoscenza della luce divina all'uomo dopo essere stato scacciato da Dio dal cielo. Nei circoli Luciferiani, Lucifero è percepito come un "salvatore" che ha dato all'uomo le conoscenze necessarie per ascendere alla divinità. Nel film, Lucy è una versione umana di Lucifero, con una maggiore espansione celebrale del cervello che le permette di acquisire le conoscenze necessarie per diventare un dio.
 
Andando oltre gli antichi racconti biblici, il film viene anche etichettato come "trans-umanista", che è una struttura moderna, futuristica un sottoprodotto del pensiero luciferino. Il trans-umanesimo è la capacità dell'uomo nel raggiungere un livello di sviluppo attraverso la tecnologia e la robotica artificiale. Per comprendere appieno Lucy, avremo bisogno di approfondire questi due concetti:
 
Il culto di Lucifero e il trans-umanesimo.
 
"Nel Culto di Lucifero", la stessa parola Lucifero, nella teologia giudaico-cristiana viene usata raramente perché la parola "Lucifero" viene associata a Satana. E' tuttavia, la schiacciante filosofia che regna nelle alte sfere della società - quello che noi chiamiamo l'élite occulta. Interpretata in varie forme, il culto di Lucifero può essere associato a correnti filosofiche come l'umanesimo, lo gnosticismo e Kabbalismo che sono la forza trainante delle società segrete, come i Rosacroce, i massoni, e molti altri.
 
Il Culto di Lucifero è quello di raggiungere la divinità attraverso mezzi umani. Questa filosofia è simbolicamente rappresentata con due mitiche figure che portano caratteristiche simili: Prometheus e Lucifero. Entrambi sono considerati in alcuni ambienti come benefattori dell'umanità, hanno portato la luce e il fuoco (la rappresentazione della conoscenza divina) portando gli esseri umani a lottare tra loro. Hanno dato al genere umano attraverso i propri mezzi la possibilità di diventare dèi loro stessi.
 
I Luciferiani interpretano i racconti biblici da un unico punto di vista. Nella Genesi, i Luciferiani considerano il serpente che ha dato la mela proibita a Eva un eroe, come colui che ha portato la conoscenza del bene e del male e tutto il resto all'umanità. La storia della torre di Babele, è vista con favore dai Luciferiani come una costruzione umana destinata a raggiungere Dio in cielo in quanto rappresenta la lotta dell'umanità per raggiungere la divinità; la costruzione di questa immensa torre è stata però fermata da Dio che è percepito come un geloso demiurgo che ha intrappolato l'uomo nel mondo fisico.
 
Nel 20° secolo, una versione di questa filosofia fai-da -te è apparsa come il trans-umanesimo, un movimento che cerca l'uso della scienza e della robotica per spingere l'umanità verso un altro stadio di sviluppo. L'obiettivo finale del trans-umanesimo è la totale fusione di esseri umani e robot. Mentre la maggior parte delle persone che sono d'accordo con il trans-umanesimo, probabilmente (del culto di Lucifero) non ne è a conoscenza, uno dei suoi "padri fondatori", vede chiaramente la connessione.

L'inglese filosofo Max More è stato il primo ad articolare i principi del trans-umanesimo come filosofia futurista e, nel 1990 ha iniziato a promuoverla (intelligentemente) in tutto il mondo. Uno dei suoi saggi, dal titolo "Elogio al Diavolo" va in profondità nel territorio teologico connettendosi al trans-umanesimo con il culto di Lucifero.
 
Il Diavolo-Lucifero-è una forza del bene (dove la definizione 'bene'è semplicemente quello che io apprezzo, non volendo implicare alcuna validità universale o necessità di orientamento). Portatore di luce significa Lucifero e questo dovrebbe, per noi, cominciare ad essere un indizio  per la sua importanza simbolica. La storia ci dice che Dio ha cacciato Lucifero dal Paradiso perché aveva cominciato a mettere in discussione la sua parola, la parola di Dio, diffondendo così dissensi tra gli angeli.
 
Dobbiamo ricordare che questa storia è raccontata dal punto di vista di un Dio buono (se posso coniare un termine) e non da quelle dei Luciferiani (userò questo termine per distinguerci dai satanisti ufficiali con i quali ci sono fondamentali differenze). La verità potrebbe benissimo essere che Lucifero se ne sia andato spontaneamente dal cielo.
 
Secondo More, Lucifero probabilmente si è spontaneamente esiliato per l'indignazione morale verso l'opprimente demiurgo Geova. Egli descrive quindi la base del pensiero di Lucifero:
Dio, senza dubbio voleva tenere Lucifero sadicamente sottomesso al suo volere per poterlo punire per aver messo in discussione la sua parola (la parola di Dio). Probabilmente quello che realmente successe a Lucifero è l'odio verso il regno di Dio, il suo sadismo, la sua domanda di conformità pedissequa obbedienza e, la sua rabbia psicotica per qualsiasi visualizzazione di pensiero e di comportamento indipendente.

 
Lucifero si rese conto che non avrebbe mai potuto avere un suo pensiero completamente indipendente per poter agire in forma autonoma fintanto che era sotto il controllo di Dio. Quindi ha lasciato il cielo, quel terribile spirituale-Stato governato dal cosmico sadico Geova, ed è stato accompagnato da alcuni degli angeli che avevano avuto il coraggio di mettere in discussione l'autorità di Dio e del suo prospettivo valore.

Che cosa significa tutto questo e che cosa ha a che fare con Lucy? Beh, Lucy è sopra tutto questo. Si tratta dell'umanità e del suo raggiungimento alla divinità attraverso la conoscenza, su come utilizzare la scienza e la tecnologia per rompere le "barriere biologiche".
 
Anche se tutto questo può sembrare positivo, c'è tutto un preoccupante lato oscuro: solo pochi eletti possono essere "illuminati" dalla luce di Lucifero. Il resto dell'umanità viene percepita come insignificanti vite senza valore. Per questo motivo, Lucy uccide spietatamente un gruppo di persone, tra cui molti innocenti. Questo è veramente ciò che è il pensiero luciferino.
 
Lucy è un'idiota come tanti ai giorni nostri
 
All'inizio del film, Lucy è una giovane donna che non è chiaramente un genio. Lei è manipolata da una persona malavitosa che sta tentando di portare una valigia a una persona all'interno di un hotel. E' coinvolta con la mafia asiatica in un affare delle Nazioni Unite, è confusa e in preda al panico per tutto il tempo.
 
Le prime scene del film si alternano con filmati di un leopardo che caccia una preda. Questo è un modo piuttosto pesante per dirci come si comportano normali esseri umani non-illuminati, si comportano come animali nella giungla.

Mentre viene malmenata dai mafiosi, Lucy indossa un giubbotto di pelle di leopardo, che sta a significare che Lucy è un normale e animalesco umano che deve ancora raggiungere un alto grado di evoluzione.
 
 
Alla fine i mafiosi trasformano Lucy in un corriere della droga. Inseriscono nel suo corpo un pacchetto di CPH4, una droga sintetica che sta per invadere il mercato europeo. Dopo aver ricevuto un calcio nello stomaco dopo una colluttazione, il pacchetto di droga che si trova all'interno del corpo Lucy, si rompe, facendo assorbire al suo corpo il contenuto dell'intero pacchetto. Questo fa sì che il suo cervello (assorbendo la droga) diventa più potente.
 
 
A un certo punto, il medico dice a Lucy:
"Ho sentito che hanno cercato di fare una versione sintetica di questo. Le donne incinte che assumono in piccola quantità una dose di CPH4 nella sesta settimana di gravidanza, potrebbe significare per il futuro nascituro che lo assimila al suo interno, la potenza di una bomba atomica. È ciò che dà al feto l'energia necessaria per formare le ossa del corpo."

 
Nel contesto filosofico del film, il fatto che il farmaco sia sintetico (il che significa che è stato creato dagli esseri umani), è importante in quanto si lega con la filosofia trans-umanista dell'evoluzione umana attraverso la scienza e la tecnologia.
 
C'è forse qualche verità scientifica a premessa di Luc Besson? Ecco una parte di un colloquio fatto con Besson sulla discussione della scienza che c'è dietro Lucy.
 
Alcune persone si lamentano del fatto che dietro al tuo film non ci sia la scienza nel pensare che gli esseri umani usano solo il 10 per cento del loro cervello. Qual è la tua risposta?

Non è del tutto vero. Pensano che io non lo sappia? Ho lavorato su questa cosa per nove anni e pensano che io non sia al corrente della verità? E/o che io creda che non è vero? Naturalmente so che non è vero! Ma, si sa, ci sono un sacco di fatti nel film che sono totalmente forvianti. Il CPH4, anche se non è il vero nome - perché lo voglio nascondere per ovvi motivi - questa molecola esiste e viene usata in alcune donne che ne fanno uso a sei settimane di gravidanza.
 
Mentre i fatti scientifici alla base del film sono nebulosi, il significato simbolico di tutto non è che Lucy sia in procinto di trasformarsi in un supereroe transumano, il professor Norman (interpretato da Morgan Freeman) dà una presentazione sul potere inutilizzato del cervello umano. Il suo discorso si trasforma rapidamente in una pubblicità per il trans-umanesimo.

Il professor Norman spiega che l'unico scopo delle cellule è quello di passare attraverso il tempo e, l'unico modo per raggiungere questo obiettivo sia quello di diventare immortale nel riprodursi. Lucy non si riproduce.
 
 
Inoltre, il Dr. Norman spiega che l'unico scopo delle cellule semplici è quello di rendere le conoscenze che hanno acquisito passando attraverso il tempo. Gli unici modi per realizzare questo è quello di diventare immortali riproducendosi ma ... Lucy non si riproduce.

Il professor Norman poi dice qualcosa che arriva direttamente da un opuscolo per trans-umanesimo:
 
"Sta a noi nello spingere regole e leggi per passare dall'evoluzione alla rivoluzione".
 
In altre parole, gli esseri umani hanno bisogno di raggiungere uno stadio più alto attraverso il progresso tecnologico/scientifico e, non attraverso l'evoluzione naturale.

Questo è esattamente ciò che accade a Lucy. Insieme con l'acquisizione di una grande quantità di conoscenze, Lucy sviluppa una percezione extra-sensoriale (ESP), oltre ad essere in grado di controllare la materia, può controllare anche le persone. Ma, in tutto questo c'è qualcosa di sbagliato: non appena l'intelligenza di Lucy si espande diventando più intelligente, inizia a sparare e a uccidere le persone. Perché?
 
La Luciferina Lucy: un rappresentante della élite occulta?
 
Qualcuno ha detto: «Non si tratta di quanta conoscenza potete avere, si tratta di ciò che di questa conoscenza fate". Cosa ha fatto Lucy quando è diventata la persona più intelligente sulla Terra? Ha curato il cancro? Ha trovato una soluzione alla fame nel mondo? Ha inventato un sistema economico che sia equo e redditizio per tutti i paesi della Terra? Niente di tutto questo. Afferrò un fucile e iniziò a sparare  a dei ragazzi asiatici. Peggio ancora, ha continuato a causare dolore e sofferenza a persone innocenti.
 

Appena Lucy esce dalla sua cella, uccide tutti quelli che sono nelle vicinanze. Uccidere spietatamente delle persone è un segno di intelligenza avanzata?

Mentre uccidere coloro che sono coinvolti con la sua cattura è in qualche modo comprensibile (anche se probabilmente non aveva bisogno di uccidere tutti), ma lo spargimento di sangue non si ferma qui.
 
Quando lei esce sulla strada, spara ad una gamba un  tassista perché non ha  immediatamente dato credito ad una sua richiesta. Più avanti nel film, Lucy guida come una pazza e provoca un tamponamento a catena di dieci auto.

Quante persone sono morte e si sono infortunate nelle macerie causate da Lucy? A Lucy non importa. Il dolore provocato da Lucy è anche psicologico. Quando un medico (entrando nel suo cervello) chiede a Lucy di dimostrare i suoi poteri, lei ricorda dettagliatamente e specificatamente la morte di sua figlia. Avrebbe potuto raccontato il colore della sua auto, ma ha ricordato solo il ricordo più doloroso che si possa immaginare, perché lo ha fatto?
 
 
La trasformazione di Lucy che prende la direzione per essere una "brava persona" non è specificatamente la sua parte, la sua metamorfosi indotta manca completamente dei valori morali, la compassione e considerazione per gli altri esseri umani. A quanto pare, è un essere estremamente intelligente che si trasforma in un robot transumano del male. (Player C)
 
Lucy si dice:
"Non sento dolore, paura, desiderio. E' come se tutte le cose che ci rendono umani stiano scomparendo. E' come sentire dentro di me la parte meno umana, tutta questa conoscenza di tutte le cose, la fisica quantistica, matematica applicata, l'infinita capacità del nucleo di una cellula. Tutta questa conoscenza sta esplodendo dentro il mio cervello."

 
Se si esamina l'evoluzione di Lucy, ci si accorge che si trasforma esattamente in ciò che l'élite occulta rappresenta. Lei usa i suoi poteri per controllare le persone e per avanzare le sue finalità, nonostante la sofferenza umana che sta causando. Si è trasformata in qualcosa che di umano non ha nulla e, tutto ad un tratto, i normali esseri umani vengono trattati da Lucy come idioti esseri inferiori, manipolabili ed espandibili.
 
Durante la trasformazione di Lucy, vediamo nei primi piani del suo occhio, che continua a cambiare forma, a volte gli occhi non sono umani ma rettili, sottolineando il fatto che lei non è più umana.
 
 
Lucy ha anche un "inutile" disturbo sessuale (uno dei punti deboli dell'animale umano) per ottenere ciò che vuole.. Inoltre, come l'élite occulta, spende un sacco di tempo per controllare e monitorare i dispositivi elettronici della gente.
 
Non diversamente dalla NSA, una creazione della élite per controllare completamente il flusso di informazioni in tutto il mondo, Lucy può prendere facilmente il controllo dei dispositivi elettronici.
 
Letteralmente, possiamo visualizzare e consultare i dati emessi dai reperti mobili verso il satellite, come è in uso dalla NSA.
 

Naturalmente, l'élite, che appare in televisione può sentire quello che dici nel tuo salotto. Abbastanza interessante è la televisione del dottor Norman che ha nella sua camera d'albergo, è un prodotto della Samsung - un marchio che è stato recentemente scoperto e che ascolta le conversazioni anche quando è spento e le invia a un "terzo" (che può facilmente essere la NSA). Questa è una notizia rivelata recentemente che i televisori Smart della Samsung possono ascoltare le conversazioni (anche quando sono spenti) e inviare le informazioni raccolte a un "terzo" (che può facilmente essere la NSA).

Come l'elite occulta, Lucy non è coinvolta in una illuminata pura e nobile missione. C'è un lato oscuro nelle sue azioni, e, a quanto pare, dato che è l'eroe del film, è del tutto buono. (Player C)

Lucy ascende a Divinità, emancipandosi dal controllo dell'elite
 
Verso la fine del film, Lucy non è più un essere umano ma un essere divino che sacrifica la sua vita terrena per diventare niente di meno che un dio (non uso il termine dea perché gli dei non sono né maschio né femmina). L'incontro di Lucy con il Dr. Norman presso La Sorbona si trasforma in uno strano, fai-da te, il rituale occulto è dove trascende lo spazio e il tempo per raggiungere la divinità. Durante tutto il rito, gli umili idioti esseri umani si uccidono a vicenda con una raffica di colpi di pistola.
 
L'obiettivo finale della trascendenza di Lucy è quello di trasmettere il sapere che ha ottenuto, che poi è lo stesso modo di due semplici celle che passano le loro conoscenze attraverso il tempo. Tuttavia, secondo il dottor Norman, questa conoscenza potrebbe essere troppo potente per l'umanità, secondo le logiche che in Progetto Atlanticus sono proprie del Player A.
"Io credo (e ne sono sicuro) che il genere umano non sia pronto per assimilare tutto questo sapere di Lucy. Data la natura dell'uomo che è così guidata dal potere e il profitto, potrebbe portarci solo all'instabilità e al caos (...). Spero solo che saremo degni del sacrificio".

 
Questo è il pensiero "occulto" dietro le società segrete che nascondono la loro conoscenza ai non iniziati dietro diversi strati di simbolismi (occulto, letteralmente significa "nascosto"). Le masse profane sono considerate troppo indegne e primitive per affrontare la potente conoscenza. In breve, i Luciferiani sono estremamente elitari. (Player A)
 
La trasformazione di Lucy, emette una grande esplosione di luce. Come detto sopra, Lucifero significa "portatore di luce" e, con la sua valorizzazione chimica, Lucy porta luce letterale e figurata, luce in forma di conoscenza (Player B).
 

Lei si trasforma gradualmente in una grande massa nera di CGI scadente qualcosa che non si riesce a definire e lo utilizza per creare un super-mega-computer per memorizzare la sua conoscenza. Lucy si trova nel mezzo a un rituale pentagramma per dare al processo un sottotono occulto.
 
Prima di completare la sua trasformazione, Lucy usa i suoi poteri per viaggiare attraverso lo spazio e il tempo per visitare i vari punti di riferimento in tutto il mondo. Finisce faccia a faccia con la Lucy antropomorfa, "primo uomo sulla Terra".

Lucy è il nome dato ai resti ritrovati nel 1974 in Etiopia di una nuova specie mai vista prima. Una Nuova specie chiamata Australopithecus afarensis, è considerata dagli scienziati come un "anello mancante" tra animali ed esseri umani.
 
In un gesto simbolico, Lucy punta il dito verso l'altro Lucy
 
 
In questo viaggio a ritroso nel tempo, Lucy ci mostra la versione luciferina della Genesi. Lucifero dà la "scintilla divina" a Lucy, che in ultima analisi, separa gli esseri umani dagli animali, facendo una selezione tra il meno peggio.
 
Lucy va indietro di qualche milione di anni nel passato per incontrare la Lucy metà-scimmia. Quindi stiamo qui assistendo ad una versione luciferina della Genesi, in cui Lucifero dà la "scintilla divina" a Lucy mezza scimmia che alla fine separerà gli esseri umani dagli animali.

La scena è, ovviamente, un riferimento pesante all'affresco di Michelangelo, dove Dio crea Adamo. Il dipinto è anche brevemente illustrato in precedenza nel film quando il dottor Norman parla di realizzazioni incredibili fatte dall'umanità nonostante l'utilizzo del solo il 10% della sua potenza celebrale.

Mentre questo affresco raffigura Dio che dà vita ad Adamo, il primo uomo sulla Terra, la scena con le due Lucy offre un "altra-intelligente" versione luciferina della creazione.

Ma gli esseri umani di oggi sono ancora bloccati al 10% della potenza del cervello e si comportano come idioti, mentre Lucy trascende lo spazio e il tempo, un sacco di persone muoiono a pochi metri da lei.

Questa non è semplicemente una "nuova scena d'azione". Si tratta del modo di comunicare le credenze della élite luciferina: "Gli esseri umani non sono luminosi sono solo idioti e meritano di morire" (Player A)

Nel film, durante l'incendio incessante tra poliziotti e mafiosi, una statua di Robert de Sorbon - il fondatore dell'Università viene distrutta - rappresenta simbolicamente gli esseri umani ignoranti che distruggono la conoscenza.
 
Dopo il rituale della trasformazione di Lucy in un dio immortale, lei dà al dottor Norman una chiavetta USB contenente tutta la sua corposa conoscenza.

Quando un poliziotto irrompe nella stanza e chiede dove è Lucy, viene visualizzato un testo contenente un messaggio che riassume l'intero film.
 

Lucy è diventata un essere onnisciente che trascende il tempo e lo spazio che è ovunque in qualsiasi momento. Come un vero luciferino, che ha raggiunto lo stato di dio attraverso la conoscenza. Il poliziotto in ammirazione cerca quindi verso il cielo, così come di solito fanno le persone quando guardano verso il cielo, quando si pensa a Dio.

Il film si conclude con un'altra scena simbolica: Il corpo senza vita di un mafioso visto dall'alto, come se fosse Lucy che si affaccia sul sacrificio di sangue che è stato necessario per completare il rituale occulto.

Il film finisce con la morte, il destino dei non iniziati. Sopra di lui aleggia l'immortale Lucy.
 
Insomma, Lucy fu strapazzato dalla critica per essere un film assurdo - ma la "sensazionalità" non era il punto di questo film. Si tratta di un trattato della filosofia di Lucifero, e può essere completamente "apprezzato" solo da coloro che comprendono questa filosofia. Per coloro che non lo apprezzano, beh, ci sono un sacco di scene d'azione tutte condite e truculenti per farli divertire. Nel frattempo, alcuni, assorbono il significato occulto del film senza nemmeno rendersi conto di quello che sta accadendo. Queste scene d'azione sono state destinate ad essere in netto contrasto con la ricerca della conoscenza di Lucy perché i Luciferiani percepiscono un netto contrasto tra loro e le masse. Mentre Lucy è occupata a raggiungere l'immortalità trasformandosi in un dio, un gruppo di ragazzi incapaci si uccidono l'un l'altro senza una buona ragione. E nessuno si preoccupa. Perché le loro vite sono considerate inutili.
 
Pertanto, al di là della premessa assurda di Lucy, c'è un messaggio molto "sensoriale", potente come inquietante: Ci sono due classi di esseri umani sulla Terra e il trans-umanesimo amplierà il divario tra loro. La maggior parte dei progetti di trans-umanesimo sono stati descritti dagli osservatori come "giocare a fare Dio". Ma questo non è semplicemente un'espressione: E' circa esattamente ciò che sono i Luciferiani.
 

Le Persone e il Pianeta prima dei Profitti

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Sostenibilità ambientale e sociale dell’accordo, ma anche denuncia ricorrente di scarsa trasparenza nei negoziati in corso: non piace ad ampi settori della società civile il Trattato di libero scambio che l’Unione europea e gli Stati Uniti stanno negoziando e il prossimo 18 aprile cittadini e movimenti scenderanno in piazza in oltre trecento città in tutto il mondo, e decine in Italia, per chiedere di fermare i trattati di libero scambio.
 
Lo slogan è: “Le persone e il pianeta prima dei profitti”.
 
ttip

Il principale trattato sotto l’occhio dei riflettori è appunto il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), che gli Stati Uniti stanno discutendo “in sostanziale segreto con l’Unione Europea”, denuncia la campagna Stop TTIP, che spiega: “L’accordo prevede l’abbattimento di tutte le barriere non tariffarie al commercio, ossia normative e regolamenti a protezione di beni comuni e servizi pubblici, che le grandi compagnie multinazionali che spingono per la chiusura dell’accordo ambiscono a monetizzare. In cambio di un abbassamento degli standard qualitativi, nonostante le promesse dei promotori, gli studi più ottimistici prevedono nel caso improbabile in cui tutte le condizioni fossero soddisfatte un aumento del PIL europeo appena dello 0.5%, a partire dal 2027.
 
Quelli meno ottimistici, una perdita di posti di lavoro in UE di minimo 600 mila unità”.

Il sistema economico che si avrebbe da un trattato di questo genere viene considerato rischioso per la sostenibilità ambientale e sociale, tanto più in Italia dove sarebbero a rischio – dicono i promotori della campagna – agricoltura, settore industriale e servizi pubblici. Le oltre 200 organizzazioni nazionali che hanno aderito alla Campagna Stop TTIP Italia parteciperanno alla giornata di azione globale di sabato 18 aprile con circa 30 iniziative in tutto il Paese. Vi saranno manifestazioni e flash mob nelle grandi città – da Roma a Milano, da Torino a Napoli, fino a Firenze – e in molti centri minori.

Un ampio movimento sta chiedendo da tempo alla Commissione europea maggiore trasparenza nelle trattative del TTIP. E denuncia a più riprese – oggi stesso è convocato l’usuale TTIPtuesday, la giornata del martedì in cui si inviano tweet ai parlamentari europei con l’invito a fermare il trattato – il rischio di un abbattimento dei regolamenti, e degli standard di sicurezza, che porterebbero a una diminuzione dei livelli di salute dell’ecosistema, dell’assistenza sanitaria, dell’accesso all’istruzione e al mondo del lavoro.
 
“Oltre un milione e 700 mila cittadini europei hanno sottoscritto la petizione per chiedere alla Commissione l’immediato arresto delle trattative sul TTIP – dicono dalla campagna – Una raccolta di firme che prosegue intercettando il crescente consenso dell’opinione pubblica sul tema, con l’intento di tagliare il traguardo dei 2 milioni ad ottobre”.
 
L’intenzione di Stati Uniti e Commissione europea è di arrivare a una bozza di accordo entro quest’anno; al Parlamento europeo, nel frattempo, sono stati presentati 898 emendamenti in un progetto di risoluzione per fare il punto sui progressi compiuti nei colloqui con gli Stati Uniti sul TTIP.
 

Il Noce e l'Alchimia

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In un precedente articolo scritto da Guglielmo Menegatti su Tesla è stato introdotta l’informazione che l’albero del Noce e i suoi frutti sono elementi conosciuti e  utilizzati fin da tempi antichissimi in alchimia.

Il Noce e l'alchimia

A seguito di questa pubblicazione l’autore ha ricevuto parecchie richieste di chiarimenti sull’argomento, dato che si tratta di un informazione non facilmente reperibile. Per questo l’autore ha ritenuto necessario aggiungere i seguenti chiarimenti:

“Il noce, i suoi frutti e i suoi fiori appartengono ad un livello di conoscenza alchemica molto elevato”.

L’uso e l’utilità del Noce in applicazioni alchemiche, farmacologiche, fisiche o chimiche non è ricavabile tramite nessun testo ma è deducibile esclusivamente attraverso lo studio della simbologia primordiale dalla quale è poi scaturito e si è formato nel tempo quel linguaggio di parole e disegni che è a noi amanti dell’alchimia è famigliare.

Inizieremo ora con l’identificazione del simbolo di base che ha origini antichissime ed è diffuso in tutte le culture del mondo. Questo simbolo basilare in realtà non ha nessun nome specifico per cui lo chiameremo semplicemente: “Fiore alchemico”.

 fiorebase

fiorebaseIl Fiore nel suo insieme rappresenta tutte le conoscenze fondamentali ed è ripartibile in due unità, la parte superiore (a destra nell’immagine) riguarda le conoscenze del potere che servono per gestire il mondo, fra le quali appunto l’alchimia, la fisica e tutte le scienze in generale mentre la parte inferiore (cerchio) riguarda le conoscenze che servono per gestire e conoscere il nostro corpo e il nostro ego; in questa appendice non si parlerà della parte inferiore del simbolo e nemmeno di altri elementi che ne fanno parte e che descrivono l’origine della nostra razza.

L’immagine riportata fa parte della cultura Pazyryc. Il Fiore come simbolo racchiude principalmente la somma grafica del fiore maschile e quello femminile dell’albero della Noce. Nell’immagine che segue è possibile vedere le parti assemblate (a sinistra) e quelle originali.

Il Noce e l'alchimia

L’assemblaggio dei due fiori non è stato ricavato dalla deduzione logica basata sulle simmetrie grafiche ma è un preciso riscontro che deriva dallo studio dei simboli preistorici nella loro evoluzione geografica e temporale. Qui sotto due esempi della sua trasformazione:

noceevoluzione

Altri esempi della sua variazione: en.wikipedia.org. Frequentemente il simbolo del fiore maschile dell’albero della noce è erroneamente confuso con la pigna dei Pini però se si osservano alcuni particolari è facile ricredersi. La pigna dei pini ha una forma irregolare, non romboidale e inoltre non presenta al suo apice una punta che invece è classica del del fiore maschile del Noce. Errore classico ad esempio è quello dell’enorme statua in Vaticano che gli studiosi interpretano come pigna del pino. 

Nell’immagine qui sotto: a sinistra la pigna Vaticana, in centro il fiore maschile del Noce e a destra la pigna classica esagonale dei pini:

confrontopigne

L’interpretazione è anche confutata facilmente dal fatto che il Pino non è un albero diffuso in tutto il mondo e inoltre moltissimi altri reperti archeologici mostrano i vari stadi dello sviluppo in lunghezza del fiore del Noce che non può quindi assolutamente essere confuso con altre specie di piante. Qui sotto immagini provenienti da tutto il mondo e da culture diverse dove risulta ben evidente che non si tratta di Pini.

noce1

E ancora se può servire come comparazione in questa immagine sono in mostra i vari stadi di sviluppo del fiore maschile del Noce.

nocesviluppo

Il frutto maschile del Noce sembra possedere la proprietà di migliorare le qualità intellettive infatti lo ritroviamo quasi sempre con elementi che sono in relazione con la testa come corone, drappi ecc. e nella religione buddhista è posato sulla sommità del capo.

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Molto interessante è la storia mitologica di Dionisio (Dio dei pini) che erroneamente è identificato come dio del vino, in realtà Dionisio beve qualche cosa ma è più facile che si disseti con un infuso della Noce piuttosto che della vite. Le più antiche rappresentazioni di questo Dio mostrano con grande evidenza che non si tratta di Uva ma di qualche cosa che ora finalmente noi conosciamo. 

Nell’immagine qui sotto è possibile comparare le gemme dei fiori maschili del Noce con i frutti (che non sono assolutamente Uva) della corona che cinge la fronte di Dionisio.

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In questa scultura il Dio porta sulla sommità del capo una fiamma stilizzata e in mano ha un bastone che sulla cima ha un fiore di Noce maschile. Questo speciale bastone che è classicamente appartenente a Dionisio è noto con il nome di Tirso.

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Nel bassorilievo riportato qui sotto forse è contenuta la vera storia di Dionisio il quale essendo invecchiato offre del vino per ottenere in cambio qualche cosa per ritornare giovane e che si trova nella mano sinistra della donna.

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All’incirca la stessa scena ripresa dal codice “Guta-Sintram” dove si vede Gesù che chiede qualche cosa alla madre che però con fare serio non sembra facilmente disposta a concedere.

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Nei papiri e dipinti murali Egiziani e nella cultura della Mesopotamia ci sono moltissimi riferimenti all’albero della noce ma sono riconoscibili tenendo conto dell’aspetto caratteristico delle foglie di questo albero. Le foglie del noce infatti hanno sempre un numero dispari che produce i numeri cinque, sette o nove.

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Gli Egiziani e i Sumeri nei loro documenti per indicare il Noce mostrano frequentemente le foglie, gli Egiziani usano anche il simbolo della “vita” detto “croce d’Iside” mentre i Sumeri usano un simbolo che è simile al nostro “Fiore Alchemico”. Ad esempio ecco un’immagine Egiziana descrittiva della trasformazione delle noci in una bibita. L’identificativo che si tratta di un albero di Noce è determinato dal disegno dei due uccelli posti sul basamento che insieme all’albero creano il simbolo della vita. Si noti anche che la trasformazione crea tre tipi di bevanda, una per uso dei nobili, una per gli animali e l’altra per il popolo, per comprendere questa ripartizione produttiva si segua il flusso del liquido che sgorga dal vaso della raccoglitrice di frutti che è arrampicata sull’albero.

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Nella tradizione della Mesopotamia così come in Egitto ci sono moltissimi esempi dell’uso di una bibita a base di noci. Nell’immagine qui sotto di origine Sumera si vede un malato che accompagnato dal medico va dall’esperto per acquistare la medicina. L’identificazione dell’origine risulta facile per il simbolo che è posto sopra il vaso che è tenuto con la mano destra dal farmacista.

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Qui sotto un’altra scena dove sono in evidenza le foglie.

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La bevanda pare essere anche un afrodisiaco, almeno da quanto si evince da uno specchio Etrusco che riportiamo qui sotto riprodotto in grafica.

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Il Noce è associato molto frequentemente ad un uccello non identificato ma definito in alcune culture “Fenice”, La Fenice è immortale e rinascere dalle proprie ceneri. L’immagine qui sotto è tratta dal testo indiano “Panchatantra“ del terzo secolo AC.

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Un’altra immagine dalla chiesa di San Marco a Venezia.

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Ancora dal Guta-Sintram codex del 1154

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Per la trasformazione invece delle uova in oro riportiamo qui sotto l’immagine che è stata l’origine del nostro documento, si tratta di un murale dell’antico Egitto nella Mastaba di Ptah-hotep di Saqqara (circa 2400 AC). Nella scena si vede un individuo che tiene fermo un uccello mentre gli introduce un tubo nel ventre. Il tubo è connesso ad una specie di Forno dal quale escono vapori o cenere della combustione o bollitura dei frutti maschili del Noce. Sullo sfondo in alto a sinistra una piramide fatta con le probabili uova (d’oro).

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Qualcuno ha anche richiesto di formulare una ricetta dell’immortalità, ovviamente non è nei nostri intenti ma allo scopo di rispondere in maniera più esauriente possibile ad ogni dubbio consigliamo di fare le seguenti cose: Sostituire la colazione con un bicchiere di estratto di foglie di olivo addolcito al miele e tre noci (30 grammi senza guscio). Ovviamente è opportuno consigliarsi prima con il proprio medico o con l’erborista.

Ci sarebbero molte altre cose da dire sul noce ma crediamo di aver risposto a sufficienza relativamente a quanto ci è stato richiesto dai nostri amici lettori tramite email, vogliamo però aggiungere ancora un’informazione che potrà essere utile agli sperimentatori e agli amanti dell’Alchimia. Il fiore maschile e probabilmente i frutti del Noce devono essere raccolti in un periodo esatto della loro maturazione e solo in questo modo essi potranno essere usati per gli scopi che sono previsti. Come prova rammentiamo che per tradizione le streghe e coloro che fabbricano il liquore Nocino raccolgono solo ed esclusivamente durante la notte di San Giovanni, secondo noi però non si tratta di rispettare una data ma di scegliere con cura l’adatto stato di maturazione.

Lucifero e il Primo Bugiardo

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Quante volte, nel corso delle nostre ricerche, ci siamo interrogati sulla dicotomia tra FEDE e CONOSCENZA, la quale vedremo si traduce in una dicotomia ancora più filosofica tra OBBEDIENZA e RIBELLIONE.

Ed è forse proprio da questa dicotomia che nasce la figura del ribelle per definizione: l’angelo Lucifero.

Nella tradizione popolare con questo termine generalmente s’intende un ipotetico essere incorporeo e luminoso di natura eminentemente maligna, anzi viene addirittura spesso indicato come il capo dei demoni, il signore degli inferi in cui giacciono i dannati, ed è in questa accezione che in parte del giudaismo e del cristianesimo viene assimilato alla figura di Satana.


Questa sostanziale identificazione deriverebbe da tradizioni giudaico-cristiane che forniscono un’interpretazione particolare di un passo di Isaia che tra breve vedremo. Nella fattispecie, il nome Lucifero sarebbe quello che l’entità possedeva prima della sua cacciata dal cielo da parte di “Dio”: l’angelo “portatore di luce” sarebbe cioè divenuto il Satana, cioè “l’avversario” per eccellenza.

I principali fautori di questa interpretazione sono stati Girolamo, Tertulliano, Origene, San Gregorio Magno, San Cipriano di Cartagine, San Bernardo di Chiaravalle, Agostino di Canterbury i quali sostanzialmente concordano nell’affermare l’originario stato angelico di Lucifero/Satana e dei suoi angeli/demoni: una condizione paradisiaca da cui sarebbero decaduti a causa della superbia e della ribellione.

Possiamo dire in sostanza che questi Padri stabilirono l’identità fra il Lucifero di Isaia e il Satana di Giobbe e dei Vangeli, operando una saldatura che è entrata a far parte della tradizione religiosa e popolare in modo quasi granitico.

Il seguente articolo proporrà invece un modello molto diverso: ovvero quello originale, che vede le due figure archetipali di Gesù e Lucifero essere la medesima entità spirituale. 

L’appellativo “Lucifero” racchiude in sé la funzione dell’archetipo spirituale al quale si riferisce. La parola latina “lucifer” deriva da lux (luce) e ferre (portare). Lucifero significa quindi “colui che porta la luce”. Il latino “lucifer” è a sua volta una traduzione precisa della parola greca “phosphoros.” Anche in questo caso, infatti, la parola “phosphoros” ha come significato quella di “portatore di luce”, essendo costituita da phos (luce) e pherein (portare).

Fosforo (o Eosforo) veniva ritratto come un bambino nudo con una torcia stretta in mano, simbologia archetipale che possiamo riscontrare anche nella figura di Prometeo o, più recentemente, in quella della Statua della Libertà. In ogni caso abbiamo la fiamma della ragione – la conoscenza – che illumina l’oblio dell’ignoranza.


Solitamente per “luciferianesimo” viene intesa l’interpretazione gnostica di Lucifero, visto nel dramma metaforico della genesi come colui che risveglia l’uomo alla conoscenza di sè andando contro il volere del Dio che voleva che la sua creatura non scoprisse il suo potenziale divino… 

La differenza tra molti cristiani e i luciferiani è che i primi leggono la genesi alla lettera, mentre i secondi considerano il racconto biblico come una metafora, una metafora in cui vi sono forze, e non entità in carne ed ossa. In quest’ottica esiste Dio in quanto intelligenza latente dell’universo (la Forza), poi esiste un altro Dio malvagio o completamente folle identificato dai gnostici nel Dio dell’Antico Testamento e frutto solo della malata immaginazione dell’uomo. 

Infine Lucifero rappresenta il Logos, la razionalità e la sapienza divina latente nell’uomo, l’anelito dell’uomo a scoprire i misteri dell’universo, ma anche il principio di ribellione verso ogni limitazione dell’essere e della libertà dell’uomo.

La morale gnostica e luciferiana si fonda tutta sul metro della libertà. Per esempio uccidere è sbagliato perchè limita la libertà di continuare a vivere di un altro. Rubare è sbagliato perchè priva un altro della libertà di disporre dei propri averi e così via. 
Vengono condannate invece tutte le imposizioni moralistiche riguardanti i gusti personali: ognuno è libero di pensare, esprimersi, vestire, mangiare e amare come gli pare. 

Un equivalente del mito gnostico di Lucifero è il mito greco di Prometeo, che sfidando il geloso Giove dona all’uomo il fuoco della conoscenza (Luci-Fero porta la luce) e insegna all’uomo a cavarsela da solo, così come nei miti mesopotamici e biblici fanno i Vigilanti e gli Angeli Caduti capitanati da Semyaza aiutando la stirpe cainita nella costituzione della civiltà urbana antidiluviana trasferendo all’umanità tutta una serie di conoscenze implicite nel concetto del frutto proibito edenita. 

Non è un caso se nel mito gnostico a volte Lucifero viene spesso immaginato donna, capelli neri, pallida e occhi verdi, vestita di nero e verde. Questo corrisponde all’impersonificazione della Sophia, ovvero della Sapienza. Il cosiddetto ”angelo verde” che compare nella trilogia gnostica di Matrix nella figura dell’Oracolo (Prometeo significa che vede prima, cioè oracolo) che aiuta l’Eletto e il genere umano a difendersi dal controllo dell’Architetto, metafora del Dio demiurgo dell’Antico Testamento.

Nel luciferianesimo Gesù Cristo non è una figura negativa, ma un eroe, definito il vero Lucifero. Gesù per il luciferianesimo non è il figlio del Dio dell’Antico Testamento, ma è appunto il Figlio dell’Uomo, e pertanto la manifestazione del potenziale evolutivo e divino completo dell’uomo, “figlio” quindi di quel vero “Dio” che è la Forza latente dell’universo, al contrario dell’immaginario comune che lo vede figlio del falso dio demiurgo veterotestamentario.


L'idea di Lucifero come principio positivo nonché il suo accostamento alla figura di Prometeo saranno dei motivi ripresi da una lunghissima tradizione gnostica e filosofica che nella storia ha trovato echi nell'Illuminismo, nella Massoneria, nel Rosacrocianesimo, nel Romanticismo di Byron, di Shelley, di Baudelaire e persino di Blake. 

Tra gli autori italiani è interessante ricordare l'inno a Satana del Carducci e il poema Lucifero di Mario Rapisardi.

Tutta questa enorme cultura, la cui matrice luciferica è rimasta sempre più o meno celata, può essere compendiata nel sopraccitato termine luciferismo (o luciferianesimo) inteso come controparte del satanismo, ove quest'ultimo accetta l'identificazione di Lucifero e Satana e anzi venera proprio l'aspetto tenebroso e demoniaco di Lucifero/Satana, mentre la visione luciferiana usualmente non accetta tale identificazione oppura l'accetta solo per risolvere l'aspetto satanico nell'aspetto luciferino (cioè l'aspetto tenebroso nell'aspetto luminoso). 

Posto che satanismo e luciferismo non si oppongono l'uno all'altro, il culto di Lucifero come entità spirituale oppure più semplicemente come simbolo ideale ha come presupposti teologico-filosofici l'identità fra Dio e Sophia (la Sapienza) e dunque la divinità della luce di conoscenza nell'uomo, nonché infine la benignità essenziale di qualsiasi entità che sia Portatore di luce, cioè portatore di conoscenza. Secondo tale visione dunque Cristo e Lucifero o sono figure complementari oppure sono addirittura la stessa persona in due aspetti e momenti diversi, per cui il Satana che compare nei Vangeli sarebbe stato anche il tentatore di Lucifero all'inizio dei tempi, il che presuppone la non-identità fra Lucifero e Satana.

La dottrina e il catechismo associano l’erronea e la mistificata figura del satanico lucifero al serpente dell’Eden così descritto in Genesi:
<<... Il serpente era il più astuto di tutti gli animali della campagna che il Signore Dio aveva fatto, e disse alla donna: "è vero che Dio ha detto: "Non dovete mangiare di nessun albero del giardino"?  
La donna rispose al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che sta nella parte interna del giardino Dio ha detto: "Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete"... >>

E su questa frase possiamo osservare ciò che avremmo dovuto capire fin dalle prime lezioni di catechismo. 

Ovvero che il primo bugiardo che vediamo nella Bibbia è proprio il dio veterotestamentario che la dottrina vorrebbe essere creatore dell’universo, onnisciente e onnipotente.

Già... bugiardo... poiché in sostanza minacciò di morte Adamo ed Eva qualora si fossero arrischiati a nutrirsi del frutto dell’albero della conoscenza. 


Eppure sappiamo che essi mangiarono di quel frutto e certamente non morirono, svelando quindi la menzogna del dio, del potere, a cui si erano affidati e il quale richiedeva da parte loro una cieca e dogmatica obbedienza.

Inconsistenti sono anche le tesi teologiche in risposta al quesito in questione secondo le quali dio non avrebbe mentito poiché Adamo ed Eva effettivamente diventarono mortali dopo aver mangiato del frutto dell’Albero della Conoscenza. In primo luogo queste giustificazioni risultano inconsistenti in quanto in nessun passo precedente si può evincere la presunta creazione immortale di Adamo ed Eva, in secondo luogo poiché se anche così fosse non avrebbe avuto senso la proibizione di nutrirsi del frutto dell’albero della Vita per ottenere la vita eterna.

Tralasciando il termine plurale che lascia presupporre una pletora di soggetti ‘divini’ che popolavano l’Eden biblico leggiamo infatti sempre in Genesi:
<<... Il Signore Dio disse allora: "Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, conoscendo il bene e il male! Ora facciamo si ch'egli non stenda la sua mano e non prenda anche l'albero della vita così che ne mangi e viva in eterno!". ... >>

Ed è inquietante infine oltre all’idea di questo dio bugiardo quella di un dio che punisce in modo cosi violento un atto sì di disobbedienza e di ribellione, ma contro una autorità, seppur divina, che voleva l’uomo restasse nella condizione di ignoranza, senza poter godere della “conoscenza”, così da potere essere più facilmente manipolabile dalla “Fede”.
<<... Allora il Signore Dio disse al serpente: "Perché hai fatto questo, maledetto sii tu fra tutto il bestiame e tra tutti gli animali della campagna: sul tuo ventre dovrai camminare e polvere dovrai mangiare per tutti i giorni della tua vita. Ed io porrò ostilità tra te e la donna tra la tua stirpe e la sua stirpe: essa ti schiaccerà la testa e tu la assalirai al tallone". 
Alla donna disse: "Moltiplicherò le tue sofferenze e le tue gravidanze, con doglie dovrai partorire figliuoli. Verso tuo marito ti spingerà la tua passione, ma egli vorrà dominare su te". 
E all'uomo disse: "Perché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, per il quale ti avevo ordinato: "Non ne devi mangiare: Maledetto sia il suolo per causa tua. Con affanno ne trarrai il nutrimento, per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi farà spuntare per te, mentre tu dovrai mangiare le erbe dei campi. Con il sudore della tua faccia mangerai il pane, finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto, perché polvere sei e in polvere devi tornare"... >>

Paradossalmente fu quindi proprio il serpente a dire la verità ai due metaforici simboli dell’umanità tutta.
<<... Ma il serpente disse alla donna: "Voi non morirete affatto! Anzi Dio sa che nel giorno in cui voi ne mangerete, si apriranno i vostri occhi e diventerete come Dio, conoscitori del bene e del male".  
Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiarsi, seducente per gli occhi e attraente per avere successo; perciò prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò... >>

Fin dalle prime righe della Bibbia quindi conosciamo un dio veterotestamentario crudele, vendicativo, bugiardo. Ma la cosa che dovrebbe fare ulteriormente riflettere è che questo dio risulta persino avere timore della sua propria creatura “a immagine e somiglianza...” che cerca di limitare per impedire che diventi “esattamente come...”. 

Cosa che invece proprio il serpente cercherà di realizzare. Serpente il quale disse la verità all’uomo relativamente al significato e alle conseguenze del frutto dell’albero della conoscenza, inducendo nell’uomo un atto di disobbedienza civile come diremmo oggi, attraverso il quale l’Uomo vincendo l’ignoranza della fede nella quale il dio veterotestamentario voleva costringerlo, ottiene, oltre alla conoscenza una maggiore libertà ed emancipazione... Libertà ed emancipazione che però pagherà a caro prezzo. 

Disobbedienza e ribellione che comunque hanno caratterizzato tutti i grandi cambiamenti positivi che l’umanità ha ottenuto nel corso dei millenni. E’ innegabile infatti che ogni successo ottenuto dall’uomo in campo tecnologico, sociale, politico, economico, scientifico e religioso sono state grazie alla volontà di alcuni di opporsi e ribellarsi allo status-quo accettato dalla maggioranza delle persone come realtà dogmatica e incontrovertibile.


E questo nell’annoso dibattito tra FEDE e CONOSCENZA, dove, come abbiamo visto in diversi precedenti articoli, la prima implica l'affidamento del soggetto a un intermediario mentre la seconda offre la possibilità all’uomo di emanciparsi, di rendersi libero e di evolvere.

La disobbedienza, compresa la disobbedienza civile teorizzata da Henry David Thoreau, praticata dal Mahatma Gandhi e da Martin Luther King, si è trasformata nella storia in una sorta di «potere costituente» e di forza evolutiva promotrice di cambiamenti. 

La «disobbedienza», insomma, non è stata sempre negativa. Qualche volta ha rappresentato un fattore di accelerazione verso la modernità e verso la conquista delle libertà civili. Qualche altra volta si è rivelata un antidoto contro «le ingiustizie della giustizia» o contro, vien da dire parafrasando D'Annunzio, «la giustizia mutilata». 

Del resto, a proposito di giustizia violata, anche il teorico della «disobbedienza civile», Henry David Thoreau, ebbe qualcosa da sottolineare: «La legge non ha mai reso gli uomini neppure poco più giusti; e, anzi, a causa del rispetto della legge, perfino gli onesti sono quotidianamente trasformati in agenti di ingiustizia»

Come ci ricorda Pierluigi Piazza la storia dovrebbe istruirci con il suo svolgersi continuo fra obbedienze e disobbedienze di uomini, comunità, popoli interi. Dovrebbero essere costante motivo di riflessione le immagini di masse intere di persone che marciano dipendenti da assoluti ideologici e politici disumani, portatori di atrocità e morte. 

Dovremmo accettare la provocazione di un interrogativo costante: perché l’essere umano è così facilmente disponibile a ‘vendere’ la propria libertà, dimensione costitutiva che proclama e desidera, a cui agogna, salvo poi, appunto, a non vivere il coraggio di gestirla assumendola, testimoniandola, nelle situazioni della storia? 

Perché è così propenso ad obbedire anche alle indicazioni, alle organizzazioni e agli ordini disumani? Perché tende a scusarsi attribuendo ad altri, ai superiori, la responsabilità delle proprie parole, posizioni, azioni anche quelle più violente, disumane, omicide? E, in alternativa, dove trova l’ispirazione, la forza, il coraggio, la perseveranza per opporsi, considerando le conseguenze dolorose fino alla persecuzione, all’isolamento, al carcere, alla tortura, alla morte violenta?

Gesù Cristo non venne forse lui stesso a sovvertire l'ordine costituito?! Come infatti ben possiamo osserviamo durante il celebre passo della cacciata dei cambiavalute davanti al sagrato del tempio. 


Cambiavalute di ieri, che sono i banchieri e il mondo della finanza di oggi... Peccato che oggi tutti ricordano quelli davanti al tempio come mercanti, ennesima mistificazione della realtà storica descritta nei testi sacri a tutela dell’ordine costituito e del potere centrale

Tutto questo spiega perché apparentemente sia gli esponenti di quelli che noi del Progetto Atlanticus identifichiamo con i Player B e C facciano spesso riferimento e uso di simboli che i complottisti della rete associano al male, al satanismo, alla massoneria o a Lucifero.

Effettivamente è davvero così, in quanto, se Lucifero equivale a conoscenza, è pur vero che tutti anelino ad essa, noi compresi. La discriminante è nell’uso che di questa conoscenza si vuole fare.

Il Player B, luciferino, desidera, secondo la logica del Progetto Atlanticus, utilizzare questa conoscenza per fare evolvere l’Uomo seguendo quanto fatto in precedenza dai capostipiti di tale figura: Enki, Gesù, il serpente stesso, rendendolo libero ed emancipandolo dai dogmi della fedele obbedienza e del dominio da parte dello status-quo, del potere, e tra essi annoveriamo a titolo esemplificativo tutto quell’ambito esoterico-ermetico proprio della massoneria e dell’alchimia rinascimentale ivi compresi anche quegli artisti contemporanei fin troppo erroneamente vituperati da certe ipotesi complottiste che circolano in rete.

    
D’altro canto il Player C, anch’esso adoratore di Lucifero al pari del Player B, desidera e ottiene questa conoscenza al solo scopo di sfruttarla per mantenere l’uomo sotto al proprio tallone godendo dei privilegi di CHI SA nei confronti di CHI NON SA.

La Conoscenza rappresentata da Lucifero e dal simbolo del serpente stesso diventa pertanto l’obiettivo di entrambi i Player seppur come abbiamo visto con finalità diverse.

Come riconoscerli in modo autonomo senza doversi fidare di quello che affermano i complottari sulla rete o quello che noi stessi sosteniamo? Il mio consiglio è di non guardare al contenitore, ma al contenuto. Se il contenuto è portatore di conoscenza, libertà, emancipazione anche attraverso provocazioni e linguaggi simbolici esoterici-alchemici propri del mondo artistico, allora colui che lo porta sarà probabilmente figura ascrivibile al Player B. 

Quel timore rappresentato dalla rabbia del dio veterotestamentario nei confronti di un Uomo in possesso della conoscenza che è invece ciò che ha contribuito alla demonizzzione nel corso dei millenni della figura della conoscenza rappresentata dal serpente e dal suo portatore, Lucifero stesso, trasformato nel maligno.

Un timore di cui abbiamo parlato nell’articolo “Il ruolo del Player A e le sue paure” nel quale analizziamo dove nasce il timore del Player A e come esso caratterizzi certa 'Accademia' e certe istituzioni ancora oggi. Vi è una scena, verso la fine del celebre film di fantascienza di Schnaffer “Il pianeta delle Scimmie” del 1968 nella quale viene data lettura della XXIX pergamena. 

Una pergamena tenuta volutamente segreta dall’elite scimmiesca al fine di evitare la dissoluzione delle credenze sulle quali si fondava l’intera società del popolo delle scimmie, le quali non conoscevano e non dovevano conoscere la vera storia del passato del loro pianeta.

Essa recitava:
“... Guardati dalla bestia-uomo, poiché egli è l'artiglio del demonio. Egli è il solo fra i primati di Dio che uccida per passatempo, o lussuria, o avidità. Sì, egli uccide il suo fratello per possedere la terra del suo fratello. Non permettere che egli si moltiplichi, perché egli farà il deserto della sua casa e della tua. Sfuggilo, ricaccialo nella sua tana nella foresta, perché egli è il messaggero della morte..”

Un duro giudizio nei confronti del genere umano, ma che a mio avviso, ben rispecchia i possibili timori manifestati dal Player A all’epoca del dibattito intercorso tra i due Player, A e B appunto, in merito alla eventualità di offrire all’uomo, al Sapiens in modo particolare, determinati saperi e tecnologie. 

Di civiltà tecnologicamente avanzate dell'antichità ce ne sono state diverse, e più volte sono state annientate da cataclismi e, a giudicare da quanto narrano i testi indù, anche da guerre non convenzionali facendo ricorso ad armi dalla potenza così devastante da far apparire delle normalissime bombe le nostre attuali bombe atomiche.

Un trauma nella coscienza collettiva che deve essere dimenticato ed evitato e che per il quale determinati soggetti, seguendo le logiche e i timori già di Enlil, seguono la strada del Player A.


Persone che sanno bene cosa si nasconda nei reconditi angoli segreti della misteriosa storia passata dell’umanità e del corpus letterario alchemico-esoterico, ma che nonostante questo negano, negano con tutte le loro forze ogni tipo di ricerca che in qualche modo possa riportare alla luce quell’antico e terribile segreto reclutando indirettamente i cosiddetti ‘scientisti’, ignari di questo segreto, di modo da poter continuare a sostenere nelle accademie, e quindi nell’opinione pubblica, quella tranquilla storia dogmatica che ci vede come una evoluzione delle scimmie in un progresso tecnologico lineare che ci ha portato dall’età della pietra in modo del tutto lineare appunto. 

Tutto questo per dormire sonni tranquilli ed evitare che l’Uomo possa entrare in possesso di una conoscenza esoterica e tecnologie così incredibilmente distruttive da rappresentare un pericolo per sè e per gli altri. 

Pur non condividendo l’atteggiamento e la filosofia del Player A e dei suoi ‘affiliati’ più o meno consapevoli credo vada riconosciuto loro la validità delle loro motivazioni. 

A differenza del Player C costoro non sfruttano l’ignoranza del genere umano al fine di dominarlo o controllarlo. 

Il loro comportamento si avvicina di più a quello di un buon padre di famiglia che impedisce al proprio bambino di maneggiare una pistola carica riponendo la stessa al sicuro, in un armadio chiuso a chiave, protetta dalla curiosità del proprio figlio, in attesa che questi sia sufficientemente maturo per poter ‘svelare’ il segreto contenuto nell’armadio.

In buona sostanza il Player A tenderebbe ad evitare che certe tecnologie e certi saperi vengano alla luce e resi di dominio pubblico, prima che i sapiens siano in grado di utilizzarli, per evitare che questi li possano usare nel modo sbagliato distruggendosi e distruggendo il mondo.

Accanto e contrapposto al ruolo del ‘padre’ rappresentato dal Player A troviamo quello della ‘madre’ luciferiana, rappresentata dal Player B, il quale invece si propone di educare e istruire il genere umano per prepararlo a poter aprire quell’armadio chiuso a chiave di cui si parlava prima, il cosiddetto velo di maya, richiamando la terminologia induista già utilizzata dal filosofo tedesco Arthur Schopenhauer.

Padre e madre, censore il primo, istruttrice il secondo, in perfetto e alchemico equilibrio, anche se al nostro livello di ricerca tutto questo si traduce in un duro scontro tra le posizioni dell’accademia tradizionale e quelle della ricerca alternativa.

Quel duro scontro tra fede e conoscenza, tra obbedienza e disobbedienza, tra il ribelle Lucifero e il demiurgo, che caratterizza da millenni il teatro della “Scacchiera degli Illuminati”.

Fonti:
M. HEINDEL, La Cosmogonia dei Rosacroce, Verona, Edizioni del Cigno, 2005
M.P. HALL, The Secret Teachings of all Ages, Radford, Wilder Publications, 2009
R. STEINER, Influssi luciferici, arimanici, asurici (Conferenza di Rudolf Steiner del 1909)

Rileggiamo alcuni aspetti del Cristianesimo delle Origini

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Un quadro contraddittorio

In un suo recente articolo intitolato “E’ in atto una campagna anti-cristiana per sradicare ciò che resta del senso religioso”, 2014, il Professor Francesco Lamendola denuncia la crociata contro il Cristianesimo a favore di un’ideologia materialista ed atea. Che la nostra società sia dimentica del sacro è indubbio. 

Nella sua polemica contro filosofastri contemporanei, tardo-marxisti, tardo-nietzschiani, tardo-freudiani, l’autore dipinge un ritratto icastico di codesti stanchi epigoni. “Sono figure, in fondo, folcloristiche e tutto sommato pochissimo interessanti: accettarli come interlocutori in un serio dibattito culturale significa conferire loro una dignità intellettuale che non possiedono e alimentare l’arroganza, il narcisismo e la spavalda faciloneria che costituiscono il loro abito mentale. Essi, semmai, rappresentano dei buoni esempi di quel che si intende per supponenza dello scientismo; degli esempi in negativo di tutto ciò che non è autentico spirito scientifico né autentico senso storico, perché della scienza e della storia essi vedono sono quel che fa loro comodo vedere e negano o travisano con la massima impudenza tutto il resto. Sono pertanto dei faziosi, dei partigiani, dei militanti di un’ideologia totalitaria che si cela dietro una serie di formule, facili ed accattivanti, di sapore libertario e di largo smercio presso un pubblico che non va troppo per il sottile sul piano intellettuale”.

E’ fantastico: questo è anche il ritratto perfetto, l’ipotiposi dei negazionisti! 

Il discorso, però, è più complesso di quanto si potrebbe pensare: rifuggirei da una schematica e tranquillizzante opposizione tra i buoni (i Cristiani, anzi i Cattolici) ed i cattivi (atei, agnostici, massoni...). Si può solo concordare con il Nostro quando demolisce l’idealizzazione del paganesimo gioioso e solare: l’età antica, come ogni epoca umana (umana?) è un groviglio inestricabile di bene e di male. Con i monumenti letterari, filosofici, artistici, scientifici… , alte testimonianze del mondo classico, stridono le efferatezze delle guerre, dei giochi gladiatori, delle stragi, della schiavitù… 

Tuttavia ciò non vale forse anche per il Medioevo cristiano? Monasteri in cui pazienti amanuensi copiavano i testi antichi, chiese impreziosite da mosaici e da affreschi, eccelse opere d’arte... : la media tempestas fu un’età splendida, eppure... Eppure accanto a questi fasti, come in un dittico, si assiepano orrori e bugie innominabili: l’omicidio di Ipazia su istigazione di Cirillo, vescovo di Alessandria, le pie frodi di alcuni padri della Chiesa, le menzogne di Eusebio, le persecuzioni ai danni di Pagani, Manichei, Ebrei, Ariani dopo l’editto di Tessalonica, promulgato da Teodosio il Grande nel 380 d.C. fino alla simonia ed alla corruzione esecrate da Dante, fino al Tribunale dell’Inquisizione... La Chiesa cattolica non vanta molti rivali, quanto a numero di vittime: dalle persecuzioni dei Donatisti (cristiani ostili a qualsiasi collaborazione con l’Impero) sino alle atroci carneficine perpetrate dagli Ustascia cattolici in Jugoslavia, è difficile contare quanti uomini e donne furono massacrati in nome di Cristo. 

Eppure è doveroso tessere un elogio del Cristianesimo: qui mi riferisco per lo più alle chiese ariane che furono di solito migliori della rigida chiesa nicena (cattolica dall’anno 867). Ariano fu il re degli Ostrogoti Teodorico che si adoperò per una coesistenza pacifica tra Ariani (i Goti) e Niceni (gli Italici). Il suo progetto fallì soprattutto a causa dell’intrigante diplomazia bizantina. 

La sconfitta degli Ariani

Non dimentico che la Chiesa celtica è in nuce ariana: il suo patrimonio culturale è notevole. La Chiesa celtica, che sa integrare la tradizione gaelica, è costretta ad assoggettarsi a Roma con il sinodo di Whitby del 664 d.C. Mi pare che l’Arianesimo, secondo cui Cristo è una creatura intermediaria tra Dio-Padre e l’umanità, offra una dottrina non solo un po' più aderente agli Evangeli, ma pure estranea ai cervellotici dogmi del simbolo niceno-cattolico. 

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Con Costantino, lo scaltro e spregiudicato imperatore che vede nella religione un instrumentum regni, benché egli riceva il battesimo, in articulo mortis, secondo il rito ariano, la Chiesa nicena vince la prima battaglia. Vince la guerra – come è noto – con Teodosio. Tuttavia la Chiesa dal IV secolo in poi è ancora “cristiana”? Non si avvia piuttosto a trasformarsi in un’istituzione che, tra alti e bassi, con persone sia degne sia indegne, mira ad un potere culminato nella granitica teocrazia del Basso Medioevo, nello sterminio di altri cristiani “eretici”, nella logorante lotta con l’Impero? 

Le acque sorgive del Cristianesimo scorrono nelle correnti esoteriche ed eretiche, quelle che alimentano l’immortale poesia di Dante (fu cristiano in senso stretto?) o l’arte sublime di Michelangelo. La Chiesa ufficiale con il passare dei secoli si secolarizza ed il suo tesoro, in buona parte ereditato dall’Urbe pagana, si disperde. Certo, alcuni vescovi, cardinali e papi sono mecenati, ma il Vaticano, in età moderna, è ormai una sontuosa monarchia retta per lo più da pontefici fatui: mi chiedo che cosa sia rimasto del Cristianesimo, ammesso che tale termine abbia un significato univoco e non lo ha. 

Il Cristianesimo primitivo è quello dei Nazirei cui subentra l’audace rielaborazione soteriologica di Shaul-Paolo. Nei secoli seguenti la religione, impropriamente definita cristiana, si impone nell’Impero romano. 

Tra IX e XI secolo il Cristianesimo si divide tra Cattolici ed Ortodossi: quali sono i “veri” cristiani? 

La storia del Cristianesimo è costellata di luoghi comuni: è assodato che le persecuzioni contro i proseliti del nuovo credo non furono feroci, a differenza di come le hanno enfatizzate certi romanzi e film pseudo-storici quali “Quo vadis?” 

Diocleziano tenta di estirpare la superstitio, ma le persecuzioni nella parte orientale dell’Impero sono piuttosto blande, anzi il Cesare Galerio si decide nel 311 d.C. a promulgare l’editto di Serdica con cui si riconosce la liceità di tutte le religioni monoteiste. In fondo sacrificare agli dei significa solo bruciare qualche grano d’incenso di fronte all’effigie del principe. La celebrazione dei martiri più che altro alimenta l’infocata retorica degli apologeti. La teologia cristiana successiva, però, accantona gran parte della polemica anti-pagana per recuperare idee e valori della cultura classica: è ancora cristiana? 

Così Agostino media tra Platone e Cristo: si inventa l’anima immortale, l’inferno, il peccato originale, anche se nella Bibbia non si trova neppure un cenno a tale macula primigenia. Sta nascendo una nuova filosofia denominata, a torto, cristiana. E’ fondamentale il contributo del vescovo d’Ippona che nel "De civitate Dei” fornisce i capisaldi ideologici al C., mentre le “Confessioni” (sopravvalutate, se si escludono i brani sulla memoria e sul tempo, il libro è poca cosa), sembrano ripercorrere più una carriera ecclesiastica che un’esperienza interiore. 

I cliché interpretativi più stucchevoli riguardano Costantino: non esiste alcun editto di Milano emanato nel 313 d.C., ma una circolare applicativa del provvedimento voluto da Galerio. Costantino non inventa il monogramma cristologico, contrassegno più antico. Favorevole ai Niceni e, pur con qualche retromarcia agli Ariani, vede nelle varie comunità cristiane delle possibili alleate nel consolidamento del suo potere. Profondamente pagano, Costantino, prima della battaglia di Ponte Milvio, scorge nel firmamento la costellazione del Cigno: ecco spiegata la pia leggenda della Croce e la frase “In hoc signo vinces”. 

La cosiddetta “pace della Chiesa” attribuita ad un Costantino, uomo della Provvidenza, coincide con le più crudeli vessazioni nei confronti di tutte quelle comunità cristiane che in ottemperanza degli insegnamenti evangelici, rifiutano ogni compromesso con le autorità di un mondo il cui Principe (Arconte) è Satana. 


Potrei continuare a snocciolare altre distorsioni sulla storia del C., a sfatare altre storie edificanti, ma mi fermo qui, perché vorrei riprendere la questione centrale. Ha senso evocare una una campagna anti-cristiana per sradicare ciò che resta del senso religioso, dal momento che il concetto di C. è tanto controverso? 

Questa etichetta si può attaccare un po’ a tutto ed al contrario di tutto: dal Cattolicesimo alle fanatiche congregazioni statunitensi, dai Testimoni di Geova alla sparuta comunità tedesca di cristiani vegetariani. Riferirsi ad una crociata anti-cristiana mi pare una semplificazione, tanto più riduttiva quanto più il quadro è complesso e contraddittorio. 

Ammettiamo pure per assurdo che la Chiesa di Roma non sia almeno in uno dei suoi vertici pesantemente coinvolta nel mondialismo più empio che ateo, anche per mezzo del presente gesuitico papa, si può ritenere che essa custodisca il senso del sacro o, nel migliore dei casi, non è oggi una specie di sindacato dei poveri e dei derelitti? Anche qui, però, le incongruenze sono colossali: infatti, mentre prelati e sacerdoti si sgolano per invocare la giustizia, il rispetto per il creato, l’amore per la verità e tante altre belle cose, non solo non accennano mai alle questioni decisive (geoingegneria clandestina, potere delle banche, élites sataniste…), ma soprattutto agiscono nella direzione opposta. 

Il Vaticano è una costola della C.I.A., una protesi della N.A.S.A., un’articolazione della N.A.T.O. Ha interessi enormi nel mondo finanziario e persino nell’industria bellica, attraverso l’Opus Dei, lo I.O.R. e le banche cattoliche. E’ favorevole alle sementi transgeniche, alle vaccinazioni, alla medicina ufficiale. Sostiene i governi totalitari, come quelli italiani. Coopera con criminali come Kissinger o Obama. Propaga le menzogne sui cambiamenti climatici dovuti al biossido di carbonio. 

L’ateismo di Michel Onfray e sodali è risibile, quando si pensa al sacrilego “culto” degli Oscurati, questo sì foriero di sradicamento del sacro come del profano, insulto allo Spirito come alla Natura. Fino ad oggi non si è levata ancora, all’interno delle chiese cristiane o sedicenti tali, una sola autorevole ed intrepida voce contro la cupola globalizzatrice, a difesa della vita, della verità, dei valori spirituali.



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